Accelerare l’innovazione e la sostenibilità col software: la sfida di Sap

di Stefania Chines ♦︎ Puntare su digitalizzazione e industria 4.0 per la ripresa, scommettendo sulla circular economy. È il pensiero emerso durante Sap Now. Il ruolo del Cluster Fabbrica Intelligente, di cui la multinazionale tedesca è pathfinder, e il progetto Iter per l’energia pulita. La riconversione di Erg in ottica green

In un momento di grande difficoltà economica, Sap e il suo ecosistema puntano a offrire risposte al mercato fornendo strumenti per la ripresa, favorendo resilienza e crescita al fine di permettere alle imprese di realizzare progetti innovativi con ritorni immediati: dall’e-commerce al lavoro agile, dalla riconversione delle catene produttive all’evoluzione in organizzazioni intelligenti.

In questo contesto è nato “Business in Action: soltanto agendo è possibile andare oltre”, slogan scelto da Sap per presentare Sap Now, l’evento che ha raccolto testimonianze reali da parte di esponenti di spicco del mondo dell’imprenditoria e che ha visto la partecipazione di numerosi special guests. Una maratona con al centro l’innovazione digitale che riviste un ruolo fondamentale e trainante per la ripresa economica.







Oggi, una delle domande che ci si pone sempre più spesso è come riuscire a fare innovazione mantenendo sempre una barra dritta verso la green economy, proprio in un’ottica di circular transformation, «modalità in cui, attraverso le tecnologie digitali – come sottolinea Carla Masperi, chief operating officer di Sap – si può attivare quel circolo virtuoso che può fare la differenza e far fare un salto in avanti come Paese».

Emmanouel Raptopoulos ad SAP Italia con la responsabilità di Cluster Head per Italia, Grecia, Cipro e Malta

Nella visione di Sap, innovazione e sostenibilità vanno di pari passo e convergono verso quella che vuol essere un’azienda di successo del futuro, che dovrebbe concentrare le sue strategie, i suoi investimenti, le sue priorità verso entrambe le direttrici. Quando si parla di innovazione tecnologica si intende la ricerca di nuovi standard di qualità di prodotto e di servizio e quindi la ricerca di una maggiore produttività. Quando si parla di sostenibilità, si cerca di allargare l’orizzonte temporale del beneficio. Ma a quale prezzo, per quanto riguarda le generazioni future, tale beneficio potrà essere sostenibile? Ebbene, i parametri con cui oggi si misura un’azienda di successo non sono solo all’insegna della maggiore crescita o della maggiore profittabilità ma sono anche green, si basano cioè sull’attitudine e sulla capacità di un’azienda di produrre tassi di crescita e profittabilità con i criteri della sostenibilità.

Un concetto vincente perché i mercati stanno premiando nel mondo borsistico le aziende che vanno nell’ottica della sostenibilità. «Secondo alcune ricerche di mercato il 76% dei consumatori oggi privilegia prodotti e servizi erogati da aziende sostenibili. La tecnologia ha già preso la direzione della sostenibilità come nel caso della stampa 3D, un’innovazione tecnologica molto utilizzata in ottica 4.0 che non solo porta vantaggi in termini di produttività, di efficienza, di personalizzazione del prodotto, ma è a scarti zero, quindi perfettamente sostenibile», ci illustra Carla Masperi.

 

Industria 4.0: a che punto siamo in Italia e quali dovrebbero essere le priorità

Marco Taisch, presidente del Made e professore al Politecnico di Milano

L’Italia è il secondo Paese manifatturiero d’Europa. Di impresa 4.0 si parla ormai dal 2016 e dal 2017 è operativo il piano nazionale industria 4.0 e successive evoluzioni. Secondo Marco Taisch, professore del Politecnico di Milano e presidente del Made, le aziende italiane hanno risposto molto bene, conferma che arriva attraverso il monitoraggio dell’Osservatorio Industria 4.0. Negli ultimi anni la crescita degli investimenti si attesta intorno alle due cifre, a dimostrazione che il sistema sta rispondendo alle sollecitazioni che vengono date. Tuttavia si deve continuare a investire e a dare profondità temporali alle misure fiscali che il governo ha messo in campo negli ultimi anni perché queste trasformazioni sono comunque lente da fare e devono trovare applicazioni non solo nelle grandi imprese ma anche nelle Pmi.

Trasformazione digitale e sostenibilità sono due trend che fino a qualche anno fa erano visti separati ma che oggi non possono più esserlo. Devono essere gestiti contemporaneamente. La sostenibilità deve essere vista come un’arma strategica di sviluppo. Oggi i mercati e i consumatori sono molto più sensibili a prodotti verdi. Riuscire a mettere sul mercato prodotti verdi e sostenibili vuol dire acquisire quote di mercato. E questo è possibile attraverso la trasformazione digitale e la digitalizzazione.

Purtroppo però l’Italia non sta facendo abbastanza per formare le nuove generazioni. Il nostro Paese, a livello di competenze digitali, è tra gli ultimi posti in Europa. La preoccupazione di Taisch è alta. «Dobbiamo investire tantissimo in formazione. Abbiamo un sistema che è a macchia di leopardo: ci sono giovani che conoscono le tecnologie digitali molto bene, ma una grande parte della popolazione non le conosce. Dobbiamo lavorare per creare cultura e consapevolezza sul fatto che il futuro non può che essere digitale e sostenibile allo stesso tempo. Dobbiamo lavorare sui giovani rendendoli più sensibili preparandoli a questo futuro ma dobbiamo lavorare anche sulle generazioni meno giovani perché continuano a essere la forza principale del nostro Paese».

 

Luca Manuelli, presidente del Cluster Fabbrica Intelligente: «Industria 4.0 e sostenibilità si sposano benissimo»

Luca Manuelli, cdo di Ansaldo Energia, ceo di Ansaldo Nucleare e presidente del Cluster fabbrica intelligente

Già da anni il Cluster Fabbrica Intelligente sta promuovendo un ecosistema collaborativo che permetta di coinvolgere università, centri di ricerca, regioni e aziende grandi e medio piccole, partner tecnologici per definire e sviluppare una road map tecnologica che si traduca anche in esempi pratici di dimostratori come nel caso dei Lighthouse Plant, tra cui troviamo Ansaldo Energia.

L’evoluzione di Industria 4.0, oggi trasformazione 4.0, a cui il Cluster ha dato un contributo importante, si sposa benissimo con l’evoluzione e la trasformazione in termini di sostenibilità. L’altro fronte su cui il Cluster si sta impegnando, con il Ministero dell’università e della ricerca, è quello del Programma Nazionale per la Ricerca 2021-2027. La digital transformation e la trasformazione verde costituiscono il presupposto per il piano di sviluppo e di rilancio che potrà essere finanziato con i 208 miliardi del Recovery Fund.

Il Cluster Tecnologico Nazionale “Fabbrica Intelligente” è un’associazione riconosciuta con l’obiettivo di attuare una strategia basata sulla ricerca e l’innovazione per la competitività del manifatturiero italiano. È l’unico tavolo al quale siedono contemporaneamente tutti i portatori di interesse coinvolti nelle sorti dell’industria italiana: aziende, associazioni di impresa, regioni, università ed enti di ricerca, istituzioni.

Una fabbrica intelligente, connessa, resiliente e sostenibile è l’elemento importante sulla base del quale il Cluster ha recentemente lanciato un nuovo progetto realizzato con i suoi soci e anche con la collaborazione dei propri pathfinder, uno dei quali è proprio Sap. «Ne è nato un documento strategico che si intitola “Produrre uno stato resiliente e sostenibile”. Noi proponiamo di creare un sistema paese che sia in grado non solo di reagire ad emergenze come quella che stiamo vivendo ma soprattutto di creare una nuova realtà logica di sistema manifatturiero che possa indirizzare la trasformazione digitale e la trasformazione verde», ci spiega Luca Manuelli, presidente del Cluster Fabbrica Intelligente e ceo di Ansaldo Nucleare.

Ed è proprio grazie all’intenso lavoro condotto dal Cluster Fabbrica Intelligente che sono state costituite le prime fabbriche faro (Lighthouse Plant): Ansaldo Energia, Abb, TenovaOri Martin e Hitachi Rail, dove non solo si investe in innovazione tecnologica nel processo manifatturiero ma si ingaggia la filiera di aziende di fornitori all’interno di questo processo di trasformazione. I Lighthouse Plant sono impianti produttivi evolutivi, completamente basati su tecnologie Industria 4.0, destinati a diventare riferimenti, a livello nazionale e internazionale, per la fattibilità di percorsi di sviluppo tecnologico nel settore di interesse dell’impianto.

 

Iter, un progetto dal grande fascino

Christian Klein, ceo di Sap

«Riprodurre il funzionamento del sole sulla terra. L’Italia partecipa al progetto Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor) con molte aziende, tra cui Enea e Ansaldo Nucleare – ricorda Manuelli – A Cadarche, nel sud della Francia, si sta costruendo il reattore a fusione nucleare Tokamak più grande al mondo. Un altro passo verso un’energia pulita, infinita e affidabile per le generazioni future».

Dovrebbe entrare in funzione nel 2025 e fornire la carica energetica massima entro il 2035, dal momento che occorreranno dieci anni per generare e riscaldare il plasma e rendere operative le prime reazioni di fusioni nucleari. Nella costruzione sono coinvolti 37 stati tra cui, oltre a Italia e Francia, Giappone, Stati Uniti, Russia, Cina, India e Corea del Sud.

 

Riconvertire è possibile: la svolta di Erg

Il nucleo di Terni Erg è composto da un sistema idroelettrico integrato (527 MW)

Il nome Erg è legato al mondo dell’energia da 80 anni. Dopo 70 anni di esperienza nel settore petrolifero, ha avviato una riconversione industriale, ovvero una svolta green verso un business orientato agli obiettivi di decarbonizzazione. «Oggi siamo un produttore di energia elettrica esclusivamente da fonti rinnovabili, primi per produzione eolica in Italia e tra i primi 10 in Europa, con una produzione diversificata anche nel solare, idroelettrico e cogenerazione da gas naturale. Siamo riusciti ad interpretare il cambiamento del panorama energetico globale per rispondere alle nuove esigenze di mercato prima di altre aziende, Gli investimenti sono sempre in crescita: nel piano 2018-2022 oltre due miliardi sono destinati agli asset rinnovabil», a dirlo è Anna Campi, Head of Procurement Planning, Control & Vendor Management, Category Strategist Coordinator, che sottolinea il fatto che Erg, per la seconda volta, ha collocato 500 milioni di bond sul mercato ottenendo offerte sei volte maggiori.

La società, che ha cambiato il modo di produrre energia mantenendo la vocazione industriale, ha all’attivo anche il progetto “Sustainable Procurement”, finalizzato alla sostenibilità nella catena di fornitura, coerentemente alla strategia di sostenibilità. Il progetto nasce con l’obiettivo di promuovere buone pratiche commerciali lungo tutto il ciclo di vita di prodotti e servizi.

 

Per un mondo sempre più green

Carla Masperi, coo Sap Italia

Facendo un piccolo passo indietro nel tempo, i Paesi della UE hanno siglato un patto che chiede di ridurre le emissioni di carbonio entro il 2030 per cercare di ridurre di un grado e mezzo la temperatura globale, per arrivare entro il 2050 a cercare di avere emissioni zero. È molto importante quindi cercare di creare le condizioni affinché queste cose possano essere attuate.

«Sap divide le azioni in due grandi famiglie: le azioni che sono nel campo dell’energia rinnovabile (55%) e il restante 45% che comprende azioni che possono impattare positivamente sul concetto di sostenibilità e di società green attraverso alcuni interventi sui processi aziendali. In quest’ultimo ambito inseriamo concetti di sostenibilità all’interno della nostra suite di prodotti – conclude Carla Masperi – All’incirca il 70% delle transizioni di business mondiali gira su sistemi Sap. Se riusciamo a portare dei benefici nella nostra soluzione applicativa possiamo dare un grande contributo al mondo».














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