I sensori di Baumer per ridurre gli sprechi energetici di Arla Foods

L'azienda svedese è riuscita a rendere trasparente il consumo nella produzione del formaggio fresco

Il sensore FlexFlow ha permesso all'azienda di ottimizzare il consumo di risorse.
Il sensore FlexFlow ha permesso all'azienda di ottimizzare il consumo di risorse.

Quando produci 20.000 tonnellate di formaggio fresco all’anno avere un processo efficiente è fondamentale per la sostenibilità ambientale, così come per abbassare i costi aziendali. Arla Foods, azienda casearia svedese che copre tutto il fabbisogno nazionale ed esporta in Finlandia, Danimarca e Grecia, si è posta l’obiettivo di produrre latticini azzerando le emissioni di Co2 entro il 2050, ma si è trovata di fronte a un problema: pur sfruttando il rigido clima svedese per il raffreddamento del formaggio, faticava a capire in quali aree fossero concentrati gli sprechi energetici. «Negli ultimi anni abbiamo posto sempre maggiore attenzione al monitoraggio del consumo energetico dei nostri impianti. In alcune aree però non sapevamo proprio dove fosse consumata esattamente l’energia», ha dichiarato Mattias Abrahamsson, responsabile del sistema di produzione di Arla Falkenberg. «Quando abbiamo sentito parlare delle possibilità offerte dal sensore FlexFlow siamo stati subito interessati. Era proprio quello che stavamo cercando da tempo. La nostra scelta si è dimostrata una soluzione efficiente in termini economici». Questi sensori, prodotti da Baumer, società a conduzione familiare con 39 filiali in 19 Paesi, sono stati installati nei punti nevralgici del sistema di raffreddamento e di riscaldamento di Arla. Sulla base dei risultati di misura ottenuti, l’azienda ha potuto avere per la prima volta un’idea chiara del consumo di energie, traendo informazioni utili su come ridurre l’utilizzo di energia dello stabilimento.

Arla ha già montato circa 15 dei sensori di flusso nel circuito di raffreddamento e nel sistema di riscaldamento. Il passo successivo sarà dotare di questi sensori anche la linea di ritorno Cip, per monitorare e ottimizzare il consumo energetico anche in quell’area. Mattias Abrahamsson è molto soddisfatto: «La nostra scelta si è dimostrata una soluzione efficiente in termini economici. E dato che i sensori finora installati forniscono i risultati affidabili di cui abbiamo bisogno, ne installeremo ora sempre di più».







 














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