Il lavoro ibrido cresce ma servono piattaforme sicure e hardware di qualità. La ricerca di Logitech

L’indagine rileva un’accelerazione degli investimenti in strumenti di collaborazione a livello globale, ma le aziende devono essere preparate ad affrontare le sfide della cybersecurity

Davide Bevilacqua, head of enterprise Italy di Logitech

Qual è l’attuale situazione del lavoro ibrido? Una risposta arriva da uno studio realizzato da Logitech ha con il supporto della società Frost & Sullivan intitolato “Progetta soluzioni di collaborazione personale per la forza lavoro ibrida dioggi”. Dalla ricerca è emersa una fotografia dei cambiamenti occorsi nei mesi della pandemia e in cui si evidenziano le esigenze odierne dei dipendenti e le sfide degli It manager, su cui incombe la responsabilità di abilitare il nuovo paradigma.

In termini generali, l’indagine rileva un’importante accelerazione degli investimenti in strumenti di collaborazione a livello globale. Emerge infatti che il 57% del campione preso in esame lo ha già fatto, mentre il restante 35% prevede di farlo nei prossimi due anni. Questo testimonia non solo l’impegno delle imprese a supportare la forza lavoro ibrida, ma anche che i mezzi tecnologici – piattaforme e dispositivi hardware – non siano ancora perfettamente adeguati allo scopo. Tra le sfide da affrontare e vincere, il 65% degli It manager cita quelle relative alla sicurezza dei dati, ma senza dimenticare lo scarso engagement dei dipendenti (56%), che si ripercuote su produttività ed efficienza.







«La situazione del mercato e la congiuntura economica e sociale che si è venuta a creare nel periodo post pandemia hanno accelerato la naturale evoluzione della Video Collaboration. È un settore nel quale abbiamo iniziato ad investire da alcuni anni e dove siamo riusciti a conquistare in breve tempo la leadership di mercato mondiale», afferma Davide Bevilacqua, head of enterprise Italy di Logitech.

Le basi solide dell’hybrid work: piattaforme sicure e hardware di qualità

Per supportare un mondo che cambia, i responsabili It e i dipendenti hanno bisogno di piattaforme di collaboration ma anche di tutto l’hardware a supporto, che comprende webcam personali, auricolari e cuffie con microfono.

Per gli IT manager, in particolare, è fondamentale ridurre la complessità di gestione dei dispositivi usati dai dipendenti e vogliono un pannello di controllo unificato, visibilità e sicurezza per dati e applicazioni. Per questo scalabilità, accessibilità, sicurezza e il modello a servizio tipici del cloud rappresentano un supporto adeguato a tali esigenze.

Nel post pandemia si è verificato un forte incremento (+350%) nell’uso del video come modalità di comunicazione. Per le aziende, diviene quindi necessaria la fornitura di prodotti pratici, semplici da usare e di qualità, che favoriscano la produttività quotidiana. Secondo la ricerca, durante la pandemia il 56% delle aziende ha distribuito soluzioni per videoconferenze desktop a tutti i dipendenti, il 52% sistemi client voce e di Unified Communications e il 51% ha fornito cuffie con microfono.

Gli utenti finali, dal canto loro, chiedono strumenti di livello professionale, in grado di migliorare il comfort e di condividere facilmente audio, video e altri contenuti. Dispositivi che siano plug and play, ma che garantiscano anche un’ottima qualità della voce e del video durante le ormai onnipresenti video-call. Non si dimentichi, infatti, che il 26% dei responsabili It identifica con la facilità d’uso e la qualità le due principali caratteristiche assenti nelle attuali soluzioni di videoconferenza.

La ricerca parla chiaro, il lavoro da remoto non verrà meno. È significativo infatti che il 93% degli intervistati prevede che circa un quarto dei dipendenti possa continuare a lavorare da casa. Da questo scaturisce una conseguente revisione degli spazi aziendali (il 37% delle imprese li ridurrà) e un aumento per il 36% delle aree di condivisione (sale riunioni). Il 28% invece lavorerà completamente da remoto, a testimonianza di una trasformazione epocale che cambierà per sempre la concezione dell’esperienza lavorativa.

Lo smart working nel post pandemia

Il trend di crescita della modalità smart working ibrida è confermato anche dallo studio condotto a novembre 2021 dall’Osservatorio del Politecnico di Milano dal quale è emerso che saranno 4,38 milioni i lavoratori che opereranno almeno in parte da remoto e questa norma sarà introdotta nell’89% delle grandi aziende, nel 62% delle Pa e nel 35% delle Pmi. In ciascuna realtà il file rouge sarà quello di ristrutturare gli spazi di lavoro in modo da trovare il miglior equilibrio fra lavoro in ufficio e a distanza, con l’obiettivo di mantenere i benefici che sono stati messi in luce sia da dipendenti che dai datori di lavoro in termini di efficacia, efficienza e work life balance.














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