Responsabili Ict Pa italiana: solo il 6% ritiene infrastruttura dati adeguata per obiettivi digital transformation

Lo studio di Pure Storage rivela che solo il 44% dei progetti Ict pubblici attuali è giudicato in linea con le aspettative e in via di completamento nei tempi e nei budget stabiliti

I dati possiedono le potenzialità per consentire la realizzazione dei programmi di trasformazione delle pubbliche amministrazioni centrali: sia che si tratti di raggiungere obiettivi strategici, sia che si vogliano fornire servizi migliori ai cittadini. Ma qual è il rapporto della Pa con gli analytics?

Una survey realizzata da Pure Storage, società specializzata nelle soluzioni dati, ha rivelato come solamente il 6% dei responsabili Ict della pubblica amministrazione italiana ritenga l’attuale infrastruttura dati adeguata a consentire il raggiungimento degli obiettivi di trasformazione strategica. Dal sondaggio effettuato su responsabili Ict senior della Pa è emerso come in Italia l’infrastruttura dati esistente comprometta l’agilità operativa (76%), contribuisca all’aumento dei costi operativi (73%), crei problemi di compliance (73%) e riduca la capacità di rispondere alle aspettative dei cittadini (78%).







La ricerca riporta come in Italia solo il 44% dei progetti Ict pubblici attuali – la percentuale più bassa di tutta Europa – sia giudicata pienamente in linea con le aspettative e in via di completamento nei tempi e nei budget stabiliti. Un migliore utilizzo dei dati è stato identificato come elemento essenziale affinché la Pa centrale possa promuovere il cambiamento al proprio interno, aderire ai mutamenti delle policy e migliorare i risultati per il cittadino. Tuttavia, nonostante il riconoscimento del ruolo dei dati come fattore di abilitazione primario, le infrastrutture legacy limitano potenzialmente questi progetti.

L’87% degli intervistati è consapevole di come i dati siano uno strumento in grado di trasformare le esperienze dei cittadini, mentre l’88% a propria volta ritiene che ciò possa generare fiducia nei confronti della pubblica amministrazione. La metà delle persone sentite afferma che i dati sono stati importanti per realizzare un servizio efficiente per i cittadini, mentre il 38% dichiara che la realizzazione di un servizio affidabile, ininterrotto e ottimizzato per il mobile dipenderà dai dati. Poco più della metà degli intervistati (52%) ritiene che i dati possano aiutare a creare un’esperienza semplice e lineare per gli utenti; l’85% dei responsabili Ict della pubblica amministrazione italiana è convinto che la propria infrastruttura legacy stia frenando il progresso della trasformazione digitale, mentre la quasi totalità (90%) ritiene di aver bisogno di passare ad un’infrastruttura IT più veloce e flessibile.

«L’architettura legacy che molte amministrazioni possiedono non supporta completamente il lavoro necessario a ricavare un maggior valore dai dati – ha commentato Mauro Bonfanti, Regional Director Italy di Pure Storage – Quel che occorre è un ambiente ICT moderno in grado di scalare verso l’alto on-demand, allineare i workload applicativi all’infrastruttura più efficace, promettendo di evitare qualsiasi interruzione operativa affinché la PA possa realmente raggiungere i propri obiettivi di trasformazione digitale».

Come accade con i risultati per i cittadini, l’impiego dei dati è stato identificato anche come uno strumento in grado di aiutare la pubblica amministrazione a prepararsi al futuro in condizioni sempre più difficili. In un’epoca nella quale i budget continuano a ridursi, quasi la metà (40%) degli intervistati ritiene di poter fare un uso migliore di dati e analytics per conseguire risparmi e produrre più valore. Un ulteriore 54% ha dichiarato che questo permetterebbe di migliorare anche il processo decisionale real-time.

Esiste una serie di altri fattori che sta rendendo sempre più urgente il rinnovamento delle strategie e delle infrastrutture dati da parte della Pa, come l’obbligo di seguire un approccio “cloud first” (29%), le valutazioni da parte del pubblico e le crescenti aspettative dei cittadini (40%), la necessità di una maggior collaborazione e il passaggio verso un’amministrazione “connessa” (42%).

Il 67% ha intenzione di rinnovare la propria strategia dati e la relativa infrastruttura nell’arco dei prossimi due anni per supportare meglio gli obiettivi strategici del proprio ufficio. Tuttavia, gli ostacoli maggiori posti su tale percorso sono gli investimenti nelle infrastrutture dati (85%), gli investimenti nelle applicazioni (71%), i processi legacy e la mancanza di agilità (85%), assieme alla carenza di esperienze e competenze digitali (83%).

 














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