Primeggiare nel Cad? È un lavoro… solido

di Marco Scotti ♦︎ SolidWorks, brand di Dassault Systèmes, detiene oltre il 20% delle postazioni di progettazione. E con il nuovo prodotto 3D Experience raggiunge 12 industry diverse. A colloquio con Gian Paolo Bassi, numero uno dell'azienda

Dassault
Un esempio delle virtualizzazioni di 3DExperience

«Solidworks è sicuramente il sistema Cad/3D più diffuso al mondo. L’83% delle principali università del mondo lo usa. Ci rivolgiamo a un pubblico molto ampio, che utilizza per la progettazione sia il 3D che il 2D. I nostri prodotti sono generalmente multi-purpose, ma verticali come applicazioni: Cad, sistemi di simulazione, data management e via dicendo». Gian Paolo Bassi, amministratore delegato di Solidworks, spiega a Industria Italiana come il brand – che fa parte di Dassault Systèmes – sia diventato il più importante operatore mondiale nel settore della progettazione tridimensionale. E quali siano gli obiettivi per incrementare il market share. Nelle scorse settimane Dassault ha rilevato per 6 miliardi di dollari MediData – azienda leader nel settore farmaceutico – con l’intento di “aggredire” una industry in cui ancora non era presente e che si affianca ai settori tipici, dall’automotive all’aerospazio fino all’industrial equipment.

 







Che cos’è Solidworks e dove vuole arrivare

Solidworks è un anzitutto un software di disegno e progettazione tridimensionale. Inizialmente sviluppato dalla Solidworks Corporation – fondata nel 1993 a Waltham (nel Massachusetts) da uno studente del Mit, Jon Hirschtick – era esclusivamente dedicato all’ingegneria meccanica. Si trattava, al tempo, di realizzare un Cad 3d facile ed economico, che utilizzasse Windows come sistema operativo. Quattro anni dopo la fondazione, la società fu acquistata al 100% da Dassault Systèmes. Soliworks offre una gamma di strumenti di analisi in grado di prevedere il comportamento fisico di un prodotto nel mondo reale, collaudando i modelli Cad in ambiente virtuale. Ogni anno vengono vendute circa 80mila nuove licenze, tanto che il 23% delle entrate di Dassault Systèmes (che fattura 3,2 miliardi di euro) derivano da questo software.

Gian Paolo Bassi, ceo SolidWork

«La posizione di leader di mercato del nostro Cad è decisamente consolidata – ci spiega Bassi – e abbiamo il 22% del mercato cosiddetto “indirizzabile”, che può essere conteggiato in circa 1,5 milioni di postazioni. Si tratta del 40-50% dell’installato totale, per questo siamo convinti che i margini di crescita siano ancora piuttosto ampi. Le opportunità vanno prevalentemente in due direzioni: il 3D, che è il nostro “bread and butter”, la nostra cifra stilistica, e il 2D. Nel secondo caso, infatti, ci siamo accorti che ci sono industry, come quella delle costruzioni, in cui la bidimensionalità è ancora molto impiegata. In questo caso noi possiamo aiutare le aziende ancorate al 2D a proteggere il loro investimento e a muoversi all’interno di una piattaforma che serve per innovare, concepire e gestire il ciclo di vita degli oggetti creati. Per cui per il futuro attueremo tre strategie: faremo proselitismo nel 3D per convincere le aziende che è necessario adottarlo; ci rivolgeremo a chi il 3D già lo applica ma è ancora obsoleto; e amplieremo il nostro portafoglo con soluzioni che sono molto complete e allargano l’ambito di progettazione, come Cnc e manufacturing execution system».

Ecosistema Solidworks. Fonte Dassault Systèmes

 

I diversi prodotti di Solidworks

Il nuovo portafoglio si chiama 3DEXPERIENCE.Works a cui si sono recentemente aggiunti dieci nuovi prodotti, ampliando la platea a 25 complessivi. Il Cad rimane la base dell’installato, poi sono i clienti che devono fare tutto il resto, dalla simulazione al Cnc, dal manufacturing alla progettazione. Inoltre, i prodotti di Solidworks sono tendenzialmente multi-purpose, ma piuttosto verticalizzati come singola disciplina.

PartSupply in Solidworks. Copyright Dassault Systèmes

«Abbiamo Cad che possono essere impiegati in 12 diverse industrie – prosegue Bassi – abbiamo applicativi di simulazione, di data management, di manufacturing. Sono tutti prodotti che abbracciano diversi settori ma molto specifici nelle funzionalità. Questo perché il pubblico a cui noi ci rivolgiamo è rappresentato dalle Pmi e queste soluzioni garantiscono facilità d’uso, riduzione dei costi di training e di manutenzione e velocità nell’applicazione: è la nostra fortuna!».

La piattaforma di SolidWorks. Fonte Dassault Systèmes

 

Il futuro del 3D

Come detto, le industry in cui Solidworks è particolarmente efficace sono automotive, aerospazio e industrial equipment. Questo perché nella zona dell’Emilia ci sono molte eccellenze in questi tre settori che utilizzano la progettazione tridimensionale. L’esplosione di questa metodica negli ultimi dieci anni, non direttamente collegata alla manifattura additiva, dipende da una serie di fattori che riguardano principalmente i costi di produzione e il time to market.

Credit blogs.3ds.com

«Noi – prosegue il numero uno di Solidworks – siamo specializzati nella stampa sottrattiva, ovvero realizziamo oggetti prismatici che sono ottimi per il taglio del metallo. In questo caso, il costo è rappresentato dalla rimozione di parti di metallo, quindi se non si hanno problemi di costo è meglio non andare a “toccare” troppo. Il discorso si ribalta con la manifattura additiva: c’è un approccio più sostenibile in cui l’aumento del prezzo è rappresentato dall’inserimento di più metallo. Per questo abbiamo dato vita a nuovi servizi per l’industria, che consentono la produzione di manufatti che sono più economici grazie alla metodica dell’injection molding. Abbiamo oggetti più complessi che pesano meno, costano meno e si producono più facilmente. Inoltre i progettisti possono inventare nuove leghe, nuovi materiali compositi: hanno una nuova arma a disposizione, a patto che la tecnologia li accompagni. Siamo di fronte a una rivoluzione che necessita di educazione. Ci vorrà del tempo prima che le industrie adottino questo approccio. Noi però abbiamo un vantaggio competitivo: facciamo parte di Dassault Systèmes e abbiamo accesso a queste tecnologie che poi rendiamo accessibili alle Pmi. Le piccole aziende, infatti, non hanno a disposizione un’armata di Phd che fanno ricerca e sviluppo e si affidano a noi perché il nostro mestiere è quello di semplificare, ridurre i costi e facilitare l’introduzione nella società di un nuovo business model più sostenibile».

Il futuro della tecnologia per Dassault. Fonte Dassault Systèmes

 

La sostenibilità

Proprio questa tematica è al centro della mission di Dassault Systèmes, che ha come motto quello di portare “sustainable innovation” per armonizzare i prodotti, natura e vita. L’intenzione di Solidworks è quella di collegare la scienza dei prodotti con quella della vita. «Guardiamo a un futuro più sostenibile e più umano – conclude Bassi -. Per questo Dassault ha appena ultimato il suo investimento più grande, sei miliardi, per rilevare Medidata, azienda leader nel settore farmaceutico e nelle life-science. Questa sta diventando una core industry per noi, che andrà ad affiancarsi a quelle più consolidate. Noi stiamo cercando di evitare gli sprechi e di aiutare il pianeta attraverso una serie di accorgimenti che stiamo mettendo a punto. Ad esempio, è da dieci anni che abbiamo puntato su un prodotto, Sustainability, che serve a calcolare la carbon footprint, l’impatto di una produzione sull’ecosistema. Quando l’abbiamo lanciato nessuno parlava del tema, oggi siamo stati ampiamente ricompensati. Stiamo anche garantendo supporto alle start-up con programmi di mentorship. Abbiamo rapporti con oltre 4.000 aziende neonate nel mondo, di cui un centinaio in Italia. Abbiamo 300 incubatori e acceleratori d’impresa e stiamo portando avanti un ulteriore progetto: ogni anno creiamo un FabLab in giro per il mondo in zone disagiate: in Rwanda e in Bhutan, ad esempio».

Egosistema versus ecosistema













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