Sew-Eurodrive: il percorso per la trasformazione digitale sostenibile tra servitizzazione e IIoT

di Piero Macrì♦︎ La multinazionale dell’automazione sta adottando modelli di business basati su remanufacturing, riciclo e riutilizzo dei componenti. La decarbonizzazione è una leva competitiva per manifattura e industria. La supply chain sostenibile: miglioramento e allungamento del ciclo di vita del prodotto. La piattaforma DriveRadar, gli strumenti di data collection e data analytics. Ne parliamo con Giorgio Ferrandino

«Per il settore manifatturiero e industriale la decarbonizzazione va considerata come leva competitiva e non come obbligo normativo. Chi non si adatterà a questa logica corre il rischio di uscire dal mercato». È quanto afferma Giorgio Ferrandino, direttore generale della filiale italiana di Sew-Eurodrive, la multinazionale tedesca dell’automazione, leader in motori e sistemi di azionamento, che vanta un fatturato globale di 3,6 miliardi di euro, 17 stabilimenti produttivi e una presenza in 54 paesi. «Si ripete quello che è successo tra gli anni ottanta e novanta con le certificazioni di qualità Iso. Chi non era certificato veniva scartato. Nel giro di pochi anni, presumibilmente tra il 2025 e il 2027, tutti i fornitori di filiera dovranno dichiarare il proprio indice di sostenibilità e chi non sarà allineato ai parametri richiesti si ritroverà ai margini del mercato. Già oggi le grandi aziende chiedono assessment, certificazioni. È una pressione che sta aumentando. Non è ancora un obbligo, ma è solo questione di tempo», aggiunge Ferrandino.

La sostenibilità di Sew-Eurodrive si gioca su più fronti, quello sociale, legato alla sicurezza dell’ambiente di lavoro, a codici etici di inclusione e benessere dei lavoratori (l’azienda è ai primi posti nella classifica italiana dei Best Workplace for Blue Collar) e quello ambientale, che implica maggiore efficienza energetica, riduzione del carbon footprint e allungamento del ciclo di vita del prodotto. Aspetto, quest’ultimo, che si realizza sia dando vita a modelli di business basati sulla servitizzazione, con piattaforme Industrial Iot supportate da software as-a-Service e algoritmi di machine learning per il condition monitoring, sia adottando principi di economia circolare, come remanufacturing, riciclo e riutilizzo dei componenti (entro i prossimi 5 anni l’azienda stima di poter reimmettere nel ciclo produttivo circa un terzo del materiale di prodotti dismessi).







«È in questa prospettiva che va considerata la trasformazione digitale, dice Ferrandino. Gli obiettivi non sono fini a sé stessi. È fondamentale sconfiggere un pregiudizio diffuso: sostenibilità non significa decrescita e minore produttività. Conciliare la nuova economy con profittabilità è indubbiamente complesso poiché va ripensato il modo in cui vengono progettati i prodotti, e rivisti e attualizzati i processi e i modelli di business. È uno sforzo non indifferente. Ma di una cosa possiamo essere certi: la decrescita ci sarà per tutte quelle aziende che non si adatteranno al nuovo modello di sviluppo». Insomma, la sostenibilità ha un costo, il ritorno dell’investimento non avverrà nel breve termine, ma non ci sono alternative poiché è il mercato, i clienti e i consumatori, che spingono in questa direzione. «Il percorso per una trasformazione digitale sostenibile non si limita all’adozione delle tecnologie, spiega Ferrandino. Si deve compiere il passaggio a un’organizzazione data driven. Senza competenze adeguate per trasformare il dato da materia inerte in informazioni abilitanti i servizi digitali, si è destinati a rimanere ai blocchi di partenza. Stiamo facendo i nostri passi per andare in questa direzione. Serve sviluppare una cultura del dato e competenze e ruoli. Da una logica industriale fondata sulla progettazione e vendita di un prodotto, si passa alla vendita di un servizio digitale che prevede un rilascio continuo di nuove release migliorative sulla base di input che si ricevono dal cliente».

 

La now economy e le soluzioni di automazione Sew-Eurodrive che la rendono possibile

Servizi digitali per compensare lo slowdown dell’hardware. Il software come fattore abilitante la sostenibilità d’impresa

Giorgio Ferrandino, general manager di Sew Eurodrive Italia

Dal confronto di Industria Italiana con Sew-Eurodrive appare evidente che la servitizzazione è il terreno su cui si misurerà la nuova competizione dell’automazione industriale. La ragione è semplice: l’hardware è la gallina dalle uova d’oro dell’era digitale, è in grado di sfornare dati nel corso del suo intero ciclo di vita creando i presupposti per una loro monetizzazione. Come dice il manager, «Se fino a ieri l’interazione con macchine utensili e sistemi industriali soffriva di un deficit di comunicazione, l’affermazione dell’Industrial IoT e la conseguente sensorizzazione di un qualsiasi asset di produzione ha reso oggi possibile l’acquisizione di misure di un qualsiasi parametro fisico, consentendo un monitoraggio continuo del suo funzionamento». Servitizzazione, quindi, come leva di business complementare alla tradizionale value proposition “product based”, un nuovo paradigma con il quale essere competitivi in uno scenario di mercato fondato sulla sostenibilità. «Cambierà il product mix, ci si sposterà dall’hardware al service, commenta Ferrandino. Essere capaci di vendere servizi digitali diventerà sempre più importante». In altre parole, meno hardware più software, è questo l’ingrediente per avere successo in un mercato trainato da un’economia sostenibile.

 

Miglioramento e allungamento del ciclo di vita del prodotto. La necessità di una supply chain sostenibile

In controller Movi-C di Sew-Eurodrive

Se si guarda a un qualunque report di sostenibilità, a meno che non si tratti di aziende energivore, oil & gas, chimica, acciaierie, si scopre che le emissioni riferibili alla singola produzione sono del tutto marginali. Il volume maggiore di Co2 si determina nell’utilizzo del prodotto. «La quota che dipende dalla singola attività manifatturiera non supera il 5%, il resto arriva dal ciclo di vita del prodotto», dice Ferrandino. Un esempio è dato dall’industria dell’auto. In questo settore la quota di Co2 associata alla produzione è percentualmente bassa, di gran lunga minore a quella che viene prodotta nel suo utilizzo. Quindi, per incidere davvero sulla riduzione delle emissioni si deve agire su due fronti: da una parte progettare e manutenere il prodotto nel corso della sua intera esistenza; dall’altra, ragionare con una visione più ampia, sviluppando ecosistemi di supply chain sostenibili. «Fornitori di materia prima, di componenti e parti, di servizi di logistica. Tutti devono essere allineati a uno stesso obiettivo. Solo così si può innescare un circolo virtuoso», afferma Ferrandino

 

Come raggiungere obiettivi sostenibili nella nuova economia digitale attraverso la riduzione di emissioni Co2 dirette e indirette

Essere parte di una value chain – in Italia Sew-Eurodrive assembla motori e azionamenti che vengono utilizzati in sistemi e impianti industriali di logistica e di processo – richiede, quindi, aderire a principi di sostenibilità. Le leve derivano dal Greenhouse Gas Protocol che quantifica le emissioni in base a tre differenti categorie: Scope1, legato alle emissioni dirette, provenienti da asset di proprietà dell’azienda o che l’azienda controlla operativamente; Scope 2, che include le emissioni indirette provenienti dalla generazione di energia elettrica, del vapore, calore o raffreddamento che l’organizzazione consuma e, infine, Scope 3 che quantifica le emissioni indirette che si verificano nella catena del valore. «Come si vede, dice Ferrandino, appare del tutto chiaro che per centrare gli obiettivi di sostenibilità occorre agire sulla riduzione simultanea di tutte le diverse tipologie di emissioni, dirette e indirette, coinvolgendo tutti gli stakeholder della supply chain».

Non solo automazione: il futuro di Sew-Eurodrive è anche software e as a service! Ecco come

Allungare il ciclo di vita del prodotto attraverso la servitizzazione. La piattaforma DriveRadar

DriveRadar IoT App di Sew-Eurodrive

Per centrare obiettivi di decarbonizzazione legati al ciclo di vita del prodotto Sew-Eurodrive lavora su più fronti. Da una parte prodotti di classe energetica avanzata e soluzioni di efficientamento, dall’altra modelli di business abilitanti servizi digitali. Il che vuol dire piattaforme Industrial IoT per la raccolta dati da macchine sensorizzate, analytics supportate da algoritmi di machine learning, monitoraggio in real time in logica predittiva per prevenire guasti e malfunzionamenti. «Il tutto si traduce in un minor uso di energia a parità di produttività e in un allungamento della vita del prodotto», dice Ferrandino. Due le modalità con le quali viene declinata la servitizzazione: software as a service, dove il servizio viene erogato direttamente da Sew; data as a service, con cui l’azienda si limita a fornire al cliente il dato grezzo. «Quest’ultima opzione viene ovviamente considerata dalle aziende che hanno le competenze interne per sviluppare applicazioni e servizi industrial Iot o che vogliono avere un pieno controllo dei dati». La tecnologia abilitante servizi software as as service è Drive Radar, la piattaforma su cui vengono convogliati i dati da componenti che risiedono in macchine di nuova e vecchia generazione, digitalizzate da Sew con attività di retrofit. «Essere capaci di operare su brown e green field è fondamentale, afferma Ferrandino È irrealistico pensare che le nuove fabbriche facciano un pieno upgrade alle nuove tecnologie. La servitizzazione deve perciò essere pensata e organizzata per ambienti ibridi dove i macchinari non sono, solo e sempre, di ultima generazione».

 

Progettare il prodotto in logica green e di economia circolare, remanufacturing, recupero e riutilizzo dei materiali

Schema di funzionamento di DriveRadar

Con il passare del tempo sarà sempre più difficile avere le materie prime necessarie per la produzione. Il rame, per esempio. «Dicono che tra cinque anni non ci sarà più, dice Ferrandino. Un problema, considerato che è una componente essenziale dei nostri motori. Forse, in futuro, si scoprirà un materiale alternativo, ma al momento quello che può supplire a una scarsità delle materie prime è investire nel riciclo e riutilizzo dei materiali. Ci siamo già impegnati in questa direzione. Ritiriamo i prodotti una volta dismessi e li conferiamo in impianti dove separiamo i metalli per poi reimmetterli nel ciclo produttivo». Un esempio è quello del motore. Una volta ritirato dal mercato Sew lo trasforma in ferro, alluminio e rame da usare per nuove produzioni. E poi recupero di componenti. Un esempio è quello del freno. «È un guscio di metallo con dentro un avvolgimento, spiega Ferrandino. Pulito e riverniciato è riutilizzabile in un nuovo prodotto». Quindi, da una parte recupero di materie prime, dall’altra riutilizzo di parti. Affinché questo ciclo sia sostenibile va però ripensata la progettazione dei prodotti che, per essere riutilizzati in tutte le loro parti, devono essere modulabili e scomponibili. Non vanno poi trascurati altri interventi, come il remanufacturing, che si può ottenere ricondizionando prodotti esistenti. «Credo che l’economia circolare debba essere considerata un fattore strategico per mantenere competitiva la manifattura europea, dice Ferrandino. Noi faremo la nostra parte. Da qui a cinque anni un terzo del materiale dei nostri prodotti potrà essere riutilizzato nei processi produttivi. Abbiamo già una struttura che si adatta a questo scenario».

 

Il futuro oltre la manutenzione predittiva. Le opportunità che derivano dall’intelligenza artificiale e dal machine learning

il Power and Energy Solution è un’infrastruttura di gestione dell’energia connessa e digitalizzata ossia un sistema di gestione energetica che rileva parametri sui consumi energetici, tenendo sotto controllo la gestione della corrente elettrica e dell’energia di macchina o di impianto e attuare un’amministrazione intelligente dei carichi e garantire il continuo servizio produttivo di macchine ed impianti

Strumenti di data collection e data analytics abilitanti servizi digitali in modalità software as a service o data as a service. Una digitalizzazione orizzontale, dalla progettazione lungo tutto il ciclo di vita del prodotto, from “cradle to grave”, dalla culla alla morte, e una digitalizzazione verticale per creare servizi digitali. «La sfida è fare evolvere DriveRadar in un app store ovvero popolare la piattaforma con un sempre maggior e più articolato numero di applicazioni, dice Ferrandino. Oggi il focus è la manutenzione predittiva ma nel momento in cui un azionamento è collegato a un albero e a una catena cinematica si possono evidenziare derive e malfunzionamenti che non dipendono dal prodotto in sé. Quali le correlazioni? Ebbene, da questa conoscenza possono nascere soluzioni applicative abilitanti nuovi servizi digitali». Determinante sarà la capacità di sfruttare l’intelligenza artificiale, che per Sew-Eurodrive sostanzialmente significa machine learning, algoritmi che permettono a una macchina di acquisire nel tempo una competenza in specifici settori applicativi, adattandosi alle condizioni di lavoro, per loro natura discontinue, per garantire il più alto indice di produttività.














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