In pista con Aruba Racing Ducati Team: così la tecnologia Lenovo aiuta i team dietro le quinte

di Renzo Zonin ♦︎ L'azienda è molto attiva nei motorsport. Sia in F1, sia nelle due ruote, dove supporta i team Ducati in MotoGP e Superbike. Siamo andati al Imola, dentro i box della Superbike, per capire come la tecnologia aiuta i piloti. Qui si trova un centro di calcolo mobile, dotato di due server edge rugged Lenovo SE350 e workstation portatili ThinkPad P1 Gen 5. Gli smartphone Motorola Edge 20 per comunicare con la sede centrale. Ne abbiamo parlato col Alessandro de Bartolo, country gm e ad di Isg Lenovo, e Stefano Cecconi, ad di Aruba e team principal del team Ducati

Un ingegnere di pista scambia dati con la moto campione del mondo usando un notebook ThinkPad P1 Gen 5, qualche minuto prima della partenza della gara.

Per mostrare al pubblico la validità delle proprie soluzioni tecnologiche, l’ambiente del motorsport è l’ideale: non solo è un mondo estremamente competitivo, dove la ricerca della massima prestazione è continua e spasmodica, non solo richiede prestazioni e affidabilità di altissimo livello, ma in più queste prestazioni e affidabilità bisogna garantirle all’interno di regolamenti stringenti, che sembrano fatti apposta per mettere i bastoni fra le ruote a squadre, piloti e fornitori di tecnologia.

Fra le aziende del digitale approdate da anni al mondo del motorsport, Lenovo è molto attiva e vanta una presenza sia nelle quattro ruote (sponsor della Fia per il Campionato Mondiale di F1), sia nelle due ruote, dove affianca la Ducati in MotoGp e l’Aruba.it Racing – Ducati Team nel campionato mondiale Superbike, riservato a motociclette derivate da modelli di serie.







Le problematiche che un team come quello di Aruba Racing deve affrontare a ogni gara somigliano, per molti versi, a quelle che deve gestire una grande azienda manifatturiera: mettere a disposizione dell’OT una grande potenza di calcolo per gestire i big data, mantenendosi però all’interno dei budget prestabiliti; disporre di computer affidabili che non occupino troppo spazio e funzionino in condizioni ambientali sfavorevoli; fornire assistenza tecnica ai membri dello staff minimizzando il personale IT necessario; garantire la sicurezza rispetto ad attacchi di hacker o spionaggio industriale. In Superbike, le limitazioni di spazio e budget sono dovute essenzialmente ai regolamenti, in particolare a quelli introdotti nel periodo del lockdown, durante il quale erano state decise forti limitazioni al numero di persone che una squadra poteva portare sui circuiti, ma anche al volume e al peso massimo delle apparecchiature al seguito della squadra.

Insomma, all’Aruba Ducati Racing Team serviva un sistema informatico di piccole dimensioni, “rugged”, con alta potenza di calcolo, ben protetto e con capacità di servicing da remoto. La soluzione adottata dalla squadra è stata di basare il proprio sistema informatico su due server Lenovo SE350, una macchina di cui abbiamo parlato spesso su Industria Italiana (per esempio qui) e che mostra eccellenti doti di adattabilità; a completare il pacchetto ci sono poi le workstation portatili ThinkPad P1 Gen 5 e gli smartphone Motorola Edge 20.

L’intero “centro di calcolo” viaggiante trova posto in un mezzo rack che contiene due server SE350, gli switch Ethernet, il firewall, le unità di storage, il gruppo di continuità e una stampante laser. Il compito principale di questo sistema è l’analisi dei dati registrati dai sensori posti sulle moto del team, analisi che va fatta in tempi strettissimi. E qui l’elevata potenza di calcolo dell’SE350 gioca un ruolo chiave. Ce ne hanno parlato Alessandro de Bartolo di Lenovo e Stefano Cecconi di Aruba.it Ducati Racing Team, durante una visita ai box avvenuta nel caldissimo weekend della gara Superbike di Imola.

Una collaborazione nata dai data center

Alessandro de Bartolo, Country gm e ad di Isg Lenovo

Il rapporto fra Lenovo e Aruba.it Racing, prima che nel mondo delle corse, nasce in quello dei data center. Aruba.it infatti è un importante provider di servizi infrastrutturali. «La nostra collaborazione è iniziata prima nell’ambito del business di Aruba.it, business in cui noi siamo presenti con le nostre soluzioni della divisione Infrastruttura – racconta Alessandro de Bartolo, amministratore delegato e country manager infrastructure solutions group di Lenovo – Forniamo ad Aruba.it le nostre soluzioni server e storage per i loro data center ormai da qualche anno. È un’attività che ci vede allineati anche su alcuni aspetti chiave, per esempio quello della sostenibilità ambientale, al quale Aruba.it è molto attenta. E noi, con le nostre tecnologie, riusciamo a supportarla in questo percorso, per esempio Aruba.it sta valutando per i suoi data center l’utilizzo del raffreddamento a liquido, una tecnologia sulla quale abbiamo sviluppato molta esperienza negli ultimi anni».

La collaborazione con la squadra corse è nata di conseguenza, avendo potuto Aruba.it valutare il livello delle soluzioni Lenovo. «Aruba.it Ducati Racing ha valutato che le soluzioni Lenovo avessero le caratteristiche adatte all’utilizzo nell’ambito stressante delle corse motociclistiche – prosegue de Bartolo – per esempio le performance e la portabilità dei sistemi. Per questo la partnership si è allargata anche all’ambito del motosport». Per contestualizzare, ricordiamo che il ThinkSystem SE350 è un edge server poco più grande di un foglio A4 (215x376mm) ed è alto una unità rack (circa 4 cm). Può montare processori Xeon fino a 16 core, schede acceleratrici per l’intelligenza artificiale e dispone di una lunga serie di opzioni di connettività.

Lavoro di squadra

Stefano Cecconi, Aruba Ducati Racing

Chi frequentava i box degli autodromi un po’ di anni fa, magari ricorda puzza di benzina e gas di scarico, macchie d’olio e di grasso, luci approssimative, meccanici armati di chiave inglese e martello che trafficano con pistoni e ammortizzatori, oltre a un gran rumore. Il rumore c’è ancora, ma il box di oggi è diventato qualcosa di più simile a un atelier, in cui la parte meccanica è solo una delle componenti che portano al successo, insieme al reparto gomme e a quello dell’analisi dei dati. Vincere un campionato è davvero un lavoro di squadra, dove tutti devono dare il massimo: piloti, moto, gomme, sistema informativo. «I primi anni abbiamo sofferto un po’ – ci dice Stefano Cecconi, amministratore delegato Aruba e Aruba Ducati Racing – diciamo che sono dei cicli, e quando si forma la combinazione giusta, che comincia a funzionare in tutte le piste, per gli altri diventa difficile batterti».

Nel caso di Aruba Ducati Racing tutti gli elementi sono andati al posto giusto l’anno scorso, tanto è vero che il team ha vinto il campionato piloti (con Alvaro Bautista), quello a squadre e il titolo costruttori. Bautista, tra l’altro, è in testa alla classifica del campionato anche quest’anno. Secondo Cecconi, quella di impiegare i sistemi Lenovo nelle attività di racing è stata da una parte una conseguenza naturale del fatto che già Lenovo era partner tecnologico nel “main business” di Aruba, in parte è stata dettata dalla necessità di trovare sistemi in grado di soddisfare alcuni requisiti critici. «Per esempio, durante la pandemia erano cresciuti i costi di logistica, fino a triplicare, e quindi l’organizzazione che gestisce il campionato ha deciso che le squadre dovevano ridurre peso e volumi delle dotazioni che portavano sui circuiti. Prima ci si poteva permettere di girare con server tradizionali, magari anche con gruppi di continuità con generose batterie al piombo. Con le nuove regole questo non era più possibile, e per questo con Lenovo abbiamo studiato la soluzione basata su edge. Sono macchine che sembrano fatte apposta per questo mestiere. Noi le maltrattiamo parecchio, sempre in giro per il mondo, con forti sbalzi di temperatura e umidità, sia in fase di trasporto sia quando devono operare all’interno dei garage. Insomma, serviva potenza, in pochissimo spazio e con un peso risibile, e servivano macchine robuste, che non si rompessero nonostante i maltrattamenti». Tutto il contrario della vita da data center potremmo dire (temperature e umidità controllate, niente polvere, niente urti) ma non troppo diverso da quello che serve in uno stabilimento di produzione, che è appunto uno dei “casi d’uso” per cui l’SE350 è progettato, o nelle microcentrali telefoniche per la fibra, che hanno limiti di spazio ancora più stringenti e condizioni ambientali simili.

La struttura del sistema

La workstation portatile Lenovo ThinkPad P1 Gen5 può montare Cpu Intel i7_i9 di dodicesima generazione, fino a 14 core e 5 GHz di clock

Di fatto, con l’utilizzo dei server edge Lenovo, il volume del sistema informatico da portare in pista si è praticamente dimezzato. E questo senza penalizzare la potenza di calcolo, che al contrario è aumentata. Tra l’altro, il team Aruba Ducati è anche il punto di riferimento in Superbike per tutti gli altri team che usano moto Ducati: questo vuol dire che Aruba Racing non solo fornisce agli altri team i pezzi di ricambio, ma anche i servizi di elaborazione dati erogati tramite gli SE350.

Le due macchine del rack non sono configurate come coppia ridondata, come si potrebbe pensare: invece, il primo server è dedicato all’archiviazione di tutti i dati delle moto Ducati nel campionato SuperBike, che vengono continuamente sincronizzati con i server presenti nel quartier generale di Borgo Panigale. Il secondo server invece ospita le macchine virtuali per l’elaborazione dei dati, che applicano automaticamente ai risultati post-gara modelli analitici che aiutano a identificare insight determinanti.

Il team poi utilizza le workstation portatili ThinkPad P1 Gen 5 per creare e visualizzare rapidamente panoramiche intuitive sui dati, per aiutare ingegneri e piloti a prendere decisioni rapide e accurate sulle prossime gare. Per comunicare in tempo reale con l’headquarter si utilizzano anche gli smartphone Motorola, impiegati anche per applicazioni di produttività personale.

La dotazione hardware è supportata poi dal sistema di gestione remota XClarity Administrator, e dai servizi di Lenovo Premier Support e Lenovo YourDrive YourData, grazie ai quali di fatto non serve avere sistemisti al seguito: attività day by day ed eventuali problemi possono essere gestiti da remoto.

Le sfide da superare

Il centro di calcolo nel box di Aruba. Nello spazio di mezzo rack standard (22 unità) trovano posto i 2 server SE350, la connettività, il firewall, lo storage, il gruppo di continuità e pure una stampante laser

Ma in tutto questo, qual è stata inizialmente la sfida più difficile da superare? «La paura – risponde Cecconi – i nostri ingegneri all’inizio avevano paura che qualcosa non funzionasse, e gli impedisse di fare il proprio lavoro. Oggi, senza informatica è impossibile gestire una motocicletta, e se il sistema si blocca, deve tornare operativo immediatamente, non si può fare una richiesta in assistenza ed aspettare una soluzione “next working day”. In molte operazioni abbiamo tempi ristrettissimi e un minimo problema all’informatica può compromettere la gara. Ecco, il nostro primo problema è stato di superare questa paura, anche mettendo in atto le necessarie ridondanze».

Beh, quando devi trasferire alla moto già schierata in griglia nuovi dati per la centralina, sotto una pioggia torrenziale e con il cronometro che indica implacabile lo scorrere dei secondi mancanti al via della gara, un po’ di paura ti viene, poco ma sicuro. In quei casi, devi mantenere il sangue freddo, fidarti del tuo computer… e tenerne un altro identico nello zainetto che hai sulle spalle.

Un altro momento in cui tutto deve funzionare al primo colpo, è quando si analizzano i dati post-qualifiche. «Uno dei momenti più critici del campionato è quello che intercorre fra la Superpole e la Gara 2. Abbiamo solo poche ore per analizzare i dati e prendere decisioni sulla configurazione della moto. Ecco perché abbiamo voluto potenziare le nostre risorse di calcolo in pista» spiega Giacomo Guffanti, data analyst engineer di Ducati Corse (la divisione corse Superbike della casa di Borgo Panigale).

Questi tempi ristretti derivano anche dal fatto che in Superbike il regolamento vieta la telemetria in diretta, cioè la trasmissione dei dati in tempo reale dalla moto al box. Quindi ogni volta che la moto rientra per esempio da una sessione di prove, bisogna collegarla al computer, scaricare i dati e solo allora è possibile avviare i programmi che analizzano le informazioni.

Le moto del team Aruba.it in piena azione. In primo piano il 21 Michael Ruben Rinaldi, dietro di lui con il numero 1 il campione mondiale 2022 Alvaro Bautista

Altri aspetti critici dell’attività di un sistema informativo in ambito racing sono quelli relativi alla sicurezza. «Gli insight possono determinare la vittoria o la sconfitta – spiega Massimiliano Bertei, cto di Ducati Motor Holding – quindi è fondamentale che il nostro patrimonio di dati sia al sicuro, sempre, sia durante le pause tra una gara e l’altra sia durante i viaggi. Utilizzando i sistemi integrati di Lenovo per la protezione dei dati, possiamo crittografare automaticamente le nostre unità in caso di manomissione del server, contribuendo a ridurre i rischio di perdita delle informazioni».

E infine, come se non bastassero tutte le sfide sulla potenza, resistenza, dimensioni eccetera, l’ente che organizza il campionato SuperBike sta preparandosi a introdurre nuove regole per rendere il campionato più ecosostenibile. Si parla di carburanti sostenibili, nuovi price cap e si ipotizzano diverse altre novità in ottica “eco”. Bene, anche su questo, Aruba.it Racing – Ducati Team si è portato avanti, e si avvale dei Lenovo CO2 Offset Services, grazie ai quali le emissioni di carbonio dei ThinkPad P1 in dotazione al team vengono compensate durante l’intero ciclo di vita, dalla produzione alla spedizione, dall’utilizzo tipico fino alla fine della loro vita utile.

Ma se ecosostenibilità, riduzione degli ingombri, sicurezza dei dati sono le nuove parole d’ordine, il cuore della competizione restano sempre le prestazioni, la potenza, l’affidabilità, del mezzo come del sistema informativo che lo affianca. «Grazie alla rapidità delle analisi che ci consentono le soluzioni Lenovo ThinkSystem e ThinkPad, possiamo mettere i nostri piloti nella condizione di dare il meglio di sé, dal primo giro fino al traguardo» conclude Guffanti.














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