I dati di Istat sull’import-export di materie plastiche e gomma non sono positivi e mostrano un drastico deterioramento dei flussi di commercio. Le previsioni per il futuro non sono ottimistiche: il picco è ancora da raggiungere, cosa che accadrà nei prossimi mesi, e la coda si protrarrà a lungo.
Il Covid ha picchiato duro tanto che gli investimenti del settore della plastica e della gomma sono praticamente fermi, in particolare nei settori automotive ed edile, la cui domanda è particolarmente bene. Una nota positiva arriva dal settore del packaging, che ha subito meno il colpo, insieme al medicale e alla produzione di contenitori per prodotti igienici.
Se già il 2019 non è stato un anno positivo per il settore, il 2020 peggiorerà ulteriormente la situazione. Il ritorno ai livelli pre-crisi non è previsto prima del 2022. Questo perché la maggior parte della produzione italiana è destinata all’esportazione (70%, con punte del 90% in alcuni casi) e la pandemia ha generato una grande incertezza da parte dei clienti esteri. Il mercato interno non fa meglio e non sembra trarre beneficio dalle misure attuate dal Governo per fronteggiare l’emergenza.
Uno sguardo più da vicino ai principali mercati di riferimento evidenzia i seguenti cali nel mercato americano:
- del 24% per gli Stati Uniti
- del 16% per il Messico
- del 37% per il Brasile
I cali rilevati nel mercato asiatico sono i seguenti:
- -27% per la Cina
- -6% per l’India
- -75% per l’Indonesia.
E infine quelli relativi al Vecchio Continente:
- -3% la Germania
- -40% la Spagna
- -21% la Francia
- +40% la Polonia
- +8% il Regno Unito
Le vendite in Africa sono rimaste nel complesso invariate, anche se i due principali mercati hanno mostrato un arretramento:
- del 20% il Marocco, destinazione di rilievo nella fascia mediterranea
- del 28% il Sudafrica, sbocco importante nel sub-Sahara.