Lavoro 4.0: evoluzione o rivoluzione?

Riceviamo e pubblichiamo integralmente un articolo di Carol Richter, product manager di reichelt elektronik, su come la crescente collaborazione uomo-macchina possa favorire il successo nel mondo industriale

Il termine Industria 4.0 fa riferimento all’intero processo di digitalizzazione della produzione industriale, segnando un importante passo in avanti nella storia della tecnologia rispetto alle tre rivoluzioni industriali precedenti: il passaggio massiccio dalla manifattura alla produzione meccanizzata del XIX secolo, la crescente popolarità della catena di montaggio all’inizio del XX secolo e la prima ondata di digitalizzazione con l’avvento del computer negli anni ’70.

Elemento comune dei tre periodi citati è che ogni rivoluzione è stata accompagnata da un cambiamento nel modo di lavorare, dato dalla successiva automatizzazione del processo di lavoro – seppur parzialmente. Come avviene per ogni cambiamento, il progresso tecnologico è però accompagnato anche da un sentimento di paura riguardante la possibilità che il lavoro dell’uomo possa essere sostituito dai macchinari.







L’insorgere di proteste contro la riduzione delle attività umane a favore dell’avvento di impianti e macchinari hanno infatti caratterizzato tutte le tre rivoluzioni industriali. Ma perché questa quarta rivoluzione, che il mondo industriale si trova ad attraversare, dovrebbe essere diversa dalle precedenti? La paura del cambiamento è un fattore naturale da superare per poterci evolvere senza necessariamente compiere una rivoluzione.

Le opportunità offerte dall’automazione

L’incertezza che ogni cambiamento porta con sé è imprescindibile. Secondo uno studio di “The European House Ambrosetti”, il 14,9% del totale degli occupati italiani, pari a 3,2 milioni, potrebbe perdere il posto di lavoro entro il 2033 a causa di un aumento dell’automazione. Eppure, sono ancora molti coloro che non considerano i notevoli vantaggi derivanti dall’automazione e, se usata correttamente, le sue opportunità.

Oltre ad aumentare la produttività e a ridurre i costi, molte aziende vedono nell’automazione un fondamentale aiuto per la riduzione dei carichi di lavoro dei loro dipendenti. Nel campo della robotica, ad esempio, gli investimenti riguardano soprattutto l’utilizzo di macchinari in grado di eseguire compiti fisicamente complessi o pericolosi per l’uomo. Sempre più spesso, anche le attività standardizzate e ripetitive vengono affidate ai robot, portando da un lato vantaggi in termini di ottimizzazione dei processi e, dall’altro, favorendo la nascita di nuovi modelli di business.

Il ruolo della rete

Nuovi modelli di business stanno anche emergendo come il risultato di nuovi modi per la creazione di valore dati da una maggiore apertura delle aziende nei riguardi delle tecnologie moderne: la robotica, i Big Data e l’intelligenza artificiale sono solo alcuni degli elementi che favoriscono la nascita di prodotti e applicazioni completamente nuovi. E sono proprio questi gli aspetti fondanti che segnano il passaggio dalla fase precedente, in cui il mondo virtuale-digitale e quello fisico vengono messi in rete per favorire l’apprendimento automatico nella produzione.

È comprensibile che tutto ciò porterà a cambiamenti significativi nel mondo del lavoro, ciò che è cruciale è il modo in cui questo verrà affrontato. Alcuni posti di lavoro si trasformeranno generandone di nuovi, mentre la divisione del lavoro tra uomo e macchina subirà un cambiamento. In questo senso è importante preparare in tempo utile i dipendenti di oggi al lavoro di domani. Ne è un esempio l’aumento dell’utilizzo dei cosiddetti cobot – i robot collaborativi che coinvolgono gli umani per lavorare sulle macchine – in cui la forza, la resistenza e la precisione dei robot si unisce all’esperienza, al giudizio e alla flessibilità dell’uomo.

Il concetto di lavoro 4.0

Un fattore che assumerà sempre più importanza riguarda il funzionamento delle macchine e la loro crescente complessità, motivo per cui le aziende si trovano dinnanzi alla necessità di dover iniziare a formare i loro dipendenti.

Macchine ed impianti diventano collaboratrici dirette dell’uomo, ma è l’uomo che deve mantenere il controllo fornendo loro i comandi corretti. Con l’espansione dell’Industria 4.0 aumenta parallelamente anche la richiesta di risorse 4.0, in cui i lavoratori mantengono il loro ruolo di “menti creative” lungo tutto il processo di produzione. Un pensiero non convenzionale in cui automazione e individuo camminano di pari passo e in cui l’uomo non è più un mero spettatore. Oggi più che mai, le aziende devono guardare all’intera rete delle macchine tanto quanto alla capacità di comunicazione uomo-macchina, per ogni singolo individuo. Ciò che una volta venivano definite come le soft-skill dei lavori tecnici industriali, oggi diventano delle caratteristiche sempre più complesse che garantiscono un’azione veloce e il raggiungimento efficace degli obiettivi tra diversi specialisti.














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