Il Pnrr sarà il trampolino di (ri)lancio di Sirti?

di Marco Scotti ♦︎ L'azienda industriale che ha appena compiuto cento anni punta forte sul Piano di Ripresa e Resilienza per ritrovare la redditività perduta. Il mondo delle telecomunicazioni è sempre più gravato da margini bassi e da investimenti cospicui. La fibra potrebbe funzionare come detonatore, a patto che lo Stato faccia la sua parte e offra alle aziende un meccanismo incentivante efficace per cablare le aree bianche e grigie. Parla il vicepresidente esecutivo Andrea Mondo. E su cybersecurity, trasporti, infrastrutture...

Sirti attività TLC

Ha appena compiuto un secolo ma, complice il Pnrr, sta per vivere una seconda giovinezza e, soprattutto, recuperare la redditività perduta. Si tratta di Sirti, azienda attiva nel campo dello sviluppo delle infrastrutture di rete. Fondata nel 1921, opera nei settori delle Telecomunicazioni, Energia e Digital Solutions con oltre 4.000 dipendenti. A partire dal 2009 il calo continuo della redditività ha prodotto non pochi problemi all’azienda, che ha aperto un tavolo di crisi al Mise nel 2019 ma che è riuscita, a giugno del 2021, a evitare i licenziamenti di 764 persone. Nel 2020, ultimo anno di cui si possiede il bilancio, il fatturato è aumentato del 6% a 733 milioni, grazie soprattutto alla performance della business unit Digital Solutions, cresciuta del 20%. In attesa dei dati ufficiali, anche il 2021 sembra confermare un trend di crescita del comparto Telco & Digital. La divisione trasporti (valutata tra i 65 e i 90 milioni) è stata ceduta a Mermec nel 2021. Il 2020 si è chiuso con un passivo di bilancio di circa 17 milioni. Dall’azienda ci fanno sapere che si tratta di un dato “dovuto principalmente a costi di ristrutturazione e trasformazione strutturale di alcune aree di business ed a nuovi investimenti previsti nel piano industriale di rilancio”. Ed è comunque in miglioramento rispetto agli oltre 20 con cui era stato congedato il 2019. Ora il Pnrr può rappresentare l’occasione perfetta per ridare vigore a un’azienda che rappresenta un punto importante dell’industria italiana. «Abbiamo realizzato la spina dorsale della rete trasmissiva in Italia posando cavi ad alta capacità, costruiamo e manuteniamo le reti telco dei nostri clienti e negli ultimi 4-5 anni abbiamo effettuato un’importante trasformazione operativa e tecnologica con il passaggio dal rame all’ultra broadband» spiega a Industria Italiana Andrea Mondo, vice president of Operations di Sirti. L’azienda è stata al centro di diversi passaggi di mano nel corso degli anni. Entrata nell’orbita del gruppo Iri-Stet (a partire dal 1965), dal 2016 è parte del gruppo Pillarstone Italy, piattaforma finanziaria fondata da Kkr Credit. Il fatturato 2020 è stato di circa 700 milioni nel 2020, mentre l’amministratore delegato è stato fino a pochi giorni Roberto Loiola, già vicepresidente Europa di Huawei. Al suo posto è stata nominata Laura Cioli.

Sirti è un’azienda che sarà coinvolta in maniera significativa nel prossimo futuro del nostro Paese. Il Pnrr ha destinato circa 40 miliardi di euro alla digitalizzazione dell’Italia che deve fare passi importanti anche dal punto di vista dell’infrastruttura di rete. Ultra broadband, 5G, Fwa sono le tecnologie che verranno impiegate per il miglioramento della velocità di connessione, attualmente tra le più basse in Europa. Mai come ora, con la variante Omicron che spinge ancora più in là il ritorno alla vita normale, serve avere un sistema di connessione efficace. Il suo recente piano industriale punta molto sulla riconversione dal rame ad apparati di nuova concezione come fibra e 5G. «Siamo quindi un’azienda storica – aggiunge Mondo – leader nel settore Telco, Digital ed Energia, che ha determinato lo sviluppo industriale e sociale del paese nei suoi 100 anni di storia. È evidente che, come tutte le aziende, soprattutto del comparto Telco, abbiamo risentito della contrazione degli investimenti degli anni 2000, abbiamo dovuto cambiar pelle, iniziando programmi di trasformazione operativa e di competenze molto significative per rimanere competitivi sul mercato. Negli ultimi quattro o cinque anni siamo infatti entrati nello shift del rame verso l’ultra broadband, incluso il tema 5G e FWA e con la nostra business unit digital guardiamo allo sviluppo si settori importanti come il cloud, l’IoT e digitalizzazione, come all’efficientamento energetico ed evoluzione green e non solo con la nostra divisione Energia. Sempre in ottica di trasformazione digitale, due anni fa abbiamo acquisito Wellcome Engineering, un’azienda di cyber security e oggi ci comportiamo come system integrator nella parte alta della catena del valore, a supporto della transizione digitale del paese ed industry 4.0. In un mercato ipercompetitivo e con continui shift tecnologici, la nostra leadership consiste nella costruzione delle reti, nella loro manutenzione e sviluppo, incluse le reti radiomobili e con rifocalizzazione sulla parte fibra e 5G, a supporto della transizione digitale ed energetica».







Il ruolo del Pnrr per la digitalizzazione e il ruolo di Sirti

Andrea Mondo, vice president of Operations di Sirti

È indubbio che con il Pnrr, cioè il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza elaborato dal governo in ossequio al Next Generation Eu continentale, si voglia rilanciare l’economia italiana partendo da due pilastri: la green economy e il digitale. Proprio su quest’ultimo capitolo si concentrano le attenzioni di molti: il ministro Vittorio Colao ha parlato chiaramente di “neutralità tecnologica”, ovvero della pluralità di modi per raggiungere quella Gigabit society che è fondamentale per migliorare le performance del lavoro, della manifattura e della scuola. «Prima di tutto – chiosa Mondo – è necessario separare la parte di enabling da quella applicativa. Parlare di 5G senza parlare di deployment fibra ha probabilmente poco senso, si finisce per creare un nuovo collo di bottiglia, come noto. Le reti di nuova generazione in ambito UBB (ultra broadband) abilitano a servizi in real time, e la presenza della connessione in fibra rimane l’abilitatore chiave anche per il 5G ed ogni transizione digitale a 360gradi. La UBB diventa quindi enabler della digitalizzazione del resto del mondo tecnologico».

Su questa infrastruttura, poi, poggeranno cloud, IoT, cybersecurity che diventa un sistema di controllo del mondo dei dati iperconnessi e sensibili, con criteri di sicurezza e gestione del dato, come accaduto recentemente con la Regione Lazio esposta agli attacchi hacker. Per questo il ruolo di Sirti è peculiare: si tratta di uno dei pochi player in Italia che è in grado di gestire la costruzione di fibra sia per il privato che per il pubblico e che, al tempo stesso, è in grado di garantire la sicurezza della rete stessa.

«È ovvio – aggiunge Andrea Mondo – che vogliamo contribuire alla fase realizzativa del Pnrr, dell’infrastruttura tecnologica e di tutto ciò che può migliorare la possibilità di connessione degli italiani e l’evoluzione e sviluppo del nostro tessuto industriale. Il nostro è un lavoro molto complicato che consta anche di scavi, di permessi di lavorazione, di progettazione ed installazione: uniamo due mondi diversi quello fisico e materiale delle lavorazioni civili, con quello dell’alta professionalizzazione nella tecnologia, per poter poi realizzare qualcosa di diverso e di chiavi in mano».

Che cosa sta facendo Sirti per il 5G e la fibra

Sirti Energia è una delle divisioni di Sirti

L’azienda guidata in Italia da Roberto Loiola sta portando avanti cospicui investimenti in capex per lo sviluppo digitale. La strategia è a lungo termine perché la previsione è di dieci anni di grande sviluppo: bisogna connettere le utenze residenziali o business, enti della pubblica amministrazione e ospedali. «Per quanto concerne la fibra ottica, ci stiamo muovendo nelle aree bianche come in quelle nere e grigie – chiosa Mondo – ed abbiamo un vantaggio importante rispetto ai nostri competitors: conosciamo bene le reti perché, oltre ad averle costruite negli anni, siamo presenti da sempre».

Uno dei problemi che attanaglia maggiormente il mondo delle telecomunicazioni è quello della progressiva erosione dei margini. Questo perché la guerra sui prezzi, in un regime decisamente meno tutelato del comparto energetico, ha portato a delle storture. Vendere una sim a 5 euro o un abbonamento illimitato a una connessione ultraveloce a 19 euro al mese (quando negli Usa si attesta a oltre il doppio) significa non proteggere un sistema vitale. Il lockdown, tra l’altro, ha mostrato chiaramente come sia strategico il mondo delle telecomunicazioni e come meriterebbe maggiore protezione. «In termini di ritorno dell’investimento – ci spiega Mondo – ci sono tempi di rientro sensibilmente lunghi, è un mercato molto competitivo caratterizzato da prezzi, diciamo, non sempre esaltanti. Servono quindi spalle larghe, bisogna fare investimenti economico-finanziari in maniera puntuale e industrialmente sostenibili ed avere strutture operative efficienti per rimanere attivi sul mercato, con la forza di continuare ad investire e trasformare, sempre, non un esercizio semplice per questo ecosistema».

Il tessuto imprenditoriale italiano è rappresentato da pmi

Wellcom Engineering è l’ultima acquisizione di Sirti che amplia la competenza sulla cybersecurity

L’Italia è un terreno fertile per le piccole e medie imprese, che rappresentano oltr eil 90% del totale delle aziende. Per questo motivo bisogna capire come incentivare la loro transizione digitale, sapendo che tra il costo delle materie prime in ascesa, quello dell’energia alle stelle e un’inflazione che inizia a farsi sentire i margini sono piuttosto limitati. «Ci troviamo di fronte a un duplice problema – chiosa il manager di Sirti – perché da una parte è necessario fare in modo che le pmi godano di un sostegno e di uno sgravio fiscale per il loro sistemi hardware e software, come previsto dalla transizione digitale. Allo stesso tempo, però serve che le imprese vengano inserire all’interno di un ecosistema per sviluppare competenze e meccanismi di aggregazione. Su questo secondo punto ci si sta muovendo molto a livello locale con bandi in cui le Pmi vengono invitate per lo sviluppo della transizione e delle competenze 4.0».

L’incremento della capienza della rete e la sicurezza

La divisione Digital Solutions di Sirti è la più profittevole

Se si dovesse fare l’identkit della rete italiana si potrebbe dire che dal punto di vista del cosiddetto backbone trasmissivo non c’è un grande limite capacitivo. Semmai, urge portare la rete dove non esiste e in qualche modo abilitarla in area a bassa densità. La spina dorsale del nostro network è già ridondato, ora bisogna portare la fibra dove non c’è e fare in modo che vi sia un rollout importante, capendo se il 5G e il Fwa possono essere un buon riempitivo in attesa di creare l’infrastruttura corretta. «L’incremento capacitivo dei backbone trasmissivi è un tema noto ed in continua espansione, ma la vera sfida è semmai portare la fibra a tutti – aggiunge ancora Mondo – e il Pnrr è importantissimo proprio perché continua a dare un impulso alla connettività UBB, sempre con fondi EU, verso le aree a fallimento di mercato dove nessuno avrebbe mai potuto investire seguendo logiche consuete del business. Questa opportunità del PNRR permetterà di continuare a portare fibra (o FWA/5G) in comuni e realtà a bassa densità di popolazione. Sarebbe, per il nostro paese, imperdonabile non riuscire a sfruttare la straordinaria spinta del Pnrr per questa transizione digitale, sociale ed industriale, sono certo avremo forza e capacità per farlo. Però per migliorare la situazione attuale è necessario anche snellire le procedure autorizzative e burocratiche, molto si è fatto, molto ancora si deve fare, sarebbe utile una cabina di regia centralizzata che faciliti il progetto nella sua interezza: è l’unica possibilità che abbiamo per agganciarci a un treno mondiale che è già partito. Il sistema fino ad oggi ha funzionato con i limiti di un approccio industriale privatistico: non si può più trascurare la digital transformation, il PNNR è una chiamata alle armi fondamentale sia per garantire pari opportunità sociali che l’approdo all’industry 4.0: il 5G, ad esempio, è una tecnologia che abilità applicazioni in real time, come operazioni chirurgiche o la guida autonoma. Abilitare nuove tecnologie significa contribuire allo sviluppo di nuovi business».

Difficoltà, criticità e peculiarità dell’Italia e del suo territorio

L’amministratore delegato di Sirti Roberto Loiola

Parlare di fibra, specialmente se si intende nella sua versione più performante cioè Ftth (Fiber To The Home), si scontra inevitabilmente con la geografia italiana e con la difficoltà di trovare manodopera specializzata, capace di comprendere il passaggio epocale dal rame alla fibra ottica. «Come Sirti abbiamo oltre 30 sedi in Italia e oltre 4000 persone – ci spiega Mondo – e per questo siamo molto capillari e presenti ovunque sul territorio nazionale, pronti a supportare progetti complessi in ogni regione. Una delle sfide maggiori del Pnrr sarà reperire personale altamente qualificato: in Sirti abbiamo da qualche anno iniziato una riconversione delle professionalità dal mondo rame verso fibra, radiomobile e manutenzione di reti, con attività di training in aula e in campo, è un tema chiave in questo momento storico, anche da un punto di vista sociale, evidentemente. Stiamo inoltre prevedendo investimenti molto importanti per assumere nuovo personale nelle aree di incremento del business, con una spinta maggiore al nord dove mancano molte figure professionali».

Un altro tema di grande rilievo è quello relativo alla pubblica amministrazione e alla burocrazia negli iter autorizzativi. Per venire incontro alle esigenze della trasformazione digitale, rispettando i tempi dei vari progetti, serve necessariamente riuscire a progettare in maniera “smart” nel riutilizzo di infrastrutture esistenti, con qualità realizzativa, ma anche ottenere i permessi in maniera più veloce e adeguata il timing globale dei piani. Infine, per quanto concerne l’impatto ambientale, Sirti, da sempre molto attenta al tema, sta sperimentando tecniche di scavo a basso impatto (le cosiddette micro-trincee) che consentono di ridurre il disagio delle lavorazioni e rispettare maggiormente l’ambiente. «Non possiamo perdere quest’opportunità – conclude Mondo – e dobbiamo far sì che il Pnrr permetta al piccolo centro di colmare il gap con i grandi centri urbani, in termini sia di pari opportunità sociali che di imprenditoria industriale, non possiamo quindi che supportare fortemente questa transizione fondamentale per il futuro del nostro paese».

Cento anni di storia

Sirti attività TLC

Entrata nell’orbita del gruppo Iri-Stet a partire dal 1965, nel 1978 assume l’attuale denominazione, iniziando a lavorare in tutto il mondo, realizzando, ad esempio, una dorsale di comunicazione in cavi coassiali tra Golfo Persico e Mar Rosso, per un totale di 1400 km. Nel 1985 si quota in Borsa; detiene l’esclusiva per la manutenzione delle rete telefonica nazionale di Sip e Asst e tra i clienti annovera Ministero della Difesa, Enel, Autostrade ed è partner del Consorzio Saturno, incaricato di costruire gli impianti tecnologici sulla rete ferroviaria italiana ad alta velocità.

Nel 1997 entra a far parte di Telecom Italia a seguito della trasformazione di Stet. Nel 2000 viene venduta a Wiretel ed il suo ramo immobiliare, un patrimonio valutato tra 360 e 410 miliardi di lire, viene conferito nella nascente Immsi S.p.A.. A Genova, nel 2006, nasce il centro di ricerca Sirti finalizzato allo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche nell’ambito della sicurezza ferroviaria. Il titolo Sirti torna a crescere in borsa con un incremento di valore da record fino al 2008, anno in cui si registra il delisting. Il 4 aprile di quell’anno, infatti, Veicolo Italiano Investimenti Tecnologici acquisisce il 95% delle azioni Sirti, facendo scattare il diritto per Borsa Italiana di revocare la quotazione di Sirti. Nel 2013, insieme a Huawei, realizza la rete Lte per Wind, vincendo il bando da un miliardo di euro promosso dal gestore telefonico.

Il 10 agosto 2016 Pillarstone Italy, piattaforma finanziaria fondata da Kkr Credit, rileva il 100% del capitale da Hiit e Banca Imi. Alla fine dello stesso anno, Sirti annuncia il closing dell’acquisizione dell’intero capitale azionario di Foi & Vitali Elettrodotti S.p.A., dando origine a Sirti Energia, società interamente controllata da Sirti S.p.A., specializzata nella progettazione, costruzione e manutenzione di reti interrate o aeree, di trasporto e di distribuzione di energia. Nel 2019 Sirti acquisisce Wellcomm Engineering, società specializzata in ambito cyber security, per rafforzare e sviluppare il posizionamento del gruppo nel settore Ict, già consolidato grazie alla business unit “Digital Solutions”.

Il 9 febbraio 2021 Mermec e Sirti comunicano il closing dell’operazione di cessione del 100% delle attività della Business Unit Trasporti di Sirti, annunciata in data 5 novembre 2020. L’operazione è avvenuta attraverso la creazione di una NewCo in cui sono confluite le attività Trasporti di Sirti, che hanno un focus sullo sviluppo e fornitura di sistemi tecnologici per l’infrastruttura ferroviaria. Con il closing dell’operazione, il 100% della NewCo passa nelle mani di Mermec, abilitando nuovi investimenti e rifocalizzando l’azienda sulle realtà dei segmenti di Core Business Telco, Digital ed Energy.














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