L’industria italiana lascia sul campo il 2,4%

di Aldo Agosti ♦︎ Questa la contrazione registrata dall’Istat a ottobre. Gli analisti si aspettavano una caduta del 2,1%

||Frenata dei consumi. Fonte Centro Studi Confindustria|Eurozona

Industria, che gelata. A ottobre, dice l’Istat, cala ancora la produzione industriale italiana, con una variazione negativa sia su base congiunturale sia in termini annui. In particolare, l’indice corretto per gli effetti di calendario, in flessione tendenziale per l’ottavo mese consecutivo, ha registrato un ulteriore peggioramento della dinamica rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A ottobre, infatti, l’Istat ha stimato che l’indice destagionalizzato della produzione industriale, considerato un buon anticipatore del pil, è diminuito dello 0,3% rispetto a settembre. Mentre nella media del trimestre agosto-ottobre ha mostrato una flessione congiunturale dello 0,6%. Corretto per gli effetti di calendario, a ottobre l’indice complessivo è sceso in termini tendenziali del 2,4%. Le attese degli economisti erano per una flessione dello 0,2% su mese e del 2,1% su anno.

A settembre la produzione industriale aveva registrato un calo dello 0,4% congiunturale e del 2,2% (rivisto da -2,1%) su anno. Nella media del periodo gennaio-ottobre l’indice ha registrato una flessione tendenziale dell’1,2%. A livello dei principali raggruppamenti di industria il solo settore ancora in crescita, sia su base mensile sia su base annua, è stato quello dei beni di consumo, trainati, però, dalla componente dei beni non durevoli. Al contrario, flessioni tendenziali rilevanti hanno caratterizzato i beni strumentali e quelli intermedi. L’indice destagionalizzato mensile è cresciuto, marginalmente, su base congiunturale solo per i beni di consumo (+0,3%); sono diminuiti l’energia (-1,9%) e i beni strumentali (-0,8%) mentre i beni intermedi sono risultati stabili. Su base tendenziale e al netto degli effetti di calendario, a ottobre si è vista una moderata crescita esclusivamente per il comparto dei beni di consumo (+0,5%). Al contrario, marcati cali hanno contraddistinto i beni intermedi (-4,8%) e i beni strumentali (-3,4%). Quanto all’energia ha registrato una variazione nulla.







I settori di attività economica che hanno evidenziato i maggiori incrementi tendenziali sono stati i prodotti farmaceutici di base e preparati (+3,6%), le industrie alimentari, bevande e tabacco (+3,0%) e le altre industrie (+2,8%). Le flessioni più ampie si sono viste nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-8,6%), nelle attività estrattive (-8,1%) e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-6,9%).














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