Rockwell punta forte sull’Italia e sceglie Asem come centro d’eccellenza per gli industrial pc

di Renzo Zonin ♦︎ L’acquisizione dell’azienda friulana, al centro del Virtual Connect, migliorerà le soluzioni di convergenza It/Ot della multinazionale dell’automazione. Primo frutto dell’unione è la piattaforma IioT, che analizza i dati in real time

PR04 Rockwell Automation

Una media azienda friulana diventa il cuore pulsante della seconda multinazionale mondiale dell’automazione. Gli sviluppi dell’acquisizione di Asem (così si chiama la società in questione), avvenuta nello scorso mese di maggio, sono stati al centro dell’evento Virtual Connect di Rockwell Automation, che vede la partecipazione di decine di migliaia di persone e che è un punto di riferimento per il settore, e che quest’anno è avvenuto online per i noti motivi pandemici.

È stata Susana Gonzales, president Europe, Middle East & Africa, a commentare per prima l’acquisizione dell’azienda di Artegna (Ud) specializzata nelle soluzioni Ipc. «Per noi di Rockwell è una pietra miliare avere Asem come parte della nostra famiglia e del nostro portfolio – ha dichiarato la Gonzales – e non vedo l’ora di vedere l’impatto che Asem avrà sui nostri clienti, non solo nella regione Emea ma in tutto il mondo». Per effetto dell’acquisizione, Fabrizio Scovenna, managing director di Rockwell Italia, ora ha anche assunto la carica di president of the board of directors di Asem.







 

Asem, chi è e cosa farà

Elia Guerra, international sales director di Asem

Asem è stata fondata dall’attuale amministratore delegato, Renzo Guerra, e si specializza molto presto nel settore dei Pc industriali. Oggi l’azienda, che conta 204 dipendenti (il 30% dei quali si occupano di ricerca&sviluppo) ha un portfolio che copre i mercati dell’automazione industriale, del test e delle misure, con prodotti che vanno da una gamma completa di Pc e monitor industriali a linee di sistemi Hmi, controllo, teleassistenza e gateway per l’IioT. Le piattaforme hardware sono x86 e Arm, mentre sul lato software troviamo Uniqo Hmi, Premium Hmi, Ubiquity e Codesys SoftPlc e SoftMotion. Punto di forza di Asem è la sua capacità progettuale, che copre hardware, firmware, software, meccanica e sistemistica. Di fatto l’azienda progetta internamente tutti i suoi prodotti, e gestisce in proprio tutto il processo produttivo, fin dall’assemblaggio. Questo permette all’azienda di personalizzare in modo esteso i suoi prodotti, sia dal punto di vista della dotazione che della costruzione, arrivando a customizzare il singolo prodotto (Asem può produrre a “lotto uno”) per il singolo cliente.

All’interno di Rockwell, Asem diventa il “centro di eccellenza per l’industrial computer” della multinazionale di Milwaukee, un ruolo che le sta aprendo nuove opportunità di mercato. Tuttavia, in Asem ci tengono a puntualizzare che lo “spirito” dell’azienda rimane intatto. «Voglio rassicurare tutti i nostri clienti presenti e futuri – ha dichiarato Elia Guerra, international sales director di Asem  – che l’azienda continuerà ad operare con il suo approccio al mercato e con la sua identità. Quindi manterremo la nostra rete di vendita, e continueremo a sviluppare i nostri prodotti, con la nostra solita rapidità nell’arrivare sul mercato e con il nostro ritmo elevato di introduzione di nuove tecnologie. Quindi non ci sono cambiamenti nel tipo di supporto e di servizio che forniamo, e continuiamo a far crescere il nostro team e il nostro business. In aggiunta a tutto questo, stiamo diventando il Centro di Eccellenza per l’Industrial Computer di Rockwell Automation, e porteremo quindi il nostro portfolio di prodotti di prima classe alla più grande azienda del mondo dedita esclusivamente all’industrial automation. La cosa ci sembra molto promettente, no?».

Fabrizio Scovenna Sps-ICP-1958
Fabrizio Scovenna, managing director di Rockwell Italia, ora ha anche assunto la carica di president of the board of directors di Asem.

Secondo Guerra, quello fra Asem e Rockwell è un connubio perfetto. Le due aziende sono complementari, sia come prodotti, che come mercati e come approccio al mercato. «Per quanto riguarda i prodotti, negli ultimi 10 anni ci siamo specializzati sugli Industrial Pc, sugli Hmi e sulle soluzioni per l’accesso da remoto, occupandoci internamente dello sviluppo, dell’ingegnerizzazione e della produzione sia dell’hardware sia del software. E oggi vediamo un grande potenziale di crescita nell’introdurre le nostre tecnologie nel portfolio di Rockwell Automation. In termini di mercato, Asem ha sempre puntato sugli Oem, e molti nostri clienti sono produttori di macchinari. I due mercati chiave in Europa sono da sempre l’Italia e la Germania, dove abbiamo una presenza diretta, mentre copriamo gli altri Paesi con una rete di distributori e partner – anche a livello mondiale abbiamo alcuni distributori nei Paesi chiave. Rockwell invece ha una posizione dominante in mercati dove non eravamo presenti, come quello nord-americano, o il mercato degli utenti finali, sul quale non ci siamo mai focalizzati fino a oggi».

Secondo Guerra, anche la storia delle due aziende è in qualche modo complementare: Asem nacque come società di ingegneria con l’obiettivo di fornire soluzioni di automazione basate su microprocessori – di qui il nome, acronimo di “Automazione Sistemi Elettronici Microcomputer”. Nei primi anni, quando il mercato dell’automazione era ancora piccolo in Italia, l’azienda crebbe producendo schede di espansione per personal computer da ufficio, che non erano ancora una commodity bensì un mercato emergente. Fu alla fine degli anni ‘80 che in Asem si pensò di utilizzare la tecnologia x86 anche per i Pc di tipo industriale. L’azienda friulana fu quindi fra le prime a realizzare Pc industriali basati su x86, e anche fra le prime a portare nel mondo dell’Ot e dell’automazione l’approccio basato su standard aperti tipico del settore Ict nel quale operava da anni. Lo stesso approccio contraddistingue la produzione software di Asem, per esempio la soluzione di accesso remoto Ubiquity. «Per Ubiquity ci ispirammo in qualche modo alla tecnologia di Skype (oggi proprietà di Microsoft, NdR). L’idea era di mettere a disposizione dei nostri clienti, molti dei quali produttori di macchinari, questo tipo di tecnologia per consentire loro di accedere da remoto alla macchina e di programmare ogni singolo dispositivo all’interno della rete delle macchine. Lo mettemmo a disposizione sotto forma di soluzione software installabile sui nostri Pc industriali, sui nostri Hmi e su router dedicati che abbiamo progettato e costruito. Ma poteva anche essere installato su hardware di terze parti, se il cliente lo desiderava». Questo dunque è stato il percorso che ha portato Asem dall’It all’automazione. Rockwell, d’altro canto, proviene dal mercato dell’automazione, e ha fornito questo tipo di tecnologie ai più grandi utilizzatori mondiali per oltre un secolo. «Asem e Rockwell formano un connubio perfetto per soddisfare l’attuale trend, che vede una convergenza fra le tecnologie It e quelle Ot. È l’unione fra due aziende tecnologiche che vogliono portare le fabbriche a un nuovo livello di digitalizzazione».

Al di là delle parole di circostanza, l’unione è già operativa e ha già prodotto i primi frutti. Da alcuni giorni infatti è disponibile la prima gamma di prodotti Rockwell “made in Friuli”: si chiama VersaView 6300, ed è una piattaforma IioT pensata per analizzare in tempo reale i dati IioT a livello di macchina per fornire informazioni e insight che consentano di prendere direttamente all’interno dello stabilimento decisioni che aumentino la produttività e l’efficienza dell’impianto. La piattaforma è stata progettata in modo specifico per l’utilizzo in ambiente industriale, è esente da manutenzione, e viene prodotta negli stabilimenti di Asem per garantire la massima qualità e affidabilità.

 

Altre acquisizioni in vista?

Blake D. Moret, Chairman e ceo Rockwell Automation

Sempre in tema di acquisizioni, negli ultimi mesi anche altre aziende si sono aggiunte alla “famiglia” di Rockwell. Per esempio citiamo Kalypso, specializzata nel software delivery e nel consulting, e Mestech, un system integrator e provider globale di Manufacturing Execution System che vanta una solida esperienza nell’utilizzo delle soluzioni software di Rockwell. Filo conduttore di queste acquisizioni è, secondo la Gonzales, il desiderio di velocizzare il delivery delle soluzioni Rockwell ai clienti, e di assisterli in tutte le fasi del viaggio verso l’evoluzione digitale. Rockwell naturalmente continua a investire nello sviluppo delle sue linee di prodotti, soluzioni e servizi, ma continuerà anche nella politica di acquisizioni per completare la sua offerta a tutti i livelli, tanto che la Gonzales ha suggerito che presto ci potrebbero essere ulteriori nuovi arrivi nella “famiglia”.

 

PlantPax, pronta la versione 5.0

Un altro tema forte di Virtual Connect è stata la nuova versione del software PlantPax, il Dcs (Distributed Control System, sistema di controllo distribuito) di Rockwell, del quale è stata ufficialmente resa disponibile la release 5.0. Annunciata per la prima volta nel novembre 2019, la release 5.0 era appunto attesa per l’estate del 2020, e Rockwell è riuscita a mantenere la promessa nonostante i mesi di lockdown.

«Uno degli obiettivi chiave della nuova versione era di ridurre l’impronta, riducendo il numero di componenti nell’architettura del sistema, semplificando così il setup e la configurazione e ottenendo un sistema più facile da manutenere – ha spiegato Alain Hermans, process product manager Emea –  siamo riusciti a ridurre significativamente il numero di server unit, di control unit, e l’infrastruttura di rete necessaria. Il secondo obiettivo chiave era di avere la massima consistenza fra l’hardware e il sistema Dcs. E un terzo obiettivo era di semplificare il workflow e aggiungere funzioni di cybersecurity direttamente a livello di sistema». Tutto questo è stato ottenuto con modifiche estese del sistema – per esempio, la libreria di processo ora è stata spostata nei controller, riducendo l’ingombro e aumentando la disponibilità di memoria; e sono stati introdotti i diagrammi Sama per poter configurare l’intero sistema da un singolo punto. Altre novità riguardano l’arrivo degli High Profile Analytics, che consentono fra l’altro di ridurre i tempi necessari per gestire guasti e manutenzioni, e di introdurre piani di manutenzione predittiva.

La nuova versione del software PlantPax, il Dcs (Distributed Control System, sistema di controllo distribuito) di Rockwell, del quale è stata ufficialmente resa disponibile la release 5.0, è stata annunciata per la prima volta nel novembre 2019. La release 5.0 era appunto attesa per l’estate del 2020, e Rockwell è riuscita a mantenere la promessa nonostante i mesi di lockdown

Reagire alla crisi del Covid-19

Anche Rockwell negli ultimi mesi ha dovuto confrontarsi con la crisi del Covid-19. E anche in questo l’Italia si è distinta positivamente. Secondo la Gonzales, «La nostra prima priorità è stata la sicurezza dei nostri dipendenti, dei nostri clienti e di tutti coloro con cui lavoravamo. Tutti abbiamo subito un impatto, in un modo o nell’altro, e il mio pensiero è con coloro che hanno subito la malattia o una perdita in questi mesi. La nostra seconda priorità è stata di mantenere la business continuity, e continuare a fornire un buon livello di servizio. E mentre molte aziende sono state costrette a fermarsi, noi siamo stati sufficientemente fortunati da riuscire ad affiancare le comunità locali nella lotta alla pandemia. Questo periodo ci ha anche permesso di mettere in luce la resilienza dei nostri team, e abbiamo visto molte nostre persone andare oltre il loro dovere per combattere la pandemia». La Gonzales ha ricordato due episodi sull’argomento. Il primo è la collaborazione di un team Rockwell con l’università danese di Aalborg, che ha permesso di progettare e costruire un ventilatore polmonare in soli 17 giorni. I progetti del ventilatore sono completamente liberi da vincoli di proprietà intellettuale, e quindi chiunque nel mondo lo può costruire seguendo le specifiche del progetto, reperibili su Internet. Il secondo episodio riguarda da vicino l’Italia, perché coinvolge Ima Group, leader mondiale nella progettazione e produzione di macchinari per il confezionamento e cliente di Rockwell. Ima, in collaborazione con Teknoweb Converting, società posseduta dalla capogruppo, in soli tre mesi è riuscita a mettere a punto un macchinario in grado di produrre ben 400 maschere facciali al minuto. «Abbiamo anche aiutato un altro nostro cliente, una distilleria irlandese, a convertire rapidamente la propria linea per passare alla produzione di gel disinfettante per le mani. In questo caso è stato evidente come le aziende che avevano già iniziato il passaggio verso la digitalizzazione, con l’obiettivo di migliorare la propria flessibilità, siano state molto più rapide a reagire al problema posto dal Covid-19». E per finire, la Gonzales ha citato un caso più generalizzato di adozione di nuove tecnologie in risposta all’emergenza Covid. «Durante il lockdown, il nostro partner Ptc ha offerto in uso gratuito Vuforia Chalk, uno strumento di assistenza remota in realtà aumentata. Lo strumento era già disponibile, ma con il lockdown le aziende hanno realizzato quanto fosse importante poter aiutare i propri dipendenti non solo di persona ma anche in remoto sfruttando nuove tecnologie, e l’iniziativa è stata un successo». Rockwell, tra parentesi, fin da aprile ha trasferito on-line con buoni risultati la maggior parte dei suoi programmi di training e formazione.

VersaView 6300 è una piattaforma IioT pensata per analizzare in tempo reale i dati IioT a livello di macchina per fornire informazioni e insight che consentano di prendere direttamente all’interno dello stabilimento decisioni che aumentino la produttività e l’efficienza dell’impianto

Rockwell Automation è un’azienda con oltre 23.000 dipendenti e opera in oltre 100 Paesi del mondo. Guidata dal ceo Blake D. Moret, in carica dal 2016, l’azienda ha il suo quartier generale a Milwaukee, nel Wisconsin, e ha fatturato nel 2019 6,69 miliardi di dollari. La filiale italiana, guidata dal country director Fabrizio Scovenna, conta 9 sedi e un organico di circa 200 persone (senza considerare Asem, di cui ora Scovenna è anche president of the board of directors), che commercializzano e forniscono supporto alla gamma di prodotti venduti con marchi come Allen-Bradley e Rockwell Software.














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