Natur – World: applicazioni bioplastiche per fabbricare una nuova generazione di shopper

di Marco Frojo ♦ La sostituzione a breve di tutti i sacchetti di plastica utilizzati per la frutta e la verdura nei supermercati richiede un aggiornamento dei processi nella manifattura chimica del settore. La società finanziata da Ligurcapital propone un prodotto innovativo per un mercato, quello   delle bioplastiche compostabili e biodegradabili, con elevati margini di crescita

Il bando di tutti i sacchetti di plastica, compresi quelli ultraleggeri con uno spessore inferiore a 15 micron, ha di colpo trasformato un mercato a bassissimo valore aggiunto in un settore dove la ricerca chimica gioca un ruolo fondamentale. I nuovi shoppers che i clienti dei supermercati useranno per pesare la frutta e la verdura a partire dal 1 gennaio non dovranno infatti essere solo compostabili, come quelli che già acquistano alla cassa per portare a casa la spesa, ma dovranno anche essere realizzati con almeno il 40% di materiali da fonti rinnovabili. Questa imposizione costringerà molti produttori di shoppers a rivedere i propri articoli.

Via i sacchetti di plastica, arrivano i nuovi biodegradabili

I cambiamenti non riguarderanno però solo chi ancora utilizza il polietilene, il polimero della plastica, ma anche chi già produce sacchetti biodegradabili. Molti degli shoppers attualmente in produzione sono sì compostabili ma non presentano proprietà organolettiche – a partire da un odore neutro – adatte al contatto diretto con alimenti. Si rende quindi necessaria la messa a punto di nuovi polimeri che contribuirà a riportare gran parte della produzione dal Sud-est asiatico al Vecchio Continente.







Ligurcapital e Natur-World

In questo contesto è nata la decisione di Ligurcapital di finanziare Natur-World, una giovane società genovese attiva nel settore delle bioplastiche. La controllata della Filse, la finanziaria della Regione Liguria, ha contribuito sia sul fronte dell’equity – detiene il 10% del capitale – sia su quello del credito con un prestito obbligazionario convertibile. Natur-World è nata da un’idea di Gian Luca Greco, un imprenditore che si è già fatto un nome nel campo degli investimenti “ecosostenibili” con Energreen Investment, una società specializzata nella costruzione di parchi eolici e impianti fotovoltaici che ha realizzato oltre 100 MWp di impianti.

 

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Gian Luca Greco,Amministratore Delegato di Natur-World
Gli shopper dovranno essere ancora più biodegradabili

«La produzione di shoppers biodegradabili ultraleggeri per alimenti rappresenta una difficile sfida soprattutto per quel che riguarda i biopolimeri di base poiché la normativa ha imposto obiettivi ambiziosi – spiega Gian Luca Greco, che di Natur-World è l’amministratore delegato – Basti pensare che la percentuale di componenti da fonte rinnovabile, attualmente fissata al 40%, dovrà essere ulteriormente incrementata fino al 50% nel 2020 e al 60% nel 2022. Di contro i processi industriali avvengono con tecnologie consolidate: gli estrusori, le saldatrici ed i gruppi stampa sono quelli utilizzati per i tradizionali sacchetti di plastica, debitamente customizzati».

L’azienda genovese è in procinto di trasferire il proprio sito produttivo nel Parco scientifico tecnologico della Valbormida di Cairo Montenotte, un’altra iniziativa pubblica ligure che ha il duplice obiettivo di favorire lo sviluppo di nuove imprese e, allo stesso tempo, di recuperare il sito industriale una volta occupato dalla Ferrania, lo storico produttore di materiale fotografico. “Per produrre i nostri sacchetti abbiamo messo a punto una serie di protocolli proprietari con i biopolimeri delle tedesche FKuR e Basf e dell’americana Natur-Tec – prosegue Greco – Le resine che utilizziamo sono inodori perché non sono a base d’amido; garantiscono inoltre una grande elasticità: il sacchetto da 20 micron è in grado di trasportare fino a 14,5 chilogrammi”.

 

Natur-World macchinario
Natur-World: macchinario per la produzione
Le prospettive del mercato europeo e di quello italiano

Secondo il centro di ricerca tedesco Nova-Institut, il mercato dei prodotti di bioplastica compostabile e biodegradabile ha toccato le 100mila tonnellate a livello europeo nel 2015, valore che dovrebbe triplicare entro il 2020. In base ai dati raccolti da un’altra società di ricerca, la Plastic Consult, la filiera italiana nel 2015 occupava circa 2.000 addetti dedicati (+5,5% rispetto al 2014) per 54.500 tonnellate di manufatti prodotti (+25% sul 2014) e un fatturato complessivo stimabile in circa 475 milioni di euro (+10%); relativamente ai settori applicativi, delle 54.500 tonnellate di polimeri lavorati, il 73% è stato destinato alla produzione degli shopper monouso per la spesa, il 17% ai sacchi per la raccolta della frazione organica e il restante 18% suddiviso tra manufatti per l’agricoltura, la ristorazione, il packaging alimentare e l’igiene della persona. In termini numerici il consumo annuo di sacchetti di plastica nel Belpaese è di circa 20 miliardi di pezzi.

Il ruolo della raccolta differenziata

A trainare questo mercato non è dunque solo la grande distribuzione ma anche la raccolta differenziata. Nel 2015 erano già nove le Regioni Italiane che avevano raggiunto, con ben cinque anni di anticipo, l’obiettivo UE del 50% di avvio a riciclo fissato per il 2020 (VI Rapporto Banca Dati Anci-Conai su raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti). I Comuni che avevano già superato l’obiettivo della Direttiva Europea sono 3.549, un dato in aumento del 13% rispetto al 2014 e del 58,29% rispetto al 2013.«I margini di crescita del settore delle bioplastiche sono enormi e altrettanto grandi saranno i benefici per l’ambiente, soprattutto se i controlli saranno severi e le normative verranno applicate alla lettera, cosa che fino ad oggi non sempre è avvenuta», conclude Greco.














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