Siderweb: a gennaio cala la produzione italiana di tubi (-1,5%) e di filo in acciaio (-7,6%)

Le importazioni di tubi in Italia sono lievemente aumentate nel 2023, trainate dagli arrivi di tubi saldati di grandi dimensioni (+65,1% tendenziale)

Stefano Ferrari, responsabile dell’Ufficio Studi siderweb

L’Ufficio Studi siderweb, con il responsabile Stefano Ferrari, ha analizzato nel webinar Mercato & Dintorni la situazione di tubi e filo in acciaio. A gennaio è calata la produzione italiana di tubi e di filo in acciaio. Tuttavia, mentre la prima ha fatto segnare un calo dell’1,5% rispetto allo stesso mese del 2023, la seconda ha visto una flessione maggiore a -7,6%. Questo rallentamento conferma il trend in atto dallo scorso luglio, anche se «gli ultimi tre anni sono stati molto migliori per il settore del filo». È quanto l’Ufficio Studi siderweb, con il responsabile Stefano Ferrari, ha illustrato nel webinar Mercato & Dintorni, dedicato proprio a questi due prodotti siderurgici.

Commercio estero

Le importazioni di tubi in Italia sono lievemente aumentate nel 2023, trainate dagli arrivi di tubi saldati di grandi dimensioni (+65,1% tendenziale). L’export è calato invece del 3%. Nel dettaglio, sono diminuite le esportazioni di tubi saldati di piccole dimensioni, sono cresciute quelle di tubi saldati di grandi dimensioni, mentre sono sostanzialmente stabili quelle di tubi senza saldatura. Situazione opposta per la vergella: a un calo dell’import è corrisposta una salita dell’export. «Una notizia senz’altro positiva per i produttori italiani», ha commentato Ferrari, sottolineando che a essere cresciute sono state soprattutto le esportazioni di vergella di acciai speciali. Quanto al filo, «hanno tenuto le esportazioni di acciai speciali, mentre sono calate quelle di fili in acciaio al carbonio».







Gli operatori

La seconda parte di Mercato & Dintorni ha visto l’intervento di tre tra i principali operatori del mercato nazionale dei tubi e del filo: Michele Amenduni, presidente di Amenduni Tubi Acciaio (Alfianello, Brescia); Luigi Cuzzolin, amministratore delegato di Pipex (Arona, Novara) e Andrea Beri, amministratore delegato di Ita (Calolziocorte, Lecco).

Guardando alle prossime settimane, Michele Amenduni si aspetta un mercato dei tubi saldati sostanzialmente stabile. «È normale che gli operatori si attendano ulteriori cali dei prezzi. Ritengo tuttavia che non ce ne siano le condizioni – ha spiegato -. I prezzi dei coils sono stabili e anche le aziende estere, di solito più propense a concedere sconti, non li stanno attuando. Ritengo e mi auspico che nelle prossime settimane non ci saranno variazioni significative». «Siamo particolarmente colpiti dall’import, in particolare dalla Turchia che continua a fare uso di semilavorati russi. Inoltre, negli ultimi mesi si sono intensificati gli arrivi dai Paesi Arabi e, diversamente che per i coils, sui tubi il sistema europeo di controllo degli arrivi è più lento a reagire».

Il comparto dei tubi senza saldatura avrebbe avuto «un avvio d’anno discreto», dovuto probabilmente a una fase di ri-stoccaggio, con un leggero incremento delle quotazioni. Secondo Luigi Cuzzolin, «dopo questi aumenti stiamo cercando di consolidare i nuovi prezzi in aprile e maggio, per evitare discese incontrollate che creerebbero problemi a tutta la filiera». Le offerte dalla Cina sono tornate a farsi sentire con aggressività, al punto che «i produttori europei di tubi hanno richiesto l’intervento dell’antidumping Ue». Quanto ai settori utilizzatori, «abbiamo visto un settore delle costruzioni fiacco, con speranze di recupero nella seconda parte dell’anno con un consuntivo di +0,5/0,6%. Leggermente meglio la meccanica, con attese di un +0,8%. Si ipotizza un -4% nell’auto, ma il calo potrebbe essere ancora maggiore».

Nel settore del filo, la situazione attuale «mira alla stabilità, intesa non tanto come difesa da un trend di decrescita, ma come attesa di aumenti. Senza la domanda, i prezzi – ha spiegato Andrea Beri – non riescono a decollare. Questa incertezza della richiesta si sta ripercuotendo anche sulle quotazioni delle materie prime e, quindi, sul rottame. Le speranze sono riposte nella fine del Ramadan e nella ripresa delle attività nell’area del Mediterraneo, che potrebbe risollevare la domanda». «L’andamento degli stock – ha aggiunto – ci fa guardare al futuro con ottimismo, perché abbiamo raggiunto un livello tale da pensare che a breve arriveranno gli acquisti. È prevedibile che questo salto della domanda arrivi già prima dell’estate». Il comparto che meglio ha performato nel primo trimestre 2024, secondo Beri, è stato quello legato «alla produzione di energia verde e dell’innovazione tecnologica».














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