Siemens alla conquista dell’automazione di fabbrica food&beverage

di Renzo Zonin ♦︎ Siemens vuole diventare protagonista di un comparto che in Italia vale 180 miliardi. Soluzioni destinate ad aziende che si occupano di trasformazione alimentare, come Barilla, e a supportare moderni concetti di agricoltura (Planet Farms). Sistar Braumat: controllo di processi per i birrifici. Gli Hmi certificati per il settore alimentare. Il Virtual Plc. Ne parliamo con Riccardo Borsatti, head of food & beverage vertical markets

Waist up portrait of two young female workers wearing lab coats standing by conveyor line with macaroni in clean production workshop, copy space

Quello del food&beverage è il maggiore comparto industriale italiano, con 180 miliardi di euro di giro d’affari. Conta circa 60.000 imprese per un totale di oltre mezzo milione di addetti. Ovvio quindi che il settore sia al centro delle attenzioni dei produttori di macchinari e di automazione. Basti pensare che il CibusTec di Parma, fiera specializzata nei macchinari per l’industria Food&Beverage, quest’anno era più estesa dell’Sps.

Fra le aziende attive in ambito industriale e i produttori di automazione troviamo naturalmente Siemens, la tech company che conta circa 320mila dipendenti nel mondo e un fatturato globale di oltre 75 miliardi di euro (dati del FY2023 che si è concluso il 30 settembre 2023). La multinazionale fornisce le sue tecnologie innovative a tutti i maggiori produttori di macchinari, compresi quelli specializzati nel Food&Beverage, ma si interfaccia anche con i clienti di questi ultimi perché nel suo portfolio non ha solo la componentistica e il software per gestirla, ma anche una serie di servizi consulenziali per la trasformazione digitale, nonché software di progettazione e simulazione basati su tecnologie avanzate (gemello digitale, intelligenza artificiale…) che una volta correttamente applicate consentono un salto di qualità all’azienda cliente, permettendole di adeguarsi rapidamente ai macro trend di un mercato nel quale il consumatore finale evolve le sue richieste di continuo.







Dei trend del mercato F&B, dei macro trend in atto e dell’offerta Siemens per il settore abbiamo parlato con Riccardo Borsatti, che in Siemens da qualche anno è head of food & beverage vertical market, dopo essersi occupato di digitalizzazione, gestione dell’energia e ottimizzazione – temi, tra parentesi, che si legano strettamente ai trend attuali del settore F&B.

Food&beverage: un mercato fondamentale

Riccardo Borsatti, head of food & beverage vertical market di Siemens

«Il Food&Beverage in Italia è il primo settore manifatturiero a livello di fatturato, ma al suo interno ci sono moltissime realtà diverse – spiega Borsatti – Noi trattiamo principalmente con aziende del segmento della trasformazione alimentare. Non seguiamo direttamente l’agricoltura, per esempio ma supportiamo i moderni concetti di agricoltura, come il vertical farming di Planet Farms». Si tratta di un’azienda italiana che ha deciso di investire nel vertical farming appunto, optando per pratiche colturali che permettano la coltivazione delle specie vegetali su più livelli sovrapposti e che ha trovato in Siemens, il partner ideale per creare un processo automatizzato e industrializzato per produrre ortaggi, garantendo sostenibilità della filiera e qualità del prodotto finale, anche attraverso tecnologia allo stato dell’arte, presso l’impianto di Cavenago di Brianza (MB).

«Per Siemens il F&B è un mercato importante quanto l’automotive, ma oggi direi che è il mercato verticale più grande come numero di persone in Siemens – prosegue Borsatti – ed ha una peculiarità: quella di lavorare molto, da sempre, lungo tutta la filiera, lungo tutto l’ecosistema. Non si può pensare di lavorare nel mercato Food&Beverage solamente con i clienti finali. Sicuramente il cliente finale è quello che traina, è quello che dà le linee guida, è quello che spinge anche il mercato di costruttori a innovare. Noi supportiamo entrambe le tipologie di clienti, dal costruttore al cliente finale, e lavoriamo insieme a partire dall’analisi delle varie esigenze. E questo ci permette di proporre le nostre soluzioni tecnologiche all’avanguardia. Si sente parlare di intelligenza artificiale, di edge computing, di tantissime novità, ma poi all’atto pratico, implementarle concretamente, dal costruttore, al sistema integrato, al cliente finale, è molto difficile. Questo lo viviamo e percepiamo anche noi ma affianchiamo i nostri clienti in questo percorso di adattamento, di trasformazione che, in questo momento, è in una fase di ramp up».

Segmenti diversi ma trend simili

La tracciabilità è uno dei trend che stanno guidando la trasformazione digitale delFood & Beverage

All’interno dell’ecosistema del F&B troviamo segmenti di mercato molto diversi fra loro, e questa è una particolarità del settore. In effetti, più che parlare di F&B, bisognerebbe parlare del mercato della pasta, del mercato di chi produce bevande, del mercato dei mangimifici, del mercato del pet food. E ogni mercato ha le sue particolarità. Tuttavia, ci sono dei macro-trend che li accomunano, e proprio su questi trend Siemens basa la sua value proposition.

«Il primo è sicuramente quello relativo al cambio delle preferenze nei consumatori, il fatto di volere sempre cibi più specializzati: senza glutine, senza lattosio, ecc. E questo si porta dietro comunque una complessità che fino a un po’ di anni fa non esisteva. Ma vediamo anche, per esempio, la personalizzazione estrema: mettere un’etichetta personalizzata con il nome sul barattolo Nutella o sulla Coca-Cola sembra banale, ma non lo è a livello di produzione. Anche l’agricoltura biologica, quindi il discorso del packaging sostenibile, rientra un po’ all’interno di questo contesto».

Il secondo trend è quello della tracciabilità della filiera, quindi il fatto di poter sapere da dove arriva il mio chicco di caffè, come viene lavorato fino a portarlo alla tazzina. Un terzo trend è relativo all’impatto che le tecnologie digitali hanno su questo particolare mercato, impatto che scarica i suoi benefici sul cliente finale. «Parliamo di connettività, edge computing, cloud computing, parliamo di intelligenza artificiale. Proprio oggi con un cliente ho parlato di come l’intelligenza artificiale possa aiutare a migliorare, e anzi, ad automatizzare ulteriormente i processi produttivi. Ma parliamo anche di nuovi modelli di business, e questo riguarda molto di più il costruttore: come può una nuova tecnologia cambiare il modo in cui vendo la macchina al mio cliente finale?». Si torna insomma all’annoso problema di far comprendere il valore aggiunto dato dalla tecnologia. Perché sì, posso spiegare al produttore di macchinari che i dati possono aiutarlo a migliorare il processo produttivo e la gestione della macchina, però l’importante è che lo capisca poi il cliente finale che quella macchina dovrà comprare. Perché la macchina avrà un costo aggiuntivo e al mio cliente finale dovrò motivare perché aggiungo anche solo un euro al prezzo di questa macchina.

Il tema dell’impatto ambientale

La sostenibilità, insieme alla personalizzazione spinta, è uno dei temi chiave nel settore alimentare

L’ultimo macro-trend del settore è quello di limitare l’impatto ambientale, e anche qui si può lavorare in più direzioni. «Pensiamo al packaging per esempio. Ridurre gli scarti, ridurre anche il package in generale, perché fino a qualche tempo fa, si confezionava la merendina dentro al sacchetto, che era dentro nel cartone, che era dentro alla scatola… insomma, il prodotto diventava una matriosca. Oggi si cerca di andare verso un singolo cartone da spedire al cliente finale. Poi naturalmente c’è il tema della CO2, e del risparmio energetico in senso lato. Questi sono un po’ i trend che vediamo. E da qui nasce un po’ tutta la nostra value proposition»

Un portfolio variegato

Seguendo questi trend, Siemens propone un portfolio prodotti e soluzioni molto vario. Anche perché non è legato solo al tradizionale mondo dell’automazione, come Plc, Scada, Hmi, Drive, e così via.

«In Siemens facciamo un ulteriore step per supportare la trasformazione digitale dei nostri clienti, che si concretizza nel portare, attraverso la tecnologia, un valore aggiunto a tutta la filiera. Quindi facilitare il lavoro del system integrator, migliorare la produttività, l’Oee delle macchine, e questo a beneficio anche del cliente finale che le utilizza».

Una componente importante è quella legata ai software di simulazione, che permettono di realizzare i cosiddetti “gemelli digitali”: veri e propri modelli virtuali del prodotto fisico, che permettono di studiarne in anticipo le caratteristiche e di apportare modifiche e ottimizzazioni prima ancora di iniziarne la produzione vera e propria, con ovvi vantaggi sia nei tempi di sviluppo, sia nei costi. Come dicono alcuni progettisti, il gemello digitale permette loro di “sbagliare gratis”.

«Ci muoviamo proprio dalla fase di design del prodotto – conferma Borsatti – quindi se devo fare una macchina nuova, magari devo studiare un particolare componente, perché oggi non c’è o non è quello che voglio, lo posso fare per esempio con uno strumento di simulazione multifisica, molto specifico. Chiaramente servono anche molte competenze, però sempre di più spesso troviamo anche questo tipo di competenze in alcuni clienti che vogliono specializzarsi e distinguersi, fino ad arrivare alla realizzazione di un gemello digitale di un magazzino automatico completo. Sono modi diversi di simulare delle cose a livello produttivo, ma che aiutano veramente nel velocizzare anche i processi decisionali, perché io posso vendere un magazzino senza averlo ancora costruito, posso fare delle modifiche concordate con il mio cliente, delle modifiche su una macchina, anche delle modifiche al mio Plc (perché posso simulare anche la logica del Plc). E questo aiuta, di fatto, tutti i nostri clienti della filiera».

Componentistica certificata

Siemens ha reso disponibili gli Hmi Unified Comfort Panels Hygienic, interfacce Hmi certificate per essere utilizzate all’interno di ambienti controllati, come quelli destinati alla produzione di alimenti e vivande

Tornando a parlare di componenti, c’è da dire che il mondo della trasformazione alimentare è soggetto ad alcuni regolamenti di sicurezza supplementari rispetto alla maggior parte dei settori manifatturieri. Ci sono normative specifiche in particolare per mantenere condizioni igieniche ottimali in quelle parti dei macchinari che vengono a contatto con il cibo in lavorazione, ma anche altre componenti sono soggette a limitazioni e certificazioni. «Bisogna distinguere in funzione dei sottomercati, perché chiaramente c’è una certa differenza con il settore, per esempio, del pharma dove tutto è strettamente regolamentato». E in effetti i regolamenti italiani sono stringenti, ma non quanto altri regolamenti per esempio della Fda statunitense.

«Ciò non toglie che in tanti ambiti sia necessario fornire dei dispositivi adeguati. I nostri nuovi pannelli Hmi Unified Comfort Panels Hygienic sono certificati per questo tipo di ambienti. In generale, poi, c’è tutta una serie di componenti che sono all’occorrenza certificabili. Non produciamo linee di prodotti dedicati esclusivamente al food and beverage, ma molte componenti che usiamo nelle macchine F&B sono condivise con altri mercati che hanno esigenze simili».

Software specifico

Ma se per la componentistica si preferisce progettare tutto in modo che sia facilmente certificabile o modificabile per l’uso F&B, nel segmento delle soluzioni complete l’offerta Siemens contiene proposte molto specifiche. Al recente CibusTec veniva per esempio mostrato il Sistar Braumat, un sistema completo di controllo di processo dedicato ai birrifici. Il sistema è facilmente scalabile e offre tutte le più recenti tecnologie, manutenzione intelligente e un facile sistema di configurazione della gestione dell’energia. Sfruttando tecnologie convergenti IT e OT, rende completamente trasparenti tutti i processi di produzione.

«Questa soluzione nasce nel mondo dei birrifici, ma poi si evolve nella gestione dei batch e quindi può essere applicato a qualunque lavorazione, per esempio un mangimificio dove devo dividere i lotti e utilizzare sistemi di controllo senza necessariamente avere sistemi complessi di controllo distribuito» sottolinea Borsatti.

«L’evoluzione che stiamo vivendo afferisce sempre più al mondo software – conferma Borsatti – Software che arriva da svariate acquisizioni fatte nel corso degli ultimi anni, miliardi di euro investiti. Pensiamo a Mendix come piattaforma di sviluppo low code, lo stesso Edge computing arriva dall’acquisizione di Pixeom di pochi anni fa, e stiamo sviluppando molte nostre nuove soluzioni e proposte in questo ambito, soprattutto di processo discreto, ovvero di confezionamento, packaging e quant’altro, su Industrial Edge che ci permette di raccogliere dati a livello di campo, su un layer in qualche modo comune».

Il Plc virtuale Simatic S7-1500V di Siemens

Sulla strada dell’incremento del comparto software e dell’uso intensivo della virtualizzazione si colloca anche il concetto di Plc virtuale, ovvero un Plc che non si basa più su un controllore fisico, ma su una App configurabile su Industrial Edge, rendendo più facile la collocazione e l’impiego. E sta crescendo anche l’impiego di protocolli non proprietari, come Opc Ua. Siemens si propone proprio come untechnology advisor a disposizione di tutta la filiera per supportare nell’introduzione di nuove tecnologie. «Se parliamo solo con il cliente finale, può capire il vantaggio, ma poi magari non lo sa spiegare a chi gli vende la macchina, e viceversa se lo raccontiamo a solo a chi vende la macchina, magari non conosce le esigenze del cliente finale. Quindi è compito nostro, come fornitori di tecnologia, cercare di mettere insieme queste informazioni, proprio per fare in modo di accelerare la trasformazione digitale di queste aziende, accelerazione che avviene anche attraverso la nostra nuova piattaforma di business Siemens Xcelerator».

Ecosistemi, filiere e reti di partner

Il Food & Beverage è uno dei primi settori sui quali Siemens ha lavorato con la nuova piattaforma di accelerazione digitale Siemens Xcelerator. Quindi su questa piattaforma ci sono già delle soluzioni, degli elementi di portfolio riferiti al mondo F&B. E c’è già una rete di partner dedicata a questo settore, con l’obiettivo principale di accelerare la trasformazione digitale delle piccole medie imprese, che sono poi anche il grosso del tessuto manifatturiero italiano.

Seguire i vari attori di un settore così diversificato richiede competenze trasversali e un ecosistema capace di spaziare orizzontalmente su tutta la filiera.

«È chiaro che non lo possiamo fare solamente con le forze che abbiamo all’interno del team – ammette Borsatti – In Siemens c’è un team dedicato ai costruttori del mondo del packaging, così come tantissimi altri  colleghi esperti  specializzati nelle tecnologie e che supportano, insieme a noi, i clienti nel definire le varie soluzioni tecniche».

Clienti importanti

Interno dello stabilimento Barilla a Rubbiano

La ricchezza di proposte del portfolio Siemens ha portato l’azienda a lavorare con diversi clienti eccellenti. In Italia, per esempio, un cliente di riferimento è Barilla.

«Barilla detta un po’ le regole del gioco, sia su quelle che sono le nuove tecnologie, sia su tutta la filiera, che è molto grande – conferma Borsatti – Barilla oggi ha diversi stabilimenti in Italia, e noi attraverso tutta la nostra rete di vendita cerchiamo di standardizzare le tecnologie, e di introdurre quelle nuove a tutti i livelli. Abbiamo lavorato con loro anche a livello di sostenibilità, con dei progetti per andare a ridurre o a gestire al meglio i consumi energetici di un trigeneratore, o ancora un progetto relativo alla cybersecurity OT, Però l’idea è sempre quella di cercare di aiutarli a utilizzare la nostra tecnologia per migliorare anche l’utilizzo dei loro plant da parte degli operatori».

Più piccola, più giovane ma molto innovativa l’azienda Planet Farms, che però negli ultimi anni sta dettando un po’ le regole del gioco all’interno del nuovo segmento del vertical farming che sta letteralmente esplodendo. «Abbiamo lavorato insieme al primo plant di Cavenago, in cui è stata utilizzata principalmente tecnologia Siemens, ed è un esperimento molto riuscito, grazie anche alle nostre componenti di movimentazione, di Plc, di drive e molto altro».

Unire i puntini

Siemens ha collaborato alla realizzazione del primo plant di Planet Farms, a Cavenago

Qual è dunque la strategia complessiva di Siemens per il settore del Food&Beverage? La multinazionale tedesca ha superato da tempo il paradigma del fornitore di componentistica hardware, ma anche quello del fornitore di software. Piuttosto, quello che Siemens sta cercando di fare nel settore è di unire i puntini di tutti gli attori che compongono la filiera, per far sì che a tutti arrivi il messaggio delle nuove tecnologie. Proprio perché, come accennava Borsatti, va benissimo parlare delle nuove tecnologie al cliente finale, ma se poi lo stesso messaggio non arriva al system integrator, al partner, all’Oem che costruisce il macchinario, insomma, la macchina della trasformazione digitale non si mette in moto. E per fare questo, serve un lavoro di consulenza e di “evangelizzazione”, serve anche prendere gli use case realizzati per Barilla e altri e portarli sulla piattaforma Siemens per condividerli e trasformarli in modo che diventino use case altrettanto interessanti anche per clienti più piccoli.  «Ci sono clienti piccoli che magari non hanno la forza di partire da zero su un progetto, ma vedendo quello che è stato fatto da clienti più grandi e di rilievo, riescono a capirne benefici e ad adottare la soluzione più rapidamente. Grazie anche alla forza dei nostri partner, che sono un altro degli elementi fondamentali di questa piattaforma» esemplifica Borsatti.

«Siemens è una tech company ed è anche il partner tecnologico ideale a fornire consulenza, supporto e chiaramente soluzioni su tutto l’ecosistema del food and beverage» conclude.














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