Il nuovo Dpcm blocca Mecspe 2020

Dopo due rinvii, la fiera dedicata al mondo dell'industria manifatturiera è stata definitivamente annullata a causa delle nuove misure messe in atto dal Governo per contenere la pandemia. L'appuntamento slitta al 2021, a Bologna. Aefi chiede supporto economico alle istituzioni

Maurizio Danese, presidente di Aefi.

Mecspe 2020, la fiera di riferimento per l’industria manifatturiera, è definitivamente saltata. La pandemia l’aveva fatta slittare una prima volta a giugno e, successivamente, era stata programmata a Parma dal 29 al 31 ottobre. Il Dpcm firmato dal premier Conte domenica 25 ottobre ha però dato lo stop definitivo a ogni tipo di manifestazione, al contrario del precedente, pubblicato solo pochi giorni prima – il 18 ottobre – che proibiva sagre e fiere ma lasciava la porta aperta alle manifestazioni nazionali e internazionali, pur con qualche paletto. «Restano consentite le manifestazioni fieristiche di carattere nazionale e internazionale, previa adozione di Protocolli validati dal Comitato tecnico-scientifico di cui all’art. 2 dell’ordinanza 3 febbraio 2020, n. 630, del Capo del Dipartimento della protezione civile, e secondo misure organizzative adeguate alle dimensioni ed alle caratteristiche dei luoghi e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro», recitava il punto 4 del Dpcm del 18 ottobre.

Il 25 ottobre il nuovo Dpcm ha dato lo stop definitivo: «Sono sospesi i convegni, i congressi e gli altri eventi, ad eccezione di quelli che si svolgono con modalità a distanza; tutte le cerimonie pubbliche si svolgono nel rispetto dei protocolli e linee guida vigenti e in assenza di pubblico», specifica il decreto giunto nel fine settimana. Un danno notevole secondo Senaf, l’ente organizzatore, cugino della casa editrice di riviste tecniche “Tecniche Nuove”, che ha già annunciato che l’appuntamento è quindi rimandato al 2021, quando Mecspe si sposterà a Bologna.







Questo nuovo Dpcm rappresenta un danno importante per l’intero settore fieristico, non solo per Mescpe che nel 2019 aveva riunito 2.306 aziende (+6% rispetto al 2018) e coinvolto 56.498 visitatori. Secondo Maurizio Danese, presidente di Aefi, l’associazione di riferimento delle fiere italiane, «Il nuovo Dpcm che entra in vigore domani, lunedì 26 ottobre, prevede la chiusura immediata di tutte le manifestazioni fieristiche. Il provvedimento è uno shock gravissimo per il settore fieristico per il quale serve un atto urgente con un intervento economico a fondo perduto. Il Governo deve dare risposte immediate alle fiere, alle quali aveva garantito che una eventuale stretta sarebbe stata programmata. La sospensione immediata non solo causa ulteriori ingenti danni a un settore già messo in ginocchio da una chiusura forzata da marzo al primo settembre, che ha causato la perdita di oltre il 70% del fatturato, ma è una ulteriore mazzata economica per quartieri che avevano già avviato gli allestimenti per le manifestazioni che si dovevano tenere nei prossimi giorni. Le fiere richiedono tempi lunghi di preparazione e grandi investimenti sia per chi le realizza che per gli espositori e per le società che contribuiscono alla loro realizzazione e non si può chiudere il settore da un giorno all’altro. Speriamo che la promessa del Premier Conte e del Ministro Di Maio di un intervento di ristoro a fondo perduto per il settore si concretizzi immediatamente».














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