Sostenibilità industriale e produttiva? La proposta di Microsoft Cloud for Sustainability

di Marco de' Francesco ♦︎ La piattaforma consente di avere la visibilità e l’integrazione dei dati necessarie per calcolare e rendicontare l’impatto delle emissioni. Così le imprese possono stimare la propria conformità con le normative e perseguire gli obiettivi Esg. Emission Impact Dashboard in Power BI: conteggia l’impronta dovuta all’utilizzo del cloud. Il prossimo obiettivo? Collegare le reti elettriche al mondo digitale e all’IoT. Ne parliamo con Roberto Filipelli

Oggi non è immaginabile che un’azienda rimanga indifferente al tema della sostenibilità ambientale. E non si tratta soltanto di una questione di responsabilità, di coscienza green o di reputation: ci sono di mezzo le misure sempre più stringenti dell’Unione Europea e gli obiettivi dell’Onu; ma anche e soprattutto i 400 fondi ed Exchange traded fund (Etf) debitamente low carbon, climate conscious, green bond; e gli appositi indici costituiti dalle società di rating. Insomma, i regolamenti governativi, la Borsa e il Mercato premiano le imprese impegnate sul campo, e “puniscono” le altre. Agli obiettivi green, come vedremo, si associano sempre di più (ma, per ora, con minore intensità) quelli legati all’etica e agli impatti sociali.

Il problema, per le imprese, è capire cosa fare e come farlo. Occorrono una gestione più efficace della propria impronta ambientale, l’integrazione della sostenibilità nel contesto della supply chain e l’individuazione di appropriati investimenti strategici che generino valore in linea con gli obiettivi green. Pertanto Microsoft, la più grande multinazionale d’informatica del mondo, quella che fattura 168 miliardi di dollari e che è guidata a livello globale dal Ceo Satya Nadella, ha studiato una propria strategia per accompagnare le aziende nel proprio percorso di sostenibilità. Di qui Microsoft Cloud For Sustainability, disponibile da qualche giorno (esattamente dal primo di giugno). Si tratta di un ventaglio di funzionalità in Cloud che consentono anzitutto di avere la visibilità e l’integrazione dei dati necessarie per calcolare e rendicontare l’impatto in termini di emissioni. Solo così si può stimare la propria conformità con le normative e gli standard in materia; e solo così si possono intraprendere iniziative volte alla trasformazione green dell’azienda.







Va detto che Microsoft Cloud For Sustainability è un risultato raggiunto da Microsoft anche grazie alla collaborazione con l’ecosistema globale di partner, le cui soluzioni abbracciano diversi settori, dai trasporti al settore immobiliare alla produzione. Alcune sono già sul mercato: Ability di Abb, iTwin Services di Bentley Systems, Transportation Management di Blue Yonder, Business Sustainability Ratings di EcoVadis, Forge Energy Optimization e Forge Predictive Maintenance di Honeywell, Smart Buildings di Iconics, OpenBlue Enterprise Management di Johnson Controls e Transparency-One di Transparency-One. Altre soluzioni sono in arrivo. Da parte di Accenture, Capgemini, EY, PwC e Tata Consultancy Services. Ne abbiamo parlato con Roberto Filipelli, che guida in Italia la divisione Cloud and Enterprise di Microsoft.

 

Microsoft Cloud For Sustainability, la piattaforma di Microsoft per aiutare le aziende in un percorso di crescita sostenibile

Il “mantra” oggi diffuso a livello globale si risolve in tre sillabe: Esg. Dove la E sta per “enviromental” e si riferisce al comportamento di un’azienda nei confronti dell’ambiente; la S sta per “social”, e quindi riguarda l’impatto sociale e i rapporti con il territorio; e la G sta per “governance”, e cioè concerne la gestione aziendale ispirata ai principi etici e alle buone pratiche. Si parte dal principio che l’azienda lavori in vista di obiettivi sociali che vanno al di là della massimizzazione dei profitti per conto degli azionisti. Questo approccio, ideato nel 2005 ma in sostanza ribadito dieci anni dopo dalle Nazioni Unite, che hanno stilato un elenco di 17 obiettivi di sviluppo sostenibile da conseguire, si nutre anche dei concetti di diversità, equità e inclusione. Non si tratta soltanto di un movimento culturale: solo nel 2019, secondo Morningstar, un capitale pari a 17,67 miliardi di dollari è confluito in prodotti Esg, con un aumento di quasi il 525% rispetto al 2015. Sempre secondo Morningstar, sui 139,2 miliardi di dollari che nel secondo trimestre del 2021 sono affluiti sulle società che producono energia rinnovabile o che investono nella transizione energetica, l’81%, e cioè 112,4 miliardi, provengono dal Vecchio Continente. Il mondo green valeva un anno fa 2.243 miliardi di dollari, più del Pil dell’Italia; di questi soldi, l’82% era in mano all’Europa. È oggettivamente difficile, per qualsiasi manager, non tenere conto di queste dinamiche.

Tecnicamente, il conseguimento degli obiettivi Esg dovrebbe avvenire sulla scorta di parametri comuni e condivisi. Organizzazioni come l’Iso (International organization for standardization) forniscono standard studiati e ampiamente accettati per molte delle aree coperte. Ma, per le grandi aziende, fa la differenza il fatto che tutti i mercati finanziari mondiali hanno definito indici di rating basati sugli Esg, cui abbiamo accennato: come il Dow Jones Sustainability Index, come l’indice FTSE4Good (che è in comproprietà con la Borsa di Londra e il Financial Times); e poi ci sono i dati Esg di Bloomberg, gli Indici Msci Esg e i benchmark Gresb. Di qui la citata piattaforma Microsoft Cloud for Sustainability, il cui obiettivo è appunto quello di rendere disponibili funzionalità utili a supportare un crescita del business in chiave sostenibile. Ma perché in Cloud? Secondo Filipelli, «Le aziende hanno bisogno di un’intelligence dei dati più accessibile e centralizzata: si tratta di prendere decisioni critiche, ma necessarie in questo momento per affrontare problemi complessi, soppesando sia i criteri aziendali che quelli esg; in pratica, si deve indirizzare il capitale verso opportunità di investimento che bilancino crescita e impatto».

Microsoft Cloud For Sustainability raccoglie e centralizza i dati per registrare, documentare in report e ridurre più facilmente l’impatto ambientale.

Microsoft Cloud for Sustainability Manager

Tecnicamente, Microsoft Cloud for Sustainability Manager è una soluzione SaaS (Software-as-a-Service) che consente di registrare, documentare e ridurre l’impatto ambientale dell’azienda grazie a connessioni automatizzate di dati e a informazioni dettagliate. L’azienda è chiamata a realizzare un percorso, che inizia con la misurazione dell’impatto ambientale. In pratica, Microsoft Cloud for Sustainability Manager centralizza dati precedentemente disparati in un formato di dati comune e offre alle organizzazioni una visione sempre più completa dell’impatto sulle emissioni dell’intera catena del valore e delle operazioni. Si tratta dunque di importare dati interni ed esterni relativi alle emissioni di anidride carbonica usando connettori predefiniti o personalizzati. In secondo luogo, si devono allineare e centralizzare le informazioni. Sono stati definiti algoritmi specifici, con coefficienti standard relativi al settore di appartenenza dell’azienda.

A questo punto, si possono ottenere dashboard con informazioni dettagliate e schemi avanzati per visualizzare i dati con granularità e poter così intraprendere azioni precise. Il sistema peraltro fornisce suggerimenti sia per i problemi che per la definizione degli obiettivi, e realizza analisi comparative basate sulle raccomandazioni e sulle normative di settore. Inoltre, mette a disposizione report preparatori integrati per facilitare la rendicontazione pubblica destinata ad agenzie come Defra, Gri e Cdp. Per promuovere strategie di riduzione più efficaci e una trasformazione significativa si possono utilizzare funzioni di data intelligence. Il sistema, peraltro, monitora gli obiettivi incrementali a lungo termine.

Microsoft Cloud for Sustainability in pillole

 

Rapporti tra Microsoft Cloud for Manufacturing e Microsoft Cloud for Sustainability

Roberto Filipelli guida in Italia la divisione Cloud and Enterprise di Microsoft

Microsoft Cloud For Manufacturing è una piattaforma dell’azienda di Redmond concepita come un ventaglio di soluzioni cloud end-to-end per il settore produttivo, con funzionalità che consentono di connettere in modo sicuro persone, risorse, flussi di lavoro e processi aziendali, conferendo quindi una maggiore resilienza alle aziende. Industria Italiana se ne è occupata in questo articolo. Secondo Filipelli, Microsoft Cloud for Manufacturing e Microsoft Cloud for Sustainability sono di fatto complementari, quasi due facce della stessa medaglia: «se con la prima l’azienda utente è in grado di ottimizzare tutti i processi evitando gli sprechi, con la seconda può diminuire i consumi di energia. peraltro, quest’ultimo aspetto assume un rilievo particolare in questo momento storico, caratterizzato da prezzi instabili ma generalmente molto alti».

Il fatto è che Microsoft Cloud For Manufacturing e Microsoft Cloud For Sustainability condividono lo stesso approccio basato sui dati. Ad esempio, con quest’ultimo si possono aiutare le aziende sia ad ottenere la visibilità e le efficienze di cui hanno bisogno sulla supply chain, ma anche la riduzione complessiva delle emissioni e il controllo sui rifiuti. Anche lo “schema” per realizzare le due iniziative è identico: si è accennato al modello allargato ad un vasto numero di partner – paradigma ancora più accentuato nel caso di Microsoft Cloud For Manufacturing.

 

Calcolare l’impronta dovuta all’utilizzo del cloud

È possibile peraltro calcolare le emissioni dovute all’utilizzo del Cloud. Con l’Emission Impact Dashboard in Power BI è per esempio possibile scoprire la causa principale delle emissioni legate alla piattaforma cloud Azure con il monitoraggio nel tempo. L’impresa viene posta nelle condizioni di prendere delle contromisure. I report sono definiti con una metodologia convalidata nel 2018 dalla Stanford University. Si può tener anche traccia delle emissioni relative all’utilizzo dei servizi cloud principali di Microsoft 365: Exchange Online, SharePoint Online, OneDrive for Business e Microsoft Teams. Secondo Microsoft, una contabilità accurata del carbonio richiede buone informazioni da partner e fornitori.

Con Microsoft è possibile calcolare le emissioni dovute all’utilizzo del Cloud. Con l’Emission Impact Dashboard in Power BI è per esempio possibile scoprire la causa principale delle emissioni legate alla piattaforma cloud Azure con il monitoraggio nel tempo.

 

La sostenibilità del futuro? Collegare le reti elettriche al mondo digitale e all’IoT

«Per una gestione sostenibile dell’energia, bisognerà collegare le reti elettriche al mondo digitale e dell’IoT» – afferma Filipelli. Perché? L’energia elettrica non si può immagazzinare in rete. Altre forme di energia, come ad esempio il metano, o l’idrogeno, possono essere immagazzinate disponendo di apposite infrastrutture. Una rete elettrica, invece, di per sé non può accumulare nulla. Si deve produrre, istante per istante, la quantità di elettricità richiesta dall‘insieme dei consumatori (famiglie e aziende) e gestirne la trasmissione in modo che l’offerta e la domanda siano sempre in equilibrio, garantendo così la continuità e la sicurezza della fornitura del servizio. Altrimenti si genera uno sbilanciamento, che può portare al blackout.

La gestione in tempo reale di questi flussi di energia sulla rete si chiama dispacciamento. «Dal momento che si tratta di utilizzare l’energia quando ce n’è tanta, e di non farlo quando scarseggia, tutto il mondo dei device interconnessi può tornare utile. Si immaginino dispositivi in grado di comunicare alla rete elettrica la loro “disponibilità” a consumarne un certo quantitativo ad un certo orario, o a mettersi in pausa in un altro momento definito. potrebbe trattarsi di device industriali, ma anche di una lavatrice o della pompa di calore di un building. la cosa interessante è che questi strumenti IoT potrebbero contribuire a mantenere l’equilibrio generale della rete elettrica – questione sempre più complicata, a causa dell’intermittenza delle fonti rinnovabili e della non predicibilità dei consumi» – afferma Filipelli. Secondo Filipelli, «la diffusione di prodotti connessi con un profilo energetico ben preciso dovrebbe essere incentivata con apposite politiche governative».














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