Lu-Ve vuole comprare Acc, spin-off Zanussi da tempo in crisi. Giorgetti autorizza

Giorgetti dice sì all'acquisto della fabbrica di compressori per frigoriferi da parte di Lu-Ve, colosso internazionale degli scambiatori di calore fondato da Iginio Liberali. Cambierà il business ma il sito, per cinque anni gestito dai cinesi di Wanbao, è salvo.

Giorgetti dice sì all’acquisto della fabbrica di compressori per frigoriferi da parte di Lu-Ve, colosso internazionale degli scambiatori di calore fondato da Iginio Liberali. Cambierà il business ma il sito, per cinque anni gestito dai cinesi di Wanbao, è salvo.

Il Mise ha autorizzato l’offerta vincolante di Lu-Ve per l’Acc di Borgo Valbelluna (Belluno). Secondo il ministero si tratta di un passaggio cruciale che va nella direzione del salvataggio del sito produttivo. Acc è una storica fabbrica (Ex-Zanussi) di compressori per frigoriferi con circa 300 dipendenti; da più di un anno, è in profonda crisi di liquidità, tanto che ha dovuto sospendere la produzione per la maggior parte delle giornate lavorative negli ultimi tre mesi. È in amministrazione straordinaria, sotto la guida del commissario Maurizio Castro. È in vendita. Lu-Ve, invece, è una multinazionale con sede a Uboldo (Varese) attiva nel settore degli scambiatori di calore, di cui è uno dei principali player al mondo. È quotata alla Borsa di Milano e nel 2021 ha conseguito revenue per 483 milioni di euro, con un incremento del 23% rispetto al 2020. È cresciuto anche il portafoglio ordini, ora a quota 180 milioni.  La società è guidata dal Ceo Matteo Liberali, figlio del fondatore Iginio, già manager della Merloni.

«Sono particolarmente soddisfatto per gli sviluppi della vicenda: stiamo rispettando i tempi e stiamo collaborando per il futuro dei lavoratori, dell’impresa e del territorio» – ha commentato il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti.







             IL PIANO DELLA LU-VE PER BORGO VALBELLUNA

             Se ne sa poco, perché i documenti sono ancora secretati al Mise. Ciò che si sa è che Lu-Ve ha uno stabilimento produttivo a Limana, a soli 9 km da Borgo Valbelluna. Dunque, da una parte la Lu-Ve, come si è detto, ha un poderoso portafoglio ordini, e quindi ha bisogno di incrementare la produzione; dall’altra la contiguità tra i due siti produttivi consentirà di ottimizzare la logistica dei due stabilimenti. Inoltre, si darà vita ad un centro di distribuzione unico, capace di affiancare i poli produttivi già esistenti in Usa, India, Russia, Polonia e Repubblica Ceca. A Borgo Valbelluna si realizzeranno scambiatori di calore: l’esperienza italiana nel compressore per frigoriferi, elemento essenziale nella catena del freddo, termina qui.  Peraltro, nel Vecchio Continente la quota cinese di questi componenti passerà dal 93% al 99%, esattamente ciò che molti produttori europei del Bianco dichiaravano di voler evitare.

            L’OFFERTA DELLA SALVEZZA

            La discesa in campo di Lu-Ve è un evento non scontato. Se non fosse avvenuto, Acc avrebbe dovuto chiudere definitivamente. L’azienda di Varese era una delle tre realtà (insieme a Legacoop Veneto e ad una multinazionale asiatica di cui non è mai stato reso noto il nome) ad aver espresso interesse all’acquisto del sito di Borgo Valbelluna. All’atto pratico, però, quando si è trattato di tradurre questo interesse in una offerta vincolante, si è fatta avanti solo la Lu-Ve. E una precedente gara di vendita dell’azienda, tenuta qualche mese fa, era andata deserta. Solo pochi giorni fa, Acc sembrava spacciata.

            IL PROSSIMO PASSAGGIO

            Il prossimo passaggio è il confronto con i sindacati sulla questione occupazionale. Si sa che Lu-Ve non intende riassumere il personale per intero. La quota di tute blu che torneranno al posto di lavoro non è nota. Indiscrezioni provenienti da ambienti ministeriali e sindacali sembrano riferirsi ad una forchetta fra il 60% e il 70%. Ma sono voci. I rappresentanti dei lavoratori attendono comunicazioni ufficiali dal Mise. Peraltro, Confindustria Belluno si è detta disponibile a fare da tramite con le imprese del luogo per ricollocare gli esclusi.  Per il passaggio, comunque, sono previsti tempi brevi. Per legge, il closing dell’operazione deve avvenire entro il 30 aprile.














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