Il concetto di sostenibilità si associa spesso, nell’immaginario collettivo, a costi più elevati e all’abbandono di abitudini radicate, negative ma “comode” (combustibili fossili, sacchetti di plastica…): come combattere questi miti?
Non c’è nulla di più lontano dalla realtà di questi preconcetti. Il vero problema è guardare oltre l’oggi e pensare al domani. Vediamo alcuni esempi: il costo relativo delle auto è più basso rispetto a quello che era 30 anni fa. Ma anche il loro impatto ambientale è notevolmente inferiore, con una riduzione di oltre il 50 per cento delle emissioni dai tubi di scappamento.
Oppure prendiamo i sacchetti di plastica: dopo le prime settimane in cui spesso si dimenticavano di portare le borse da riutilizzare o i sacchetti riciclabili, i consumatori hanno rapidamente adottato un cambiamento nello stile di vita e ne hanno visti i benefici. Le grandi campagne di informazione sugli enormi problemi causati alla vita selvatica e agli oceani dall’inquinamento da materie plastiche hanno convinto sempre più persone a rinunciare ad abitudini che erano fondate sullo spreco.
È possibile vedere la sostenibilità anche come un “mercato”? Se sì, quali sono le sue particolari caratteristiche?
Certamente. Le ricerche hanno dimostrato che, concentrandosi sui Sustainable Development Goals (SDG – Obiettivi di Sviluppo della Sostenibilità con link per versione digitale) delle Nazioni Unite, le aziende possono attingere a mercati che valgono miliardi di euro. I consumatori e gli investitori sono sempre più alla ricerca di investimenti e acquisti legati alla sostenibilità. Il mercato delle obbligazioni verdi, sociali e sostenibili si sta espandendo con grandissima rapidità. La maggior parte degli investitori guarda ormai al ritorno nel medio e lungo termine, piuttosto che alla volatilità dei guadagni a breve termine.
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*Michael Cooke è Responsabile globale HSE and Sustainability del Gruppo Abb