I big data non sono una novità nel settore automotive. Sono decenni che le case automobilistiche raccolgono e analizzano i dati delle richieste di rimborso in garanzia e dei rapporti di manutenzione o che provengono da veicoli sempre più intelligenti e connessi, allo scopo di migliorare l’esperienza dei clienti, le prestazioni dei concessionari e la qualità delle vetture.
In parallelo a queste attività, i big data si diffondevano negli ambienti produttivi, man mano che le case automobilistiche e i loro fornitori iniziavano ad abbracciare la trasformazione digitale e ad adottare tecnologie intelligenti. In produzione, la sfida sta nell’utilizzare al meglio le enormi quantità di dati generati dalle macchine intelligenti per migliorare le prestazioni a breve e a lungo termine.
Il giusto dimensionamento
Accanto ai dispositivi smart sono nati anche servizi e piattaforme di analisi basati sul cloud, sviluppati per aiutare le aziende a sfruttare al meglio i loro investimenti digitali. E alcune case automobilistiche si sono dotate di piattaforme basate sul cloud per raggruppare, analizzare e trasformare i dati in informazioni aziendali potenzialmente molto utili.
Ma, nonostante i progressi, molte aziende hanno difficoltà a fornire agli operatori informazioni che consentano effettivamente di migliorare le prestazioni di produzione in tempo reale.
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*Bill Sarver è Senior Consultant, Global Automotive Industry, Rockwell Automation