La transizione green? Si attua imitando la natura! Il metodo Simbiosi per l’industria

di Laura Magna ♦︎ L’azienda ha sede nella prima Nature Based Solution Valley italiana, nella provincia pavese: sviluppa soluzioni di efficienza ambientale. Innovation center: consulenza e venture capital a startup e aziende innovative. Smart land: prototipi di sostenibilità. Pharma, industria alimentare, costruzioni: tre Smart land che Simbiosi ha realizzato. Ne parliamo con Piero Manzoni (ex Falck)

Nutrient Recovery Center Simbiosi

Come si attua la transizione green? Imitando la natura. Non è una boutade, ma un approccio scientifico e industriale che appartiene a Simbiosi, holding di aziende che nasce per iniziativa di Piero Manzoni, eclettico ex amministratore delegato di Falck e Falck Renewables. La sede di questo approccio è la prima Nature Based Solution Valley italiana, a Giussago, nella provincia pavese, ma a «18 km dal Duomo di Milano», tiene a precisare Manzoni: «qui abbiamo convertito 4 cascine nel nostro headquarter, dove produciamo le nostre soluzioni di efficienza ambientale e dove ha sede anche il nostro Innovation center ispirato a Giulio Natta, fucina di startup e nuove idee e talenti».

E le soluzioni di efficienza ambientale sono le Smart Land che si sviluppano attorno a una fabbrica. «Non facciamo altro che analizzare le risorse disponibili nell’area circostante la fabbrica e proporre sinergie – spiega l’imprenditore – ci basiamo proprio sulla concezione di simbiosi naturale: esperienza studiata e riproposta in logica tecnologica. E nelle logiche di simbiosi non ci sono sconfitti: non si sacrificano materiali per non produrre CO2, non si producono scarti poi difficilmente smaltibili in nome della riduzione di gas climalteranti, non si utilizza acqua per estrarre materiali quando l’acqua è la risorsa più preziosa che dobbiamo conservare, non si sacrifica la biodiversità per aumentare la produzione di qualcosa, ma si attua un processo olistico dove il contenuto complessivo è la migliore soluzione ottimizzata complessiva».







 

Spreco zero e riciclo totale: le regole della simbiosi fatta industria

Piero Manzoni, Founder & ceo Simbiosi

Tutto diventa valore e lo spreco è ridotto a zero: è una realizzazione pratica di economia circolare che si basa sull’imitazione della natura. Che significa semplicemente «utilizzare tutte le risorse in modo equilibrato – afferma Manzoni – l’essere umano tende a privilegiare risorse con un valore economico più elevato, ignorando altre risorse importanti ma questo nel medio termine genera un bilancio negativo. Ad esempio, la coltivazione di mais per produrre biocombustibili è sostenibile? Non necessariamente perché può comportare la sottrazione di terreno coltivabile e l’uso di macchine agricole che consumano gasolio e acqua».

Un altro aspetto che ci potrebbe far crescere sia economicamente che a livello di cultura è un modello economico generale che tenga conto della crescita del PIL considerando il costo ambientale. «Paesi che mostrano una crescita economica rapida possono causare danni significativi all’ambiente e al clima. In realtà, esistono altre nazioni che adottano modelli di crescita più sostenibili, ma spesso questi dati vengono trascurati quando si valutano le prestazioni economiche che basano tutto sulla finanza».

 

La Smart land che imita la natura per fare efficienza energetica e ridisegnare il territorio

L’azienda ha sede nella prima Nature Based Solution Valley italiana, nella provincia pavese: sviluppa soluzioni di efficienza ambientale. Margine del campo ambientale

In risposta a queste sfide, Simbiosi ha sviluppato il know-how e la competenza, e le tecnologie per replicare quanto fa la natura nell’ottimizzazione dell’uso delle risorse, aggregando innovazione e proponendo soluzioni globali, per impiegare responsabilmente le risorse naturali – energia, acqua, materiali e suolo e ottimizzandone l’uso, diminuendo la quantità di CO2 emessa, recuperando risorse dagli scarti e producendo energia da risorse rinnovabili innovative e, infine, combattendo i cambiamenti climatici, fornendo così resilienza agli ambiti di criticità del pianeta del futuro. «Questo modello si attua a partire da un soggetto industriale che attivi il processo, magari semplicemente perché ci contatta per risparmiare energia. Da qui parte tutto il concetto di sostenibilità dei territori che genera benefici amplificati alla stessa industria, ma anche al territorio circostante, basandosi su quattro pilastri fondamentali: il risparmio di risorse e il loro riutilizzo, la lotta al cambiamento climatico, la salvaguardia della biodiversità e la sostenibilità economica e finanziaria», precisa Manzoni. «Dunque, l’aspetto economico-finanziario è importante, ma rappresenta uno dei quattro pilastri della sostenibilità, dove i territori diventano per esempio, comunità energetiche sostenibili, e dove l’innovazione aperta collega domanda e offerta per creare un futuro più sostenibile. Questa filosofia sta portando a risultati concreti e a una prospettiva di cambiamento che potrebbe essere fondamentale nella lotta contro i problemi ambientali globali».

Il modello che propone Simbiosi ha un suo prototipo interamente realizzato con know how e finanza propria da replicare in altre zone di Italia e nel mondo: «il territorio è stato ridisegnato a livello sia ambientale che tecnologico permettendo agli aspetti di biodiversità, suolo, aria, acqua, energia e materiali di trovare il corretto equilibrio e divenire una risorsa per il territorio stesso. Per fare alcuni esempi: la biodiversità convive con l’agricoltura facendo leva sul risparmio di risorse per l’attività produttiva. Un impianto che prende scarti dalla città di Milano, organici, reflui zootecnici, prodotti agroalimentari scaduti e fanghi da depurazione, e li trasforma da un lato in un fertilizzante adatto a nutrire e tutelare il suolo e dall’altro in energia elettrica e biometano che usiamo anche per alimentare il teleriscaldamento per il un paese vicino. Utilizziamo tecnologie proprietarie per la gestione dell’acqua e delle pompe di calore nelle nostre strutture. E stiamo costruendo un impianto agrivoltaico e cogeneratori che siano alimentati a biometano». Questo nucleo prototipale è il modello di sostenibilità proposto da Simbiosi: «lo abbiamo costruito noi ma se voglio scalare questo concetto devo coinvolgere altri soggetti. La Smart land deve diventare un prototipo da realizzare n volte nel mondo. E per diffonderlo l’industria ne deve essere il fulcro: si parte da un imprenditore che ci chiama per efficientare energia o acqua, ma poi si fa promotore di un messaggio e diventa esso stesso parte di un processo di abilitazione alla sostenibilità che si espande». Simbiosi è già approdata anche all’estero, dove sta realizzando altre Smart land prototipali che dipendono da latitudine, orografia e attitudine delle persone. Una Smart land a Mombasa, ad esempio, è diversa da una a New Orleans, ma ogni territorio al mondo può averne una.

 

Simbiosi: storia di un’idea che consente di riportare i territori al periodo pre-industriale

Innovation Center Giulio Natta, dove ha sede Simbiosi, e il comprensorio che lo ospita conta una superficie di più di mille ettari suddivisa in quattro cascine. Nell’Innovation center Simbiosi ospita startup e aziende innovative vicine alle sue competenze, nelle sale tecniche ha dimostratori dove testare soluzioni

Simbiosi ha sede a Giussago, come anticipato, presso l’Innovation Center Giulio Natta ed il comprensorio che lo ospita conta una superficie di più di mille ettari suddivisa in quattro cascine. «Nell’Innovation center – continua Manzoni – ospitiamo startup e aziende innovative vicine alle nostre competenze, nelle sale tecniche abbiamo dimostratori dove testare soluzioni: noi diamo consulenza e facciamo anche venture capital a quelle promettenti per cui i territori prima emarginati tornino ad avere valore economico e finanziario. Siamo stati definiti Produttori d’Ambiente e quello che proponiamo è un nuovo paradigma economico, sociale e ambientale che porterà a tendere a ridisegnare i distretti industriali e i territori».

Un modello che trae origine da un esperimento iniziato nel 1995 che ha riguardato la ri-naturalizzazione di circa 500 ettari di territorio nella Bassa Milanese attraverso bonifiche ambientali. «Dopo l’intervento di Simbiosi – racconta Manzoni – si è verificata una vera e propria rinascita ecologica del territorio. I risultati sono stati sorprendenti: la pianura agricola ha triplicato la sua fertilità, rendendo il terreno più adatto all’agricoltura e alla produzione alimentare. La zona è diventata un efficace serbatoio di carbonio, in grado di assorbire quattro volte più CO2 rispetto al passato. Ciò ha contribuito in modo significativo nella lotta al cambiamento climatico. L’ecosistema locale è tornato a uno stato simile a quello dell’anno Mille, con un recupero significativo della biodiversità. Questo rappresenta un successo ecologico notevole».

 

Smart land reali: i casi di studio realizzati da Simbiosi

Simbiosi Innovation Center. Simbiosi ha sviluppato il know-how e la competenza, e le tecnologie per replicare quanto fa la natura nell’ottimizzazione dell’uso delle risorse, aggregando innovazione e proponendo soluzioni globali, per impiegare responsabilmente le risorse naturali

La sostenibilità ambientale si fa nelle fabbriche e anzi, dall’industria può arrivare la spinta per rendere più efficienti interi territori. «Solitamente, ogni progetto inizia da un’azienda interessata a migliorare l’efficienza energetica o idrica. Successivamente, lavoriamo con l’imprenditore coinvolto, che diventa un promotore del concetto di sostenibilità – conferma Manzoni – La comunicazione è fondamentale, e aiutiamo gli imprenditori a diffondere il messaggio affinché sia coinvolte le comunità e gli enti locali. Inoltre, la collaborazione nell’ambito dell’open innovation è cruciale: mettiamo in contatto domanda e offerta, creando valore per chi ci commissiona», dice Manzoni.

Qual è il ruolo dei territori in questa visione di sostenibilità? «I territori sono il cuore del nostro approccio alla sostenibilità. Essi comprendono una varietà di elementi, dalla parte urbana a quella rurale, dalle industrie alle aree agricole e ai centri logistici. Crediamo che ottimizzare l’uso delle risorse in questi territori, non solo nell’ambito industriale, possa portare a risultati esponenziali. Il nostro obiettivo è massimizzare l’efficienza e l’uso intelligente delle risorse in queste aree, creando autentiche comunità energetiche sostenibili», continua Manzoni, che per farci comprendere nel profondo il suo approccio racconta alcuni casi reali.

 

Pharma, industria alimentare, costruzioni: tre Smart land che Simbiosi ha realizzato

Simbiosi iTower. Con Simbiosi tutto diventa valore e lo spreco è ridotto a zero: è una realizzazione pratica di economia circolare che si basa sull’imitazione della natura

Ci sono alcuni casi di Smart land che Simbiosi può già raccontare. «Abbiamo lavorato – spiega Manzoni – per un’azienda che produce per il settore pharma: per la produzione necessita di molta acqua che estrae dalla falda tramite un pozzo e quindi necessita di energia. E come tanti, in caso di siccità, deve acquistarla. Loro ci hanno interpellato per ottimizzare l’uso di acqua e di energia. Abbiamo considerato il territorio attorno a questa fabbrica e abbiamo creato un progetto composto da vasche di laminazione insieme all’acqua meteorica: e ora questa acqua può essere usata dalla fabbrica, ma anche da altri attori del territorio (un depuratore e campi agricoli, ndr). Abbiamo utilizzato poi gli spazi creati per sviluppare soluzioni di produzione di energia rinnovabile con lo scopo anche di realizzare una comunità energetica». Non solo: le applicazioni possibili sono diverse e infatti sarebbe possibile proseguire connettendo gli attori del territorio per la valorizzazione degli scarti – per esempioi trasformando i fanghi da depurazione in biometano e per proteggere alcune colture, ad esempio, con l’ombreggiatura data da progetti di agrivoltaico.

E ancora un secondo esempio di Smart land è stato realizzato per una grande industria alimentare: «Abbiamo inserito macchinari negli stabilimenti che producono acqua gelida senza passare dal ghiaccio, un progetto di grande valenza dal punto di vista energetico e del consumo dell’acqua. E stiamo cercando di sviluppare il concetto della sostituzione del gas metano con il biogas o altri gas biogenici».

Infine, Simbiosi ha partecipato al recupero di una cava: «Noi vogliamo usare l‘area della cave per produrre energia, stoccare CO2, ricreare biodiversità e fertilità dei suoli cercando di rendere efficiente tutta questa realizzazione». «Le sfide sono numerose, ma il nostro obiettivo è portare il concetto di “Smart land” e “Produttori d’Ambiente” a livello globale, adattandolo alle specificità locali. Ogni territorio ha il potenziale per diventare sostenibile, e stiamo lavorando costantemente per coinvolgere un numero crescente di soggetti, imprese e comunità nel nostro percorso».














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