Pirelli chiude un 2019 sprint. E il futuro è premium

di Aldo Agosti ♦️ La Bicocca porta i ricavi a 5,3 miliardi, mentre l'utile sale a 457 milioni. Ora la sfida è la crescita sui peumatici di alta gamma

Marco Tronchetti Provera, ceo e vice presidente esecutivo di Pirelli

Conti in ordine e prospettive ambiziose. Pirelli sgomma e guarda al futuro, con 900 milioni di investimenti, che proiettano uno dei gruppi simbolo dell’industria italiana, oggi sotto il controllo della cinese ChemChina, verso il futuro. I conti, prima di tutto.

Un 2019 sprint







Lo storico produttore di pneumatici si è lasciato alle spalle un 2019 all’insegna della crescita, dei ricavi e dal punto di vista della redditività. Le cifre contenute nel bilancio 2019, parlano chiaro. Tanto per cominciare, Pirelli ha chiuso l’esercizio con un utile netto totale in crescita del 3,5% sul 2018, a 457,7 milioni di euro. Bene anche il fatturato, con i ricavi aumentati a 5,3 miliardi di euro (+2,5%) mentre l’Ebit adjusted, indicatore della redditività, si è attestato a 917,3 milioni, con un margine al 17,2%.

In lieve flessione poi, la posizione finanziaria netta, risultata pari a 3 miliardi, in riduzione rispetto ai 3,1 miliardi di fine 2018. I conti del 2019, hanno permesso al gruppo guidato da Marco Tronchetti Provera di ritoccare la politica di remunerazione degli azionisti. Il board Pirelli, che ha approvato i numeri del 2019 ha infatti deciso di proporre all’assemblea convocata per il 18 giugno prossimo la distribuzione di un dividendo di 0,183 euro per ogni azione (0,177 euro per azione nello scorso esercizio), per un totale complessivo di 183 milioni di euro (177 milioni nel 2018), con un payout di circa il 40% del risultato netto consolidato. Più nel dettaglio, il dividendo relativo all’esercizio 2019 sarà posto in pagamento a partire dal 24 giugno 2020.

Non è finita, perché il consiglio di amministrazione della Bicocca ha deciso anche di rinnovare l’autorizzazione all’emissione di prestiti obbligazionari fino a un massimo di 1,8 miliardi di euro entro il 31 marzo 2021. Si tratterà di bond destinati esclusivamente a investitori qualificati. A settembre 2020 scadrà il prestito obbligazionario collocato da Pirelli & C. sul mercato Eurobond nel marzo 2018 e garantito da Pirelli Tyre per 200 milioni di euro.

I piani di Pirelli al 2022

Fin qui il passato. Ora il futuro, nell’orizzone di due anni. Il piano al 2022, data l’esposizione di Pirelli in Cina, non può prescindere dalla constatazione che il coronavirus ha già avuto nel trimestre un impatto nell’ordine di 30 milioni a livello di Ebit con due stabilimenti su tre fermi tra quelli che la Bicocca conta in Cina. E che, almeno sulla carta, si presenta come un percorso stand alone che non preclude però al gruppo di valutare, quando si presenteranno, combinazioni in grado di creare valore.

I target del piano Pirelli confermano nel piano triennale la centralità dei prodotti high Value (pneumatici di almeno 18 pollici, segmento alto dell’industria delle gomme) nel quale ci si aspetta una crescita media annua dei volumi di circa il 9% a fronte del 6% stimato di crescita generale del mercato e disegna un percorso che a regime consentirà al gruppo di arrivare a 5,8 miliardi di euro di ricavi nel 2022, con una crescita media annua del 3%, e un margine ebit rettificato in crescita al 18%-19% dei ricavi (dal 17,2% di fine 2019). I target del nuovo piano industriale, che ruota intorno a 900 milioni di investimenti, puntano a portare la posizione finanziaria netta a circa 3,3 miliardi a fine 2020 e a 2,5 miliardi circa a fine 2022 (dai 3,5 miliardi di fine 2019) e prevedono una generazione di cassa per circa 1,5 miliardi nel triennio.

Sempre più premium

Insomma, quello delle auto Premium/Prestige continuerà a rappresentare un mercato chiave per Pirelli, spinto da un ulteriore incremento delle omologazioni, da una crescente domanda di Suv e crossover, dalle nuove tecnologie legate allo sviluppo dell’elettrico e della connettività e da un parco sempre più orientato verso pneumatici High Value. Per queste ragioni per il mercato dei pneumatici top di gamma si stima per il prossimo triennio una domanda ancora sostenuta (+6% medio annuo tra il 2019 e il 2022 quale risultante di un +7,5% nel canale ricambi e di un +4,3% nel primo equipaggiamento), pur in uno scenario di pressione sui prezzi che potrà essere più contenuta per i player più solidi in termini di innovazione e brand.














Articolo precedenteM&A in diminuzione in Italia. Chi ci salverà? L’industria
Articolo successivoNadella fa acquisti in Spagna: rilevata la maggioranza di Husillos Ipiranga e Shuton






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui