Samsung porta lo smartwatch in fabbrica e lo smartphone in guerra

insights-case-study-la-fabbrica-4-0-di-alfa-romeo-e-la-tecnologia-samsung-feature-image-1( courtesy Samsung)

di Marco de’ Francesco ♦ Il conglomerato sudcoreano, uno dei  giganti globale dell’elettronica di consumo, indirizza ora le sue strategie verso il B2B centrato sui processi produttivi di Industry 4.0. Smartwatch per FCA e per Rold,  una piattaforma IoT e… un telefonino per i marines USA.

Da qualche tempo a questa parte Samsung – una conglomerata che ha seguito passo dopo passo la svolta elettronica e la rivoluzione informatica e che è passata dai noodle e dal pesce essiccato ai televisori, alle stampanti, ai monitor e ai microchip (vedi box fondo pagina) ha preso in mano la materia della Quarta Rivoluzione Industriale –  e giacché quest’ultima pone al centro i processi produttivi, ha intrapreso una strada che porta ad una parziale conversione al Business-to-Business, secondo una duplice strategia: la sensorizzazione dei prodotti delle aziende, quelli che, dotati di sensori, restituiscono alle imprese informazioni fondamentali per la realizzazione di nuovi modelli di business. E poi, la consumerizzazione dell’IT, e cioè l’utilizzo di smartphone, tablet e altri wearable (dispositivi generalmente destinati ai consumer) per accedere a funzioni tipicamente aziendali, come il Crm o l’Erp. Queste attività business-to-business sono in crescita, e assumeranno un ruolo sempre più importante per il fatturato di Samsung. Anche in Italia. Dove gli smartwatch di Samsung interagiscono con le linee produttive negli stabilimenti FCA; e dove le cuffie per la realtà virtuale Samsung Gear VR garantiscono un’interazione più immediata con prodotti e macchinari delle aziende manifatturiere italiane. Ne abbiamo parlato con Antonio Bosio di Samsung Electronic Italia.

 







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Antonio Bosio, Product and Solutions Director di Samsung Electronics

Il punto d’arrivo odierno: 4.0

«In questi anni Samsung ha conosciuto una profonda evoluzione, anche in Italia, di cui ha accompagnato e accelerato la trasformazione – rende noto Samsung Italia – È passata dall’essere un fornitori di prodotti per consumatori a un player in grado di offrire soluzioni a 360 gradi, supportando la trasformazione di diverse industry: è entrata e cresciuta in nuovi segmenti, quali il B2B, con una divisione ad hoc, offrendo un ecosistema integrato di soluzioni che rispondono alle esigenze di sviluppo, di risparmio e innovazione di aziende di ogni settore, con particolare riferimento alle Pmi, che caratterizzano il sistema economico del Paese». Il fatto è che in generale Samsung è al passo coi tempi: ora la Quarta Rivoluzione Industriale è focalizzata non solo sui prodotti, ma anche sui processi. Le aziende sono al centro di questo movimento globale.

L’idea è che punti su Industry  4.0 devi entrare nel segmento B2B. Ma quanto vale il B2B, fatto 100 il giro d’affari di Samsung Italia? «È difficile definire una quota – ha affermato Bosio, Product and Solutions Director di Samsung Electronics, all’evento “La rivoluzione digitale della manifattura italiana”, organizzato da EY Manufacturing Lab – perché sul mercato abbiamo un modello di business che coinvolge i partner, che comprano prodotti da personalizzare per l’azienda-cliente finale. La sensazione è che il fatturato proveniente da questo tipo di attività sia in crescita e che diventerà sempre più significativo all’interno di Samsung Italia».

B2B in due mosse per Samsung

Da una parte la sensorizzazione dei prodotti delle aziende, in modo che questi possano restituire informazioni importanti in vista di nuovi modelli di business; dall’altra la consumerizzazione dell’IT, e cioè l’utilizzo di smartphone, tablet e altri wearable (dispositivi generalmente destinati ai consumer) per accedere a funzioni tipicamente aziendali. «La tecnologia – ha continuato Bosio – abilita le aziende a fare le cose in modo diverso. Noi curiamo due macroaree: la prima è il prodotto in quanto tale. Sensorizzare un prodotto significa che, una volta nelle mani del cliente, quel prodotto continuerà a restituire all’azienda informazioni fondamentali, grazie alle quali il produttore potrà di realizzare sviluppi prima inimmaginabili. Dati preziosi grazie ai quali l’azienda potrà sviluppare un prodotto migliore, ancora più in linea con le esigenze del cliente finale».

Quanto a questa prima linea di azione, Bosio si riferiva alla piattaforma di IoT Samsung ARTIK (vedi box fondo pagina), che consente alle aziende l’opportunità di ottenere informazioni in merito alle modalità di utilizzo dei propri prodotti. Ciò permette di sviluppare nuovi modelli di business. Peraltro, non si sensorizzano solo i prodotti, ma anche le macchine produttive. «Spesso – ha continuato Bosio – ci occupiamo anche del retrofit di queste ultime; è una attività molto interessante, visto che per la sostituzione del parco macchine occorrerà molto tempo. Il retrofit di macchine che ancora funzionano bene permette di renderle smart».

Ma c’è una seconda macroarea: «Si tratta di mettere a valore, nelle aziende – ha chiarito Bosio – i prodotti della gamma consumer come smartphone, tablet, smartwatch o altri wearable, che però possono essere utilizzati dai dipendenti per funzioni che riguardano non solo la loro vita personale (email, social network), ma per accedere alle applicazioni aziendali, come il Crm (customer relationship management, o gestione delle relazioni con i clienti) e i sistemi Erp (Enterprise resource planning, e cioè pianificazione delle risorse d’impresa: è un software di gestione che integra tutti i processi di business rilevanti di un’azienda)». Si parla di consumerizzazione dell’IT. Secondo una ricerca realizzata da Wakefield Research per Avanade, nell’88% di 600 aziende campionate in 17 Paesi i dipendenti utilizzano smartphone e tablet anche per funzioni aziendali. E pare che il trend sia in aumento.

Oggi, peraltro, smartphone, tablet e wearable possono peraltro interagire con i macchinari della linea produttiva; quindi vanno a sostituire degli strumenti che prima erano utilizzati a tal scopo. In sintesi: i dispositivi sono in genere identici a quelli venduti ai consumer; ma vengono riconfigurati (anche grazie a piattaforme specifiche, come ad esempio  Samsung Knox) per andare incontro ad esigenze puntuali dell’azienda. «Si mette a valore la grande economia di scala – ha affermato Bosio – d’altra parte un prodotto consumer utilizzato da molti dipendenti all’interno dell’industria costa meno. E si mettono a valore affidabilità e l’apertura: significa che se domani le esigenze dell’azienda cambiano il produttore con poche righe di codice fa sì che il prodotto soddisfi le esigenze attuali dell’azienda-cliente».

 

Il Samsung District a Milano, foto di Marco Trovo ( https://www.flickr.com/photos/marcotrovo/)

Samsung Electronics in Italia : il Samsung District

Samsung Electronics Italia è stata fondata nel 1991. Ha gli headquarters a Milano, ma anche una sede a Roma e un’ampia rete di partner locali. Vanta un design center e un dipartimento product & solution che, secondo l’azienda, «porta i benefici di soluzioni digitali a tutti i livelli: pubblica amministrazione, business community e cittadini». L’Italia è per il gruppo il terzo paese europeo quanto a performance. Secondo l’azienda, «Samsung ha portato in Italia prodotti all’avanguardia che hanno contribuito a promuovere l’evoluzione tecnologica del Paese, come il TV LCD Roma nel 2000, il primo TV a Led nel 2009, la Samsung Smart Tv, il Samsung Galaxy Note nel 2011 e tanti altri». Ora è anche impegnata «nell’ascoltare il mercato e nel comprendere le esigenze delle aziende». Una tappa molto importante, sempre secondo Sanmsung, è stata «l’inaugurazione, nel 2015, del Samsung District, nuova sede milanese presso l’edificio “Diamantino” nel polo dell’innovazione e del business di Porta Nuova, creato con l’obiettivo di consolidare il legame con il territorio. È un vero e proprio distretto digitale al servizio di cittadini e partner. Oltre 156mila cittadini hanno partecipato alle iniziative Samsung».

 

Il caso Samsung-FCA

Uno smartwatch che consente di snellire i processi, migliorare i flussi e l’ergonomia del lavoro interagendo con l’intelligenza della linea di produzione. «In FCA – ha affermato Bosio – gli addetti dispongono di un nostro smartwatch che consente all’operatore di interagire in maniera bidirezionale con l’intelligenza della linea di produzione». FCA in effetti rende noto che, in rapporto alla fabbrica di Cassino, culla della nuova generazione di Alfa Romeo, (nel video corporate sopra, courtesy FCA) e nel contesto del «processo di trasformazione di Fiat Chrysler Automobiles», «gli impianti produttivi dell’azienda hanno svolto un ruolo centrale nell’affermazione e nel successo dei diversi marchi del Gruppo. FCA ha lavorato alla digitalizzazione degli impianti produttivi con diversi partner per affinare ulteriormente l’efficienza della catena produttiva e contribuire a una migliore qualità del lavoro degli addetti di linea. In questo ambito è iniziata la relazione tra FCA e Samsung».

Due le fasi del processo di digitalizzazione a Cassino

«La prima ha riguardato la massa di informazioni disponibili all’interno delle fabbriche. Sono stati integrati dei dispositivi di visualizzazione – monitor Samsung ad alta luminosità lungo la linea di produzione, eBoard touchscreen in alcuni punti strategici – sui quali viene mostrato l’andamento della produzione stessa. Nel caso di situazioni anomale, vengono generati degli avvisi presi immediatamente in carico». Quanto alla seconda, «presenta alcuni aspetti particolarmente interessanti. Innanzitutto, si è trattato di un processo articolato che, partendo da una discussione libera e creativa con i team leader, che hanno la responsabilità di un gruppo di lavoro, ha portato loro stessi a identificare le esigenze e a disegnare personalmente le soluzioni e i dispositivi che avrebbero potuto aiutarli a svolgere al meglio il lavoro.

Sono emerse due soluzioni che, integrate tra loro, avrebbero potuto rispondere alle esigenze e alla maggiore efficienza: uno smartphone e uno smartwatch. Samsung ha messo a disposizione dispositivi tecnologicamente avanzati e una soluzione, Samsung Knox, personalizzabile e in grado di garantire la totale sicurezza dei dati presenti sul terminale. Samsung Knox infatti trasforma un dispositivo in uno smartphone o tablet adatto alle esigenze professionali. Leggermente diverso il discorso relativo all’adozione degli smartwatch da destinare al personale di linea, sicuramente uno degli aspetti più innovativi del progetto di digitalizzazione: un dispositivo “indossabile” è utilizzato all’interno dell’impianto produttivo per snellire i processi, migliorare i flussi e l’ergonomia del lavoro.

 

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L’orologio Samsung Gear S3 Frontier ( courtesy Samsung)

 

L’orologio “intelligente” Samsung Gear S3 Frontier ha permesso la totale personalizzazione del dispositivo ed è l’unico presente sul mercato che può essere utilizzato in tutte le sue funzioni senza dover essere necessariamente connesso a uno smartphone. Totalmente integrato con il MES (Manufacturing Execution System) di FCA – il sistema informativo che gestisce l’intero sistema produttivo – il dispositivo Samsung è utilizzato come dotazione professionale in alcuni tratti della linea produttiva». Ma come funziona? «Il processo è il seguente – fa sapere sempre FCA -: raggiunta la propria postazione, l’operatore riceve dal MES la lista delle operazioni da compiere sul veicolo in lavorazione; completata l’operazione, invia la conferma tramite il Gear S3 Frontier, l’attività viene registrata come conclusa e la linea di produzione può proseguire alla fase successiva. Nel caso in cui, invece, un’operazione non possa essere eseguita per qualsiasi ragione, l’operatore è in grado di generare dal dispositivo una segnalazione verso il team leader responsabile».

 

La Samsung e-Board della piattaforma Smartfab

Il caso Samsung-Rold

Si chiama Smartfab, ed è una piattaforma che serve a monitorare, analizzare e gestire i dati, nonché ottimizzare i processi produttivi. Di mezzo, per esempio, le cuffie per la realtà virtuale Samsung Gear VR che garantiscono un’interazione più immediata con prodotti e macchinari. Industria Italiana se ne è occupata qui,   anche in relazione ad una applicazione di ABB sulla sicurezza. « La piattaforma “ready to use” Rold smartfab– ha affermato Bosio –, è in grado di connettere essere umano, macchina e informazione e rendere più semplice questa integrazione e fruizione». Secondo Samsung «la piattaforma rappresenta per le aziende un vero e proprio “Access Point per l’Industry 4.0”.

Nasce dalla collaborazione dei team di ricerca e sviluppo di Rold, leader nel settore della componentistica per elettrodomestici, e di Samsung, che hanno messo a fattor comune know how, competenze e tecnologie per dare vita a un sistema innovativo, ideale per le Pmi che operano nell’industria del manifatturiero, che consente di monitorare, analizzare e gestire dati e informazioni provenienti dagli impianti di produzione e dai sottosistemi aziendali e renderli disponibili in real time, su device fissi, mobili e wearable». Grazie alla piattaforma è possibile, sempre secondo Samsung, «verificare in tempo reale le linee di produzione, il rendimento delle macchine e la qualità dei lotti, grazie all’accessibilità dei dati, alla semplicità di utilizzo e alla compatibilità con piattaforme aperte, la soluzione garantisce una maggiore interconnessione e cooperazione tra le risorse aziendali, migliorando le competenze e, di riflesso, l’efficienza dei sistemi e la competitività».

Come funziona? «Gli smartwatch Samsung Gear S2 – rende noto Samsung – consentono la gestione diretta degli allarmi del sistema informativo, attraverso la visualizzazione in tempo reale dei codici di errore e di eventuali problemi, per rispondere tempestivamente alle potenziali urgenze. Ulteriori opportunità sono offerte dai Samsung Gear VR, che garantiscono un’interazione più immediata con prodotti e macchinari, e da Samsung e-Board, progettata con uno schermo LCD ad alta risoluzione, che garantisce alti livelli di collaborazione tra i dipendenti e con i sistemi di controllo e gestione della produzione».

 

Samsung e i Marines: U.S. Staff Sgt. Oris Key, 633rd Security Forces Squadron, patrolman, goes down the checklist during the Joint Expeditionary Force Experiment exercise at Langley Air Force Base, Va., Jan. 25, 2012. The exercise is a thing the Air Force uses to unify communication capabilities to reduce radio and wired LAN networks. (U.S. Air Force photo by Staff Sgt. Ashley Hawkins/Released)

Il caso Samsung – Corpo dei Marines

Anche 900 membri del più noto Corpo militare delle forze armate degli Stati Uniti d’America utilizzano lo smartphone. Per scopi attinenti ai teatri di guerra; per esempio, per richiedere supporto di fuoco da terra, mare, aria. Si tratta di strumenti alleggeriti, nel peso e nei costi. Pesano la metà di quelli ordinari, e costano la metà. Il Corpo rende noto che i telefoni funzioneranno in coordinazione con un telemetro laser, un ricevitore video in downlink e una radio da combattimento. Sempre secondo il Corpo, un’applicazione di mapping sullo smartphone riceve le coordinate target generate automaticamente dal sistema, dispensando gli input manuali e limitando il margine di errore. Secondo Bosio, la partnership con i Marines dimostra l’affidabilità dei sistemi Samsung. Ed in effetti, nei teatri di guerra non ci si può permettere il lusso di sbagliare.

 

Logo Samsung Artik (courtesy Samsung)

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La piattaforma IoT Samsung ARTIK

La piattaforma IoT Samsung ARTIK raccoglie, conserva ed elabora dati provenienti da qualsiasi dispositivo o servizio cloud, anche di terze parti. In pratica, serve a rendere smart i prodotti dell’azienda. Secondo Samsung «la piattaforma integrata Samsung ARTIK end-to-end unifica hardware, software, cloud, sicurezza e l’ecosistema di partner in un’unica offerta. ARTIK fa il lavoro pesante in modo che l’azienda possa concentrarsi sulla differenziazione dei tuoi prodotti e servizi, riducendo costi, tempi e rischi». In pratica, si tratta di una piattaforma IoT, strutturata sul servizio avanzato ARTIK Cloud, che «raccoglie, conserva ed elabora dati provenienti da qualsiasi dispositivo o servizio cloud, fornendo alle aziende l’opportunità di ottenere informazioni in merito alle modalità di utilizzo dei propri prodotti che possono essere utilizzate per generare nuove opportunità di business. Il sistema è protetto da diverse tecnologie, come sistemi di crittografia integrati, secure boot e storage sicuro dei certificati, ed è dotato di una varietà di strumenti e servizi per una piattaforma completamente end-to-end». Sempre secondo Samsung «la piattaforma consente a qualsiasi dispositivo di interagire con qualsiasi dispositivo, app o servizio di terze parti. Quando tutto può lavorare insieme – condividendo dati e interagendo – l’azienda può trovare nuove opportunità per migliorare ed estendere le soluzioni ai clienti».

 

Samsung Headquarters a Seul ( photo by Oskar Alexanderson )

Samsung

Che faceva Samsung prima della svolta elettronica? Agli inizi spaghetti e pesce essiccato . L’azienda, infatti, fu fondata nel 1938 da Lee Byung-chul (1910-1987) in quanto impresa di modeste dimensioni, con una quarantina di dipendenti. Inizialmente si trattava di distribuire generi alimentari prodotti in città e, in particolare, di pasta fresca, soprattutto spaghetti. Come tutte le conglomerate, la sudcoreana Samsung, 223 miliardi di dollari di fatturato, quasi mezzo milione di dipendenti e filiali in 58 Paesi (è di fatto una delle società più importanti del mondo, e ha tra le proprie affiliate Samsung Electronics, la più grande azienda di comparto a livello globale), si occupa anche d’altro: dal settore navale, alle costruzioni e alla petrolchimica; ma l’elettronica fa la parte del leone.

Ha venduto, dagli Anni Ottanta, un miliardo di telefonini. È il primo produttore al mondo di televisori, di pannelli a cristalli liquidi e il secondo quanto a microchip, dopo Intel. Si è imposto, dalla seconda metà degli Anni Sessanta, come il gigante globale dell’elettronica di consumo, seguendo passo dopo passo, e talvolta anticipando, gli sviluppi dell’elettronica prima e delle rivoluzione informatica dopo. Naturalmente se si pensa a Samsung ora, subito viene in mente lo smartphone Galaxy S9+, quello con telecamera a doppia apertura focale. E’ stata la prima azienda, al mondo, a superare la soglia dei quattro milioni di Tv prodotte; ancora oggi, l’azienda è il primo produttore mondiale di televisori. Un’impresa che si è gradualmente attivata in tanti campi, come quello degli elettrodomestici, delle stampanti e dei monitor.

E quando esplose la rivoluzione informatica, Samsung si fece trovare pronta: nel 1982, venne prodotto il primo personal computer di Samsung, l’SPC-1000, per il solo mercato coreano, che utilizzava un registratore di audiocassette per caricare e salvare i dati, mentre il lettore per floppy disk era facoltativo. Nei primi anni Novanta, poi, Samsung diventa il secondo produttore mondiale di microchip dopo Intel. E dal 2005 la conglomerata è in pole position a livello globale quanto a produzione di pannelli a cristalli liquidi. Anche per i telefonini bisogna tornare indietro col tempo: agli anni Ottanta, quando Samsung acquistò Hanguk Jeonja Tongsin, che disponeva delle competenze necessarie allo scopo: da quei tempi Samsung ha prodotto 1 miliardo di telefoni cellulari. Con qualche inciampo: come nel caso del Samsung Galaxy Note 7, ritirato dal mercato per problemi tecnici, vicenda che è costata al gruppo coreano qualche miliardo.














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