Così i pathfinder del CFI tracciano la roadmap della manifattura resiliente

di Marco de' Francesco ♦︎ Cisco, Deloitte, Sap, Siemens Industry Software sono i partner del Cluster Fabbrica Intelligente. Loro compito è aiutare l’Associazione a mettere a fuoco le traiettorie di sviluppo delle tecnologie abilitanti, contribuendo alla Roadmap e alle politiche industriali del Paese. Siemens: software industriale. Deloitte: cyber security industriale e IoT. Cisco: infrastrutture convergenti e intelligenti. Sap: piattaforme digitali

«Non si può attraversare l’oceano se non si ha il coraggio di perdere di vista la riva» – diceva Cristoforo Colombo. D’altra parte, è nella natura dell’esploratore, del pioniere, osservare l’orizzonte per immaginare cosa si celi oltre la prospettiva condivisa da tutti gli abitanti di un luogo. La Storia ci insegna che solo scrutando oltre il confine si scoprono nuove terre e nuovi Continenti. L’espressione inglese per indicare l’esploratore o il pioniere è Pathfinder. La new entry con questo ruolo, il quarto ed ultimo in ordine di ingresso nel Cluster Nazionale Fabbrica Intelligente (Cfi) è Siemens Industry Software. Prima di questa azienda con sede a Milano, parte della multinazionale tedesca dell’automazione Siemens, avevano aderito (con la stessa funzione) Sap ItaliaDeloitte Italia e Cisco Italia. Ma quale contributo sono chiamati a fornire questi Pathfinder? Quali orizzonti devono osservare? Va premesso che Cfi è l’associazione che – presieduta dal Cdo di Ansaldo Energia e Ceo di Ansaldo Nucleare Luca Manuelli, mentre il presidente del Comitato scientifico è il professor Tulio Tolio del Politecnico di Milano – dal 2012 riunisce tutti i portatori di interesse del manifatturiero avanzato in Italia: aziende, regioni, università ed enti di ricerca con l’obiettivo di creare una comunità manifatturiera avanzata, stabile e competitiva.

Il Cluster sta definendo la Roadmap, il documento che ha sia lo scopo di indirizzare le attività di ricerca e innovazione delle aziende manifatturiere, che proporre agli organi istituzionali quali i Ministeri dei percorsi di approfondimento lungo i quali puntare con politiche industriali mirate. Dopo una prima versione pluriennale, l’anno scorso sette Gruppi tematici tecnico scientifici (Gtts) formati da esperti, docenti universitari e soci del cluster hanno iniziato la redazione della seconda, che sarà terminata fra qualche settimana. Anzitutto, i Pathfinder, in quanto partner tecnologici, sono chiamati ad aiutare il Cluster a mettere a fuoco le traiettorie di sviluppo di tecnologie abilitanti delle quali sono esperti, di “prevederne” il futuro, in modo che le loro valutazioni possano incidere sulla Roadmap. Di quali tecnologie stiamo parlando?







Per Siemens Industry Software, il Plm, il Mom e il Tia.

Per Deloitte Italia la cyber security industriale e la digitalizzazione dei processi.

Per Cisco Italia le reti convergenti e intelligenti, la collaboration e la network security.

Per Sap Italia le piattaforme digitali, che consentano l’affermarsi della Digital Factory, quella caratterizzata dall’integrazione orizzontale e verticale della fabbrica.

Il Cluster sta definendo la Roadmap, il documento che ha sia lo scopo di indirizzare le attività di ricerca e innovazione delle aziende manifatturiere, che proporre agli organi istituzionali quali i Ministeri dei percorsi di approfondimento lungo i quali puntare con politiche industriali mirate

Inoltre, le valutazioni dei Pathfinder hanno inciso su un altro importante documento di Cfi,  redatto a seguito della pandemia: “Produrre un Paese resiliente”, che individua interventi immediati, a medio termine e a carattere sistemico per incrementare la resilienza del sistema manifatturiero. Seleziona le tecnologie cruciali da implementare, e include una proposta di politica industriale, diretta ai ministeri interessati: quella di dotare l’Italia di un sistema di “pronto intervento” in grado di realizzare qualsiasi prodotto richiesto dal Paese. Questo articolo trae spunto dalla tavola rotonda “La nuova Roadmap Cfi e il ruolo dei Pathfinder nello sviluppo delle tecnologie a supporto del Pnrr”, tenuto di recente nell’ambito del workshop annuale del Cluster Nazionale Fabbrica Intelligente (Cfi), denominata “Produrre un Paese resiliente e sostenibile”. Alla tavola rotonda sono intervenuti il docente di ingegneria meccanica dell’università di Genova nonché membro dell’Ocg e del comitato tecnico scientifico (Cts) di Cfi Flavio Tonelli, il ceo di Cisco Italia Agostino Santoni, quello di Siemens Industry Software Franco Megali, il cto di Sap Italia Carla Masperi, e l’industrial products and construction sector leader Deloitte Andrea Muggetti.

Le valutazioni dei Pathfinder hanno inciso sull’importante documento di Cfi, redatto a seguito della pandemia: “Produrre un Paese resiliente”, che individua interventi immediati, a medio termine e a carattere sistemico per incrementare la resilienza del sistema manifatturiero. Seleziona le tecnologie cruciali da implementare, e include una proposta di politica industriale, diretta ai ministeri interessati: quella di dotare l’Italia di un sistema di “pronto intervento” in grado di realizzare qualsiasi prodotto richiesto dal Paese

I pathfinder rendono la roadmap di CFI dinamica

La Roadmap, in un certo senso, viene “sintetizzata” da una matrice. I macro-scenari di sviluppo, le cosiddette linee di intervento che costituiscono le “sfide” per la manifattura (ad esempio i sistemi per la valorizzazione delle persone nelle fabbriche) sono rappresentati con segmenti verticali; mentre lungo le linee orizzontali sono indicate le metodologie e le tecnologie abilitanti adatte ad intraprendere il percorso di digital transformation. «Di per sé – ha affermato Tonelli – la matrice è statica, ma il Pathfinder la rende dinamica. Infatti, non indica quale sia la tecnologia adatta oggi, ma ne preconizza lo sviluppo, ne individua i trend, disegnando una mappa a tre o cinque anni». L’idea è che la mappa dinamica possa aiutare a riconfigurare e innovare il modo di fare manifattura, anche in termini di capacità di recupero e resilienza. Per Tonelli, le tecnologie i cui sviluppi si indagano non devono soltanto essere abilitanti, ma anche impattanti, e cioè in grado di produrre grandi cambiamenti.

i Pathfinder, in quanto partner tecnologici, sono chiamati ad aiutare il Cluster a mettere a fuoco le traiettorie di sviluppo di tecnologie abilitanti delle quali sono esperti, di “prevederne” il futuro, in modo che le loro valutazioni possano incidere sulla Roadmap

Contributi dei pathfinder alla roadmap di CFI e a Produrre un Paese resiliente

  1. Siemens e le previsioni dell’evoluzione del software industriale

Franco Megali, ad di Siemens Industry Software

Siemens Industry Software è stata fondata nel 1998, ed occupa, in Italia, 540 dipendenti. Per quali motivazioni ha deciso di far parte del Cluster? «La ragione – ha affermato Megali – è che vogliamo portare le nostre esperienze in tecnologie particolari come contributo alla definizione di politiche industriali». In particolare, l’azienda contribuirà alla redazione della Roadmap supportando quattro dei sette Gruppi tematici tecnico scientifici, esattamente il Gtts1, il Gtts4, il Gtt6, e il Gtts5, in questi rispettivi argomenti: sistemi per la produzione personalizzata; quelli ad alta efficienza; quelli evolutivi e adattativi e i processi innovativi. E di quali tecnologie parla Megali? L’azienda ha una grande competenza nel software industriale. Ad esempio nel Mom (manufacturing operations system), un’evoluzione del più noto Mes (manufacturing execution systems), che serve per controllare la fabbrica e allineare la produzione. Con il primo, invece, la sfera di azione si è estesa a 360 gradi: si possono pianificare le attività, tracciare componenti e prodotti, gestire la qualità e il magazzino. Insomma, da una postazione centralizzata, si può avere visibilità completa su tutti i processi e la facoltà di incidere real time sul loro andamento. Un altro software di cui l’azienda ha grande esperienza è il Plm, che sta per “Product Lifecycle Management“.

È una soluzione che serve a gestire l’intero ciclo di vita di un prodotto, dalla sua concezione al suo ritiro dal mercato; ciò avviene con una condivisione totale dei dati relativi al bene fra le diverse funzioni dell’impresa. Ancora, il Tia (Totally Integrated Automation), un’architettura di sistema aperta che consente l’interazione senza soluzione di continuità di tutti i componenti di automazione, del software coinvolto e dei servizi di livello superiore. Inoltre, Siemens Industry Software è esperta di digital twin: ha elaborato un modello “comprehensive” «e cioè – ha affermato Megali – non solo una rappresentazione tridimensionale del bene: vengono simulate tutte le condizioni ambientali nelle quali l’oggetto si troverà ad operare una volta uscito dalla fabbrica».  Un modello simile comporta velocità di progettazione, facilità di ripianificazione e accorciamento del just in time. «E quindi – ha affermato Megali – anche una maggiore resilienza per le aziende che lo adottano». Tecnologie come il Mom o il Tia rilevano in “Produrre un Paese resiliente” quando, nel contesto degli interventi immediati, si parla della necessità di dotare la manifattura italiana di «sistemi di produzione che garantiscano una forte interconnessione sia a livello orizzontale, favorendo il dialogo tra le macchine, che verticale, assicurando l’acquisizione di istruzioni tecnologiche e gestionali in modo automatico». Ma anche, quanto al Mom e nello stesso contesto, quando si parla di «soluzioni per la tracciabilità dei prodotti nelle filiere anche in presenza in presenza di eventi imprevisti».

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  1. Deloitte scrive nella Roadmap il futuro della cyber security industriale
Andrea Muggetti, partner Deloitte e responsabile dei servizi di Finance Performance in ambito technology e leader del settore Industrial Product & Construction per Deloitte Central Mediterranean

A proposito delle tecnologie riferibili a Deloitte Italia, e cioè le citate cyber security industriale e la digitalizzazione dei processi (sotto il profilo IIoT), va detto che in questi ambiti la multinazionale americana (e quindi la filiale del Belpaese) gode di competenze riconosciute nel mondo: «Siamo in grado – ha affermato Muggetti – di individuare benchmark, di presentare studi e proof of concept. Tutte elaborazioni sviluppate nel contesto di un network internazionale, quindi con una visuale molto ampia».

Entrambe le materie rivestono particolare rilievo sia Roadmap, ad esempio per l’attività del Gtts7, a proposito di “Strategie e management per sistemi produttivi di prossima generazione”; ma anche nel documento “Produrre un Paese resiliente”, dove ad esempio la cyber security è inserita tra le misure a medio termine, e dove si chiarisce che questa tecnologia è in grado di evitare interruzioni di produzione e causare situazioni pericolose. Secondo Muggetti, sta acquisendo un‘importanza crescente la gestione sicura della fabbrica da remoto. Con il new normal, e cioè con la ripresa delle attività post lockdown, questo metodo sta assumendo un costante rilievo, in vista della continuità aziendale. Sempre per Muggetti, cyber security e Iot sono «due argomenti sono correlati: «Più si diffonde l’internet delle cose, più dispositivi e macchine sono connessi tra di loro e alla rete It, più cresce l’esigenza di sicurezza informatica».

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  1. Cisco Italia e i trend delle infrastrutture convergenti e intelligenti

Agostino Santoni, ceo di Cisco Italia

La multinazionale americana di cui Cisco Italia è nota a livello globale per la realizzazione di architetture con capacità computazionale integrata, che costituiscono il sistema nervoso intelligente delle imprese. La “convergenza” tra le reti IT e OT – e cioè l’interoperabilità tra quella industriale, grazie alla quale un’azienda può gestire l’attività di una pluralità di macchinari e di processi, e quella IT, che serve a memorizzare, recuperare, trasmettere e elaborare dati – è un argomento che interessa la Roadmap, quanto a trasformazione digitale, ad esempio nell’ambito di lavoro del Gtts7 quanto a gestione di reti industriali complesse; e che al contempo incrocia il documento “Produrre un Paese resiliente”: un’azienda dotata di un sistema nervoso intelligente è più capace di gestire la complessità, di reagire positivamente alle turbolenze del mercato e, in generale, alle situazioni avverse. Santoni, però, le previsioni sulle traiettorie di queste tecnologie vanno effettuate non solo in funzione delle reti aziendali, ma anche delle “infrastrutture critiche” per l’Italia.

«Occorre digitalizzare il sistema nervoso del Paese – ha affermato Santoni- Sta già accadendo: si pensi alle reti di trasmissione dell’energia elettrica, o a quelle per il trasporto del gas e dell’acqua. Con la raccolta e l’elaborazione di una immensa mole di dati, che vanno trattati secondo i più alti standard di sicurezza, si stanno trasformando in piattaforme di servizi». Secondo Santoni la digitalizzazione del sistema nervoso del Paese può rendere l’Italia più competitiva in termini di green economy e di economia circolare, argomenti di particolare rilievo per il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), il programma di investimenti che l’Italia deve inoltrare alla Commissione Europea nell’ambito del Next Generation EU – strumento per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19.

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  1. Sap Italia e le piattaforme digitali

Carla Masperi, coo Sap Italia

Si diceva che Sap Italia, ora guidata dal Ceo Emmanouel Raptopoulos, ha portato a Cfi l’esperienza maturata con le piattaforme digitali, con le tecnologie intelligenti (AI, machine learning) e con l’IoT, per facilitare la raccolta, la connessione, l’organizzazione e il coordinamento dei dati in tempo reale. In particolare Sap ha sviluppato particolari competenze nell’Erp, un software che integra tutti i processi di business, come vendite, acquisti, amministrazione magazzino e contabilità. La Roadmap si occupa di piattaforme digitali soprattutto nell’ambito del lavoro del Gtts7. «In realtà – ha affermato la Masperi – le piattaforme applicative in Cloud da una parte rendono visibili e gestibili e dati provenienti dallo shopfloor, e quindi consentono alle aziende di abilitare altre innovazioni, come la manutenzione predittiva e i gemelli digitali; dall’altra consentono di modificare il proprio modello di business puntando alla servitization». Inoltre, sempre secondo la Masperi, queste piattaforme che utilizzano il Cloud come abilitatore veloce ed efficiente, consentono la riconfigurazione delle dinamiche dei componenti della filiera e l’integrazione orizzontale e verticale delle infrastrutture delle aziende – e pertanto conferiscono resilienza ai sistemi industriali. In ciò l’attività di previsione di Sap Italia Incrocia il documento “Produrre un Paese resiliente”, soprattutto nel contesto degli interventi a medio termine in tema di “Strumenti innovativi per la gestione delle filiere di fornitura”. «Siamo disponibili – ha terminato la Masperi – ad indicare al Cluster la strada per la realizzazione di un sistema nervoso della manifattura resiliente».

L’accordo di collaborazione pathfinder tra Sap e CFI. Fonte CFI













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