Misani, Txt: diventeremo un protagonista europeo del software

di Piero Macrì ♦︎ Intelligenza artificiale, Extended Reality, Iot, sistemi embedded: i volani di Txt per crescere in tutte le industrie. Oltre alle numerose acquisizioni. Primo semestre 2023 + 70% rispetto allo stesso periodo 2022. Nel 2018 fatturato di 35 milioni, nel 2023 supererà abbondantemente i 200. Non un system integrator o un service provider, ma un global digital enabler, come ama definirsi, forte di un ecosistema di propri software nei principali settori, dal manufacturing all’aerospace & defence, dall'automotive al banking e al corporate finance

Daniele Misani, ceo Txt Group

Da piccola software house a grande ecosistema di competenza per la digitalizzazione delle imprese, dall’industria ai servizi alle banche con clienti leader nell’Aerospace & Defence, Finanza, Telecomunicazioni, Industria e Pubblica Amministrazione. È la parabola di Txt, che cresce dal 2018 grazie a una precisa strategia fondata su un fitto programma di acquisizioni (il management ne prevede due o tre all’anno anche nel prossimo futuro) e a modello di business flessibile a rete di imprese. «Siamo un Global Digital Enabler formato da un ecosistema di eccellenze verticali e competenze digitali, centri di competenza in IA, cybersecurity, XR, IoT – dice a Industria Italiana il ceo Daniele Misani – L’innovazione digitale è il nostro valore chiave, che vogliamo portare a diversi settori industriali e espandere geograficamente. Oggi i mercati internazionali rappresentano il 30% del fatturato ma puntiamo a farlo crescere rapidamente. Siamo forti nell’area Dach e in Nord America abbiamo individuato il nostro spazio di crescita futura». Con Misani abbiamo parlato di questi progetti di sviluppo e anche del passato di Txt, in una lunga intervista di cui daremo conto più avanti.

Vale la pena ricordare che dietro la parabola di Txt c’è la mente di Enrico Magni, imprenditore di lungo corso che ha costruito un impero grazie alla sua passione per l’elettrotecnica. La sua prima invenzione negli anni Ottanta è un antifurto per auto, Laserline, un eccezionale successo commerciale. Magni – che oggi è presidente di Txt – è però noto soprattutto per aver acquisito nel 2003 la Lutech, il braccio tecnologico del Gruppo Lucchini che allora fatturava 35 milioni che ha portato a 180 milioni attraverso un solido sviluppo organico e diverse acquisizioni fino al 2017, quando l’ha venduta a One Equity Partner. A marzo 2018, impiegando una parte di quelle risorse attraverso Laserline, Magni è diventato l’azionista di maggioranza relativa di Txt. E sta portando quella che era una azienda di medie dimensioni su un sentiero di crescita esponenziale.







Nell’ultimo anno Txt ha compiuto diverse acquisizioni: la più recente è quella del ramo d’azienda Embedded Graphics per il mercato Aerospace & Defence della società canadese Cae; strategica per il settore industriale, nel luglio 2022, è quella di Dm management (azienda guidata tuttora dall’ad e founder Stefano Massari nel settore dei sistemi Mes e Mom, i primi cruciali per la digitalizzazione dei processi operativi di fabbrica, i secondi per interconnettere, coordinare e offrire una visione d’insieme dei dati). E altre in precedenza, tra cui quelle di Ennova, Novigo Consulting (oggi TXT Novigo), LBA Consulting e Quence nel Fintech.

E a fine 2022, ha realizzato la scelta strategica di accorpare le divisioni Aerospace & Defence e Automotive & Industrial nella partecipata Txt E-tech dedicata in maniera specifica all’industria, con un servizio end-to-end, dalla consulenza alla progettazione alla fornitura dei software e delle piattaforme fino all’assistenza.

Oggi Txt ha più di 2300 dipendenti nelle sedi operative e commerciali in Italia, Germania, Olanda, Svizzera, Francia, Nord America e Uk e si è accreditata come un player internazionale altamente specializzato nella realizzazione di soluzioni digitali basate su competenze distintive in processi tecnologici chiave e business-critical nei mercati dell’Aerospace & Defence, Aviation, Manufacturing, Telco, Pa e Fintech.

Il fatturato continua ad aumentare: dopo aver superato i 200 milioni pro-forma nel 2022, nel primo semestre del 2023 il fatturato di Txt si è attestato a 107 milioni con una crescita del 72% sullo stesso periodo del 2022. Non solo: nonostante l’attuale pressione sui titoli tech, il titolo ha segnato una performance di oltre il 35% da inizio anno e nei primi sei mesi con il +62% era stata designata come azione di gran lunga più redditizia del 2023 (in un’analisi di mercato della investment bank Intermonte).

Di tutto questo e di molto altro abbiamo parlato in un’intervista a tutto rondo con il ceo Daniele Misani. Ecco cosa ci ha raccontato.

Partiamo da una delle ultime e più importanti operazioni che avete realizzato. Ovvero, a fine 2022, l’accorpamento delle divisioni Aerospace & Defence e Automotive & Industrial nella partecipata Txt E-tech: qual è la ratio?

Daniele Misani, ceo Txt Group

È la scelta chiave della nuova governance che ci siamo dati e che ha portato l‘azienda da monolitica a rete di società specializzate. Txt e-solutions è la holding di partecipazioni di diverse entità verticali: Txt E-tech è una di queste, la principale, e ha in pancia competenze di software embedded, embedded Iot, ed extended reality. È, in altre parole, una società di servizi per l’innovazione digitale, nata da uno spin off della società madre. Ed è lo strumento che ci ha resi di fatto un ecosistema complesso di competenze.

Tutte le controllate infatti operano in maniera sinergica. Per esempio, per abilitare la trasformazione digitale ci serviamo di DM Management & Consulting per la parte di consulenza nel mondo del manufacturing, di Ttx E-tech per i servizi d’ingegneria e della società tedesca TeraTron, che ha focus su Iot e smart sensors. Oggi stiamo rafforzando la parte di Digital Advisory. L’obiettivo finale è creare una società che si occupa di consulting con go to market sulla tecnologia per diventare un interlocutore completo per tutte le esigenze dei clienti.

Un anno fa l’acquisizione di Dm Management & Consulting, che ha appena citato: la società di software e servizi di Parma è stata anch’essa un ingresso importante per la vostra strategia. Ci racconta perché?

Con Dm abbiamo prima sperimentato una partnership che è sfociata a luglio 2022 nell’acquisizione. La società aveva sviluppato una piattaforma proprietaria che risponde al nome di Dmp e che è un sofisticato software Mes (Manufacturing Execution System) con alcune particolarità interessanti. Ovvero che è disponibile sia in cloud sia on-premise e che integra funzionalità Mom (Manufacturing Operations Management) – in pratica, il collegamento con gli strati “business” dell’IT aziendale.

Dmp è un Mes/Mom, sviluppato secondo le logiche della Digital Transformation, in grado di interconnettersi alle macchine e scambiare dati just in time

La piattaforma, in altri termini, comunica in modo strutturato con i sistemi business dell’azienda. L’evoluzione verso la Smart Manufacturing richiede che la digitalizzazione non sia solo nell’automazione della singola macchina, ma nell’interconnessione macchine: si devono poter analizzare gli ordini e la movimentazione della supply chain, collegare magazzini automatici, la robotizzazione. La nostra piattaforma consente di farlo nativamente.

E ancora, nell’ambito dei servizi Fintech, avete dato vita a un marketplace al servizio della supply chain che è fortemente innovativo e che rientra ancora una volta nella logica dell’hub di competenze: come funziona la piattaforma Polaris?

La piattaforma Polaris di Txt

Nella piattaforma, in sostanza, si costruisce una nuova relazione collaborativa tra buyer, fornitori e partner finanziari, sul modello della community. In genere il rapporto sulla cessione del credito è uno a uno tra banche e industrie, noi cambiamo il paradigma e offriamo alternative concrete e flessibili a chi opera nell’industria. In questo modo forniamo non solo software per fabbrica e device, ma ci occupiamo anche di aspetti legati alla vita operativa dell’industria che si digitalizza, e dunque pensiamo anche alle sue esigenze finanziarie. E in questo cambiamento riusciamo a trovare un ulteriore driver di crescita: la grande industria che già compra i nostri prodotti tecnologici avrà facilità di accesso a nuovi servizi e prodotti diversi e collaterali. D’altro canto, le pmi, se trovano un unico partner in grado di trasformarle del tutto, usando anche le leve del marketing o della finanza, oltre che della tecnologia e del processo, sono incentivate a compiere una trasformazione di cui hanno profondamente bisogno.

Sono esempi molto utili a capire cosa si intenda per ecosistema di competenze: è un posizionamento quello di Txt unico in Italia. Nessun altro abilitatore tecnologico ha le stesse caratteristiche. È un modello che vi ha consentito anche un’importante crescita organica…

Direi senza dubbio di sì: dei 200 milioni di fatturato 2022 circa 70 dipendono dalla crescita organica, dai 35 milioni del 2018. I driver di sviluppo sono due: uno commerciale, perché avendo come primi interlocutori large cap di diversi settori, se aumentiamo la gamma dei servizi offerti, aumentiamo le vendite grazie al cross selling. Il secondo driver è l’aggregazione delle competenze per aumentare la gamma e la qualità dei servizi offerti, che realizziamo soprattutto attraverso M&A. Ecco, vogliamo continuare a crescere e vogliamo farlo soprattutto attraverso operazioni di M&A.

Nonostante questa espansione eccezionale, avete scelto di mantenere l’identità di software house e non vi siete trasformati in un system integrator. Ci spiega in dettaglio come funziona il vostro modello di business e cosa ha di distintivo nel panorama, anche internazionale, degli abilitatori tecnologici?

Il modello di business si basa su tre pillar di offerta: Software Engineering, Smart Solutions e Digital Advisory per la trasformazione dei processi, con un approccio che mette l’uomo al centro e usa la tecnologia come strumento. Per tecnologia intendiamo tutto ciò che è trasformativo dei processi industriali, Iot, cybersecurity, Cloud; nei servizi sono inclusi i nostri software e soluzioni custom – non siamo system integrator in senso classico, ma operatori indipendenti che mettono a terra verticali specializzati a completamento delle soluzioni mainstream e abbiamo un portafoglio di Smart Solutions adatte allo scopo. Il singolo prodotto ha margini limitati di scalabilità, non abbiamo in pancia il nuovo Sap, per intenderci, ma soluzioni che permettano un posizionamento distintivo e la capacità di trasformare i processi con maggiore rapidità.

Il modello di governance che ci siamo dati di recente, a rete di impresa, è parte integrante di questo approccio: vogliamo mantenere il focus da boutique delle company che entrano nel gruppo, ma allo stesso tempo dare al cliente la garanzia di una multinazionale alle spalle.

La tecnologia è diventata ormai la chiave per la competitività dell’industria e anche di settori diversi che sono quelli che voi considerate i vostri interlocutori principali. Quali sono, dal vostro punto di vista, le tecnologie abilitanti che saranno trainanti nel futuro?

Secondo Txt, Extended Reality, Virtual Reality e IA saranno le tecnologie chiave dei prossimi anni

L’Intelligenza Artificiale e l’Extended Reality, un mix tra realtà virtuale e aumentata che migliora le modalità di lavoro e l’esperienza d’uso modulando reale e virtuale. Per esempio, un operatore su shuffle ha la possibilità di viaggiare in augmented reality con immissione continua di dati; un operatore del training è in un ambiente immersivo di realtà virtuale: le due modalità vengono modulate in base all’attività. Ancora, una terza tecnologia trainante è l’IoT: forniamo sistemi embedded, in particolare sensori intelligenti. Si tratta sia dei trend più rilevanti, sia di quelli su cui stiamo puntando noi.

Il mercato tecnologico crescerà, perché c’è forte domanda, ma un rischio soprattutto in Italia legato alla disponibilità dei fondi. Per i prossimi due anni soprattutto in Italia ci sarà la spinta del Pnrr e poi bisognerà capire: le imprese tendono ad aspettare i finanziamenti per poi investire in innovazione, non è quindi escluso che nonostante la forte domanda, si assista a un possibile rallentamento.

Dunque, dal 2018 non avete mai smesso di acquisire aziende e dunque competenze. Ci racconta quali sono state le principali e in che modo hanno contribuito alla trasformazione di Txt?

La software house – 200 milioni di fatturato – sta crescendo sempre più rapidamente in tutti i settori, dall’industria al banking, dai simulatori di volo ai sistemi embedded. Ne abbiamo parlato con Daniele Misani 

Negli ultimi anni abbiamo introdotto nel nostro organigramma una quindicina di aziende con forte specializzazione. L’ultima è il ramo d’azienda della canadese Cae che aveva una company di prodotti software embedded nel settore Aerospace & Defense e aumenta in maniera significativa il nostro portafoglio prodotti, con una soluzione già in uso a diversi grossi player internazionali. Questo è il senso strategico delle nostre operazioni di acquisizione. Presentarci sul mercato con un portfolio ampio di Smart Solutions, nell’embedded IoT, nell’Ai, nell’Extended Reality: prodotti molto verticali, ready to go per essere implementati rapidamente nei sistemi di legacy dei clienti. La scelta strategica prevede di diversificare su mercati internazionali, partendo dai prodotti e servizi su cui abbiamo la maggior competenza e semplicemente trasportandoli in aree diverse del mondo. Mentre in Italia ci stiamo espandendo sul fronte dei settori, dall’aerospazio, alle telco, all’industria, a banche e pubblica amministrazione. Un altro mercato di interesse è infine energia e utility dove vogliamo entrare attraverso acquisizioni di aziende specializzate nei relativi settori. Che è quello che abbiamo già fatto con il Fintech, per esempio. La società finanziaria deriva da tre acquisizioni realizzate nel 2021: quelle della bresciana Novigo Consulting, specializzata nella gestione digitale della mediazione creditizia e delle reti di vendita per agenti in attività finanziaria e LBA Consulting, società di Novara con focus su pagamenti digitali ed e-commerce; e Quence, boutique che si occupa di ingegneria del software con offerta di servizi di data intelligence, SW application lifecycle management (ALM), sw quality assurance.

I conti del primo semestre, pubblicati ad agosto, mostrano una situazione florida e un debito molto basso: ci descrive brevemente la vostra situazione finanziaria e il modo in cui implementerete il piano di sviluppo da qui in poi?

Nel primo semestre 2023, abbiamo realizzato ricavi di 107,3 milioni di euro (+71,6%), di cui 19,6 milioni relativi a divisione Smart Solutions, 14,5 milioni relativi a divisione Digital Advisory e 73,2 milioni relativi a divisione Software Engineering. L’Ebitda è a 13,9 milioni (+51,5%) dopo significativi investimenti in ricerca e sviluppo interamente spesati (4,5 milioni, +13,8%) e crescenti investimenti commerciali e per il rafforzamento della squadra di management (10,5 milioni, +83,4%).

Il fatturato continua ad aumentare: dopo aver superato i 200 milioni pro-forma nel 2022, nel primo semestre del 2023 il fatturato di Txt si è attestato a 107 milioni con una crescita del 72% sullo stesso periodo del 2022

E infine l’utile netto è di 6,8 milioni (+92,6%) e l’indebitamento Finanziario Netto Adjusted pari a 23,4 milioni, con debito praticamente zero, perché abbiamo azioni proprie per il 10% (corrispondenti a circa 20 milioni di euro) e una partecipazione in una società finanziaria. Abbiamo dunque abbondante spazio per continuare a fare acquisizioni, infatti abbiamo una politica attiva con target di portare 2-3 aziende all’anno nel prossimo futuro andando a complementare le competenze e i servizi e aggiungendo nuovi mercati geografici.

La domanda di digitalizzazione che arriva dalle aziende è guidata da trend secolari, come la servitizzazione che determina un cambiamento anche nell’offerta e nella natura degli abilitatori tecnologici come voi. Che genere di cambiamento?

Enrico Magni, presidente di Txt Group

L’erogazione del prodotto as a service è complessa per le aziende che assumono il modello di servitizzazione, per quello avere un partner tecnologico che sia un one stop shop è determinante. Noi serviamo soprattutto clienti di grandi dimensioni, e possiamo dunque sfruttare il cross selling di servizi i più ampi possibile. Ma grazie all’architettura flessibile a rete di imprese di cui ci siamo dotati possiamo oggi servire pmi anche italiane, target che ha un bisogno estremi di innovazione.

Ci trasformiamo anche noi, per esempio fornendo servizi fintech che sono essenziali per abilitare modelli innovativi come quello della servitizzazione. Il marketplace Fintech Polaris è l’esempio emblematico di questa trasformazione: forniamo ogni strumento che sia necessario per rendere efficace la trasformazione dei processi. Per le big corp e in prospettiva anche per la pmi industriale italiana.














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