Massimo Sarmi nel cda Tim. A 74 anni un grande ritorno come amministratore delegato o presidente?

Il manager, 74 anni, era diventato direttore generale di Tim per la prima volta nel 1995. Potrebbe essere l'uomo giusto per gestire la partita della pubblicizzazione della rete telefonica auspicata dal Governo Meloni. Al tempo stesso, se salisse al vertice, sarebbe lecito parlare di gerontocrazia e di difficoltà nel ricambio della classe dirigente. Comunque, il curriculum è veramente notevole, con posizioni al vertice di Siemens, Poste Italiane, banche, concessionarie autostradali

Massimo Sarmi – 74 anni, già presidente di Fibercop – è stato appena cooptato nel consiglio di amministrazione di Tim al posto del dimissionario Frank Cadoret, che rappresentava il primo azionista Vivendi. E’ una nomina di grande peso di un personaggio importante, già al vertice del gruppo telefonico nel 1995, e oggi in ottime relazioni con Vivendi, con il secondo azionista Cassa Depositi e Prestiti, e con il Centro-Destra attualmente al potere. Sarmi è uomo con una grande conoscenza del mondo della telefonia e con grandi capacità diplomatiche e di tessere relazioni. In molti ambienti si parla di lui come possibile presidente al posto di Salvatore Rossi o come ipotetico amministratore delegato al posto di Pietro Labriola. Del resto, Sarmi perché potrebbe essere la figura politico-manageriale giusta per gestire la partita della rete telefonica pubblica, che come è noto fa parte del programma del Governo di Giorgia Meloni. Inoltre, Sarmi sarebbe la persona giusta per mantenere coesi i rapporti, non sempre facili, tra i due grandi azionisti Vivendi e Cdp.

Certo è che se il maggior gestore di telefonia italiano, 17esimo al mondo, dovesse farsi guidare da un manager ultra-settantenne, uno che fu per la prima volta direttore generale di Tim nel 1995 (allora il nome Tim riguardava solo la telefonia mobile) non sarebbe un bel segnale dal punto di vista del ricambio generazionale e della freschezza della classe dirigente italiana, dalla quale si esce solo quando si perdono le capacità cognitive. Comunque, magari si tratta solo di speculazioni, e Sarmi farà solo il consigliere di amministrazione, sia pure molto influente. Anche da quella posizione, peraltro, è possibile avere un ruolo importante nella delicata partita della pubblicizzazione della rete telefonica.







In ogni caso, il curriculum del manager è veramente notevole. 

Massimo Sarmi da novembre 2020 è presidente di FiberCop, società controllata da Tim e nata per innovare l’infrastruttura di rete e per assicurare l’accelerazione del processo di digitalizzazione in Italia. Fino ad aprile 2015 è stato presidente della Banca del Mezzogiorno nonché, fino ad aprile 2016 amministratore delegato della concessionaria autostrade Milano Serravalle– Milano Tangenziali e presidente della concessionaria autostradale Autostrada Pedemontana Lombarda S.p.A. Nel 2013, è stato nominato da Confindustria delegato per la diffusione dei servizi digitali evoluti. Dal 2002 al 2014 ha assunto l’incarico di amministratore delegato e direttore Generale del Gruppo Poste Italiane. Alla guida del gruppo, Sarmi ha sviluppato una strategia di potenziamento della rete di uffici postali, di innovazione tecnologica, di ampliamento della gamma di servizi e di ingresso in nuovi settori di business, ottenendo risultati significativi sul piano finanziario, con bilanci con utili sempre crescenti. Nel 2010 è inoltre nominato presidente della Fondazione Global Cyber Security Center, organismo internazionale di studio e ricerca per la sicurezza delle comunicazioni digitali costituito a Roma su iniziativa di Poste Italiane. Nel 2000 è stato nominato amministratore delegato e direttore generale di Siemens Italia, dove è rimasto fino al 2002. Nel 1998, è stato chiamato a ricoprire la carica di direttore generale di Telecom Italia. Nel 1995 è stato il primo direttore generale di Tim (Telecom Italia Mobile), la società nata dallo scorporo della divisione radiomobile da Telecom Italia dove Sarmi ha lavorato fin dal 1986 rivestendo ruoli a crescente complessità contribuendo allo sviluppo dei servizi innovativi di telefonia mobile e fissa.














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