Impiantistica industriale: l’impatto dei cambiamenti climatici sui contratti. Con RPLT RP Legalitax

di Marco de' Francesco ♦︎ Il settore rappresenta circa l'11% del Pil italiano, con nomi come Saipem, Maire Tecnimont, Danieli. Il caldo estremo può causare ritardi nella consegna dei lavori. Tema legato alla sicurezza dei lavoratori: il contractor può responsabilizzare il committente. Pagamenti, garanzie e performance bond: come evitare abusi e contenziosi. I casi Technip Energies, Leonardo, Ferrero. Ne abbiamo parlato con Claudio Perrella e Alessandro Paci di RPLT RP Legalitax

Come possono le aziende dell’impiantistica che lavorano su scala globale evitare i contenziosi che possono riguardare i pagamenti, i tempi di consegna, i cambiamenti nel progetto, i ritardi, i reclami per difetti, le dispute sulla sicurezza e altro? In realtà la partita si gioca prima dell’inizio dei lavori: in questo contesto, prevenire è meglio che curare. La base per scansare i guai è una corretta ed equa fase negoziale dei termini e delle condizioni, un contratto “su misura” che non trascuri le possibili cause di controversie e che anzi, ove possibile, responsabilizzi anche il committente. Ovviamente, simili pattuizioni possono essere redatte soltanto da esperti, e non è detto che il committente le accetti: dipende molto dal potere contrattuale, e cioè dalle dimensioni dell’azienda e da altri fattori. Un tema molto particolare è poi quello del “caldo estremo”, emerso con forza a causa dell’attuale crisi climatica. Che fare se l’extreme heat non consente la prosecuzione dei lavori? Il contractor risponde per i ritardi e per eventuali problemi relativi alla sicurezza dei lavoratori?

Anche qui, l’unica soluzione è quella di “agire prima”, di contemplare nero su bianco il caso di “caldo estremo” come causa di estensione della tempistica e altro. Il settore dell’impiantistica industriale (secondo un’indagine realizzata dalla società specializzata in informazioni commerciali Cribis e presentata tre anni fa) costituisce una parte significativa dell’economia italiana, rappresentando circa l’11% del PIL del paese. È caratterizzato da una notevole complessità e coinvolge una serie di 40 principali attori, in gran parte specializzati nella realizzazione di progetti, insieme a oltre 5mila piccole e medie imprese. Queste Pmi contribuiscono complessivamente con un fatturato consolidato di circa 190 miliardi di euro e danno lavoro a oltre 620mila dipendenti, di cui ben 332mila sono impiegati in Italia. Tra i grandi contractor italiani, Saipem, Maire Tecnimont, Danieli & C., Itinera, Sicim, Pizzaroti, Bonatti, Ghella, Rizzani de Eccher, Trevi, Icm e Salcef.







Questo articolo trae spunto dal convegno “L’impiantistica italiana alla prova delle nuove sfide: recenti sviluppi nella contrattualistica internazionale” organizzato giorni fa a Bologna da RPLT RP Legalitax, studio legale (fondato nel 1949) con più di 200 professionisti, sei sedi in Italia e collaborazioni con primari studi a livello globale. Nel corso dell’evento sono intervenuti gli avvocati Claudio Perrella e Alessandro Paci, rispettivamente partner e senior associate di RPLT; Felice Rapone, già Subcontracting Manager, Technip Energies; Antonella Morosi, Contracts & Bids Coordination, Head of Acquisition Contracts, Leonardo, Aircraft Division; e Alessandro Coassolo, Legal Counsel Procurement, di Ferrero.  

Caldo estremo impatti su salute e sicurezza sul lavoro

L’impatto dei cambiamenti climatici sull’esecuzione dei contratti

  1. Cosa si intende per caldo estremo nella contrattualistica internazionale?

Alessandro Paci, senior associate di RPLT

Anzitutto, va sottolineato che nei form contrattuali impiegati dal mercato dell’impiantistica l’extreme heat non viene contemplato in modo esplicito. «In generale, il riferimento è al freddo, al gelo, alla neve, cioè a fenomeni che possono comportare, ad esempio, ad un congelamento dell’acqua nei tubi o a problemi di natura logistica, come l’impossibilità di attraccare nei porti» – afferma Perrella. Tuttavia, da qualche anno si è capito che anche il caldo estremo dovuto al cambiamento climatico in corso può essere causa di ritardi nell’effettuazione dei lavori. «Pertanto, il riferimento alle condizioni estreme presente nei contratti può essere esteso anche all’extreme heat» – continua Perrella.

In tali casi di “caldo estremo”, le parti coinvolte nel contratto internazionale possono essere esentate temporaneamente dagli obblighi contrattuali o possono cercare di rinegoziare i termini del contratto per affrontare le circostanze eccezionali. Questa è spesso una misura di salvaguardia per affrontare eventi al di fuori del controllo delle parti che potrebbero impedire loro di adempiere agli impegni contrattuali iniziali. Il problema è che chi deve realizzare l’impianto può invocare, ad esempio nel caso di ritardi nell’esecuzione, il caldo estremo solo se l’evento era non prevedibile, con circostanze che vanno al di là delle normali condizioni contrattuali; ma quando non è prevedibile, il caldo estremo, con il climate change? Secondo i contratti Fidic Red e Yellow Book l’impossibilità di prevedere le avverse condizioni climatiche va valutata sulla scorta dei dati forniti dall’employer (vale a dire il committente), o di quelli generalmente diffusi.

  1. Quale tipo di contratto preferire?

Claudio Perrella. Partner di RPLT

Il clima estremo sembra essere previsto come una causa di estensione del tempo di completamento dei testi nei Fidic (“International Federation of Consulting Engineers” sono una serie di modelli standard ampiamente utilizzati nell’ambito dell’ingegneria e della costruzione a livello internazionale) red (opere di ingegneria civile, come strade, ponti, dighe e edifici) e yellow (opere industriali, come centrali elettriche, impianti di trattamento dell’acqua e installazioni di produzione); nei Nec4 (“New Engineering Contract 4“, serie di standard contrattuali utilizzati principalmente nell’ambito dell’ingegneria, della costruzione e dei progetti di infrastrutture) è anche causa di rimborso delle maggiori spese. Nei Jct (“Joint Contracts Tribunal,” serie di standard modelli utilizzati principalmente nell’ambito dell’industria edile nel Regno Unito), estensione del tempo ma non rimborsi.

Insomma, al contractor quale conviene e perché? «In realtà la migliore cura è un contratto su misura: solo così si possono evitare guai, prevedendo chiaramente il caso di extreme heat» – afferma Perrella. Il problema è che l’altra parte, il committente, non è tenuto ad accettare tale pattuizione. «Dipende molto dalla forza contrattuale delle parti, che a sua volta è legata alle dimensioni dell’azienda o al fatto che una certa impresa sia tra le poche al mondo in grado di effettuare una certa prestazione» – continua Perrella.

  1. Il caldo estremo non riguarda la supply chain

Tendenzialmente i modelli contrattuali internazionali tengono conto solo delle condizioni che impattano sull’esecuzione dell’opera nel sito dove questa è in costruzione.

  1. Che impatto ha la normativa del Paese del luogo di installazione?

Il tema del caldo estremo che indice sull’installazione degli impianti viene in genere trattato dalle normative locali in termini di sicurezza dei lavoratori. È sempre dunque importante capire come si evolve la legislazione locale sul punto. In Italia il Vademecum sui rischi lavorativi da esposizione ad alte temperature pubblicato il 20 luglio del 2023 dal Ministero del Lavoro ha posto l’attenzione sui problemi di salute che queste circostanze possono cagionare. La legislazione degli Emirati Arabi Uniti contempla obblighi di riposo in determinati periodi dell’anno, nelle ore più calde.

In Francia si prevede nei contratti pubblici che se i lavori devono essere temporaneamente interrotti, la delivery date è posticipata. «In realtà è la normativa spagnola quella più articolata, quella alla quale l’Italia potrebbe ispirarsi» – afferma Paci. Prevede misure preventive (la valutazione dei rischi termici, le pause termiche, l’acqua fresca, e la ventilazione adeguata), appropriati strumenti di valutazione e livelli di allerta (avvisi metereologici, misure correlate, formazione e informazione).

Caldo estremo: cosa si intende?
  1. Cosa deve fare il Contractor per tutelarsi?

Nei modelli contrattuali più diffusi, la responsabilizzazione per il caldo estremo, in termini di sicurezza dei lavoratori, riguarda per lo più il contractor. «Previsioni a tutela del contractor difficilmente sono poste a carico del committente, anche se questi svolge attività non secondarie nella realizzazione dell’impianto» – afferma Paci.

«Insomma, è utile per il contractor inserire nella pattuizione delle previsioni a favore della sicurezza dei lavoratori e che responsabilizzino il committente, in modo che non sia quantomeno solo il contractor a rispondere di eventuali problemi. E si possono disciplinare anche i casi di possibile violazione del committente, nel caso in cui possano comportare dei costi e delle spese addizionali per il contractor» – afferma Paci. Ma anche qui torniamo a ciò che si è detto prima: queste pattuizioni dipendono molto dal potere contrattuale delle parti. E le imprese italiane che si occupano di impiantistica raramente sono colossi globali.

Pagamenti, garanzie e performance bond: come evitare abusi e contenziosi

  1. Pagamenti e contenziosi

Felice Rapone, già Subcontracting Manager, Technip Energies

Sovente, i contratti internazionali come quelli basati sui modelli Fidic seguono degli schemi molto complessi, soprattutto nell’oil&gas. Per evitare contenziosi, le aziende devono seguire con cura le regole. Ad esempio, i termini di pagamento di un contratto di costruzione nell’ambito citato prevedono, in genere, un anticipo del 5% alla firma del contratto e a favore del subcontraente, l’emissione di garanzie (di anticipo del 5% o di performance del 10% del valore del contratto); l’anticipo del 5% alla mobilitazione del cantiere; il pagamento mensile al progress dei lavori (che copre l’80% del valore del contratto); quello al completamento dei lavori (5%) e quello finale (5%). C’è poi da considerare il pagamento dei lavoratori.

«Una buona gestione del contratto sotto l’aspetto dei pagamenti, per evitare o limitare abusi o contenziosi, non può prescindere da una corretta ed equa fase negoziale dei termini e delle condizioni. Si assiste spesso a negoziati che vertono solo su aspetti commerciali e tecnici dell’offerta, e che invece tralasciano del tutto l’analisi di cui stiamo parlando, a volte per mancanza di tempo, oppure per favorire l’assegnazione del contratto. Ma non affrontare il problema significa solo rimandarlo» – afferma Rapone, già subcontracting manager di Technip Energies NV, una società francese di ingegneria e tecnologia per l’industria energetica e il settore chimico. È uno spin-off di TechnipFMC, compagnia petrolifera e del gas globale franco-americana con sede nel Regno Unito che fornisce servizi per l’industria energetica.

Rapone pagamenti e contenziosi
  1. Garanzie bancarie nei contratti internazionali di vendita

Antonella Morosi, Contracts & Bids Coordination, Head of Acquisition Contracts, Leonardo Aircraft Division

Garanzie bancarie sono utilizzate a livello internazionale nella fornitura di impianti industriali a tutela del committente. In effetti, dalla firma all’esecuzione possono passare anche degli anni; da una parte il contractor riceve un acconto ad esempio del 10% o del 20% o del 30%; dall’altra il committente ha in mano solo l’impegno formale del contractor a realizzare l’impianto. Di qui il rilievo della garanzia bancaria. È un tema molto delicato: ad esempio, il contractor deve prestare attenzione a non esporsi troppo economicamente e a non impegnarsi nel rilascio di garanzie che poi che la propria banca non concederà.

Nel caso dei “performance bond“, fideiussioni emesse da un garante finanziario, come una banca o una società di assicurazione, a favore di una delle parti coinvolte in una transazione commerciale o contrattuale – «si può ad esempio negoziare una riduzione parziale del loro valore. Non è facile, ma si può» – afferma la Morosi di Leonardo, un gruppo industriale internazionale da 14,7 miliardi di ricavi che realizza capacità tecnologiche in ambito Aerospazio, Difesa e Sicurezza. Guidato dall’Ad Roberto Cingolani, è protagonista dei principali programmi strategici a livello globale, è partner tecnologico di governi, amministrazioni della Difesa, istituzioni e imprese.

Morosi performance bond

Sviluppi nella contrattualistica internazionale

Alessandro Coassolo, Legal Counsel Procurement, di Ferrero

Ferrero su scala globale acquista impianti produttivi, e lo fa sulla scorta sulla scorta di conoscenze acquisite nel tempo (perché l’azienda ha una storia di sviluppo di impianti interni con auto-progettazione) anche a proposito di qualità e dispositivi di sicurezza. Ferrero dunque – un’azienda multinazionale con sede in Lussemburgo specializzata in prodotti dolciari; con un fatturato di 14 miliardi di euro nel 2022, è il terzo gruppo a livello mondiale nel mercato del chocolate confectionery – non è il contractor, ma il committente. «Ferrero dà vita ad una discussione molto approfondita con i fornitori se prevede di verificare o accettare degli impianti. Questi sono acquisiti sulla scorta di contratti che valgono per tutto il gruppo a livello globale. Si esclude sempre l’arbitrato internazionale: la legge applicabile è quella dove l’impianto ha sede» afferma Coassolo.

Ci sono delle fasi particolarmente delicate.

La prima è la verifica dell’impianto presso il venditore. Emergono degli elementi di attenzione: ad esempio, il pagamento di una percentuale del prezzo e i rimedi nel caso in cui il test non sia risultato positivo. Ma anche delle possibili soluzioni: ad esempio quella di indicare con precisione i contenuti e i parametri della verifica, o quella di associare il pagamento di una percentuale di prezzo a fronte delle attività di spedizione.

La seconda è quella dell’installazione dell’impianto presso il cliente. Qui gli elementi di attenzione sono ad esempio la salute e la sicurezza sul luogo del lavoro o il passaggio di proprietà nella compravendita o nell’appalto. Tra le soluzioni, invece, quella di allegare al contratto le regole applicabili in caso di accesso o permanenza del personale esterno nelle sedi del cliente.

La terza è quella della verifica presso il cliente. Qui gli elementi di attenzione sono ad esempio quelli della consegna della documentazione tecnica o dell’utilizzo dell’impianto prima dell’accettazione. «Ovviamente l’interesse di Ferrero è quello di pagare quando l’impianto è stato controllato; il venditore, però, può anche non essere d’accordo. Ci si può venire incontro, ad esempio suddividendo il pagamento in due, al parziale accoglimento e dopo» – afferma Coassolo.

Coassolo quale legge è applicabile

Insomma, nella pattuizione si possono anche definire delle soluzioni articolate per abbattere l’incertezza nei rapporti con il fornitore. È nell’interesse dell’una e dell’altra parte.














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