Ricerca, innovazione tech, digitale: la strategia della sostenibilità di Leonardo. E su Davinci-1…

di Barbara Weisz ♦︎ Il piano green del Gruppo guidato da Alessandro Profumo abbraccia l'intera catena del valore: fornitori, operation, ricerca e sviluppo, clienti. Una strategia integrata che vede il 50% degli investimenti a supporto degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Approccio data driven: azioni impostate sui dati. Sustainable Aviation Fuels: riduzione emissione da aerospazio, difesa e sicurezza. De-manufacturing, re-manufacturing e riciclo dei materiali compositi. Ne parliamo con Renata Mele

Il Falco Explorer di Leonardo

«Alla base dell’approccio di Leonardo, ricerca, innovazione tecnologica e digitalizzazione, sono i fattori abilitanti per accelerare la transizione verso uno sviluppo sostenibile. La funzione Sostenibilità è all’interno della Direzione Tecnologia e Innovazione proprio per assicurare la piena integrazione tra queste aree». Renata Mele, Senior Vice President Sustainability di Leonardo, sintetizza così la mission della strategia di sostenibilità di un gruppo che è attivo nell’aerospazio, difesa e sicurezza. Un settore che è facile associare all’innovazione e alla ricerca, e che sta puntando tanto sulla transizione digitale e sostenibile. In effetti, sottolinea Mele, «i nostri prodotti hanno un’importante componente di impatto ambientale. Ma stiamo lavorando molto dal punto di vista della ricerca e innovazione su questo aspetto».

Il colosso guidato dal Ceo Alessandro Profumo ha un piano di sostenibilità che si declina attraverso quattro macro aree (People, Planet, Prosperity e Governance), abbraccia l’intera catena del valore (fornitori, operation, ricerca e sviluppo, clienti), e prevede sei principali aree d’azione: decarbonizzazione, riduzione dell’impatto ambientale e miglioramento della circolarità, filiera sostenibile, soluzioni di sostenibilità, integrità aziendale, diversità e inclusione, istruzione e Stem. Per ognuna di queste aree ci sono obiettivi già raggiunti, e target di breve, medio e lungo periodo. Il tutto, all’interno di una strategia integrata che vede il 50% degli investimenti a supporto degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Cerchiamo di approfondire tutti questi elementi, mettendo in luce in particolare due aspetti: il forte legame fra sostenibilità e digitalizzazione, per esempio attraverso il ruolo fondamentale del digital twin, e l’importanza della visione strategica di sostenibilità condivisa da tutto il Gruppo che prevede, per esempio, necessità di formazione e nuove competenze per tutto lo staff, per tutti i dipendenti ma anche per il management. Lo facciamo attraverso i dati contenuti nel bilancio integrato 2022 e l’intervista a Renata Mele, realizzata nel corso del DigiGreen Day organizzato da Ibm Italia a inizio marzo.







Partiamo dai numeri: rispetto al 2021, riduzione delle emissioni dirette e indirette da consumi energetici del 15%, taglio del 7% dell’intensità dei consumi energetici e del 13% dell’intensità dei prelievi idrici, 79% di energia elettrica acquistata da fonti rinnovabili, 12 modelli di elicotteri che possono operare con combustibili composti fino al 50% da biocarburante (Saf – Sustainable Aviation Fuel). Fra gli obiettivi ambientali invece per i prossimi anni:

  • Riduzione di energia elettrica prelevata da rete esterna del 10% entro il 2025;
  • Riduzione delle emissioni di Scope 1 + Scope 2 (Market Based) del 50% entro il 2030;
  • Riduzione dei prelievi idrici del 25% entro il 2030;
  • Riduzione della quantità di rifiuti prodotti del 15% entro il 2030.

In tabella, tutti gli obiettivi divisi per le quattro macro aree individuate:

 

Come si raggiungono questi obiettivi? Il Piano di Sostenibilità prevede di concentrarsi in particolare su 6 Sdg – Sustainable Development Goals dell’Agenda Onu 2030:

  • sviluppo delle competenze (Sdg 4);
  • creazione di lavoro qualificato e crescita dei partner (Sdg 8);
  • supporto all’innovazione e alla trasformazione digitale (Sdg 9);
  • sviluppo di soluzioni per la sicurezza di persone, infrastrutture e territori (Sdg 11)
  • contrasto al cambiamento climatico (Sdg 13),
  • integrazione nell’attività di impresa di modelli di produzione sostenibili (Sdg 12).

Il Piano, inoltre, ha un impatto diretto su ulteriori Sdg, attraverso: la riduzione degli sprechi alimentari (Sdg 2), lo sviluppo di soluzioni per contrastare l’emergenza sanitaria (Sdg 3); la promozione di una cultura che rafforzi la parità di genere (Sdg 5); l’efficienza energetica e il potenziamento di impiego di fonti rinnovabili (Sdg 7); la mitigazione degli impatti ambientali nei mari e a sostegno della biodiversità (Sdg 14, 15); il rafforzamento continuo del modello di business responsabile e la tutela dei diritti umani (Sdg 16). Tutto questo si sostanzia in 100 progetti: 48 operativi, con ricadute nel breve periodo, e 52 trasformativi con impatti nel medio lungo termine. Vediamo in che modo questi numeri e questi elementi si integrano con la strategia e l’organizzazione aziendale.

D: Partiamo dall’impostazione generale. È emerso anche durante il DigiGreen Day come ci siano nuove sfide organizzative interne per le aziende che vogliono affrontare correttamente la transizione sostenibile, non più relegata a una specifica funzione aziendale (un po’ come è successo nell’ultimo decennio per l’IT). Un elemento che lei ha sottolineato riguarda la necessità di aggiornamento del management. Come si concretizzano questi elementi in Leonardo?

Renata Mele, Senior Vice President Sustainability di Leonardo

R: In Leonardo stiamo facendo grandissimi sforzi proprio sul tema della formazione, interna prima che per i fornitori. Intanto, la stessa collocazione organizzativa della funzione sostenibilità all’interno dell’area dedicata all’innovazione tecnologica vuol dire qualcosa. Alla base dell’approccio di Leonardo, ricerca, innovazione tecnologica e digitalizzazione, sono i fattori abilitanti per accelerare la transizione verso uno sviluppo sostenibile. Poi, cerchiamo di inserire i fattori Esg nelle decisioni. Significa cambiare il modo di prendere una serie di decisioni manageriali. Come prima cosa abbiamo adottato un approccio data driven: dobbiamo avere dati da analizzare sulla base dei quali impostare le azioni da intraprendere. È necessario dunque che all’interno dell’azienda ci siano strutture preposte alla raccolta dei dati non solo per il reporting, cioè per il consuntivo da pubblicare, ma anche in chiave di pianificazione. Dobbiamo sapere sulla base di uno scenario globale e sulla base, appunto, dei dati ad esempio quali saranno le emissioni nei prossimi tre, cinque, sei anni. La raccolta dati Esg è dunque fondamentale per prendere le decisioni. Naturalmente, da un punto di vista di formazione manageriale questo approccio è relativamente recente, e noi come azienda ci siamo attivati di conseguenza. Abbiamo ad esempio lanciato un corso interno di sostenibilità diretto a tutta la popolazione aziendale, proprio l’anno scorso, che ha avuto un’ottima risposta in termini di partecipazione. Si è trattato di un corso di base, per tutti i dipendenti, con l’obiettivo di iniziare a introdurre questi temi. Da quest’anno, avvieremo un corso dedicato ai nostri executive. Partendo dal presupposto che sostenibilità è un termine molto ampio, lo dobbiamo declinare per le singole esigenze: per chi gestisce la supply chain è ben diverso rispetto a chi si occupa di ingegneria, o di ricerca.

D: Voi siete player di un settore complesso, in cosa consiste una strategia sostenibile per un gruppo attivo nell’aerospazio, difesa e sicurezza?

R: « Nonostante il settore aerospaziale non sia certo tra i settori che hanno più impatto sulle emissioni di CO2 a livello globale, i nostri prodotti hanno effettivamente un importante impatto sull’ambiente che è difficile da eliminare. Stiamo lavorando molto dal punto di vista della ricerca e dell’innovazione tecnologica per ridurlo. In che modo? Abbiamo una serie di roadmap. I prodotti più inquinanti sono quelli che usano combustibili fossili, quindi aeroplani, elicotteri. Purtroppo l’aviazione non ha ancora sviluppato una tecnologia che ci permetta di dire: abbiamo risolto definitivamente il problema. Dobbiamo ancora fare ricerca, sperimentare. E nel fare questo ci sono tantissimi investimenti, proprio sulla decarbonizzazione. Nel breve termine stiamo lavorando per poter introdurre su tutta la gamma di prodotti i Sustainable Aviation Fuels, noi come tutti gli altri operatori di settore. (Attualmente, sono 12 i modelli di elicottero sviluppati da Leonardo che possono operare con combustibili composti sino al 50% da Sustainable Aviation Fuel – SAF, ndr).

L’innovazione in Leonardo

D: Quali sono le vostre strategie in materia di de-manufacturing, re-manufacturing, ciclo di vita dei prodotti?

ATR 72 500 at Leonardo Pomigliano D’Arco (NA) plant. Copyright: © Leonardo S.p.A. and subsidiaries

R: «Il riciclo e il riuso sono fondamentali. Seguiamo l’evoluzione dei nostri prodotti, ne implementiamo la manutenzione, abbiamo legami stretti con i clienti. Tutti i nostri programmi di manutenzione e customer support sono centrati nel garantire le prestazioni migliori seguendo l’intero ciclo di vita del prodotto. Cerchiamo poi di attuare tutte le modalità per garantire una vita del prodotto il più lunga possibile, fermo restando il Safety First, ossia la sicurezza come priorità».

D: Parliamo di rapporto fra tecnologie di ultima generazione e sostenibilità. Fra i vostri progetti in questo senso spicca il digital twin, in che modo riguarda la strategia green?

R: «E’ un percorso complesso, che coinvolge diversi reparti, vari livelli dell’ingegneria, e ha un impatto chiave sulla digital transformation. In questa parola è racchiusa una molteplicità di attività industriali. Il digital twin per la progettazione ci permette per esempio di usare fin dall’inizio materiali di cui conosciamo quale sarà poi la destinazione finale. La simulazione durante tutte le fasi di progettazione ci permette di capire meglio dove sono concentrati gli stress di un prodotto o di una piattaforma e come intervenire preventivamente. Naturalmente molti di questi elementi fanno già parte della conoscenza industriale di Leonardo. Però, avere la possibilità di vedere cosa succede se cambiano le condizioni esterne, quindi modellare, simulare le condizioni di volo su un modello virtuale, è veramente una rivoluzione per chi fa progettazione, design e manufacturing».

D: Un pillar fondamentale del vostro piano di Sostenibilità è rappresentato dalle strategie verso la supply chain e verso i clienti. In cosa consistono?

Elicottero Aw169 di Leonardo

R: «Nei confronti della catena di fornitura pubblichiamo dei target, tra cui l’obiettivo, raggiunto nel 2022, di far sì che oltre il 75 per cento dei nostri fornitori interagiscano con l’azienda solo attraverso strumenti digitali, a beneficio dell’efficienza complessiva del sistema. Per quanto riguarda i clienti, in molti casi sono loro che richiedono a noi target di sostenibilità. E’ una prassi che incomincia ad affermarsi sia in ambito militare sia civile. E’ dell’anno scorso l’emissione di una direttiva del ministero della Difesa inglese che chiede a tutti i fornitori (fra cui ci siamo anche noi di Leonardo) di presentare un piano di decarbonizzazione, una roadmap con obiettivi precisi».

D: In termini di investimenti e risultati, quali sono i numeri del vostro bilancio Esg?

R: «Pubblichiamo tanti numeri sugli investimenti per la digitalizzazione, al 2021 9mila 600 delle nostre persone erano dedicate ad attività di ricerca e sviluppo, e molta della ricerca è orientata alla sostenibilità. Ma l’elemento più significativo è rappresentato dal fatto che circa il 50% dei nostri investimenti, nell’arco del prossimo piano industriale, siano allineati con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Significa che non sono investimenti destinati solo a progetti di sostenibilità, ma che hanno comunque una componente rilevante per la sostenibilità».

 

Progetti di Leonardo per la sostenibilità, casi concreti

Concludiamo con qualche esempio dei progetti relativi ai temi toccati nell’intervista:

  • Sostituzione di gas climalteranti: Leonardo procede con le attività di aggiornamento dei processi di fabbricazione per ridurre sensibilmente le quantità utilizzate del gas inerte SF6 tramite la sostituzione con un gas a minore Global Warming Potential (Gwp), secondo le modalità previste nel relativo progetto del Piano di Sostenibilità. L’obiettivo è sostituire il gas SF6 con R134a come gas inerte utilizzato durante le operazioni di colata delle leghe di magnesio. Nel 2022, è stata ottenuta una riduzione di emissioni dirette di oltre 160mila tonnellate di CO2 e rispetto al 2020 grazie alla sostituzione parziale del SF6 con l’R134a.
  • davinci-1: fra i primi supercomputer al mondo nel settore AD&S, potenza complessiva di oltre 5 milioni di miliardi di operazioni in virgola mobile al secondo (5PFlops), ha un’architettura progettata per unire le capacità del cloud con il supercalcolo, in una piattaforma integrata (cloud computing) che coniuga flessibilità e potenza di calcolo, consentendo l’impiego di algoritmi (dal deep learning all’Intelligenza Artificiale), la personalizzazione per piattaforma tecnologica (dai velivoli agli elicotteri, dai satelliti ai sistemi di monitoraggio e controllo) e il calcolo delle innumerevoli interazioni tra i dati generati (Data Analysis e Big Data). E’ l’infrastruttura portante della rete dei Leonardo Labs che abilita la ricerca sulle tecnologie disruptive funzionali alla realizzazione di soluzioni per la sostenibilità.
  • Ricerca sui materiali: in collaborazione con Solvay, una delle aziende leader globali nel settore chimico, Leonardo ha avviato un Joint-Lab dedicato allo sviluppo di nuovi materiali compositi e processi di produzione per il futuro dell’industria aerospaziale. All’interno di questa collaborazione vengono sviluppate attività per implementare la circolarità dei materiali compositi aeronautici e per testare gli engineered material, materiali compositi a matrice termoplastica, facilmente riciclabili, che hanno l’obiettivo di migliorare le proprietà del prodotto, estenderne il ciclo di vita e aumentare l’efficienza della linea produttiva, riducendone gli impatti ambientali.
  • Riciclo dei materiali compositi: forte del rapporto con la propria filiera e grazie al contributo di partner tecnologici e associazioni internazionali, Leonardo sta sviluppando un nuovo processo per il riciclo delle carboresine, materiali complessi da riciclare, ma largamente impiegati in aeronautica per via delle loro peculiari caratteristiche di robustezza meccanica. In quest’ottica si inserisce anche il New Materials and Circular Economy Accelerator, un think tank avviato con Csr Europe e altre primarie società, associazioni e università internazionali, che ha sviluppato un nuovo framework sulla circolarità dei materiali compositi riflettendo l’approccio collaborativo alla base del modello di economia circolare che Leonardo intende implementare.

Alla base dell’approccio di Leonardo, ricerca, innovazione tecnologica e digitalizzazione, sono i fattori abilitanti per accelerare la transizione verso uno sviluppo sostenibile














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