La sicurezza incontra la raccolta dati nella partnership Rold-ABB

di Marco Scotti ♦ L’azienda milanese e la multinazionale danno vita ad una soluzione (presentata a Sps Parma) che integra l’ottimizzazione dei processi produttivi  e la gestione dei rischi

 

La Rold, azienda milanese di componentistica per elettrodomestici, e ABB, colosso dell’energia e dell’automazione con sede a Zurigo, incrociano le proprie competenze in vista di soluzioni di Industria 4.0. Per esempio, integrando l’ambiente SmartFab della prima azienda con l’applicazione ABB AbilityTM SafetyAPP. La prima soluzione serve a monitorare, analizzare e gestire i dati, nonché ottimizzare i processi produttivi. La app è invece una piattaforma per segnalare e gestire rischi sulla sicurezza, le necessità manutentive e le problematiche ambientali che attraverso il coinvolgimento dei dipendenti migliora la consapevolezza su queste tematiche, riduce i potenziali rischi sulla salute, semplifica e rende più efficace l’attività di reporting, con un potenziale miglioramento della produttività. Insomma, si mettono insieme la capacità di raccogliere informazioni, la maintenance e la security in un unico sistema derivante da due tecnologie. Ne abbiamo parlato con Paolo Barbatelli di Rold e con Antonio De Bellis di ABB, in occasione di SpS Italia, la fiera dell’automazione di Parma.







 

La partnership con ABB, quando la sicurezza incontra la raccolta dati

La Rold descrive SmartFab in questi termini. «Sviluppata in collaborazione con Samsung, è una piattaforma “ready to use”, in grado di connettere essere umano, macchina e informazioni. L’insieme di tecnologia e “usabilità” consente di digitalizzare le macchine (da quelle più recenti a quelle più datate) per rendere i dati a portata di mano ovunque e a chiunque, grazie ai dispositivi smart di uso comune, cui si connette. Peraltro, utilizza device di uso quotidiano e mantiene alti livelli di sicurezza e di proprietà dei dati. Lungo le linee di produzione vengono installati display “touch” Smart Signage per il controllo e l’analisi delle informazioni più importanti, rendendo i dati immediatamente disponibili». Di ABB Ability SafetyAPP Industria Italiana si è già occupata qui. Consente alle persone del settore della generazione di energia e dell’industria dell’acqua di segnalare rapidamente i rischi e migliorare la consapevolezza di situazioni di pericolo. Da quando è stata introdotta in ABB nel 2014, la SafetyAPP ha permesso di segnalare circa 50mila situazioni di pericolo e ha ridotto del 50% il numero di infortuni gravi in Europa. A Sps è stata presentata una demo. «Siamo in un terreno vergine – afferma De Bellis, business developer di ABB – la tecnologia finora è sempre stata utilizzata come dotazione al personale per aumentare la produttività. Ma la nostra soluzione realizzata insieme a Rold ci consente di rendere più sicuro il posto di lavoro. Un modo veloce per coinvolgere le forze lavoro e dare delle risposte, perché serve iniziare a dare un riscontro preciso ai dipendenti, ma serve anche il loro coinvolgimento per aumentare la sicurezza all’interno degli impianti. Abbiamo iniziato a Genova, nel mondo delle utilities, visto che quello stabilimento ABB ha il mandato per lo sviluppo a livello mondiale di queste soluzioni. Da lì abbiamo deciso di approcciare il mercato del manifatturiero. Ed è qui che abbiamo trovato il terreno fertile con Rold». Secondo Barbatelli, Cio di Rold, «abbiamo avviato un percorso di sicurezza attiva, pensando alle persone e facendo loro indossare dispositivi. Questo non per aumentare il controllo, ma per migliorare la sicurezza degli impianti. Insieme ad ABB, quindi, abbiamo dato vita a questa soluzione che, tra l’altro, è la dimostrazione di come possa esistere un partenariato vero tra “grandi e piccoli” senza che i primi cerchino di inglobare i secondi. Con la multinazionale svizzera si è creato un lavoro di sinergia, che significa, da parte loro, aver mostrato l’umiltà di collaborare a un tavolo comune, che è poi il vero valore dell’open innovation. Oggi sembra quasi che se hai 50 anni di storia non vali perché non sei una startup. Io non voglio esagerare, penso che ci siano ottime idee anche tra le aziende di più recente creazione, ma non vedo perché non si possa tenere conto dell’importanza del bagaglio di competenze di un’azienda che ha una certa storia».

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Antonio De Bellis, country business development manager ABB( Courtesy ABB)

 

SafetyApp, la soluzione nata per uso interno e poi lanciata sul mercato

«SafetyApp – afferma De Bellis – è il risultato di un’idea a uso e consumo prima di tutto di ABB. Poi il gruppo ha scelto un’altra soluzione più complessa, ma noi abbiamo deciso di metterla a disposizione del mercato non tanto in una logica di speculazione o di business, ma per andare ad aiutare aziende che altrimenti non possono neanche permettersi di investire mentalmente su certe soluzioni o strumenti. Noi abbiamo un obiettivo ambizioso: vogliamo il coinvolgimento delle forze lavoro e rendere automatico il pensiero sulle questioni legate alla sicurezza. Da qui l’idea di farne un prodotto industriale». Per Barbatelli «da quando abbiamo intrapreso questi percorsi e sinergie innovative abbiamo visto un’escalation di reputazione verso i nostri clienti, che stanno iniziando a vederci non più come un piccolo fornitore, ma come un partner tecnologico. Veniamo coinvolti su tavoli dove prima non saremmo mai stati ammessi. Se prima acquistavano i nostri prodotti da un catalogo, oggi ci considerano un partner tecnologico. E poi la nostra soluzione ha creato un fatturato extra, su una singola linea, di 500mila euro. Noi fatturiamo meno di 50 milioni, proviamo a immaginare che cosa potrebbe creare in un’azienda con i numeri di ABB. Abbiamo avuto poca spesa e tanta resa. Elaborare idee e investire non significa mettere in preventivo spese miliardarie. Più importante, per noi, è la fiducia reciproca: con ABB non abbiamo neanche firmato un NDA. Per essere chiari: a fronte di un investimento prevalentemente in tempo/uomo, sviluppare questo tipo di soluzioni costa qualche decina di migliaia di euro. È chiaro che se poi bisogna pensare all’industrializzazione del processo, con un’infrastruttura complessa, server, cloud e via dicendo, allora le cifre aumentano, ma è innegabile che si tratti di un pay per use e, soprattutto, di un’eventualità che stiamo ancora valutando e che potrebbe essere messa in campo solo se valutassimo che è un business conveniente in cui lanciarci, ovviamente in tandem con ABB».

 

Integrazione e controllo per l’industria ABB

Il futuro: verso uno spin off?

Se la sperimentazione tra le due aziende dovesse continuare a dare buoni risultati, potrebbe portare al’avvio di una nuova line of business o a uno spin off. SafetyApp sembra essere la “palestra” per testare la possibilità di replicare un modello di business nuovo. «Il nostro obiettivo – conclude De Bellis – è creare un posto dove lavorare meglio, più sicuri. Ciascuno oggi è determinante nel risultato finale. Da un punto di vista paese dobbiamo fare un plauso all’imprenditoria che tiene in piedi il tessuto industriale. La domanda però che tutti dobbiamo porci è: questo paese ha la forza per intraprendere un progetto “lean Italy”, cioè di ottimizzazione e riduzione degli sprechi della PA e affrontare l’inevitabile tensione sociale che questo processo di innovazione e rinnovamento comporterà? Le aziende devono capire una volta per tutte che cosa vogliono fare “da grandi”. Ci troviamo in un contesto italiano che, al di là delle vicissitudini globali, deve decidere se quel patrimonio industriale che è rimasto deve costituire il futuro del paese o perderlo. La responsabilità che ci sentiamo è anche quello di poter fungere da guida per il resto delle aziende del paese». Per il Cio di Rold «in generale in Italia manca un progetto di formazione efficace. Oggi attirare i ragazzi in fabbrica è veramente complicato. Bisogna trovare delle soluzioni perché la fabbrica è importante, è l’asset più significativo che ha il Belpaese. Le nostre fabbriche non sono più quelle di prima, sono attrattive, molto meno grigie, c’è un meccanismo di conservazione della conoscenza industriale che ci permette di preservare questa cultura. Altrimenti solo la startup innovativa può funzionare. Vogliamo forse che ci fa la “rozza” fabbrica muoia?».

Mario Corsi, ad ABB Italia

Chi è e cosa fa Rold

«Siamo produttori di elettromeccanica – ci spiega Barbatelli – di attuatori e di microswitch per il mercato degli elettrodomestici. Abbiamo 55 anni di storia e siamo un tipico “family business italiano”. Siamo molto orgogliosi di fornire tutto il mercato dell’elettrodomestico con una quota di export del 90%. Si tratta di un dato fisiologico perché in Italia, ormai, è rimasto ben poco dal punto di vista del manufacturing. Un altro fattore che ci rende fieri del nostro lavoro è che paghiamo 240 stipendi in Italia, esportiamo in tutto il mondo (soprattutto Cina, Turchia e Corea) ma non abbiamo esternalizzato nessuna produzione. Forniamo tutti i principali player del settore, con diversi share, perché siamo fortemente automatizzati e abbiamo una grande competenza manifatturiera. Non siamo dei terzisti, creiamo un prodotto finito, una small thing, che ha una sua funzione finita. In particolare, noi da soli abbiamo il 55-60% del mercato degli encoder che consentono di selezionare i programmi delle lavatrici». Rold, gruppo presieduto da Laura Rocchitelli, ha avuto un grande vantaggio quando si è iniziato a parlare di Industria 4.0: una partnership fortissima con Bosch. «Il nostro percorso – ci racconta Barbatelli – è iniziato nel 2011, quando Bosch è venuta a spiegarci la nuova frontiera dell’industria, molto prima del Piano Calenda. In Germania avevano già lanciato un pacchetto volto a stimolare l’innovazione del comparto e Bosch è venuta a “spiegarci” la rivoluzione una settimana dopo aver capito quale sarebbe stato il futuro. Da allora abbiamo avviato un percorso interamente votato all’evoluzione digitale. Sembrava quasi una follia sette o otto anni fa, ma i risultati ci hanno dato ragione. Abbiamo iniziato assumendo dei developer, li abbiamo “mischiati” all’interno della fabbrica per creare una piccola enclave annegata nel mondo industriale».














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