Renault Group: The Future is neutral! Sfide e strategie sull’economia circolare

di Barbara Weisz ♦︎ La newco si occuperà di tutte le attività di demanufacturing e remanufacturing, consulenza e formazione su come applicare i criteri di sostenibilità ambientale. È aperta aperta a clienti e investitori esterni. Obiettivo di fatturato: 2,3 miliardi di euro al 2030. Il ceo è Jean-Philippe Bahuaud

Luca De Meo, ad Renault

Riutilizzo di tutti i materiali e le componenti dell’auto, consulenza e formazione su come applicare sostenibilità ambientale ed economia circolare in tutte le fasi del ciclo di vita dell’auto, e una specializzazione nuova nel riciclo delle batterie a circuito chiuso. Si chiama The Future is Neutral l’ultima iniziativa lanciata dal gruppo Renault, un vero e proprio nuovo marchio con un obiettivo ambizioso: diventare il primo player europeo nell’economia circolare automobilistica a circuito chiuso. Per il momento, spiega Luca de Meo, amministratore delegato Renault Group, «riunisce tutti i nostri asset industriali e tecnologici, nonché la nostra rete di partner strategici», ma è aperto anche ad altri player. Obiettivo: fatturare 2,3 miliardi di euro entro il 2023, con un margine operativo lordo del 10%.

«Quella dell’economia circolare è una sfida internazionale», prosegue il numero uno del gruppo. Il ceo della nuova entità è Jean-Philippe Bahuaud, che sottolinea la missione di The future is neutral: «spingere l’industria automobilistica verso la neutralità delle risorse, estraendo da ciascun veicolo la maggior quantità possibile di materiale necessario per produrre un nuovo modelli». Attualmente, la percentuale di riciclo è relativamente bassa: le nuove auto che vengono immesse sul mercato contengono il 20-30 per cento di materiali riciclati che arrivano dal mercato dell’auto. Questo, anche se ci sono 11 milioni di autoveicoli all’anno composti per l’85% da materiali riciclabili che raggiungono il fine vita.







 

La missioni di The Future is Neutral

Il punto è che i materiali vengono per lo più utilizzati in altri settori, come l’edilizia o la metallurgia. La mission di The future is neutral, prosegue Bahuaud, è quello di «spingere l’industria automobilistica verso la neutralità delle risorse, estraendo da ciascun veicolo la maggior quantità possibile di materiale necessario per produrre un nuovo modello». L’economia circolare è da tempo al centro delle strategia del gruppo Renault (vedi progetto Re-Factory), che in questo è leader a livello internazionale, in primavera ha raggiunto il 70% del riciclo delle parti delle proprie auto dimesse. L’attività di recupero si diversifica in specifici segmenti del mercato dell’auto (batterie, metalli, carrozzerie, componenti). The Future is Neutral è la holding, che controlla direttamente quattro società specializzate in diversi segmenti:

  • Gaia: raccolta e riutilizzo delle parti e riciclaggio dei materiali dei veicoli fuori uso, fatturato 2021 pari a 33 milioni;
  • Indra (joint venture partecipata al 50% dal Gruppo Renault e al 50% dal partner Suez): recupero materiali auto fuori uso, fatturato 2021 63 milioni di euro;
  • Boone Comenor (Joint venture partecipata al 33% dal Gruppo Renault e al 67% da Suez): riciclo metalli, fatturato 2021 651 milioni di euro;
  • una nuova attività interamente dedicata al riciclo delle batterie.
La mission di The future is neutral è quello di spingere l’industria automobilistica verso la neutralità delle risorse, estraendo da ciascun veicolo la maggior quantità possibile di materiale necessario per produrre un nuovo modello

Training e formazione

Come detto, è aperta anche a tutti gli altri player del mercato dell’auto, proponendo oltre al riutilizzo anche attività legate sempre all’economia circolare legate alle diverse fasi di vita del prodotto, quindi produzione (incrementando la percentuale di materiali riciclabili) utilizzo (auto ecologica) e appunto dismissione. Oltre a formazione e servizi di consulenza, con il supporto del campus Circular Mobility Industry (Icm) con sede a Flins, nell’ambito del gruppo ReKnow University.

 

Obiettivi e investimenti

L’obiettivo sopra specificato di 2,3 miliardi al 2030 verrà raggiunto sommando alle attività già svolta quelle nuove (come il riciclo batterie e la formazione). Obiettivo intermedio, al 2025, pari a 1,5 miliardi.

L’obiettivo sopra specificato di 2,3 miliardi al 2030 verrà raggiunto sommando alle attività già svolta quelle nuove (come il riclo batterie e la formazione). Obiettivo intermedio, al 2025, pari a 1,5 miliardi

L’investimento previsto è pari a 500 milioni di euro al 2030, su questo fronte c’è anche un’offerta al mercato, nel senso che la nuova entità è aperta a capitale esterni. Sul fronte del riciclo di materiali, Renault (sempre con riferimento al 20230) punta a raggiungere i 3 milioni di tonnellate nell’acciaio (quasi un raddoppio rispetto a 1,8 milioni 2021), 9mila tonnellate di plastica e rame 8sei volte tanto rispetto a oggi), 4mila 500 tonnellate di materiali di batterie (qui non c’è un confronto perché l’attività inizierà nel 2024).

 

Il recupero delle batterie

Jean-Philippe Bahuaud, ceo The Future is Neutral e Luca De Meo, ceo Renault Group

Una sfida nella sfida è rappresentata dalla nuova attività di recupero batterie a circuito chiuso (peraltro già effettuata da Gaia). Qui, l’obiettivo è diventare il leader europeo. L’offerta al mercato si basa sull’esperienza interna (un processo industriale di livello mondiale in termini di resa e purezza per garantire il livello richiesto di contenuto riciclato nelle loro batterie al miglior costo, la più grande flotta europea di auto elettriche (900mila entro fine 2022), sfrutta la rete in espansione di Indra per assistere nella raccolta delle batterie e l’esperienza di Gaia nella diagnosi delle batterie. Infine, The Future Is Neutral lavorerà anche con i suoi partner produttori di batterie, come Verkor, per unire le loro batterie a fine vita con i rifiuti di produzione. Qualche cifra sui risultati già raggiunti dalla varie società del gruppo in tema di economia circolare: in dieci anni le attività sviluppate da Gaia, Indra e Boone Comenor hanno consentito di recuperare 14 milioni di tonnellate di acciaio, in pratica l’equivalente di oltre 17 milioni di veicoli, o di un anno di produzione in Europa, e 12mila tonnellate di plastica e rame, sufficiente per fornire la produzione di un anno di Renault Megane in polipropilene.

 

(Ripubblicazione dell’articolo pubblicato il 13 ottobre 2022)














Articolo precedenteAutomotive: la strategia giusta può trasformare le crisi in opportunità! Parola di Alixpartners
Articolo successivoAlfa Romeo e… i 49 esperti! La nuova identità tra elettrificazione e internazionalizzazione






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui