Le sfide dei General Counsel nei mercati internazionali: l’esperienza di Sacmi

di Claudio Perrella e Alessandro Paci di RP Legal & Tax ♦︎ Compito dell'avvocato d'azienda è prospettare al management diversi scenari e strategie legali e cerca di orientarne l’azione, identificando e favorendo situazioni giuridiche da cui l’azienda possa trarre benefici

Forno a idrogeno della gamma Maestro di Sacmi

In un contesto internazionale in continua evoluzione anche dal punto di vista normativo, il ruolo dei legali interni è diventato negli ultimi anni sempre più complesso ed allo stesso tempo fondamentale nelle scelte aziendali.

Ne abbiamo parlato con Elisa Sassi, dal 2007 Head of Legal Department del Gruppo Sacmi, gruppo internazionale leader mondiale nella fornitura di tecnologie avanzate per la ceramica, plastica, food & beverage, metalli, packaging e materiali avanzati, con un fatturato da oltre 1 miliardo e 800 milioni.







D. Qual è il ruolo del legal counsel? In che modo l’ufficio legale interno può essere decisivo nelle scelte aziendali, in questo caso di Sacmi?

R. Per la mia esperienza, il ruolo del legal counsel è quello dell’avvocato dell’azienda e per l’azienda, che non fornisce solo consulenza legale, ma che individua ciò che è “giusto” nell’interesse dell’azienda, conoscendone perfettamente dal suo interno processi decisionali, strutture e dinamiche organizzative relative ai processi di lavoro, di produzione e di vendita. In sostanza, il General Counsel prospetta al management diversi scenari e strategie legali – eventualmente con il supporto dei consulenti esterni – e cerca di orientarne l’azione, identificando e favorendo situazioni giuridiche da cui l’azienda possa trarre benefici. Per un General Counsel, soprattutto per la mia esperienza nel Gruppo Sacmi, la parola d’ordine deve sempre essere “soluzione”: non ostacolare o restare fermi su posizioni rigide, ma trovare una modalità giuridicamente valida perché l’azienda persegua e raggiunga comunque i propri interessi.

D. Quali sono le principali sfide legali che un’impresa come Sacmi affronta sul mercato internazionale in questo periodo storico?

R. Il Gruppo Sacmi è composto da circa 70 società in 26 paesi nel mondo. Conformarsi alle normative nazionali e internazionali costituisce la nostra prima necessità. Tuttavia, cerchiamo – e questa è la vera sfida – di uniformare i processi legali in tutto il gruppo, anche all’estero. Ad esempio, abbiamo appena concluso l’attività di revisione della contrattualistica sales e after sales, si tratta di testi contrattuali che le società italiane del gruppo utilizzano già da tantissimi anni, ora li abbiamo aggiornati e adattati anche per l’uso in tutte le sedi estere. I nostri template naturalmente possono variare per tenere conto delle specificità locali, sono i colleghi e consulenti in loco ad assisterci in questo lavoro. Quindi, come poi questo viene declinato varia da paese a paese. Questa gestione uniforme ci consente di poterci presentare come un unico soggetto verso clienti e fornitori, a prescindere quindi dalla legal entity coinvolta. Vogliamo dare un’identità chiara al nostro Gruppo anche dal punto di vista legale.

D. Tema caldissimo è quello della gestione della supply chain. Come gestite anche a livello contrattuale e legale il tema delle criticità della catena di fornitura?

R. Come gruppo abbiamo, soprattutto nelle società italiane, un’attenzione molto alta per il tema fornitori e appalti, perché soprattutto per i fornitori di servizi le normative italiane sono molto stringenti e rigorose, e così cerchiamo di essere anche noi. Lavoro in Sacmi dal 2007 e mi sono occupata sin dall’inizio della gestione degli appalti. Dopo poco è entrato in vigore il decreto legislativo 81/2008 quale Testo Unico in materia di sicurezza sul lavoro, e abbiamo colto l’occasione per rivedere la contrattualistica dei fornitori ed adottare nuove procedure di selezione e monitoraggio nella gestione degli appalti. Abbiamo implementato una serie di attività preliminari di verifica assieme agli uffici operativi che si occupano di gestire la produzione o i cantieri, adottando criteri uniformi in tutte le consociate italiane. Periodicamente verifichiamo poi che le procedure adottate siano rispettate. Inoltre, nel periodo post-Covid, si è verificato un aumento importante dei volumi delle commesse, che ha comportato una maggior complessità di gestione della supply chain. E’ incrementato il ventaglio dei fornitori ed abbiamo affidato in outsourcing maggiori attività. Questa situazione ha determinato conseguentemente una revisione delle modalità di organizzazione di alcune attività produttive e di cantiere e abbiamo quindi effettuato ulteriori assessment sulle varie società controllate con un training specifico di formazione sugli appalti, le loro criticità e necessità, con indicazioni operative perché tutte le attività siano svolte sempre nel rispetto delle normative vigenti.

D. La normativa sull’export control è sempre più complessa. Quali sono le problematiche che dovete affrontare?

R. L’attenzione al tema dell’export è sicuramente molto elevata in Sacmi, esportando l’85% dei macchinari prodotti. L’analisi della normativa si accompagna al supporto tecnico e operativo da parte degli uffici tecnici, spedizioni, logistica, dogana. Abbiamo sistemi informatici che permettono un controllo sui codici da spedire e che hanno anche consentito di implementare procedure più specifiche. Questo processo, che ha richiesto tempo, torna ad essere un tema rilevante in caso di acquisizione di nuove aziende, le cui procedure interne devono adeguarsi agli standard di Sacmi. La nostra attenzione riguarda non solo la normativa UE ma naturalmente anche la normativa extra-UE, mi riferisco soprattutto agli Stati Uniti. Abbiamo peraltro istituito un ufficio interno gestito da un export control officer, che ha il compito di concentrare su di sé tutte le verifiche che vanno fatte e periodicamente, con la sua struttura, aggiorna le procedure, le divulga, ecc..














Articolo precedenteBuffetti acquisisce la divisione di Olivetti (Tim) che realizza sistemi di cassa per il retail
Articolo successivoE80: con l’Intelligenza Artificiale abilitiamo la condivisione tra tecnologia ed esperienza umana! Ecco come






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui