Dopo un viaggio di successo durato oltre un anno sul laboratorio nazionale Iss, il computer di Hewlett Packard Enterprise è rientrato sulla Terra
Spaceborne di Hpe, dopo aver trascorso 615 giorni a bordo della National Space Station (Iss) degli Stati Uniti, in orbita attorno al globo oltre 8.900 volte e viaggiando per quasi 229 milioni di miglia a circa 17.500 miglia all’ora, è tornato a terra a bordo dello SpaceX’s Dragon spacecraft.
Il computer è stato lanciato sull’Iss nell’agosto del 2017, come prima dimostrazione a lungo termine delle capacità di supercalcolo da un sistema commerciale disponibile in commercio sulla stazione spaziale.
Computing attraverso condizioni difficili
Hpe ha progettato specificamente il computer Spaceborne per operare nel difficile ambiente dello spazio, attraverso l’uso di un innovativo processo di indurimento del software che protegge l’hardware dalle radiazioni e da altre condizioni estreme. Quando i livelli di radiazione sono elevati, il software riduce la potenza del sistema, rallentando la velocità per consentire al sistema di continuare a funzionare correttamente. L’obiettivo della missione del macchinario era condurre uno studio di lunga durata per osservare la capacità del sistema informatico di operare nello spazio, monitorare il consumo di energia e determinare gli effetti delle radiazioni sulle prestazioni del sistema.
Durante il lancio, Spaceborne raggiunse una velocità di 19.000 miglia all’ora e sopportò le forze gravitazionali di 2,8 volte la forza di gravità sulla Terra. Il 22 aprile, Hpe ha spento il computer per prepararsi al viaggio di ritorno sulla Terra: i membri dell’equipaggio della Iss hanno de-installato il sistema e lo hanno imballato per un rientro sicuro a bordo di SpaceX Dragon 9. Ora, il team Hewlett Packard Enterprise eseguirà test e analizzerà ulteriormente Spaceborne, ispirandone così la futura innovazione orientata allo spazio.