Fujitsu introduce Qumulo, per lo storage per dati non strutturati. La distribuzione è affidata a Finix

La soluzione software defined consente di gestire petabyte di informazioni sparse all'interno del cloud e di differenti data center

La soluzione Qumulo è in grado di gestire petabyte di dati non strutturati e sparsi su più sistemi.

Qumulo è la nuova soluzione di storage di Fujitsu che fornisce visibilità in tempo reale su dati e utenti permettendo una gestione più efficace dei dati. Grazie all’adozione del machine learning, Qumulo è in grado di gestire la stragrande maggioranza delle richieste di lettura (il 90%) in meno di un millisecondo, recuperando i dati dalla cache interna, sulla quale vengono precaricati i dati che hanno maggiore probabilità di essere richiesti, e associando automaticamente i dati al tier appropriato e ottimizzando la gestione dei file e i supporti storage in base ai comportamenti degli utenti.
Qumulo è progettato per ambienti ibridi che abbracciano il data center, i cloud privati e i cloud pubblici, e permette agli utenti di condividere informazioni supportando nel contempo molteplici protocolli storage che rendono possibile il consolidamento dei dati. Questo accorgimento semplifica la gestione dei dati all’interno degli ambienti distribuiti e fornisce la capacità di assorbire la crescita imprevedibile dei dati non strutturati e rispondere alle richieste di dati proviene da crescenti quantità di applicazioni residenti sia nel cloud sia al di fuori di esso.

«Continuiamo a sentir dire che i dati sono il nuovo metallo aureo della nostra epoca», ha dichiarato Olivier Delachapelle, head of category management di Fujitsu. «È effettivamente così, ma prima che i dati possano avere un qualsivoglia valore occorre estrarre, gestire e raffinare interi petabyte di dati non strutturati. Il nuovo approccio seguito da Fujitsu con la soluzione Qumulo si basa su una information repository ad alte prestazioni realizzata su misura, in grado di scalare illimitatamente per permettere ai clienti di setacciare enormi quantità di dati per trovare quelle pepite che possiedono un valore effettivo».







«La soluzione Qumulo, basata su un file system di tipo ‘cloud-native’, grazie al quale è possibile scalare non solo in termini di capacità, ma anche di numerosità degli oggetti, arriva a supportare diverse decine di miliardi di file», spiega Cristian Antonucci, sales specialist di Finix Technology Solutions, distributore della soluzione. «La capacità locale e quella in cloud possono essere gestite come un ‘unico file system’; in questo modo Qumulo permette il trasferimento di workload da e verso il cloud pubblico. Per un cliente, questo significa poter estendere – temporaneamente – la potenza di calcolo che ha localmente con quella disponibile sul cloud pubblico e rispondere quindi a eventuali picchi di domanda. Inoltre, il dato è sempre fruibile dalle applicazioni, a prescindere dalla propria posizione; mediante API, infatti, è possibile definire dei microservizi che consentono alle applicazioni l’access ai dati indipendentemente che siano in locale o nel cloud».














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