Nutanix: il futuro è nel cloud ibrido. Entro 5 anni sarà adottato dal 56% delle imprese italiane

L'It è considerato strategico da 3 aziende su 4: il 69% ha aumentato i propri investimenti

Il Covid-19 ha avuto un forte impatto sulle strategie It aziendali, costringendo molte realtà a rivederle accelerando il loro percorso di trasformazione digitale. In particolare, il ruolo del data center sta cambiando rapidamente: solo il 4% delle imprese oggi utilizza strutture non abilitate per il cloud. Sono i dati che emergono dal report Enteprise Cloud Index di Nutanix, realizzato da Vanson Bourne che ha intervistato 3.400 responsabili It di aziende in tutto il mondo, Italia inclusa.

Un aspetto interessante evidenziato dal rapporto è il fatto che in Italia riporta il più elevato utilizzo di cloud privato rispetto a qualsiasi altro Paese: il 35% degli intervistati italiani utilizza esclusivamente questa tipologia di “nuvola”. Una situazione destinata a cambiare, però: il 52% degli intervistati afferma che ha in programma per il prossimo anno di eseguire più applicazioni in cloud pubblici.







Entro 5 anni, invece, sarà il cloud ibrido il modello più diffuso, e verrà adottato dal 56% delle aziende italiane: l’utilizzo esclusivo di modelli tradizionali di data center e cloud privato è previsto solo nel 5% delle implementazioni durante lo stesso periodo di tempo.

I tre principali motivi alla base del cambiamento delle infrastrutture in Italia sono il miglioramento del supporto fornito ai lavoratori da remoto (62%), un migliore controllo dell’utilizzo delle risorse IT (54%) e una maggior flessibilità per soddisfare le esigenze aziendali (49%). Il risparmio sui costi, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, si posiziona all’ottavo posto (12%) come stimolo al cambiamento.

«La pandemia di COVID-19 ha costretto molte aziende italiane ad utilizzare infrastrutture di cloud pubblico per supportare rapidamente un gran numero di lavoratori da casa e, in generale, ha portato a nuovi investimenti in infrastrutture e strumenti di cloud ibrido», spiega Alberto Filisetti, country manager di Nutanix Italia. «Ma è anche vero che le aziende italiane hanno capito che il modello cui erano abituate non era più sostenibile, soprattutto in ottica di digital transformation. Ecco perché oggi, il belpaese punta con convinzione e decisione al cloud ibrido, un modello che rappresenta di fatto la chiave di volta per la business agility. Un ambiente cloud ibrido integrato oltre a fornire un’esperienza, strumenti e procedure operative coerenti tra diversi cloud privati e pubblici, contribuisce ad abbattere i silos, ridurre le inefficienze, dare impulso alle iniziative digitali. In quest’ottica, ciò che conta, è creare un’infrastruttura flessibile, scalabile e agile al punto giusto per soddisfare sia le esigenze quotidiane delle aziende sia le sfide che si presenteranno in futuro. È altresì importante puntare allo sviluppo delle competenze IT necessarie per gestire con efficacia ambienti cloud ibridi e l’infrastruttura stessa e che le aziende italiane evolvano il loro mix di ambienti indipendenti in servizi cloud privati e pubblici integrati con funzionalità unificate di visibilità, gestione, sicurezza e portabilità delle applicazioni».














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