Dalla manifattura al retail… tutti pazzi per i big data di Maps!

di Laura Magna ♦︎ Tre business unit (Large Enterprise, Healthcare, Gzoom) ognuna con soluzioni software dedicate a uno o più trend. E una strategia di M&A che completa l’offerta. È questo il modello dell’azienda, che si è trasformata da software house a fornitore di soluzioni innovative. La partnership con TK.Digital e l’app Roialty ZeroCoda. Ne parliamo con il fondatore Marco Ciscato

Trasformare i dati in valore, per utility, sanità, retail, industria. Con questa focalizzazione Maps ha – nei 5 anni al 2019 –  raddoppiato i ricavi e quintuplicato l’ebitda e ora punta a conquistare l’Europa. Il gruppo parmigiano fondato da Marco Ciscato nel 2002 ha chiuso il 2019 con un consolidato di 17 milioni di euro e un ebitda di 3,8 milioni (con margine superiore al 22%). Ed è cresciuta a pieno ritmo anche nei primi sei mesi del 2020, nell’annus horribilis dell’economia, con i ricavi che hanno registrato un incremento del 2% a 8,52 milioni e l’ebitda margin in linea sul 2019, con un valore del 19,2%.

Perché questa piccola società tecnologica ha scelto di fare del suo core business, ben prima che fosse una moda, un megatrend come la digital transformation, con una focalizzazione specifica nella gestione dei big data. E, da almeno un decennio, si è rafforzata attraverso una importante attività di M&A. Da IG Consulting (2011), ad Artexe (2018), a Roialty (2019) a Scs Computers (2020): tutte piccole società italiane con business complementari che hanno consentito di completare la gamma di offerta. Una strategia che non si fermerà anche nei prossimi mesi, come spiega Ciscato a Industria Italiana: «continuiamo a tutta dritta, guardando in tutt’Europa, anche se oltre Confine le occasioni di incontro sono più difficili. Mentre siamo sicuramenti pronti a trasportare fuori dall’Italia le nostre esperienze maturate nel patient journey».







 

Il valore dei dati per la sanità

Marco Ciscato, fondatore di Maps

Il patient journey è tutto ciò che concerne il rapporto tra cittadini e strutture sanitarie. Maps ne presidia il mercato italiano con 1.300 installazioni, che gestiscono i percorsi di accesso di oltre 20 milioni di pazienti. Nel 2018 ha infatti acquisito Artexe, un’azienda che si occupa di accoglienza, per entrare in questo in questo promettente segmento. Il valore dei dati e della loro gestione è emerso con forza nell’era della pandemia per il settore della salute. In questo ambito le linee di business sono due, il patient journey appunto, «in cui si muovono dati che possono essere proficuamente utilizzati per fornire al cittadino e alla struttura informazioni per efficientare la relazione» e la data governance, con cui «gestiamo dati per prendere decisioni, in una evoluzione di quello che è il classico controllo di gestione. Un obiettivo che ci poniamo, per esempio, è quello di garantire l’appropriatezza delle prescrizioni di medicina specialistica rispetto ai protocolli ministeriali. Noi abbiamo una soluzione che analizza il quesito diagnostico che è un testo scritto, non strutturato. Misceliamo questa analisi con quella di dati strutturati riferiti al paziente, li confrontiamo con il protocollo e poi diamo ai decisori la statistica sull’appropriatezza delle prescrizioni».

 

Alla conquista della sanità internazionale

E il patien journey condurrà le soluzioni di Maps oltreconfine. «La vera e propria strategia di internazionalizzazione è iniziata nella seconda metà del 2018. E ad aprile 2019 abbiamo siglato il primo accordo con un cliente tedesco». Si tratta di Atos, azienda specializzata in ambito ortopedico: con essa, Maps attraverso la propria partecipata Artexe, è partita a metà 2019 con un pilot test in una clinica a Braunfels, per arrivare a digitalizzare la fase di accesso dei pazienti alle prestazioni sanitarie e favorire lo sviluppo di servizi innovativi come il self check-in. «La Germania è strategica, insieme a tutta l’area Dach (Germania, Austria e Svizzera, ndr), regione particolarmente attenta all’innovazione e, quindi, ricca di opportunità per le nostre soluzioni tecnologiche», dice Ciscato.

 

Il modello di business

La sede di Maps. Il gruppo parmigiano fondato da Marco Ciscato nel 2002 ha chiuso il 2019 con un consolidato di 17 milioni di euro e un ebitda di 3,8 milioni (con margine superiore al 22%). Ed è cresciuta a pieno ritmo anche nei primi sei mesi del 2020, nell’annus horribilis dell’economia, con i ricavi che hanno registrato un incremento del 2% a 8,52 milioni e l’ebitda margin in linea sul 2019, con un valore del 19,2%

Lo scorso 15 dicembre, infine, il gruppo ha annunciato la riorganizzazione, che prevede la fusione per incorporazione in Maps di Roialty e Memelabs, due srl entrambe controllate al 100%. Nell’ambito della stessa operazione IG Consulting confluirà in Artexe, società entrambe possedute al 100% da Maps Healthcare. «La riorganizzazione risponde alla nostra ottica fortemente integrata – spiega Ciscato – Veniamo da un processo di crescita aziendale e per acquisizioni per cui avevamo diverse ragioni sociali, ma con una visione unitaria molto forte. Abbiamo scelto di ottimizzare la struttura con il duplice intento di semplificarla ma anche di incrementare ulteriormente le sinergie e la cooperazione infragruppo. Mi aspetto che l’iter vada in porto con il primo trimestre 2021».

Quanto all’organizzazione aziendale resta la divisione di Maps in tre business unit (Large EnterpriseHealthcare IndustryGzoom), ognuna con soluzioni software dedicate a uno o più trend. Il portafoglio clienti è di oltre 220 clienti altamente fidelizzati appartenenti a differenti settori: i più importanti in termini quantitativi sono [quelli delle utility (da cui derivano circa 5 milioni di fatturato), la sanità (che ne vale 7 ma che nel 2021 anche con il consolidamento di Scs aumenterà sensibilmente), la pubblica amministrazione (3,5 milioni). Quanto a industria e retail, sono ancora residuali ma in crescita.

Nello specifico l’azienda si è trasformata da software house a fornitore di soluzioni innovative. «Dopo una prima fase di start-up durata fino al 2007, dal 2008 costruiamo algoritmi intelligenti capaci di comprendere i testi in italiano, e non abbiamo di fatto competitor per le esigenze di real time. Negli anni poi abbiamo fatto molte sperimentazioni e compreso che al di là dei codici il nostro valore aggiunto poteva essere quelli di trasformare le aziende clienti in data driven company», spiega Ciscato. Così, oggi il lavoro di Maps è «comprendere i bisogni dei clienti e soddisfarli, con qualsiasi mezzo e anche avvalendoci di software terzi». La ricerca e sviluppo è ovviamente molto importante ed è concentrata in una struttura che si chiama Research & Solutions, è stata costituita nel 2016, ed «è composta da circa 20-25 persone dedicate, su un organico di circa 200 dipendenti: sono loro che analizzano bisogni e realizzano soluzioni». Negli ultimi tre anni il gruppo ha complessivamente destinato all’innovazione più di 4 milioni di euro.

 

I trend in sviluppo: la galoppata dell’Healthcare

Interno della sede di Parma di Maps. L’azienda si è rafforzata attraverso una importante attività di M&A. Da IG Consulting (2011), ad Artexe (2018), a Roialty (2019) a Scs Computers (2020): tutte piccole società italiane con business complementari che hanno consentito di completare la gamma di offerta

Ovviamente la divisione Healthcare Industry nel 2020 è stata al centro dell’attenzione. Innanzitutto perché «in un periodo caratterizzato da una emergenza sanitaria che ha avuto impatti rilevantissimi sull’economia, a fronte di un calo che ha interessato alcune linee di business, il settore ha registrato risultati in forte miglioramento (più del +20%)», dice Ciscato. Dunque, Maps ha investito e nell’ambito della controllata Healthcare ha costituito MiCuro, start-up innovativa attiva nell’Insurtech. Più in dettaglio, MiCuro offrirà una piattaforma tecnologica innovativa e servizi di supporto, per permettere alle compagnie assicurative di entrare nel mercato della distribuzione di prestazioni sanitarie. «La start-up si inserisce nel contesto della digital transformation nella sanità che stiamo cercando con forza di cavalcare. Ne abbiamo compreso entità e dinamiche ben prima del Covid: uno degli sviluppi è appunto l’Insurtech, e in particolare partendo dalle nostre competenze e dai nostri ambiti di azione ci stiamo specializzando nei servizi – diversi dalla copertura di visite e cure – che le aziende assicurative possono dare al cittadino e al cliente in ambito sanitario. È un’opportunità per poter offrire la migliore esperienza phygital ai pazienti. Crediamo fermamente in questo progetto e intendiamo dare il nostro contributo sia al settore assicurativo, che a quello sanitario». A settembre la stessa controllata Healthcare aveva acquisito Scs Computers, software house specializzata in ambito clinico, con soluzioni proprietarie che da oltre 20 anni sono un riferimento per la sanità pubblica e privata nel centro Italia.

 

Le applicazioni nelle utility

La sede di Maps. Il Gruppo nel 2020 ha rafforzato i servizi al retail, che deve cambiare completamente pelle e dinamiche di funzionamento. Proprio a questo mira la partnership con TK.Digital: favorire la capacità d’integrazione di soluzioni digital per il mercato Retail attraverso l’utilizzo dell’App Roialty ZeroCoda

Anche se la sanità è oggi sotto i riflettori, Maps lavora anche, come abbiamo anticipato, in altri settori. Nelle utility da cui finora hanno ricavato la metà del fatturato, restano un ambito promettente in quanto hanno intrinsecamente bisogno di soluzioni basate sull’analisi dei dati per fare previsioni. «Parlando in particolare di Energy, abbiamo costruito una soluzione per l’analisi dei consumi per smart grid. La soluzione consente, a partire dall’analisi di diversi dati – dalle previsioni meteo ai consumi pregressi, all’ipotesi di utilizzo dell’energia – di prevedere il consumo di energia per un dato periodo dando al fornitore una capacità di programmazione che rappresenta un grande valore perché evita la dispersione in tutti i casi in cui l’energia non può essere stoccata».

 

… e i big data di Maps nella manifattura e nel retail

Ancora, tra i clienti di Maps figurano grandi aziende manifatturiere, tutte sopra il miliardo di euro di fatturato, per lo più nella trasformazione di materie prime: «ci occupiamo di manutenzione predittiva: sostanzialmente interveniamo nelle catene produttive che negli ultimi anni hanno revisionato metodi e macchinari associando a questi ultimi una serie di sensori che forniscono tantissimi dati che spesso non vengono usati. Noi li prendiamo e li analizziamo trasferendo alle squadre di manutenzione le informazioni necessarie perché possano prevedere in maniera proattiva le risposte delle macchine».

E nel 2020 ha rafforzato i servizi al retail, che deve cambiare completamente pelle e dinamiche di funzionamento. Proprio a questo mira la partnership con TK.Digital: favorire la capacità d’integrazione di soluzioni digital per il mercato retail attraverso l’utilizzo dell’App Roialty ZeroCoda. «L’accordo mira a migliorare sempre di più l’esperienza d’acquisto in store. Vogliamo valorizzare la soluzione ZeroCoda Retail per offrire un nuovo modello di prenotazione e accesso ai servizi in store, capace di estendere il customer journey con azioni di promozione e fidelizzazione premianti per il cliente, migliorando la sicurezza del personale e valorizzando i dati per la personalizzazione della vendita». Insomma, l’idea è quella di superare i limiti della maggior parte delle soluzioni esistenti, fornendo ai clienti uno strumento in grado di abilitare un nuovo modello organizzativo della visita nel punto vendita fisico, che inizi prima dell’acquisto con la prenotazione e si concluda post-acquisto con l’invio di survey e coupon personalizzati.














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