Pnnr: tutti i particolari sulle misure per il lavoro da 12,62 miliardi

di Silvia Santoro ♦︎ Tra le disposizioni messe in campo: fondo nuove competenze, apprendistato duale, incentivi per le assunzioni di giovani e donne. Prevista la creazione di reti territoriali di servizi di istruzione e formazione anche attraverso partenariati pubblico-privato in forma di industry academy

Il Consiglio dei Ministri martedì 12 gennaio 2021, ha approvato la proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza – (Pnrr), da inviare a Camera e Senato per le valutazioni. Il Piano dovrà dare attuazione, in Italia, al programma “Next Generation EU”, varato dall’Ue per integrare il Quadro finanziario pluriennale (Qfp) 2021-2027 alla luce delle conseguenze economiche e sociali della pandemia in atto. L’azione di rilancio del Paese tracciata dal Piano è guidata da obiettivi di policy e interventi congiunti ai tre assi strategici condivisi a livello europeo e sono: digitalizzazione e innovazione; transizione ecologica; inclusione sociale.

Il Piano consente di affrontare, in modo radicale, le profonde trasformazioni imposte dalla duplice transizione, ecologica e digitale, una sfida che richiede una forte collaborazione fra pubblico e privato. Inoltre, attraverso un approccio integrato e orizzontale, si mira al rafforzamento del ruolo della donna e al contrasto alle discriminazioni di genere, all’accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani, al riequilibrio territoriale e allo sviluppo del Mezzogiorno. Tali priorità non sono affidate a singoli interventi circoscritti in specifiche componenti, ma perseguite in modo trasversale.







Il Piano si articola in sei missioni, che rappresentano “aree tematiche” strutturali di intervento:

  1. digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
  2. rivoluzione verde e transizione ecologica;
  3. infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  4. istruzione e ricerca;
  5. inclusione e coesione;
  6. salute.

Alle Politiche Attive del lavoro, il Recovery Plan dedica 12,62 miliardi. Ci sono i finanziamenti per la decontribuzione Sud, gli incentivi per le assunzioni di giovani e donne e il Fondo nuove competenze, ma anche per imprenditoria femminile, apprendistato duale e Servizio civile.

Esaminiamo di seguito quali sono i provvedimenti e le misure messe in campo dal Governo finalizzati ad accompagnare la trasformazione del mercato del lavoro definendo nuovi strumenti per facilitare le transizioni occupazionali, per migliorare l’occupabilità dei lavoratori e per innalzare il livello delle tutele “nel mercato” attraverso la formazione.

Risorse del dispositivo Next Generation EU per missione

Il Recovery Plan approvato dal Consiglio dei Ministri: misure per il lavoro per 12,62 miliardi di euro

Ad annunciare in prima battuta cosa prevede la proposta del Pnrr per il lavoro è stata la ministra Catalfo qualche ora prima del CdM sulla sua pagina Facebook ufficiale.

“Ci sono 7,1 miliardi di euro: 3,1 per le politiche attive, 3 per la realizzazione del Piano nazionale per le nuove competenze, 600 milioni per l’apprendistato duale e 400 milioni per il sostegno all’imprenditoria femminile.”

E ha aggiunto:

“Oltre a questo, ci sono anche circa 4,5 miliardi per il finanziamento della fiscalità di vantaggio per il Sud e per le nuove assunzioni di giovani e donne. Un ingente investimento nel capitale umano, leva fondamentale per la ripartenza del Paese.”

La ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ha inoltre anticipato alcune misure del prossimo decreto Ristori quinquies come le nuove settimane di cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti.

Il Recovery Plan approvato dal Consiglio dei Ministri

Il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte

Al tema delle Politiche attive per il lavoro è dedicata la prima componente della missione 5 del Recovery Plan “Inclusione e Sociale”. Le altre due componenti riguardano “Infrastrutture sociali, famiglie”, comunità e terzo settore, con un budget di 10,83 miliardi, e gli “Interventi speciali per la coesione territoriale”, cui vanno 4,18 miliardi di euro.

In tutto la missione 5 del Piano nazionale di ripresa e resilienza vale 27,63 miliardi e finanzia investimenti e riforme che rispondono alle raccomandazioni della Commissione europea in materia di sostegno all’occupazione, in particolare giovanile e femminile, incremento delle competenze e formazione di lavoratori e disoccupati, anche per accompagnare la transizione verso un’economia sostenibile e digitale, e infine riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno e delle aree interne.

Un’attenzione prioritaria è dedicata alle politiche di sostegno all’occupazione e alle transizioni occupazionali, con attenzione alla qualità dei posti di lavoro creati. Per accompagnare la modernizzazione del sistema economico del Paese e la transizione verso un’economia sostenibile e digitale, si prevede infatti un forte sostegno alla creazione di posti di lavoro, alla formazione e alla riqualificazione dei lavoratori, nonché al reddito durante le transizioni occupazionali. L’Italia vuole porre rimedio agli scarsi investimenti nelle competenze, e al conseguente rallentamento della transizione verso un’economia basata sulla conoscenza.

In particolare, andando alla bozza ora disponibile del Recovery Plan, al capitolo Inclusione e coesione sono indicati gli obiettivi generali della missione e che sono, tra gli altri, per il lavoro:

  • rafforzamento delle politiche attive del lavoro e della formazione di occupati e disoccupati;
  • aumento dell’occupazione giovanile di qualità attraverso il rafforzamento del sistema duale;
  • sostegno all’imprenditoria femminile come strumento di autonomia economica;
  • potenziamento del servizio civile universale con la stabilizzazione dei posti annui.

 

I progetti del Recovery Plan per il lavoro e la formazione

La prima linea di intervento della componente, intitolata “Politiche attive del lavoro e sostegno all’occupazione”, vale 7,5 miliardi di euro e si articola in quattro misure:

  • Politiche attive del lavoro e formazione (3,5 miliardi)
  • Piano nuove competenze (3 miliardi)
  • Apprendistato duale (600 milioni)
  • Sostegno all’imprenditoria femminile (400 milioni).

 

Dalla riforma dei centri per l’impiego al Programma GOL

Il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo

I 3,5 miliardi destinati alle politiche attive dovranno contribuire ad aumentare il tasso di occupazione, facilitando le transizioni lavorative da un impiego all’altro, o dalla disoccupazione al lavoro, l’inserimento lavorativo dei Neet, e l’adeguamento delle competenze alle trasformazioni del mercato del lavoro.

Per raggiungere questi obiettivi si interviene anzitutto modificando la disciplina dell’assegno di ricollocazione, rafforzando i centri per l’impiego e affidando al nuovo Programma nazionale Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol), già previsto dalla legge di Bilancio 2021, la presa in carico dei disoccupati e delle persone in transizione occupazionale, sia per la profilazione dei servizi al lavoro che per la formazione.

 

Piano nuove competenze

3 miliardi sono invece dedicati al progetto del Piano nuove competenze, che mira a sviluppare un sistema permanente di formazione (life-long learning, reskilling e upskilling), attraverso il potenziamento del sistema dei centri di formazione professionale, dei fondi interprofessionali (che potranno fare attività di formazione anche per i disoccupati), degli Its, dei centri provinciali di istruzione per adulti (Cpia) e delle Università.

Prevista la creazione di reti territoriali di servizi di istruzione, formazione e lavoro, anche attraverso partenariati pubblico-privato in forma di industry accademy.

Per la formazione degli occupati viene invece confermato il Fondo nuove competenze istituito dal Decreto Rilancio, che sostiene con contributi a fondo perduto le aziende che decidono di rimodulare l’orario di lavoro dei propri dipendenti per impegnarli in attività di formazione sulla base di specifici accordi collettivi con le organizzazioni sindacali. Partito con una dotazione iniziale di 230 milioni di euro a valere sul Programma Operativo Nazionale Spao 2014-2020 e rifinanziato dal dl Agosto, con 500 milioni per il biennio 2020-21, il Fondo viene alimentato con un miliardo proveniente da React-Eu, lo strumento del pacchetto Next Generation EU che fa da ponte tra l’attuale e la prossima programmazione dei fondi europei.

La programmazione di React EU integra il Pnrr per un valore complessivo di 13 miliardi di euro (esclusa l’assistenza tecnica), secondo i principi di complementarietà e di addizionalità rispetto al RRF, contribuendo alla realizzazione degli interventi orientati a realizzare le transizioni verde e digitale e al perseguimento contestuale degli obiettivi di riequilibrio territoriale e socioeconomico e di rafforzamento strutturale del Mezzogiorno, in coerenza con gli obiettivi definiti nel Piano Sud 2030. Le risorse del programma React EU, destinate per il 67,4% al Mezzogiorno, daranno inoltre continuità agli interventi per contrastare i pesanti effetti economici e sociali della pandemia, rafforzando il contributo già fornito dalla politica di coesione con gli accordi di riprogrammazione
dei fondi strutturali per l’emergenza sanitaria, sociale ed economica, nell’ambito di CRII plus, che hanno consentito di mobilitare in breve tempo circa 12 miliardi di euro

 

Apprendistato duale

Per favorire l’occupabilità dei giovani il Recovery Plan prevede anche il potenziamento del sistema duale, per aumentare le sinergie tra i sistemi d’istruzione e formazione con il mercato del lavoro. L’intenzione è quella di promuovere modalità di apprendimento on the job, costruendo percorsi formativi che rispondano ai fabbisogni professionali delle imprese e riducano il mismatch tra le competenze richieste nel mercato del lavoro e quelle in uscita dai percorsi di istruzione e formazione.

 

Sostegno all’imprenditoria femminile

L’ultimo progetto, a cavallo tra riforma e investimento, consiste nella razionalizzazione degli strumenti a sostegno dell’autoimprenditorialità femminile e dell’innovazione nelle imprese condotte da donne o a prevalente partecipazione femminile, soprattutto con riferimento alla digitalizzazione e alla transizione verde.

Al Fondo a sostegno dell’imprenditoria femminile già previsto dalla manovra 2021 si affiancheranno quindi misure di accompagnamento – tra cui mentoring, supporto tecnico-gestionale, interventi per la conciliazione vita-lavoro -, oltre a campagne di comunicazione multimediali ed eventi e azioni di monitoraggio e di valutazione.

A questi si aggiungono nel medesimo capitolo gli obiettivi per Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore cui sono destinati 10,83 miliardi e Interventi speciali per la coesione territoriale per 4,18 miliardi di euro.

Per affrontare la sfida della R&S, sono previste due linee d’intervento che riguardano nel dettaglio: Rafforzamento di Ricerca e Sviluppo e delle iniziative IPCEI; Trasferimento di tecnologia e sostegno all’innovazione

Finanziamenti React-Eu per decontribuzione Sud e incentivi assunzioni

La seconda linea di intervento della componente dedicata al lavoro, “Fiscalità di vantaggio per il lavoro al Sud e nuove assunzioni di giovani e donne”, riguarda le agevolazioni previste dalla manovra 2021 e finanziate con le risorse di React-EU.

Con i 4,47 miliardi di React-Eu sarà quindi possibile dare seguito alla decontribuzione Sud, avviata in via sperimentale dal decreto Agosto e stabilizzata dalla manovra, con aliquota decrescente, fino al 2029, e finanziare gli sgravi contributivi al 100% per chi assume under 36 e donne.

La maggior parte delle risorse, 4 miliardi di euro, vengono assorbite dallo sgravio sui contributi pensionistici per le aziende situate nelle otto Regioni meno sviluppate e in transizione, cioè Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, mentre all’esonero contributivo per le assunzioni di giovani e donne vanno, rispettivamente, 340 milioni e 126 milioni di euro, per un totale di 466 milioni.

 

Più fondi per il Servizio civile universale

La terza linea di intervento è relativa al potenziamento del Servizio civile universale, cui sono destinati 650 milioni di euro. L’obiettivo è incrementare la qualità dei progetti e il numero dei giovani, raggiungendo gli 80 mila volontari nel corso del periodo di vigenza del Pnrr coinvolti in attività che contribuiscono al miglioramento della coesione sociale del Paese.

Attraverso il rafforzamento del Servizio civile si punta quindi, da una parte, ad offrire a un maggior numero di ragazzi la possibilità di compiere un percorso di apprendimento non formale, attraverso il quale accrescere le proprie conoscenze e competenze, e di orientarsi meglio rispetto allo sviluppo della propria vita professionale; dall’altra, si mira a diffondere il valore e l’esperienza della cittadinanza attiva dei giovani come strumento di inclusione e di coesione sociale e a realizzare, con il contributo dei volontari, interventi di valenza sociale più efficaci sui territori, sia relativi alla dimensione della transizione al verde e al digitale che diretti ad attenuare l’impatto sociale ed economico della crisi dovuta al Covid-19.














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