Skf Italia: risultati sostanzialmente ancora positivi, nonostante la crisi del mercato automobilistico

di Antonio Picasso ♦︎ È uno dei principali componentisti auto attivi sul territorio del nostro Paese, leader assoluto nel settore dei cuscinetti volventi (che ha sostanzialmente inventato) con un giro d'affari superiore al miliardo di euro. Nonostante la crisi dell'automotive, le performance di ricavi e redditività 2019 sono ancora positive, cioé sostanzialmente in linea con il 2018 (rallentamento di pochissimi punti percentuale). La società ha espresso anche soddisfazione per la proroga del contratto collettivo e per l’accordo aziendale di secondo livello

Skf Moncalieri

Il dati 2019 della filiale italiana di Skf (che rappresenta una delle più importanti industrie manifatturiere del nostro Paese) sono positivi, mostrando una sostanziale tenuta rispetto all’anno precedente. E non è poco, alla luce della flessione dei principali mercati di sbocco (automotive e aerospace) e dei problemi dell’intero comparto dei componentisti.

Skf Italia (filiale del colosso svedese da oltre 74 miliardi di euro di ricavi) ha chiuso il 2019 con un fatturato totale di 1.131 milioni di euro, con una flessione del 3% rispetto all’anno precedente, quando aveva raggiunto i 1.168 milioni. In calo di pochi punti percentuale anche l’utile operativo: 96,7 milioni di euro nell’anno appena concluso, contro i 107,8 milioni di euro del 2018. Comunque sia, un utile operativo che oscilla attorno al 9% non è poco in settori industriali come questo, che normalmente viaggiano attorno a percentuali ben più basse.







«Al termine del 2018, le aspettative per l’esercizio 2019 erano decisamente orientate alla cautela. La realtà ha di fatto confermato un’inversione dei trend di mercato, ma in misura inferiore rispetto alle previsioni», dice Ezio Miglietta, amministratore delegato della controllata italiana del gruppo svedese.

Ezio Miglietta, amministratore delegato della controllata italiana di Skf

Analizzando il fatturato per area, emerge che l’Automotive & Aerospace ha sostanzialmente replicato il 2018, nonostante la pesante flessione del primo e un forte incremento nel segmento aerospace. L’area Industrial ha invece sofferto maggiormente e ha fatto registrare una contrazione del 2%.

Gli stabilimenti di Airasca e Moncalieri, in provincia di Torino, e quello di Cassino (Frosinone) rappresentano inoltre un modello in fatto di trasformazione digitale e automazione, quanto anche sedi operative di progetti relativi a competenze tecnologiche di nuova generazione in ottica Industry 4.0. È il caso del progetto pilota Digital 2win, avviato a Cassino, oppure del Competence Industry Manufacturing 4.0 (Cim 4.0), iniziativa capitanata da Politecnico e Università di Torino, e per il quale la Skf è azienda partner.

L’azienda si è detta soddisfatta anche per i risultati ottenuti nell’ambito delle relazioni industriali. D’intesa con le parti sociali infatti, è stato prorogato al 2020 il contratto collettivo di lavoro. Applicato a tutti i dipendenti di Skf Industrie, in deroga alla parte economica del Ccnl di categoria, questo innovativo strumento contrattuale prevede un bonus di redditività collegato ai risultati finanziari dell’azienda e un altro di produttività collegato a obiettivi operativi individuali e di team definiti in ogni unità produttiva.

L’interno dello stabilimento Skf

L’accordo di secondo livello, a sua volta, che prevede un premio di risultato e una parte di Welfare, è stato rinnovato per il triennio 2019-2021. L’accordo ha inoltre introdotto alcuni innovativi temi legati alla flessibilità dell’orario di lavoro e smart working.

Altrettanto importante è il piano di ristrutturazione dello stabilimento di Bari, che prevede 15 milioni di investimenti spalmati su tre anni (2019-2021), finalizzati al miglioramento del livello di competitività, produttività e profittabilità, e in linea con le strategie di Gruppo in tema di global manufacturing footprint. L’operazione include anche la riorganizzazione della produzione (miglioramenti tecnologici volti a incrementare lo standard di qualità, efficienza e automazione) e per la realizzazione di un impianto di trigenerazione energetica allo scopo di ridurre i costi fissi dell’unità produttiva.

Contestualmente, al fine di adeguare il dimensionamento del sito alla mutata situazione di mercato e di competitività globale, il piano prevede una razionalizzazione degli organici, da realizzare attraverso l’attivazione di strumenti di pensionamento anticipato e di flessibilità in uscita, come previsto dalla norma, gestiti esclusivamente su base volontaria ed economicamente incentivata, unitamente alla possibilità di usufruire di un servizio di outplacement.














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