L’economia spaziale italiana spicca il volo con Sitael

di Laura Magna ♦︎ L'azienda barese è il principale attore della space economy privata nel nostro paese. Ha collaborato con la Nasa per la missione Mars Science Laboratory e ha realizzato la tecnologia della Rems installata sul Rover Curiosity. La visione di Marco Molina, direttore prodotto e sales

La SpaceX italiana? È a Mola di Bari. Si chiama Sitael ed è la più grande impresa a capitale interamente privato in Italia operante nel settore, in forte crescita, della space economy. E il paragone con la società di Elon Musk che costruisce navi spaziali riutilizzabili e vuole colonizzare Marte non è casuale. Sitael, partner di riferimento in oltre 30 missioni spaziali internazionali, è stata l’unica azienda italiana a partecipare alla missione Mars Science Laboratory della Nasa nel 2012, per la quale ha progettato e realizzato la tecnologia centrale della RemsRover Environmental Monitoring Station a bordo del Rover Curiosity che consente oggi di monitorare i principali indicatori meteorologici su Marte.

«Non è un’iperbole il confronto con SpaceX, e non è lo per diverse ragioni – dice a Industria Italiana Marco Molina, direttore prodotto e sales di Sitael – innanzitutto che il nuovo paradigma della space economy è quello di scatenare investimenti privati partendo da quelli pubblici, esattamente quello che facciamo sia noi sia SpaceX. Noi operiamo in un business diverso – non stiamo mandando astronauti nello spazio – ma nei mille rivoli c’è anche quello del sogno spaziale. Ma con i piedi per terra e concretezza dell’imprenditore privato».







Quindi con l’idea di generare in tempi ragionevoli un ritorno dell’investimento: il core business di Sitael è quello dei piccoli satelliti e dei servizi connessi al loro lancio in orbita: che vanno dal monitoraggio dei rifiuti, al controllo delle emissioni inquinanti in aria ed in acqua, alla verifica della stabilità degli edifici e delle infrastrutture come ponti, viadotti, al potenziamento delle comunicazioni per l’abilitazione dell’IoT.

 

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La Space economy: un trilione di giro di affari in dieci anni

Questi servizi rappresentano il cuore della cosiddetta “space economy”, a supporto uno studio di Nsr che stima a oltre 1 trilione di dollari di ricavi al 2029. Attualmente il settore vale, secondo l’Osservatorio Digital Innovation, 270 miliardi, di cui all’Italia fanno capo circa 2 miliardi di euro, con 200 aziende e 7mila addetti. Oggi in orbita intorno alla terra ci sono 3200 satelliti, di cui la metà per comunicazione, dalla tv satellitare alla connettività IoT; il 29% sono di osservazione della terra, la navigazione ha un ruolo importante con il 6%.

Nsr stima a oltre 1 trilione di dollari di ricavi al 2029 la space economy

Ci sono una serie di driver che spingeranno il settore a livello internazionale: Morgan Stanley li individua, nella necessità di far fronte al climate change, garantire security e nello sviluppo delle telecom, che avverrà sempre più in orbita. «Quando abbiamo iniziato la nostra carriera non era determinante l’aspetto economico perché l’attività spaziale non era privata e si sottovalutava l’indotto di questa economia dello spazio», dice Molina. «Oggi il mondo è cambiato. Il business aerospaziale attuale, rispetto alla corsa alla luna, si sviluppa grazie a una tecnologia così evoluta che la barriera all’ingresso è più bassa, oltre al fatto che il tempo di ritorno dell’investimento è compatibile con quello dell’impresa privata – continua Molina – E dunque è esattamente quello che è successo a SpaceX che lancia i suoi razzi, perché finanziata dalla Nasa. La nostra Nasa è l’Asi che ha avviato un progetto, a cui lavoriamo dal 2018, che risponde al nome di Platino, per dotare l’Italia e l’Europa di un sistema di piccoli satelliti che grazie alla tecnologia hanno prestazioni che non sfigurano rispetto a satelliti di diverse tonnellate. Inoltre i satelliti piccoli sono realizzabili in poco tempo e questo li rende compatibili con un investimento privato». La piattaforma satellitare multi-applicazione avrà una massa al lancio da 200 kg e sarà in grado di svolgere missioni in orbita bassa (da 350 a 1.200 Km) per l’osservazione della terra ed altre applicazioni.

Quali sono i ricavi cumulativi dal 2019 al 2029 per i mercati spazio e satellite e cosa sta guidando questa crescita? Fonte Nsr

 

Satelliti e propulsione: il core business del polo aerospaziale pugliese

Satellite progetto Platino, avviato dall’Asi, a cui Sitael lavora dal 2018, per dotare l’Italia e l’Europa di un sistema di piccoli satelliti che grazie alla tecnologia hanno prestazioni che non sfigurano rispetto a satelliti di diverse tonnellate

Sitael è oggi leader mondiale nel campo dei piccoli satelliti. Un ruolo che ha costruito nel tempo, rivoluzionando il modo di concepirei prodotti spaziali, sia con attività di ricerca, sviluppo e realizzazione di nuove piattaforme satellitari e tecnologie per l’esplorazione spaziale, sia con lo sviluppo di applicazioni e servizi innovativi basati sulle infrastrutture spaziali in orbita. Servizi competitivi e scalabili su un’ampia gamma di applicazioni e al servizio del Paese.

Altro fiore all’occhiello della pugliese è il dipartimento Space Propulsion, dove si realizzano i propulsori elettrici ad effetto Hall. Nel dipartimento è presente il più grande Space Simulator d’Europa e tra i tre maggiori al mondo. I propulsori elettrici a effetto Hall accelerano il propellente, opportunamente ionizzato, con un potente campo elettro-magnetico per generare una spinta continua nel tempo. «Nel 2017 nei nostri laboratori, per la prima volta al mondo, abbiamo mostrato il funzionamento del ram-EP, il primo motore in grado di generare spinta senza propellente ma “respirando”, ovvero catturando e ionizzando le particelle residue presenti nell’atmosfera rarefatta a 200 km di quota». Il test è stato fatto nel simulatore: che è in sostanza una camera sterile in cui viene creato il vuoto dello spazio per vedere come il motore reagisce e come si comportano i pennacchi di particelle di ioni. «È una tecnologia unica in Europa e oltretutto che integriamo sui nostri piccoli satelliti ma la abbiamo già scalata per missioni per andare sulla luna».

 

Partner di Branson e di Musk

Marco Molina, direttore prodotto e sales di Sitael

E torna il sogno dello spazio. «Nei prossimi dieci anni intanto torneremo sulla luna per restarci: sicuramente impianteremo una base semipermanente con persone che vivono e si danno il cambio e fanno attività di economia lunare, estraendo materie prime fondamentali per vivere e far funzionare satelliti, utilizzando l’acqua sulla luna per alimentare motori elettrici», dice Molina che è certo anche che colonizzeremo Marte. «Ce la faremo, non la mia né la generazione dei miei figli, ma quella successiva. Ci sono oggi limiti tecnologici. In particolare non abbiamo sistemi di protezione dalle radiazioni, che consentano a un astronauta di tornare senza assumerne una dose letale. Ma la velocità con cui la tecnologia progredisce sarà tale che nel giro di due generazioni questi limiti saranno rimossi».

E se il sogno condiviso con SpaceX è quello di popolare Marte, esiste anche un legame di partneship tra le due aziende. «Noi costruiamo satelliti – dice Molina – ma non abbiamo capacità autonoma di lancio. Dunque, il primo satellite, da 50 kg e frutto della ricerca confederata di 12 università europee, lo abbiamo lanciato proprio con Musk. A dicembre 2018 ha volato dalla California a bordo del razzo Falcon1. Il prossimo lancio lo effettueremo nel 2022, con la Virgin Orbit di Richiard Branson». Branson più noto per i suoi business nell’intrattenimento, è un imprenditore visionario al pari di Musk. «L’idea innovativa è quella di portare un satellite in orbita a partire dal volo di aereo. Grazie alla propulsione elettrica che sviluppiamo a Pisa, il razzo sarà appeso sotto all’ala di un aereo, che decolla sopra l’oceano, sgancia il razzo e lo manda in orbita. La dirompenza sta nel fatto che non c’è più bisogno di Cape Canaveral per andare nello spazio. Il sogno è poter attivare una pista di decollo come quella di Grottaglie, che ha uno rampa qualificata per i lanci suborbitali. La Cornovaglia, per restare nel vecchio Continente, ha un’altra di queste basi di lancio alternative».

 

Sitael: il percorso trentennale e le sedi in Italia e nel mondo

ISS013-E-77965 (5 Sept. 2006) —Un sole al tramonto e l’orizzonte della Terra sono presenti in questa immagine fotografata da un membro dell’equipaggio della Spedizione 13 sulla Stazione Spaziale Internazionale

Nata nel 1994, Sitael fa parte di Angel Company, gruppo industriale che progetta e sviluppa soluzioni ad alta tecnologia per i settori del trasporto ferroviario, della mobilità elettrica, dell’aerospazio e della difesa, della cyber security e del retail automation. Angel conta in totale 1700 dipendenti – dei quali 1200 ingegneri – con sedi in 19 Paesi. I prodotti e servizi delle società del gruppo sono in uso in 66 Paesi nel mondo. Sitael conta oltre 380 dipendenti con sedi, oltre all’headquarter a Mola di Bari, a San Piero a Grado e Ospedaletto nella provincia di Pisa, dove ci sono due sedi operative, la prima per attività di progettazione e produzione dell’avionica per satelliti, la seconda per la progettazione, produzione e test dei sistemi di propulsione spaziale.

A Forlì, ancora, l’azienda ha una fabbrica dove vengono progettate e sviluppate piattaforme satellitari di piccole dimensioni. E infine, Sitael ha due sedi estere: a Veria, in Grecia, e ad Adealide in Australia. «Sia il polo di Forlì sia quello di Pisa sono spinoff universitari. La storia della Sitael e le fondamenta tecnologiche poggiano su questi spinoff che raggiunta la dimensione critica e inglobate in Sitael hanno potuto prosperare», precisa Molina.

 

A presidio dell’intera catena del valore

Ram-ep – motore senza propellente. Nel 2017 nei nostri laboratori, per la prima volta al mondo, abbiamo mostrato il funzionamento del ram-EP, il primo motore in grado di generare spinta senza propellente ma “respirando”, ovvero catturando e ionizzando le particelle residue presenti nell’atmosfera rarefatta a 200 km di quota»

La strategia di Sitael mira all’integrazione dell’intera catena del valore relativa ai Small Satellite, fino all’erogazione dei servizi basati sui dati generati dallo spazio (spaceborne data), la vera miniera della New Space Economy. «Servizi estremamente complessi e allo stesso tempo vitali per l’utilità e la protezione pubblica, vanno dal monitoraggio dei rifiuti, sia ordinari che speciali, al controllo delle emissioni inquinanti in aria ed in acqua, alla verifica della stabilità degli edifici e delle infrastrutture come ponti, viadotti e molto altro», dice Molina, che aggiunge: «una delle caratteristiche di cui siamo orgogliosi è che presidiamo tutti i passaggi che portano dalla prima idea che viene espressa in maniera tradizionale dallo scienziato per rispondere all’esigenza dell’amministrazione locale o del Ministero che ne fa richiesta – continua Molina – Possiamo fare la progettazione in dettaglio, abbiamo le facility per realizzare e testare i satelliti che andranno in volo. In più abbiamo la capacità di ricevere il dato dei satelliti interpretarlo e trasformarlo in un servizio. Insomma presidiamo l’intera catena del valore. Partendo dalla tecnologia di base riusciamo a generare servizi a valore aggiunto e questa è una di quelle caratteristiche che ci rende unici in Italia perché esistono studi di ingegneria che fanno progettazione, centri di prova che non fanno ingegneria, e aziende che fanno software. In Sitael riusciamo a coprire tutto».

Per presidiare l’intera value chain Sitael sta investendo in infrastrutture – costruendo quella che è la più moderna sala di integrazione satelliti in camera sterile per collaudare questi prodotti. Ma anche in risorse umane. «In particolare in formazione, grazie a un accordo con l’Its Cuccovillo di Bari per avviare il corso di specializzazione post diploma per i supertecnici dei satelliti». Si tratta del primo corso post diploma in Italia nel campo dello sviluppo e della realizzazione di nuove tecnologie per lo spazio e l’osservazione della terra, «e che consentirà a giovani diplomati, che sognano di lavorare nel mondo dello spazio, di acquisire competenze specialistiche all’avanguardia, in aula e sul campo, sviluppando un’altissima professionalità tecnica. A fine del percorso avranno la possibilità di essere inseriti direttamente in azienda», continua Molina.

 

Un polo di eccellenza aerospaziale globale in Puglia

Sede Sitael, azienda che fa parte di Angel Company, gruppo industriale che progetta e sviluppa soluzioni ad alta tecnologia per i settori del trasporto ferroviario, della mobilità elettrica, dell’aerospazio e della difesa, della cyber security e del retail automation

Che tutto questo avvenga nella provincia di Bari è sorprendente. «Ma i confini regionali li abbiamo superati da molto tempo», precisa Molina. Sitael ha partecipato a oltre 30 missioni spaziali internazionali. Tra le ultime, citiamo la Esa Space Rider, laboratorio robotico automatizzato a forma di navetta spaziale, che sarà lanciato su Vega-C nel 2023 e che svolgerà esperimenti scientifici in microgravità, e per la quale Sitael si occuperà di sviluppare la memoria di bordo (Mass Memory Unit). O Esa Copernicus Chime, in collaborazione con la tedesca Ohb System Ag, contractor della missione iperspettrale di Osservazione della Terra Chime (Copernicus Hyperspectral Imaging Mission): la pugliese si occuperà della realizzazione di uno degli elementi chiave dello strumento iperspettrale, che consente di rilevare la posizione e le caratteristiche di ogni oggetto a partire dalla loro proprietà di emettere o riflettere radiazione su varie bande, anche invisibili.

Ma non è solo questo il punto. «I satelliti dedicati all’osservazione della Terra, sorvolano l’Italia e creano servizi a valore aggiunto, come il monitoraggio delle strade, delle ferrovie, delle reti idriche tutto a vantaggio del Paese, perché un monitoraggio puntuale e frequente permette di migliorare i costi di esercizio, con una ricaduta positiva sui cittadini. Ma, esclusi i 15 minuti in cui il satellite sorvola la penisola, il restante tempo lo trascorre in altre nazioni e dunque questi servizi a valore aggiunto potremo erogarli in tutto il mondo». A partire da Grecia e Australia, paesi eleggibili come primi clienti i quanto Sitael ha già una sede operativa. «L’Australia ha impellente bisogno di servizi satellitari, sensori per monitoraggio degli incendi che permetterebbe un grandissimo risparmio in termini economici e di vite umane».

(Ripubblicazione dell’articolo pubblicato il 21/06/21)














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