Perchè Carlos Tavares di Stellantis frena sulle auto elettriche

Il ceo della quarta casa automobilistica boccia le politiche Ue sulle emissioni. Il rischio è che la classe media non possa più permettersi l'auto.

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Carlos Tavares, ceo di Stellantis

L’auto elettrica, prima o poi, conquisterà tutti, ma il momento non è ancora maturo. Ne è convinto Carlos Tavares, ceo di Stellantis, la quarta casa automobilistica più grande del mondo, nata nei primi giorni del 2021 dalla fusione tra Psa ed Fca: per l’amministratore delegato le vetture a batteria costano ancora troppo e la loro sempre maggiore produzione e diffusione dipende dalle politiche dei Governi.

Secondo le norme sulle emissioni in vigore in Europa e in Cina, infatti, le case automobilistiche sono chiamate a vendere un numero sempre maggiore di auto a emissioni zero, pena importanti sanzioni o l’acquisto di crediti verdi dalle società più virtuose, Fca, nei mesi scorsi, ha acquistato questi crediti da Tesla, mentre Volkswagen e Jaguar Land Rover hanno dovuto pagare costose multe all’Ue per aver mancato l’obiettivo.







«La brutalità con cui il cambiamento viene imposto a questo settore è un eufemismo. È un cambiamento imposto completamente dall’alto verso il basso e del tutto brutale», ha detto Tavares in occasione del Future of the Car Summit del Financial Times. «Come proteggiamo la libertà di mobilità delle classi medie che potrebbero non essere in grado di permettersi di acquistare una veicolo elettrico a batteria a 35.000 € in un momento in cui per lo stesso prodotto convenzionale ne pagano la metà?».

Se è vero che i costi per componenti e mezzi alla spina sono in discesa, è anche vero, sottolinea Tavares che bisogna fare i conti anche con le «conseguenze sociali» di queste scelte: le aziende cambiando la produzione saranno costrette a tagliare il numero dei dipendenti e guardare al rientro dei margini operativi, motivo per cui le auto elettriche verranno offerte sul mercato a prezzi ancora alti. «Se offri una mobilità pulita accessibile solo ai clienti ricchi, non avrai un impatto significativo sulle emissioni di carbonio», ha aggiunto il Ceo, sostenendo che anche le istituzioni avrebbero potuto fare scelte «efficienti affidandoci a tecnologie diversificate».

Le mosse della Gran Bretagna

Intanto, dalla Gran Bretagna, arriva la notizia di regole, in materia, ancora più severe. «Creeremo il nostro regime di emissioni ora che abbiamo lasciato l’UE», ha detto nei giorni scorsi il ministro dei trasporti britannico Rachel Maclean. La dichiarazione non trova impreparata la quarta casa automobilistica, che dopo la decisione della Gran Bretagna di eliminare gradualmente le vendite di auto a benzina o diesel dal 2030 ha spinto Stellantis, che possiede lo stabilimento di Vauxhall a Ellesmere Port nel Regno Unito , ad annullare i piani per costruire una nuova Vauxhall Astra e ad approcciarsi alla costruzione di una nuova auto a batteria.

Mancanza di chip e guida autonoma

All’evento, Carlos Tavares ha anche affrontato il problema della mancanza dei chip, che ha costretto l’azienda a chiudere nelle scorse settimane, tra gli altri, lo stabilimento di Melfi. La carenza dei semiconduttori sta colpendo l’intero settore molto “duramente”, spiega l’amministratore delegato, sostenendo che “più a lungo durerà la crisi dei chip, più difficile sarà sostenere l’attuale modello di business dell’industria automobilistica”.

Tra i temi affrontati anche quello della della guida autonoma: la tecnologia, chiosa il ceo di Stellantis, “non prenderà mai il sopravvento completamente”.














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