Produttori di macchinari, è ora di cambiare modello di business e puntare sui servizi. Marco Taisch spiega perché

di Filippo Astone ♦︎ VIDEOINTERVISTA ♦︎ Una lunga intervista al presidente del Competence Center Made, che fa un monito ai costruttori di macchine. Puntate ora sulla servitizzazione, prima che sia troppo tardi e che qualche big player si prenda tutto il mercato. Che è ancora ridotto, ma in forte crescita. E i clienti chiedono sempre più servizi: manutenzione, formazione, controllo remoto. E se mancano le competenze, ci pensa il Made con i suoi corsi

Per i produttori di macchine si tratta di una grande opportunità di aumentare il volume d’affari ma anche i margini, che in futuro saranno quasi totalmente generati dai servizi. (e le macchine potrebbero diventare poco più di una commodity) E all’orizzonte ci sono nuovi business model, tutti da inventare. L’oem non deve pensare di rivoluzionare la sua ragion d’essere dall’oggi al domani, il passaggio può essere graduale negli anni: basta che sia ben definito il punto d’arrivo.







La servitizzazione non va intesa solo come un pay per use della macchina, ma verte su un insieme ampio di servizi che il mercato vuole, come manutenzione delle macchine, schedulazione dell’impianto, controllo remoto, formazione

La maggiore richiesta di servizi si spiega anche con la tendenza degli utilizzatori finali di tutti i settori – dalla chimica all’automotive e a tutti i settori della meccanica – a delegare a terzi attività che prima venivano condotte in casa. Oltre che con la pervasività della digitalizzazione.

Le aziende fanno una richiesta sempre più forte di servitizzazione: il volume nel 2024 raddoppierà rispetto al 2020. Gli Oem devono attrezzarsi per cavalcare questa opportunità, altrimenti verranno spazzati via da operatori specializzati o da piattaforme. Il tema delle competenze (arriva il servitization manager) e i nuovi corsi in partenza al Made

Il tema delle competenze può fare la differenza, perché i produttori di macchine conoscono bene la meccatronica, ma ideare, abilitare e vendere servizi (modificando di conseguenza il business model, oppure inventandone uno nuovo) è un mestiere completamente diverso, anche se complementare. Su questo, in partenza un nuovo corso proprio al competence center Made: https://www.made-cc.eu/it/scuola-di-competenze-4-0/servitizzazione/

Per i produttori di macchine la servitizzazione è una grande opportunità di aumentare il volume d’affari ma anche i margini, che in futuro saranno quasi totalmente generati dai servizi.

L’intervista è stata rilasciata in margine a un evento al quale hanno partecipato oltre a Marco Taisch stesso anche Michele Viscardi (Cosberg), Lorenzo Minelli (Itemalab) e Davide Sacchi (Emmi Dessert). CI torneremo presto sopra anche con un articolo dettagliato.

Il 70% delle aziende settore manifatturiero ha avviato iniziative di servitizzazione

Del resto il tema è di importanza enorme, per Industria Italiana (che ha scelto di fare del machinery una delle sue colonne portanti) e per la rilevanza del settore macchinari nell’economia del Paese. Non solo per i suoi 40 miliardi di valore, ma per l’impatto che ha nel manifatturiero, che è il settimo al mondo e soprattutto la base del sistema-Paese. Del resto, in campo macchinari l’Italia esprime realtà di grande rilievo. Tra i più noti ci sono i costruttori di macchine per il packaging, come Ima, Coesia, Marchesini, Sacmi, Goglio. E poi ci sono le macchine utensili di Prima Industrie, Camozzi, Salvagnini, Ficep, Breton, Mario Frigerio. E le eccellenze nella produzione di componenti e strumenti per tutto il settore del machinery, come Marposs, Gefran, Hsd, Rollon. E realtà più piccole ma vivaci come Buffoli Industries, Ghiringhelli, Gasparini. E le filiali italiane di grandi gruppi multinazionali come Renishaw, Bystronic, Soraluce, Amada, Fanuc, United Grinding, Hiwin, Trumpf, Schaeffler, Mazak, Dmg Mori, Danobat. Ultime ma non meno importanti, le filiali italiane di colossi multinazionali che vendono ai produttori di macchine di tutti i tipi le indispensabili tecnologie abilitanti, da Siemens a Rockwell Automation, da Abb a Schneider Electric, da Bosch Rexroth a Keb.

(Ripubblicazione dell’articolo del 23 ottobre 2023)














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