Semiconduttori: l’approccio fabless di Microtest per conquistare Asia e Nord Europa. Parla il ceo Amelio

di Laura Magna ♦︎ L'industria fondata da Moreno Lupi e Giuseppe Amelio ha adottato un modello fabless: acquista il silicio dai big, progetta i singoli chip sulle specifiche del cliente, li testa e li realizza. Automotive e aerospaziale i mercati di riferimento. L'Opa su RoodMicrotec. L'acquisizione di Test Inspire. Obiettivo: 100 milioni di ricavi 2024

Microtest è suddivisa in tre business unit distinte. La prima BU, Automatic Test Equipment e Burn In, è specializzata nella progettazione e realizzazione di macchine per il test automatico e soluzioni di burn in (senza forno) per semiconduttori

Alla conquista del Nord Europa (e dell’Asia) con il chip italiano. È l’obiettivo di Microtest, leader domestica nel testing di chip e wafer in silicio, che lo scorso luglio ha lanciato un’Opa su RoodMicrotec, società olandese che opera nello stesso settore, con l’obiettivo di aumentare la sua presenza in quell’area geografica.

«Operiamo in una nicchia della microelettronica, progettando e realizzando test che sono fondamentali per garantire la qualità e la conformità dei semiconduttori per applicazioni critiche nell’aerospazio, nell’automotive e nell’industria», dice a Industria Italiana il ceo e fondatore di Microtest, Giuseppe Amelio, che ci ha raccontato insieme al cofounder Moreno Lupi gli obiettivi della loro azienda, 32 milioni di euro nel 2022 e circa 190 dipendenti. Un’azienda con grandi ambizioni: prova ne sia il solo fatto di operare in un settore presidiato da colossi: ma Microtest riesce a competere grazie alla flessibilità del modello fabless: «Progettiamo e realizziamo il chip ma non fondiamo fette di silicio: cosa che possono fare effettivamente solo le big corp, come Bosch e Infineon in Germania, la statunitense Intel e Stm in Italia, perché sono richiesti investimenti miliardari su ogni linea – spiega Amelio – noi acquistiamo il silicio direttamente da alcune di queste fonderie e produciamo, dopo averlo progettato on demand, il singolo chip per cui realizziamo anche l’automatic test equipment per testarne la conformità. Costruiamo per esempio anche macchine che servono a invecchiare i chip (Burn in) per evitarne la mortalità infantile: ci sono dispositivi che avendo micro-difetti si rompono. Noi li sottoponiamo a prove estreme, ad alta temperatura o velocità, per accelerarne la vita e eliminare il difetto».







Grazie a questa tecnologia esclusiva – e con il contributo del fondo di Pe Xenon che nel 2022 è entrato nell’azionariato accanto ad Amelio e Lupi, che sono due dei tre soci fondatori, Microtest «mira a raggiungere un fatturato di 60 milioni di euro, con un ulteriore aumento previsto per il 2024, con un obiettivo di circa 100 milioni di euro, sia attraverso la crescita organica che via acquisizioni: l’obiettivo è essere competitivi su scala globale», dice il ceo. «L’espansione nei Paesi Bassi e in Germania rappresenta una parte fondamentale della nostra strategia di crescita. Vogliamo posizionare le nostre macchine e soluzioni in queste regioni e, per farlo, stiamo lavorando attivamente alla creazione di una rete di vendita e supporto locali. In questo modo, possiamo garantire un servizio efficiente ai clienti e una maggiore presenza sul territorio».

La politica di acquisizioni iniziata nel 2023 per dare vita a un operatore europeo

Il 30 maggio il gruppo aveva acquisito Test Inspire, altra azienda olandese innovativa nel medesimo settore e riconosciuta per il know how altamente specializzato nella realizzazione di strumentazione di misura elettronica. Si è tratta della prima acquisizione inserita nella strategia di sviluppo internazionale del Gruppo, uno dei driver di crescita ulteriore individuati da Xenon Private Equity, con l’obiettivo di far diventare Microtest la piattaforma di riferimento in Europa per la realizzazione di sistemi di test e servizio di testing di microchip e wafer di silicio.

Ma anche l’Asia è terra di conquista, a partire dallo stabilimento in Malesia. «L’Asia è una regione di grande importanza per noi – dice Amelio – L’apertura di uno stabilimento in Malesia nel 2018 è stato un passo significativo per la nostra crescita in questa regione. Stiamo investendo ulteriormente per ingrandirlo e per dotarlo di tecnologie pulite, ma al momento non stiamo considerando acquisizioni in Asia. Stiamo piuttosto concentrando le nostre risorse sull’apertura di uffici a Singapore e uffici di rappresentanza per migliorare la nostra capacità di servire il mercato asiatico».

Microtest, un identikit. Il modello di business fabless

Giuseppe Amelio, ad di Microtest

Microtest si occupa dunque di progettare e realizzare sistemi di testing di chip e lo fa a tutto tondo: elaborando i sistemi di misura, le macchine per il testing e gli stessi chip. Ma seguendo il già citato approccio “fabless”: «significa – spiega Lupi – che svolgiamo tutte le attività relative alla produzione di chip senza una foundry, come ad esempio fa Dialog in Germania o la stessa Apple. Questo modello ci consente di gestire internamente tutti i processi di sviluppo, dalla progettazione alla produzione finale, senza investimenti massicci in infrastrutture di produzione. Questo ci rende agili e in grado di personalizzare le soluzioni in base alle esigenze dei clienti, garantendo al contempo una qualità elevata. È un modello di business diffuso e alternativo che ci distingue nella nostra industria».

Microtest, più in dettaglio, è suddivisa in tre business unit distinte. La prima BU, Automatic Test Equipment e Burn In, è specializzata nella progettazione e realizzazione di macchine per il test automatico e soluzioni di burn in (senza forno) per semiconduttori. «Questa divisione serve principalmente i mercati automotive, industriali, energetici, dei sensori e dei dispositivi medici – spiega Lupi – La seconda BU, Test House, opera in Italia e in Malesia e offre servizi di test dei wafer di silicio e dei microchip per i principali produttori di semiconduttori mondiali. Infine, la terza business unit, Microelettronica, segue tutto il ciclo di sviluppo di un chip, dalla progettazione all’industrializzazione. Questo ci permette di offrire ai clienti un servizio completo, dalla progettazione personalizzata alla produzione finale».

Microtest, più in dettaglio, è suddivisa in tre business unit distinte. La prima BU, Automatic Test Equipment e Burn In, è specializzata nella progettazione e realizzazione di macchine per il test automatico e soluzioni di burn in (senza forno) per semiconduttori

Un’azienda ad alta tecnologia che nasce per scommessa, come ricorda il ceo Amelio: «Siamo partiti – ricorda Amelio – nel 1999 ad Altopascio (Lucca), in tre: facevamo consulenza sui chip dopo aver lavorato per grandi aziende italiane. Nel 2004 abbiamo avviato la produzione di Automatic Test Equipment, i primi sistemi utilizzati nel settore della produzione elettronica per testare i componenti e i sistemi elettronici dopo la loro fabbricazione, ma anche per testare l’avionica, i moduli elettronici delle automobili ed utilizzato in applicazioni militari come i radar e le comunicazioni wireless. Così abbiamo fatto il primo salto di qualità che ci ha portato a oggi». Oggi i clienti di Microtest includono nomi come l’italiana STMicroelectronics, il maggior produttore europeo di fette di silicio per la produzione di semiconduttori; e la tedesca Infineon Technologies, con cui collabora per fornire soluzioni di test e controllo qualità, l’olandese Nxp e la Belga Imec, la piu’ importante azienda europea per la promozione della Microelettronica in Europa, oltre ad aziende globali nell’automotive e nell’industria.

Le applicazioni industriali dei semiconduttori testati: dall’automotive all’aerospazio

Il settore automobilistico rappresenta una parte rilevante del business di Microtest: «Nel settore automobilistico – spiega Lupi – la qualità e la sicurezza sono priorità assolute. Le nostre macchine svolgono un ruolo fondamentale nel garantire che i componenti utilizzati nell’industria automobilistica siano privi di difetti. La nostra tecnologia mira a ridurre la difettosità dei componenti fino al limite dello zero: questo è particolarmente critico ad esempio nei componenti dedicati alla guida autonoma, dove la presenza di difetti non è accettabile».

La tecnologia di Microtest mira a ridurre la difettosità dei componenti fino al limite dello zero

I chip testati svolgono un ruolo chiave anche nell’areo spazio. «Uno degli elementi fondamentali per garantire la validità di un chip destinato allo spazio è il cosiddetto “radiation test,” che consiste nell’esporre il chip all’ambiente spaziale e valutarne la reazione alle radiazioni di vario tipo – spiega ancora il manager e ad – Questa fase è essenziale per comprendere come il dispositivo si comporterà in presenza di tali radiazioni durante la sua missione nello spazio. Per condurre tali test e sviluppare le macchine necessarie, ci siamo focalizzati sull’obiettivo di rendere le nostre apparecchiature compatte, in grado di effettuare test su piccola scala ma estremamente accurati. Una delle sfide principali consiste nel portare queste macchine in strutture specializzate, spesso dotate di acceleratori a ioni pesanti. Questi acceleratori sono relativamente rari e richiedono un trasporto particolare. Il nostro vantaggio distintivo è che le macchine che utilizziamo per i test pesano solo 20 chili, a differenza delle macchine tradizionali che raggiungono normalmente le due tonnellate. In questo modo possiamo trasportare andare ovunque ci sia una necessità di testing».

Un altro esempio è il chip utilizzato negli impianti per i non udenti, «un impianto a 32 elettrodi nell’orecchio per permettere alla persone di ricominciare a sentire – dice Lupi – e stiamo lavorando con l’AI come strumento per ottimizzare i tempi di sviluppo».

Il valore aggiunto di una produzione domestica di chip

Una delle fasi di test dei chip

Microtest è una delle poche aziende che può vantare all’interno tutte le conoscenze necessarie a progettare, industrializzare e produrre un chip Custom. La possibilità di avere un unico fornitore per chip personalizzati di elevata qualità è un notevole vantaggio, soprattutto in settori in cui competenze specializzate non sono così comuni. «Questo per quanto attiene la divisione di progettazione e costruzione di chip, ma ognuna delle divisioni ha le sue caratteristiche e vantaggi unici – dice Amelio – La divisione Automatic Test Equipment è particolarmente innovativa, offrendo macchine più piccole e con consumi energetici ridotti rispetto ai concorrenti. Ad esempio, le nostre macchine richiedono solo 2 kW di consumo energetico, mentre altri ne richiedono oltre dieci. La divisione Test House, d’altra parte, offre un approccio da “boutique” unico al mondo. In Asia, spesso le aziende sono trattate come una fra tante, mentre da noi diamo grande attenzione alla qualità e forniamo un servizio praticamente maniacale, particolarmente apprezzato da aziende mediche e in settori simili».














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