Ptc: il machine learning per trasformare i dati in un vantaggio competitivo

L'apprendimento automatico può contribuire a ridurre gli sprechi, migliorare l'efficienza energetica e prevenire guasti impiantistici, fornendo vantaggi economici e ambientali

Paolo Delnevo, vp southern europe & general manager Ptc Italia

Grazie ai dati – e all’uso che se ne fa – si possono ottenere molteplici benefici. Questo perché favoriscono l’innovazione delle aziende, ne migliorano la redditività, le rendono più sostenibili e più flessibili nell’affrontare le sfide di mercato. Però non è semplice: il concetto di big data generati dall’Internet of Things implica sia una grande quantità di dati raccolti, sia una estrema eterogeneità (ossia la provenienza da sistemi, protocolli e standard diversi, che spesso rendono difficile la loro catalogazione per il successivo utilizzo). L’intelligenza artificiale sta contribuendo in maniera significativa in tal senso: i dati provenienti da sensori, singole macchine o interi stabilimenti arricchiscono il bacino di informazioni (data lake) collocati sui server locali o nel cloud, in attesa di essere elaborati. Opportunamente utilizzati, consentono alle aziende di comprendere meglio ciò che accade nei propri reparti e di valutare con ragionevole certezza ciò che avverrà nell’immediato futuro per anticipare potenziali eventi negativi, affrontarli in modo proattivo o addirittura evitare che si verifichino.

Un potenziale non semplice da sfruttare

Come accennato, trarre il massimo dai dati può rivelarsi una sfida complessa da portare a termine con successo: spesso sono sparsi tra aree geografiche diverse, su sistemi con standard differenti e non di rado sono difficili da raccogliere e inviare su server remoti.
Secondo i dati Istat, solo il 6,2% delle imprese italiane ha dichiarato di utilizzare sistemi basati su IA, valore che scende al 5,3% per le piccole aziende e cresce al 24,3% per quelle più grandi. Per cominciare è quindi opportuno restringere il campo a una specifica branca dell’IA: il machine learning, che si concentra sull’esecuzione di compiti ben precisi per i quali un computer è stato opportunamente addestrato. In altre parole, fa meno cose, ma le fa meglio. Lo stesso Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) prevede finanziamenti di oltre 13 miliardi di euro per l’ammodernamento delle imprese attraverso l’acquisizione di tecnologie per la comunicazione intra-fabbrica, l’intelligenza artificiale e l’adozione di software per l’apprendimento automatico.







Sostenibili e redditizi: perché no!?

Un altro tema al centro dell’interesse di aziende di ogni genere e dimensione è quello della sostenibilità. È possibile unire i vantaggi dell’IA alle necessità ambientali? Anche in questo caso, la risposta è “sì”. Uno studio del parlamento europeo indica come, attraverso l’uso dell’IA, sia possibile ridurre le emissioni globali di gas serra entro il 2030 di una percentuale compresa tra l’1,5 e il 4%. È bene inoltre ricordare che, se in passato la sostenibilità poteva richiedere scelte economicamente difficili da giustificare e non sempre convenienti, allontanando alcune realtà dall’adottare un approccio più green, oggi non è più così. Sappiamo non solo che la sostenibilità è necessaria, ma che diventa conveniente già nel medio periodo. La questione, quindi, non è più se valga la pena adottare pratiche di progettazione e produzione sostenibili, ma come farlo al meglio.

Realizzare prodotti migliori, che richiedano meno materie prime e meno energia per funzionare, ottimizzando i consumi degli stabilimenti nei quali vengono assemblati: ecco dove IA e sostenibilità trovano il proprio punto di contatto, e la chiave sono ancora una volta i dati. Gli investimenti necessari per avanzare in questa direzione vengono ripagati velocemente, riducendo gli sprechi e migliorando l’efficienza energetica e produttiva degli impianti. Il machine learning può identificare anomalie nei processi, segnalare picchi di consumo, indicare il surriscaldamento di un macchinario prima che si trasformi in un vero e proprio guasto. Talvolta piccole azioni possono portare a grandi vantaggi: si stima che un’ora di fermo impianto possa costare fino a 116.000 euro!

Un passo alla volta, nella giusta direzione

Abbiamo visto come questo percorso possa offrire grandi soddisfazioni, ma sia anche ricco di insidie. Per questo è bene procedere per step, identificare le aree dalle potenzialità più interessanti, partendo da attività circoscritte ma rimanendo concentrati su una visione più ampia. Così facendo è possibile compiere dei passi in avanti senza compromettere processi consolidati. Una volta ottenuti i primi successi, diventerà più facile indirizzare i successivi investimenti. Il machine learning è una soluzione molto concreta per le aziende che vogliono trasformare i propri dati in un vantaggio competitivo. Mantenendo una visione aperta, supportati dagli strumenti giusti e guidati da una strategia ben definita, si possono vincere anche le sfide più ambiziose.














Articolo precedenteLa svolta 4.0 di Elica, player superstite del Bianco Made in Italy
Articolo successivoAl via il Green Energy Day (20 aprile), l’evento di Coordinamento Free e Mase per “toccare con mano” rinnovabili ed efficienza energetica






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui