Schunk non… molla la presa su diversificazione e crescita del fatturato

di Marco de' Francesco ♦︎ La multinazionale tedesca dei sistemi di presa e tecnica di serraggio vuole chiudere il 2022 con + 10% revenue. Si diversificano i settori di destinazione. Non più solo automotive, ma anche pharma e medicale. E poi spazio ai cobot. Senza dimenticare il "tatto" intelligente che consente di riconoscere i prodotti difettosi. Parla il ceo della filiale italiana Andreas Kuehl

«Per il 2022 l’obiettivo è una crescita del 10%». Parola di Andreas Kuehl, amministratore delegato di Schunk Intec di Lurate Caccivio (Como) filiale commerciale e di assistenza tecnica in Italia di Schunk, multinazionale tedesca a conduzione familiare e player mondiale dei sistemi di presa e di serraggio. L’azienda nel 2020 ha fatto segnare un fatturato di 1,19 miliardi di euro, con un calo dell’11,6% causa Covid-19: la pandemia, infatti, ha colpito in particolare l’automotive, principale settore di destinazione dei prodotti Schunk. Schunk ha pertanto studiato una strategia per la crescita in due pillar.

Anzitutto la diversificazione. Quella del portafoglio prodotti: Schunk, ad esempio, si occupa anche di sistemi di centraggio o di cambio utensili. E quella dei settori di destinazione: si intende contenere il peso dell’automotive (a motore termico) sulle vendite, ed espandersi in comparti in grande crescita come l’e-mobility, il medicale, il farmaceutico, o i cobot, robot leggeri e di facile prgrammazione che montano sistemi di presa. E poi l’innovazione. Già Schunk ha inventato delle pinze intelligenti in grado di identificare con il “tatto” dei componenti difettosi. I sistemi di presa del prossimo futuro interagiranno con gli utenti e con l’ambiente circostante; registreranno continuamente l’ambiente, elaboreranno i dati e svilupperanno le strategie di presa in modo indipendente. Inoltre, già adesso, grazie alla tecnologia dei digital twin, i progettisti possono simulare soluzioni di manipolazione. Di tutto questo abbiamo parlato con Kuehl.







 

Un player globale a conduzione familiare

Andreas Kuehl, amministratore delegato di Schunk Intec di Lurate Caccivio (Como) filiale commerciale e di assistenza tecnica in Italia di Schunk

Schunk, come si diceva, è un global player. Il modello, però, è quello dell’azienda familiare. Fondata nel 1945 da Friedrich Schunk come officina meccanica, l’azienda ha conosciuto un ampio sviluppo con la guida di Heinz-Dieter Schunk, fino a diventare un riferimento di settore a livello mondiale; oggi, sotto la direzione dei fratelli Henrik A. Schunk e Kristina I. Schunk, l’azienda è giunta alla terza generazione.  Un po’ di numeri per capire il mondo di Schunk: l’azienda ha nove stabilimenti produttivi e 34 filiali, e occupa 3.500 collaboratori. Dispone di venditori in più di 50 Paesi. Realizza il più vasto assortimento di pinze sul mercato globale, con più di 2.250 varietà diverse. Quanto ai sistemi di presa, sono prodotti mettendo assieme, considerate tutte le tipologie, con oltre 4mila componenti diverse. Il parco clienti di Schunk è composto per lo più da aziende manifatturiere che si occupano di assemblaggio, manipolazione e asportazione truciolo; nonché dai più rinomati marchi dell’automotive e dai loro fornitori. Quanto alla filiale italiana di Schunk, è a Lurate Caccivio, (Como) e conta circa 40 dipendenti. Nel 2021 il fatturato si attesterà attorno ai 25 milioni di euro, «cifra superiore all’anno record, il 2018».

 

La strategia della diversificazione

1)   Un portafoglio  diversificato e innovativo

Schunk ha un portafoglio di 11mila componenti standard, diretto robot e macchine utensili.  La divisione dei sistemi di presa per l’automazione industriale comprende pinze, accessori robot, moduli rotanti e lineari; mentre della divisione serraggio fanno parte le attrezzature per macchine utensili, sistemi a punto zero, morse, autocentranti per la tornitura, morsetti, portautensili ad espansione idraulica e di precisione. Tra i prodotti di maggiore rilievo internazionale, la pinza Pgn-plus oppure il portautensile ad espansione idraulica Tendo. L’ultima novità per i portautensili presentata negli ultimi mesi è il portautensile intelligente iTendo2. In assoluto il primo sistema in grado di rilevare le vibrazioni durante le lavorazioni e di elaborarle in tempo reale. Di questo l’azienda ha appena presentato ad Emo 2021 la versione iTendo2, con tablet, per renderla ancora più “intuitiva”. La continua innovazione di prodotto ha parzialmente attenuato gli effetti della crisi. Ma il calo c’è stato, come già segnalato. Per questo, Schunk sta pensando di differenziare ulteriormente i mercati di riferimento.

2)      La quota dell’automotive sulle vendite, pari al 40%, è troppo alta  

Sistemi di presa Schunk montati su Cobot

«Siamo troppo legati all’automotive: anche senza abbandonarlo, bisogna puntare su altri mercati. Nella nostra strategia, soprattutto il medicale e il farmaceutico» – afferma Kuehl. In effetti attualmente l’automotive pesa per il 40% sulle vendite della multinazionale. E il calo di entrate da questo comparto non è soltanto legato al Covid-19, che ha senz’altro determinato una parabola discendente: già nel 2019 si era registrato un certo rallentamento, dice Kuehl, dovuto al la flessione del motore termico, non compensata dall’elettrico. È un discorso lungo che Industria Italiana ha affrontato più volte in questi anni. C’entrano le politiche europee, che hanno trovato un’espressione definitiva nel Green Deal, il piano sulle politiche energetiche continentali (ma anche climatiche e dei trasporti), che si fonda largamente sul ricorso alle fonti rinnovabili e sulla compressione di quelle fossili. Da anni, però, Strasburgo fissa limiti sempre più ambiziosi sulle emissioni dei motori a scoppio, e questo ha disarcionato il diesel e compresso la benzina. Allo stato, però, nessuno è in grado di prevedere l’evoluzione di questo comparto. È ragionevole, pertanto, che la strategia di Schunk sia quella di “ancorarsi” a settori che presentano prospettive più rosee.

Uno è sicuramente quello dell’e-mobility, per ragioni opposte a quelle che gravano sul motore termico. L’avanzamento di questa tecnologia è sostenuto dai governi e dal mondo finanziario.  In questo campo, ad esempio, Schunk produce componenti metalliche sinterizzate (e cioè realizzate tramite un particolare processo di lavorazione: la saldatura grazie ad un fascio laser di polveri di alluminio, acciaio inox, e leghe speciali) come i cuscinetti autolubrificanti ad alta precisione o gli attuatori utilizzati per convertire i segnali elettrici in movimento.  Altri sono il life science e il farmaceutico. «Il potenziale, in questi casi, è incredibile: d’altra parte il mondo invecchia sempre di più, e ci sarà sempre più bisogno di soluzioni in questi campi». Per questi settori, i prodotti Schunk consentono la movimentazione e la lavorazione di pezzi sottilissimi. Il raggruppamento di pillole o la fresatura di impianti dentali devono peraltro corrispondere ad elevati standard di qualità e sicurezza del processo. I requisiti per l’igiene sono regolamentati da norme e prescrizioni che comportano nuove sfide per Schunk.

Altro settore di riferimento in crescita è quello dei cobot. I robot collaborativi presentano sostanziali differenze rispetto a quelli industriali, che hanno tempi ciclo ridottissimi e che sono progettati per operare in modo autonomo in gabbie di sicurezza. I cobot, invece, collaborano con gli umani in “celle” di lavoro condivise, e cioè in spazi composti da attrezzature e strumenti necessari ad un operatore formato per svolgere la sua attività nel contesto di un flusso produttivo. Dotati di sensori di movimento e di quelli per rilevare la forza impressa, nonché di telecamere e sistemi anticollisione, sono studiati per contenere il pericolo di urti con gli umani. Ecco, va ricordato che Schunk ha lanciato il Co-act EGP-C., il primo modulo di presa al mondo per la collaborazione uomo-robot: interagisce e comunica direttamente con gli esseri umani. Inoltre, dopo il portafoglio plug & work per Universal Robots, lanciato nel 2018 e da tempo affermatosi sul mercato, nel 2020 si sono aggiunti quelli personalizzati per Doosan Robotics e Techman Robot.

La strategia dell’innovazione

1)      Le pinze e i sistemi di presa intelligenti

Sistema Plug&Work di Schunck

Si immagini una pinza che individua un elemento difettoso all’interno di un ciclo di controllo, direttamente durante le operazioni di presa. Con il “tatto”, per così dire. Esiste già. È la pinza intelligente Schunk Egl Profinet, che dispone di sensori di misurazione con algoritmi avanzati. Peraltro, le informazioni relative al difetto vengono inviate tramite l’interfaccia Profinet al sistema di controllo della macchina e possono essere trasferite simultaneamente a sistemi interni ed esterni di livello superiore nonché a soluzioni cloud per analisi statistiche dei processi. In particolare, un servizio digitale sfrutta le informazioni della pinza per analizzare automaticamente se il difetto era già presente o se le modifiche di processo nella stazione a monte possono aver causato danni al componente. Il componente imperfetto viene collocato in un contenitore a parte.

Peraltro, inoltrando i dati alla piattaforma, l’operatore può monitorare le condizioni del sistema in tempo reale su dispositivi quali schermi o smartphone. Ogni processo di presa è stato tracciato in diretta, i risultati sono stati valutati statisticamente e visualizzati, e sono state elaborate e avviate azioni volte, ad esempio, a realizzare miglioramenti. Secondo Schunk, Il controllo integrato della qualità così ottenuto e l’eliminazione automatica di componenti difettosi non solo evitano che prodotti difettosi vengano riveduti e corretti nelle fasi successive del processo, a un costo elevato, ma anche non rendono necessario affidarsi a costosi sistemi di misurazione e unità di valutazione esterni. «Con l’intelligenza artificiale si cerca di imitare la presa umana, ma non è affatto banale, perché le capacità della nostra specie si sono evolute in centinaia di migliaia di anni. Inoltre, una presa per la farmaceutica deve avere necessariamente caratteristiche diverse da una per la fonderia; per l’automotive, poi, deve compiere milioni di cicli. È un mondo complesso, ma i progressi sono continui e per certi versi sorprendenti» – afferma Kuehl.

Secondo Schunk nei prossimi anni le pinze intelligenti interagiranno con gli utenti e con l’ambiente circostante; registreranno continuamente l’ambiente, elaboreranno i dati e svilupperanno le strategie di presa in modo indipendente in un contesto complesso, più veloce e flessibile di quanto l’uomo possa mai fare. «È un processo inevitabile, quello del passaggio dalla pneumatica alla meccatronica. Si sta compiendo» – continua Kuehl.

2)      Soluzioni sempre più complesse richiedono un grande sforzo nella ricerca

«Sempre più Schunk non produrrà il singolo componente, la singola pinza, ma soluzioni complesse e molto personalizzate che però richiedono un investimento consistente in ricerca e sviluppo. Schunk spende in R&D il 7,9% del fatturato, ed ha un apposito laboratorio in Germania. Presto ne sarà costruito uno anche in Italia» – termina Kuehl.














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