Italmatch Chemicals – leader nelle applicazioni industriali del fosforo (800 milioni) – punta su m&a e innovazioni nella chimica applicata all’economia circolare

di Marco De' Francesco ♦︎ Si lavora su elettroliti per una nuova generazione di batterie a base solida e su soluzioni per il recupero del metalli delle batterie esauste. Controllata da Bain Capital, ha il target di 1 miliardo di ricavi in tre anni, proseguendo nelle acquisizioni (15 finora). La ricerca su inibitori eco-compatibili di nuova generazione, recuperati dagli scarti di salmone. Tra i clienti, nel tempo, Basf, Exxon Mobile, Shell. Parla il ceo Sergio Iorio

«L’obiettivo è quello raggiungere, in tre anni, un fatturato di gruppo compreso tra un miliardo o un miliardo e mezzo» – afferma Sergio Iorio, ceo del gruppo Italmatch Chemicals. Si tratterebbe di un sostanziale raddoppio delle revenue o anche più, visto che la società genovese, con 1.100 dipendenti e 19 impianti in giro per il mondo, nel 2022 registrerà un turnover di 800 milioni. Italmatch Chemicals, nata nel 1997 con una management buyout dalla storica impresa di fiammiferi S.a.f.f.a. e oggi di proprietà del fondo americano Bain Capital assieme al management, è un’azienda nota a livello globale per le applicazioni industriali del fosforo: ad esempio, gli additivi ritardanti di fiamma o quelli per ottimizzare le prestazioni dei lubrificanti, le soluzioni per migliorare il flusso delle acque o quelle per il petrolio e il gas.

L’azienda è in rapida crescita, ma con quale strategia pensa di conseguire un simile risultato? L’azienda intende cogliere le considerevoli possibilità che il “trend green” offre nella chimica, puntando sullo sviluppo di applicazioni sostenibili e circolari.







Ad esempio, focalizzandosi sulla realizzazione di particolari elettroliti per batterie a base solida (tecnologia futura) destinate ai veicoli green, più sicure e con più carica; ancora, sull’estrazione del fosforo bianco dai rifiuti solidi urbani o su quella di importanti e costosi metalli dalle batterie esauste. Ma anche, ad esempio, su nuove sostanze eco-compatibili in grado di sigillare i pozzi petroliferi o di stabilizzare le isole flottanti per i parchi eolici. Si tratta di allargare il campo d’azione al di là delle tradizionali applicazioni del fosforo e della tradizionale chimica organica; per far ciò, la società da una parte partecipa a progetti europei, dall’altra studia mirate acquisizioni.

Non è da escludere la quotazione in Borsa, ma nel medio termine e non in Italia. Tutto ciò secondo Iorio, che abbiamo intervistato.

Cosa fa Italmatch spiegato in meno di 40 secondi

Identikit di Italmatch Chemicals

1)      Storia di Italmatch Chemicals: la tecnologia del fosforo

Stabilimento Italmatch Chemicals ad Arese

Si accennava all’acquisizione del business delle applicazioni industriali del fosforo, concentrato nello stabilimento di Spoleto, dal gruppo S.a.f.f.a. di Magenta. «Quest’ultimo, attivo dal 1929, aveva occupato fino a 20mila dipendenti. Ma la sua produzione di fiammiferi era destinata ad una forte contrazione, con la diffusione degli accendini di plastica. Così è stato: nel 2002, l’attività ha chiuso i battenti» – afferma Iorio.

Il business delle applicazioni industriali del fosforo era invece promettente. «Siamo riusciti ad attrarre l’interesse della tedesca Basf, una delle più grandi società chimiche al mondo, che oggi fattura più di 78 miliardi di euro. A loro serviva un prodotto che rendesse la plastica autoestinguente. Noi, appunto, avevamo sviluppato una sostanza a base di fosforo che svolgeva questa funzione, una volta “mescolata” ai polimeri» – ricorda Iorio.  Oggi soluzioni di questo genere sono richieste dai principali produttori di computer, cavi, smartphone, e di beni elettronici in generale.

«Un po’ dopo, abbiamo stretto una partnership con ExxonMobil (Exxon Mobil Corporation, fattura un po’ più di 276 miliardi di dollari), una delle principali compagnie petrolifere a livello globale. La multinazionale aveva bisogno di un prodotto antiossidante e antiusura per i propri lubrificanti auto» – continua Iorio.

Nei primi 10 anni di vita, il fatturato di Italmatch Chemicals è passato da 10 miliardi di lire a 50 milioni di euro. Praticamente, si è decuplicato.

«Dopodiché, dal Duemila, sono arrivati i fondi di investimento, sei in ordine di tempo» – afferma Iorio. L’ultimo, il citato Bain Capital di Boston, gestisce 155 miliardi di dollari, tra cui il 90% di Italmatch. « Ci supporta nella nostra strategia di espansione: per questo, dal 2007 abbiamo realizzato 15 acquisizioni, tra cui il business di trattamento acque di Solutia, del Gruppo Monsanto. Insomma, con le operazioni di M&A si è esteso il campo di attività di Italmatch» – commenta Iorio.

2)      I mercati di Italmatch Chemicals

Impianto per la desalinizzazione delle acque di Italmatch Chemicals

Quali sono i mercati sui quali l’azienda è attiva? Anzitutto quello menzionato del trattamento delle acque. «I grossi impianti desalinizzatori del Medio Oriente funzionano sia via termica che con l’osmosi inversa (tecnologia in fase di sviluppo), e hanno bisogno di additivi che permettano alle membrane di non occludersi: l’acqua contiene delle sostanze che possono bloccare i flussi. Ciò vale anche per il geotermico: è importante eliminare e prevenire la formazione di impurità. Noi realizziamo prodotti appositi, in relazione al tipo di acqua che si deve purificare» – afferma Iorio.

In secondo luogo, quello, sempre citato, dei lubrificanti. «Si pensi alle turbine eoliche: il fluido per ridurre l’attrito tra le parti meccaniche deve durare parecchio, perché il ricambio avviene in genere in posti impervi. Per realizzare lubrificanti con valore aggiunto, servono almeno due anni di test. Noi abbiamo una partnership con Shell. Come azienda, disponiamo di laboratori di alto livello. Altri campi di applicazione sono quelli delle automobili a combustione interna e degli impianti geotermici» – continua Iorio.

Come si diceva poi, Italmatch Chemicals è un fornitore globale di diverse famiglie di ritardanti di fiamma, privi di alogeni, a base di fosforo e azoto efficaci per polimeri termoplastici e termoindurenti.

Ancora, l’azienda produce un’ampia gamma di intermedi chimici reattivi, derivanti principalmente dall’esperienza e conoscenza della chimica a base di fosforo; ad esempio, i cloruri di fosforo, il pentasolfuro di fosforo e i cloruri acidi.

Inoltre, Italmatch Chemicals dispone della business unit “Personal Care, Fabric Softeners and Plastic Additives” che realizza tra l’altro prodotti oleochimici a base naturale in diversi settori come plastica e gomma, costruzioni, pitture e vernici, lavanderia, lubrificanti, carta, alimentare e farmaceutico. La maggior parte della produzione avviene nello stabilimento di Saragozza (Spagna); gli altri stabilimenti impegnati in questo settore sono quelli di sono Arese e Napoli. La divisione comprende anche l’ampia rete di stabilimenti e centri di ricerca e sviluppo del gruppo con sede in Europa, Americhe e Apac.

Infine, la citata gamma di prodotti per il mercato Oil&Gas, sviluppata per ridurre i costi operativi totali anche nei contesti più difficili. Nuovi sviluppi per fornire protezione in ambienti a bassa temperatura e alta pressione sono ora in cantiere e i progressi negli inibitori degli idrati ecologici saranno presto lanciati.

I driver della crescita di Italmatch Chemicals

Italmatch

I driver della crescita di Italmatch Chemicals sono due. Anzitutto, l’innovazione, sia chimica che applicativa. In vista di quest’ultimo aspetto si punta molto sull’Esg, gli obiettivi “environmental, social, and corporate governance”. Per il conseguimento di alcuni di loro, l’Unione europea mette a disposizione dei fondi.

Si è citato il caso degli elettroliti per una nuova generazione di batterie a base solida. «Noi facciamo già additivi per le batterie dei veicoli elettrici. Tuttavia, come dimostrano recenti casi di cronaca, questi accumulatori  possono essere pericolosi e possono prendere fuoco. Pertanto, noi siamo impegnati nella realizzazione di nuove e rivoluzionarie soluzioni. Due i modelli possibili: uno fondato su sostanze inorganiche che reagiscono con il Litio, l’altro su polimeri. Saranno sul mercato entro il 2025-2026, e garantiranno maggiore sicurezza e densità di carica. Per un futuro piuttosto remoto, si parla anche del Sodio» – afferma Iorio.  Italmatch Chemicals già partecipa al secondo Ipcei (Important project of common European interest) con appunto un focus sullo sviluppo sostenibile della catena del valore delle batterie Ev in Europa.

L’altro pillar, strettamente collegato al primo, è l’economia circolare. «Si pensi al recupero dei metalli dalle batterie esauste: noi riusciamo a “catturare” il Cobalto, il Nickel, il Litio» – afferma Iorio. Il citato progetto Ipcei riguarda anche questa attività.

Dal 2017, peraltro, l’azienda sta portando avanti il progetto Magpie Polymers Research & Development: si tratta di una resina di ultima generazione per filtrazione selettiva in grado di recuperare dalle acque industriali altri metalli preziosi, come palladio, platino, argento e oro, che altrimenti andrebbero persi.

Ancora più innovativo, il citato recupero del fosforo bianco di alta qualità dai rifiuti urbani e industriali. «Questo è un progetto molto ambizioso, e per realizzarlo occorrono almeno 5 anni. C’è da tener presente che fra una decina d’anni i produttori di rifiuti, sapendo che questi hanno un valore, potrebbero fissare un prezzo. Ma per ora non è così» – commenta Iorio. Per conseguire l’obiettivo, il Gruppo è infatti in prima linea come principale partner nel progetto quadriennale “FlashPhos” finanziato dall’Ue, e guidato dall’Università di Stoccarda.

Obiettivi di fatturato di Italmatch Chemicals

Sergio Iorio, ceo del gruppo Italmatch Chemicals

Si accennava all’obiettivo di fatturato di medio termine.  «Già per l’anno in corso, il target è quello di raggiungere quota 800 milioni di revenue, con un incremento considerevole, del + 23% sul 2021. Quanto al traguardo a medio termine, è da conseguire, però, non solo organicamente, ma anche attraverso qualche acquisizione importante» – afferma Iorio.

Si è accennato alla possibilità che Bain Capital decida di quotare Italmatch Chemicals in borsa. «Se accadesse, potrebbe avvenire in Europa, ovvero negli Usa. Attualmente, il fatturato è equamente diviso tra Europa (40%) e Usa (40%); il resto delle revenue (20%) sono realizzate principalmente nell’area Asia Pacifico.  Ma il mercato americano apprezza molto di più la chimica delle specialità, che è poi il nostro mestiere. Ora: quotarsi non è un obbligo, e lo si fa solo se il momento storico è favorevole. Quello attuale non è certo il periodo giusto; ma chissà, magari fra tre o quattro anni la situazione sarà diversa» – commenta Iorio.

Un progetto per l’Oil&Gas: gli inibitori dagli scarti di salmone

Il progetto – che si inquadra nel citato secondo pillar di crescita dell’azienda, la circolarità – prevede la realizzazione di inibitori eco-compatibili di nuova generazione pensati per il settore Oil&Gas.

«La domanda arriva soprattutto dai Paesi del Nord-Europa dove, in acque profonde, gigantesche piattaforme estraggono petrolio e gas. Per evitare esplosioni, si iniettano nei pozzi delle sostanze inibenti. Queste, però, non sono bio-compatibili, e ciò è in conflitto con le politiche ambientali diffuse in quell’area geografica» – afferma Iorio.

L’idea è quella di realizzare additivi – ora in fase sperimentale – che si ottengono facendo reagire le proteine dei rifiuti del salmone con alcune sostanze chimiche. «In questo modo, l’impatto ambientale è zero, ed occorre un decimo del nuovo inibitore per conseguire lo stesso risultato » – continua Iorio.

Un’acquisizione per la strategia esg nell’Oil&Gas: Aubin Group

L’acquisizione di Aubin consente al Gruppo Italmatch Chemicals di ampliare il proprio portfolio prodotti con nuove soluzioni sostenibili

A giugno, Italmatch Chemicals ha acquisito Aubin Group da Bgf, società di investimento attiva nel Regno Unito e Irlanda. Con headquarters in Scozia e uffici in Uk e Middle East, Aubin è attivo nello sviluppo e commercializzazione di soluzioni chimiche innovative per l’industria dell’oil & gas e il settore delle energie rinnovabili.

L’operazione consente al Gruppo Italmatch Chemicals di ampliare il proprio portfolio prodotti con nuove soluzioni sostenibili, in linea con la sua strategia Esg. «Si pensi al decommissioning dei pozzi petroliferi. In genere si realizza con sostanze chimiche che sigillano la tubazione cementificata. Ecco, Aubin Group produce un fluido green per conseguire questo risultato e a lungo termine. Lo stesso fluido viene utilizzato per fare da zavorra nei parchi off-shore galleggianti, in modo di sostenere sospeso il cavo elettrico» – afferma Iorio.

Il problema dell’oscillazione dei prezzi

La chimica, come altri settori industriali, deve affrontare le sfide di un mercato impazzito, instabile e caratterizzato da una continua oscillazione dei prezzi di materie prime o dalla loro totale irreperibilità.

«Al termine del lockdown, i prezzi di alcune materie prime sono addirittura quintuplicati. Dopo il fermo dei produttori (causa Covid) che aveva comportato una riduzione dell’offerta, la necessità diffusa a livello globale di ricostituire le scorte ha generato questo problema, che peraltro è stato ampliato da problemi logistici, con i costi dei noli che sono quadruplicati. Ora per portare un container dagli Usa in Europa ci vogliono 10mila euro; e gli armatori non hanno interesse a tornare alla situazione pre-pandemia» – afferma Iorio.

Ma come ha fatto Italmatch Chemicals ad attenuare il peso dei nuovi costi sui margini? «Noi vendiamo applicazioni, soluzioni funzionali che consentono ai clienti di risolvere un problema. Il loro cruccio non era il maggior costo, quanto la garanzia della fornitura. Da una parte noi paghiamo i fornitori critici in anticipo, con un forte esborso finanziario, per assicurarci la merce; dall’altra abbiamo mantenuto la nostra marginalità. Quanto al costo dell’energia, per il metano spendiamo fino a dieci volte di più rispetto ad un anno fa; così, stiamo adeguando una caldaia a gasolio. È un po’ anacronistico, ma in questo momento storico conviene essere pronti a qualsiasi scenario» – commenta Iorio.














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