Kpmg: obiettivo efficientamento energetico nella manifattura. Una soluzione con Industrial Internet of things

di Renzo Zonin ♦︎ Una soluzione hardware (sensori per raccogliere dati) e software (estrarne il valore). Le collaborazioni con Ptc, Siemens, Sap. Il ruolo dell'intelligenza artificiale. L'evoluzione della consulenza strategica verso l'implementazione. Con Marco Artioli, associate partner di Kpmg

Efficientamento energetico. Sono ormai lontani i tempi in cui era un tema da ufficio acquisti o, per le aziende più grandi, da energy manager. Ormai è un tema di strategie generali dell’azienda, che riguarda il ceo e tutto il board, ed è cruciale: non solo per rispettare gli standard di sostenibilità ormai ineludibili ma anche, visti i prezzi dell’energia, per la competitività stessa. Forse anche per la sopravvivenza. Ed è anche un tema intimamente connesso con le nuove tecnologie digitali, dal cloud all’Internet of things. O meglio, l’Industrial internet of things. Le soluzioni proposte da Kpmg per l’efficientamento energetico sono al centro di tutto questo. Ma vediamo bene di che cosa si tratta. Per misurare e ottimizzare i consumi energetici di un’azienda, è fondamentale disporre di due elementi. Il primo è un’infrastruttura di raccolta dati composta da un sistema di sensori e da sistemi di memorizzazione e calcolo opportunamente connessi da adeguati protocolli di trasmissione. Il secondo elemento è un’infrastruttura software capace di analizzare e interpretare i dati raccolti, in modo da suggerire le azioni da intraprendere per ottimizzare la resa energetica.

Come si accennava prima soluzioni di questo tipo sono state sviluppate recentemente da Kpmg, la società leader di mercato nei servizi professionali alle imprese, che negli ultimi anni, in linea con l’evoluzione del mercato, ha reso sempre più pratica e concreta la sua proposta di valore. E, a questo proposito, ha coltivato un know-how interno sempre più specialistico negli ambiti tecnologici maggiormente significativi. Così Kpmg è oggi in grado di mettere a disposizione soluzioni modulari su cloud per il monitoraggio e l‘efficientamento dei consumi energetici, dirette principalmente alle imprese manifatturiere, ma facilmente estendibili e personalizzabili per diverse altre tipologie di aziende. Le soluzioni Kpmg per l’efficienza energetica vengono composte seguendo un modello e un approccio applicabili sia a contesti green field (in pratica, vergini), sia a situazioni brown field (casi nei quali esistono già alcune componenti sfruttabili: sensoristica, connettività…) e possono anche convivere con infrastrutture di raccolta dati preesistenti, che vengono maggiormente valorizzate. Ai clienti, queste soluzioni sono proposte sotto forma di pacchetti, composti dalle necessarie componenti software “made in Kpmg” e dagli elementi forniti dai partner tecnologici selezionati – tipicamente la parte hardware, come la sensoristica e l’infrastruttura di comunicazione. Si tratta di soluzioni in grado di andare in produzione in poco tempo e produrre risultati fin dal primo mese, superando il vecchio problema delle eterne “Proof of Concept”. Il tutto senza pesare troppo sul bilancio, visto che possono essere acquistati, noleggiati, o forniti con formule “As-a-Service“.







Per saperne di più sulle soluzioni di Kpmg per l’efficientamento energetico via IIoT, ma anche per capire meglio la filosofia del nuovo approccio della società di consulenza alla tecnologia, abbiamo parlato con Marco Artioli, associate partner di Kpmg«Kpmg è nel pieno di un percorso intrapreso già da qualche anno – spiega Artioli – in considerazione del fatto che la tecnologia sta diventando sempre più la leva abilitante per tutte le tematiche che fanno parte del core tipico di Kpmg: proposizione di modelli di business, organizzazione aziendale, change management, eccetera. Questo elemento non può essere trascurato, pena il non essere qualificati a parlare di determinati argomenti».  Kpmg si è quindi dotata di una struttura, “Customer and Operation”, che studia e applica le tecnologie. La struttura sviluppa le sue competenze sia direttamente, sia attraverso le collaborazioni con vendor tecnologici primari, sia attraverso un network di collaborazioni molto specialistiche. Ed è in grado di passare dal disegno di un modello cartaceo, logico o teorico, alla realizzazione del modello stesso sfruttando proprio la leva tecnologica, quest’ultima intesa non solo come abilitatore, ma come vero e proprio fattore trasformativo per le aziende.

Chi sviluppa il sistema

Marco Artioli, associate partner di Kpmg

Kpmg è un network globale di aziende che condividono, oltre al brand, metodologie, processi, standard di eccellenza e competenze multidisciplinari. Ma questa parte dello studio approfondito delle tecnologie, che poi va a ricadere su tutto, da che parte di Kpmg viene fatta? «È fatta su più livelli – spiega Artioli – A livello globale, ci sono delle indicazioni generali di tipo strategico che riguardano le partnership con i provider tecnologici, la definizione di modelli e di template, che vengono utilizzati come degli acceleratori nel momento in cui si discute di queste tematiche con i clienti». Parliamo di acceleratori, cioè asset tecnologici pronti che possono essere utilizzati nei diversi contesti progettuali. Ad esempio, si può trattare di componenti pronti all’uso sulla piattaforma Azure di Microsoft oppure di un set di funzionalità dedicate all’asset management su Sap o moduli dedicati all’ambito del procurement.

Questi modelli, che arrivano dal network globale di Kpmg, vengono poi localizzati e resi specifici per i diversi paesi. I modelli globali danno coerenza alle soluzioni, ma ogni region può concentrarsi sui suoi punti di forza e sulle sue specificità. L’Italia, per esempio, rappresenta un punto di riferimento per le tematiche legate a digital manufacturing, smart manufacturing, intelligent enterprise, abilitate dal paradigma denominato Industry 4.0, che sono poi state diffuse a livello globale. «In Italia c’è proprio un centro di eccellenza legato a questi ambiti tecnologici. Ed è consueto, per le altre firm Kpmg del network globale, che si trovano a operare su questi argomenti, fare riferimento al know-how e agli strumenti e alle numerose esperienze sviluppate qui in Italia» commenta Artioli. Questa competenza specifica, che è partita qualche anno fa nel distretto industriale di Bologna, è oggi diffusa sul territorio italiano, con una presenza locale ripartita tra l’ufficio di Bologna, Milano, Torino, Padova e Roma. «A livello globale siamo circa 80 persone, distribuite sulle varie sedi, a occuparci di queste tematiche». 

Manufacturing, IIoT ed efficienza energetica

L’efficienza energetica è diventata un imperativo per molte aziende, in particolare per quelle che sono maggiormente esposte al rischio di andare fuori mercato a causa dei costi elevati dell’energia. Così, quello dell’efficienza energetica ha smesso di essere un tema esclusivamente tecnologico e ha assunto una grande rilevanza anche da un punto di vista strategico. Ed è un argomento perfettamente nelle corde di Kpmg: si tratta di sfruttare la tecnologia digitale per migliorare i risultati di business dei clienti. «Se in un’azienda è disponibile un’infrastruttura digitale IIoT, che magari ha avuto alti costi di ingresso, essa andrebbe valorizzata al meglio – puntualizza Artioli – E quindi arricchire la capacità delle aziende di raccogliere informazioni e soprattutto di utilizzarle, ci sembrava un elemento di grande interesse. Anche perché vediamo tantissime iniziative che partono, galleggiano per un po’, ma poi si fermano  perché non vengono pienamente sfruttate: io le chiamo Never Ending Proof of Concept». Oltre ai costi, bisogna considerare anche un altro fattore: quello delle tematiche ambientali, che al momento possono ancora essere viste come un elemento competitivo, ma presto diventeranno un elemento obbligatorio, con normative sempre più stringenti, e non solo per le grandi aziende. Secondo Artioli, «da questi fattori deriva la considerazione che la raccolta di informazioni sui consumi energetici, sfruttando eventualmente infrastrutture già presenti, o informazioni che sono già in qualche modo raccolte all’interno delle aziende, ma magari in modo disarticolato, manuale e complesso, possa essere un grande elemento di valorizzazione». 

Quando l’infrastruttura non c’è

Questo dove le infrastrutture esistono già, e dove non ci sono? «L’altra considerazione che abbiamo fatto – prosegue Artioli – è che c’è uno sviluppo tecnologico talmente veloce, talvolta dirompente sia a livello di sensoristica, sia a livello di protocolli di comunicazione, sia a livello di possibilità elaborative, che usando soluzioni cloud e ambienti serverless siamo in grado di mettere in piedi la capacità di analisi e presentazione dei dati molto velocemente, abbattendo la soglia di ingresso rappresentata dall’infrastruttura. Non solamente in termini di costi, ma anche di invasività».  Un altro fattore di sicuro interesse per le aziende è che questo tipo di cose si possono fare piuttosto rapidamente. «Sì, proprio perché la componente tecnologica diventa di fatto una commodity – conferma Artioli – e quindi, se è usata bene, può dare dei quick win. Così ho dei payback abbastanza rapidi, perché chiaramente se riesco a risparmiare dei costi di energia elettrica ho una visibilità immediata del beneficio dell’iniziativa che ho avviato». Per l’efficientamento energetico Kpmg segue un approccio modulare, collegando componenti software preesistenti e inquadrandoli in una visione coerente e sostenibile, sia per chi dispone già di infrastrutture di raccolta dati, sia per chi non ce le ha.

In sintesi: se un’azienda ha già i macchinari compatibili 4.0, con poco sforzo può mettere in piedi il software che serve per avere un controllo preciso sui suoi consumi, ottenere efficienza e quindi risparmiare. Ma visti gli attuali costi dell’energia, anche un’azienda che ancora non ha adottato il paradigma 4.0 potrebbe trovare convenienza a farlo perché potrà comunque risparmiare, nonostante i costi relativi alla sensorizzazione e al software. Costi che, tra parentesi, sono molto calati, grazie all’evoluzione tecnologica. Basti pensare ai diversi protocolli che consentono di raccogliere i dati in modalità wireless, eliminando la necessità dei cablaggi. «L’infrastruttura diventa più semplice e la soglia di costi più bassa – conferma Artioli -Tanto da poter installare un sistema di questo tipo anche in un semplice ristorante, dove potrò controllare l’Hvac per l’aria condizionata, il riscaldamento, i forni, i frigoriferi. Abbiamo parlato di elettricità, ma lo stesso modello può essere applicato anche all’acqua, all’energia termica, al gas, qualora abbiano un costo importante. Il nostro è un modello che parte ovviamente dal consumo dell’energia elettrica perché è concreto immediatamente misurabile, ma che può essere facilmente esteso ad altri ambiti in cui utilizzo delle materie prime che hanno un costo e che mi interessa tenere sotto controllo e poi ottimizzare». 

Il valore aziendale del monitoraggio energetico

Gli elementi delle soluzioni di efficientamento energetico Kpmg 

Se dunque un’azienda dispone già della necessaria infrastruttura di rilevamento dei dati, basterà sfruttare dei moduli software posti sul cloud. Questi moduli sono preconfezionati ma personalizzabili in base alle singole esigenze del cliente, che potrà attivare solo quello che effettivamente gli serve. Si va da funzioni di base per la raccolta, la pulizia e la presentazione dei dati, fino ad algoritmi di analisi e di supporto decisionale, mentre altre componenti consentono di sfruttare gli altri backbone dell’azienda, come il Mes o l’Erp, per integrare le informazioni raccolte con gli oggetti e i processi di business; ad esempio, per valutare il costo energetico di un particolare prodotto o implementare logiche di manutenzione predittiva o prescrittiva degli asset. È infatti possibile utilizzare servizi per l’Intelligenza Artificiale, per esempio  quelli propri di Kpmg, che dal punto di vista dello sviluppo sono supportati dalla struttura interna specializzata Lighthouse. Il modello sviluppato è fondamentalmente technology agnostic per poter essere specializzato nei contesti più disparati e facilmente espandibile, sempre attraverso l’attivazione di nuovi moduli, standard o sviluppati ad hoc. Un aspetto fondamentale, comunque, è che tutto è ospitato nel cloud e reso disponibile “as-a-service”. Quindi infrastruttura di calcolo da gestire, né storage da manutenere, con il relativo personale. 

Per chi l’infrastruttura 4.0 non ce l’ha, «abbiamo identificato le caratteristiche di base che dovrebbero garantire questo tipo di approccio anche dove l’infrastruttura non c’è ancora – ricorda Artioli – come sensori wireless, senza necessità di cablaggio e autoalimentati». La tecnologia a supporto è quella dei sensori a batteria e dei sensori che fanno “energy harvesting”, in grado di operare in modo autonomo per un tempo adeguato alle necessità di misurazione. E quella degli standard di comunicazione wireless, come i nuovi protocolli LoRa, LoRaWAN, Sigfox. Standard che nascono nel contesto delle aziende del settore Utilities, ma che possono essere utilmente impiegati anche in un ambito industriale, ma anche, ad esempio, in settori più particolari come il real estate o l’hospitality. Se il cloud elimina il problema dei costi dell’infrastruttura di calcolo, come la mettiamo per la parte di sensoristica e raccolta dati? «I sensori possono anche essere affittati, addirittura attraverso un’unica subscription al provider dei servizi di connettività, e allo stesso modo è possibile abbonarsi ai servizi elaborativi di gestione e trattamento dei dati e degli algoritmi di analisi. In questo modo si ottiene una soluzione completamente As a Service» ipotizza Artioli. Non si parla quindi unicamente di acquisto. «Costi ricorrenti e non investimenti in conto capitale, quindi una soglia più facile da un punto di vista di gestione e che apre anche a modelli di proposizione secondo me interessanti. Tipo il Try&Buy, oppure Rent e poi eventualmente Buy se funziona, se da i risultati sperati. Quindi molta flessibilità da un punto di vista anche di formalizzazione e contrattualizzazione nei confronti del cliente» spiega Artioli. 

L’efficientamento energetico by Kpmg: un approccio olistico

Una rete di collaborazioni e partner

E a proposito, chi va dal cliente a proporre queste soluzioni Kpmg per l’efficienza energetica? Collaborate con partner specializzati, visto che Kpmg non offre né servizi di connettività, né tantomeno costruisce sensori? «Abbiamo fatto una sorta di scansione di quello che viene offerto dal mercato italiano, sia in termini di capabilities, sia in termini di tecnologie, sia in termini di piattaforme, ragionando su più livelli per quanto riguarda le aziende con le quali collaborare, dalle startup che propongono interessanti soluzioni verticali ad aziende più strutturate» spiega Artioli. Naturalmente Kpmg guarda sempre con interesse a collaborazioni con i grandi player del settore, i vari Ptc, Siemens, Sap eccetera, dato che, soprattutto in contesti molto strutturati o in grandi aziende, è importante poter parlare con i sistemi di gestione di tipo enterprise quasi sempre già presenti. «In questo modo riusciamo a coprire fondamentalmente tutta la gamma dei nostri interlocutori – prevede Artioli – dal piccolo che magari ha bisogno di una soluzione rapida, molto puntuale, molto verticale e anche particolarmente specifica, fino alla large enterprise che magari invece è già dotata di un’infrastruttura, e ha già degli accordi magari con Sap o con Siemens e che quindi ovviamente fa leva su quelle componenti tecnologiche che sono già presenti e sono già utilizzate, e che possono essere eventualmente estese». Coerentemente, Kpmg ha sviluppato un network di partner diversificati, che le consente di affrontare queste tipologie diverse di interlocutori, attraverso modelli flessibili. In questa logica, sia la componente di processo, sia la componente di architettura della soluzione, oltre all’aggregazione delle diverse componenti tecnologiche, vengono messe a punto direttamente da Kpmg. Le componenti di execution, la fornitura dei sensori e dei servizi di connettività avvengono attraverso collaborazioni con partner tecnologici, alcune consolidate, altre, soprattutto con le start-up più giovani, in costante aggiornamento. 

Kpmg è in grado di mettere a disposizione soluzioni modulari su cloud per il monitoraggio e l’efficientamento dei consumi energetici, dirette principalmente alle imprese manifatturiere, ma facilmente estendibili e personalizzabili per diverse altre tipologie di aziende. Le soluzioni Kpmg per l’efficienza energetica vengono composte seguendo un modello e un approccio applicabili sia a contesti green field (in pratica, vergini), sia a situazioni brown field (casi nei quali esistono già alcune componenti sfruttabili: sensoristica, connettività…) e possono anche convivere con infrastrutture di raccolta dati preesistenti, che vengono maggiormente valorizzate.

I tempi di implementazione

Quanto tempo ci vuole per rendere operativo un sistema di monitoraggio e analisi per il risparmio energetico in un’azienda che magari ha già le macchine digitalizzate, sensorizzate eccetera? «Devo abilitare un servizio cloud, attivare il software di raccolta e cominciare ad analizzare i dati per poter vedere i primi risultati – dice Artioli – Ormai, per soluzioni totalmente Cloud e wireless, oppure con l’infrastruttura già esistente, stiamo parlando di settimane, sono davvero tempi veloci». E deve essere così, perché altrimenti viene meno uno di quegli elementi di interesse che avevamo identificato, che è appunto la facilità di accesso ai risultati. 

Efficientamento energetico: il modello Kpmg

Il tema ambientale

Risparmiare energia non fa bene solo al business, ma anche all’ambiente. E anche all’immagine dell’azienda. «Questo è un aspetto molto importante che io tengo a sottolineare, anche perché nell’ambito di Kpmg, sia a livello globale sia locale, le tematiche di Environment and Social Governance sono centrali. Sono argomenti per cui Kpmg è un interlocutore di riferimento per le aziende. Ma queste soluzioni ci consentono di passare dagli ambiti del reporting e della certificazione, a quello della gestione attiva dei processi, finalizzata a ridurre il footprint ambientale, grazie all’analisi di dati oggettivi raccolti quotidianamente dagli impianti produttivi attraverso i diversi processi aziendali. In questo senso, queste costituiscono un enabler importante in un’ottica di transizione energetica, di riduzione della CO2, di riduzione dei gas serra». E se al risparmio energetico non ci pensiamo ora, dovremo pensarci in futuro, quando le leggi e i regolamenti Esg diventeranno più stringenti. «Diciamo che al momento è un vantaggio collaterale: vuoi risparmiare, bene, sappi che siccome tu risparmi diventi più sostenibile e quindi hai delle facilitazioni anche a livello delle normative. Oggi è un vantaggio competitivo, da un punto di vista di riduzione del costo o da un punto di vista di tuo posizionamento rispetto ai concorrenti. Domani diventerà un obbligo per poter lavorare, perché quanto più le maglie dei regolamenti  si stringeranno, tanto più dovrò essere in grado di misurare e governare questi fenomeni, quindi progressivamente ridurli fino ad annullare gli sprechi» conclude Artioli.














Articolo precedenteScm: parola d’ordine diversificazione. Sfide del big del machinery. E sulle acquisizioni…
Articolo successivoSiemens e Confindustria rinnovano la collaborazione per la digitalizzazione delle imprese






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui