Monti, Edison: attivi per portare il nuovo nucleare in Italia

Gli small modular reactor contribuiranno alla decarbonizzazione al 2050. Possibili risparmi fino a 400 miliardi di investimenti tra il 2035 e il 2050

«Il nuovo nucleare potrebbe contribuire alla decarbonizzazione al 2050. In uno scenario di utilizzo al 2050, la generazione di energia deriverebbe per l’80% da fonti rinnovabili, per il 10% da energia elettrica prodotta da centrali nucleari con small modular reactor, per il 10%vda grandi centrali a gas con sistemi di cattura della co2. In questo scenario il sistema risparmierebbe 400  miliardi di investimenti tra il 2035 e il 2050».

Commenta così Lorenzo Mottura, Executive Vice President Strategy, Corporate Development & Innovation di Edison, la possibilità e i vantaggi dell’utilizzo del nuovo nucleare in Italia, sia dal punto di vista della decarbonizzazione, sia da quello del risparmio economico. Senza dimenticare la sicurezza. Gli small modular reactor, infatti, sono più piccoli e vengono realizzati in fabbrica in modo modulare. Sono inoltre dotati di sicurezza passiva: al venir meno dell’alimentazione la centrale si spegna da sola.







«Abbiamo di recente annunciato un primo accordo con Edf, Ansaldo Energia e Ansaldo Nucleare, per far lavorare la filiera italiana del nucleare che è una eccellenza mondiale e capofila di molti progetti di sviluppo nucleare – chiosa Nicola Monti – dobbiaom lavorare per creare le condizioni che abilitano il Paese al ritorno del nucleare».

«Il nucleare contribuisce alla sostenibilità della transizione – prosegue Mottura – Per arrivare al 10% di produzione dobbiamo utilizzare la prima centrale tra il 2030 e il 2035, con un ritmo di una all’anno per arrivare al 2050. Il Mase, con il ministro Gilberto Pichetto Fratin, ha avviato una piattaforma per il nucleare sostenibile. Obiettivo è darsi una roadmap per ritorno al nucleare e avre a disposizione in sei mesi delle linee guida».














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