Virtualizzazione dei servizi, linee automatiche e Blu Philosophy: così Omera prepara il futuro

di Marco de' Francesco ♦︎ La strategia dell'azienda per sconfiggere la crisi ruota attorno all'efficientamento energetico delle presse e ai servizi di diagnostica online e collaudo remoto. Il ceo Carboniero ci parla del machine tool R1600 Cnc che risparmia energia grazie a motori brushless e dei programmi di formazione per dipendenti legati a Industria 4.0

Si chiama R1600 Cnc, ed è una macchina utensile che primeggia in una nicchia particolare, quella dei produttori di segnali stradali. Non ha rivali nel segmento perché è “intelligente” e flessibile: grazie ad un particolare controllo numerico, può stampare qualsiasi tipo di cartello in acciaio o in alluminio, cambiando lotto con facilità. E risparmiando energia grazie a motori brushless.

La R1600 Cnc sintetizza la strategia di Omera per conquistare nuove fette di mercato.  L’azienda vicentina, 20 milioni di fatturato, progetta e produce macchine utensili per la lavorazione della lamiera: presse, rifilatrici-bordatrici e linee automatiche. Gli elementi fondamentali del piano di espansione sono l’innovazione continua del prodotto, sempre più automatizzato e flessibile; la realizzazione di macchine sempre più green, in termini di risparmio energetico e di diminuzione degli scarti; e la virtualizzazione dei servizi, come il collaudo online.







Il settore delle macchine utensili ha vissuto un periodo di forte sviluppo sino al 2018 compreso; dopo, però, a causa dei continui cambiamenti nelle agevolazioni fiscali legate ai piani nazionali di trasformazione digitale, delle tensioni internazionali e del Coronavirus, ha subito importanti battute d’arresto. Ma il Ceo di Omera Massimo Carboniero, che è anche presidente di Ucimu-Sistemi per produrre (l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot automazione e prodotti ausiliari) resta ottimista: «Il mercato c’è, basta ricominciare».    

 

Dagli autocarri Arar alle macchine utensili

Massimo Carboniero, ceo di Omera e presidente Ucimu

L’azienda è nata a Schio (Vicenza) nel 1951 per volontà di due soci: Flavio Carboniero, padre dell’attuale Ceo, e di Severino Cavedon. Omera è l’acronimo di “Officina meccanica riparazione autocarri”.  La rigenerazione e la rimessa sul mercato di autoveicoli residuati del conflitto mondiale, tipo gli autocarri Arar, fu il primo business dell’impresa. Terminati i mezzi del tragico conflitto, i due ebbero l’idea di cambiare totalmente la produzione, e di dedicarsi alle macchine da lavoro. Dalle più semplici alle più articolate. Nel 1952 inizia la produzione di cesoie e punzonatrici; nel 1963 l’azienda comincia a realizzare le prime rifilatricibordatrici, macchine più complesse la cui funzione sarà spiegata in seguito. Gli anni Settanta sono fondamentali per lo sviluppo di Omera, perché inizia la progettazione delle presse: la prima viene installata nel 1977. Nel 1986, poi, l’elettronica e l’automazione fanno capolino in azienda, che inizia a produrre linee che utilizzano nastri trasportatori e stampi. Gli anni Novanta e Duemila rappresentano un periodo di espansione anche non organica: nel 1993 Omera ottiene il controllo di Timac di Schio (Vicenza), la cui importanza per le strategie dell’azienda sarà delineata a breve; nel 2004 l’azienda acquisisce il 50% di Mawe, impresa dell’Assia che produce rifilatrici-bordatrici, ed entra con forza nel mercato tedesco; nel 2009, infine, ottiene il 100% della Presse Ross di Rosà (Vicenza).

«Mio padre Flavio – racconta Massimo Carboniero – aveva una visione molto innovativa, tanto che nel 1996, quando sono divenuto direttore generale di Omera, già si puntava molto sull’export e si parlava dell’importanza dei servizi post-vendita e della “soddisfazione del cliente” come obiettivo prioritario. Io ho proseguito la strada intrapresa da lui». Attualmente, l’azienda, con sede a Chiuppano (Vicenza), ha 97 dipendenti e una quota export del 60%. «Prima del Piano Calenda, la percentuale di fatturato realizzato all’estero aveva raggiunto il 75%; poi, grazie agli incentivi, l’Italia è tornata ad essere un mercato molto interessante». Attualmente, Omera per l’esattezza produce una vasta gamma di impianti e macchinari per la lavorazione della lamiera. Presse oleodinamiche e meccaniche di vario tonnellaggio a due montanti e a collo di cigno; rifilatrici-bordatrici; auto bracci lineari e rotanti e linee automatiche o semiautomatiche per la produzione di beni in lamiera.     

            

La strategia di Omera

Quello delle macchine utensili è uno dei settori fondamentali per l’industria e per l’economia del Paese. Un comparto che fino a due anni fa correva forte, anche spinto dagli incentivi collegati al piano Calenda. Nel 2017 il fatturato del settore si era attestato a quota 6,11 miliardi di euro, in crescita dell’10,1% rispetto all’anno precedente. Il meccanismo premiante studiato dal governo per chi volesse acquistare macchine interconnesse che integrassero le tecnologie abilitanti alla trasformazione digitale sembrava funzionare; tanto che in più nicchie collegate al comparto le aziende italiane crescevano (percentualmente) più di quelle tedesche. Anche l’export avanzava, seppure con un ritmo un po’ minore: l’incremento era pari al 5,8%. Com’è noto, nel 2018, con il cambio di governo, iniziò il declino del comparto. L’incredibile confusione sugli incentivi, che perdurò fino alla fine dell’anno, nonché la sostanziale mutilazione del Piano Impresa 4.0, comportò clamorose frenate degli ordini interni, che si sono succedute di trimestre in trimestre fino al crollo di mercato del 2019, con un arresto degli ordinativi indoor del 43% nel secondo trimestre sullo stesso periodo, già precario, del 2018. Su base annua, il 2019 ha segnato un arretramento degli ordini del 17,9% rispetto all’anno precedente. Il risultato è stato determinato dal calo registrato sia sul mercato interno (-23,9%) sia su quello estero (-15,4%). Com’è noto, il piano per la trasformazione digitale ha cambiato nuovamente nome e contenuti con il secondo governo Conte: ora si chiama Transizione 4.0 e si fonda sul credito di imposta, che sostituisce il superammortamento. Le tensioni internazionali e la riduzione del mercato tedesco hanno infine lasciato spazio, nelle preoccupazioni dei produttori di macchine utensili, al Coronavirus, che ha sigillato molti confini.

Obiettivi del piano Transizione 4.0. Fonte Mise

«Stiamo vivendo il momento più tragico dal dopoguerra, per l’industria» – afferma Carboniero. Tuttavia, fino alla chiusura obbligatoria dello shopfloor, Omera stava rispondendo bene alle cause di arretramento generale del settore diverse dal virus. «Negli ultimi anni abbiamo venduto bene, e fino a marzo, il nostro portafoglio ordini era pieno. Peraltro, si trattava di commesse di qualità, anche da parte di aziende importanti». Ora si tratta di ripartire. «Non sarà semplice, ma è inimmaginabile che l’industria si fermi. Sarebbe un danno micidiale per il Paese. Bisogna imparare a convivere con il virus fino al vaccino. Riaprire le aziende, ricominciare la produzione mantenendo alta l’attenzione alla sicurezza del personale, che è la nostra seconda famiglia». Comunque sia, Omera intende la sua strategia di espansione, messa a punto qualche anno fa e considerata da Carboniero ancora valida, «perché per noi il mercato c’è, se riapriamo».  Gli elementi fondamentali di questa strategia sono: l’innovazione continua del prodotto, che passa attraverso l’automazione e la digitalizzazione; l’adeguamento a modelli di macchine sempre più green, e cioè sempre più basate sul risparmio energetico e sulla riduzione degli sprechi – concetto che in Omera prende il nome di Blu Philosophy; e infine, nuovi modelli di servizio, in grado di esaltare la prontezza e il minor costo dell’intervento, come la manutenzione e il collaudo online.       

 

L’innovazione continua delle macchine

R1600 CNC Omera: macchina rifilatrice per la produzione di segnali stradali

Quanto all’innovazione continua, questa riguarda anzitutto le linee automatiche, che è il prodotto più avanzato di Omera. Serve a realizzare bombole gas, scaldabagni, vasi ad espansione, pentole, coperchi, elettrodomestici, parti per auto ecc.: oggetti assai diversi l’uno dall’altro. La progettazione della linea integra tutta l’esperienza dell’azienda nella costruzione di macchine per la deformazione, le competenze maturate grazie alle relazioni con gli stampisti e soprattutto la tecnologia della Timac di Schio, di cui Omera ha acquisito la quota maggioritaria. Questa ditta realizza macchine utensili su misura ed è specializzata in transfer – macchinari composti da più stazioni di lavoro ognuna delle quali svolge una specifica lavorazione sul pezzo -; feeder, e cioè trasportatori; e impilatori, attrezzature utilizzate per movimentare e stoccare i materiali. È molto avanzata dal punto di vista dell’automazione e si avvale di strumenti tecnici di progettazione 3D. Così, le linee automatiche di Omera integrano anche robot monobraccio, stacker (impilatori) e conveyor, e cioè sistemi di trasporto che spostano materiale da una posizione all’altra. Nonostante sia una azienda di piccole dimensioni – nel panorama globale – Omera è leader nel comparto delle macchine rifilatrici-bordatrici. Cosa fanno, esattamente, questi strumenti? Rifiniscono il foglio di metallo una volta che sia già stato stampato o imbutito con la pressa. Tagliano il bordo e lo lavorano secondo le specifiche del cliente.  Omera ha sessanta anni di competenza tecnica in questo campo. Le macchine possono essere equipaggiate con unità di lavoro a comando pneumo-idraulico, oleodinamico e elettrico brushless, a seconda del tipo di lavorazione. Il livello di personalizazione è molto alto, e alcune versioni sono completamente automatizzate. C’è poi una nicchia in cui Omera domina il mercato. È quella delle macchine rifilatrici per la produzione di segnali stradali. Qui l’azienda dispone di una tecnologia brevettata. La R1600 Cnc consente di eseguire con un’unica macchina tutte le operazioni per la produzione di qualsiasi cartello in acciaio e in alluminio. È dotata di un programma Cad-Cam per eseguire il taglio con il controllo numerico e di motori brushless per il risparmio energetico. È una macchina molto flessibile, grazie alla quale il cambio di stampo avviene in tempi molto ridotti. 

 

Le presse e la Blu Philosophy

Pressa meccanica Omera

Quanto alle presse, l’innovazione è legata al risparmio energetico. L’impianto oleodinamico, ad esempio, è realizzato in maniera tale da recuperare parte dell’energia normalmente dissipata, con un risparmio del 30%. Si punta molto sul green, sulla sostenibilità, che in Omera prende il nome di Blu Philosophy. «Tutto ciò che va in questa direzione è destinato al successo, in Europa». I clienti voglio razionalizzare i costi e inquinare il meno possibile. Vogliono produrre senza sprechi. E pertanto preferiscono macchine in grado di realizzare questi obiettivi. Omera è anche intervenuta nei processi dei clienti, portando soluzioni green. «Ad esempio, utilizzando una particolare soluzione tecnologica nel settore della climatizzazione, siamo riusciti a ridurre da tre ad un passaggio la produzione di elementi di conduttura con un notevole risparmio di costi e aumento della produttività a favore del cliente». D’altra parte anche Omera, in quanto fabbrica, è green. Copre il proprio fabbisogno energetico grazie ad un impianto fotovoltaico da 600.000 Kw; e anche i parcheggi delle auto sono coperti da pannelli solari.

 

I servizi: la diagnostica online e il collaudo remoto

Rifilatrice-bordatrice Omera

«Non vendiamo solo macchine utensili, ma servizi tecnologici che si realizzano grazie a strumentazioni hardware». E uno dei servizi fondamentali è l’assistenza tecnica, che riguarda sia la fase di prevendita che postvendita e viene eseguita direttamente dalla sede oppure grazie ad agenzie partner in Paesi extraeuropei o congiuntamente, a seconda dei casi. Peraltro, il cliente può usufruire di un’assistenza tecnica on-line, sottoponendo quesiti e ricevendo risposta in tempo reale. Quanto ai ricambi, questi vengono forniti anche per prodotti fuori garanzia. Omera si assume poi l’onere di manutenzione delle macchine, con verifiche ispettive e checkup programmati periodici. Ma le novità sono la diagnostica online e il collaudo remoto. Quanto alla prima, Omera si collega via web alla rete alla rete dell’azienda che detiene la macchina, e lo fa in sicurezza, grazie ad una connessione Vpn (virtual private network, una rete privata e criptata point-to-point, nonché dotata di meccanismi di autenticazione; ndr); di qui entra nel computer installato nella pressa e nella bordatrice, che ha raccolto i dati provenienti dai sensori installati sulle parti meccaniche. In questo modo Omera comprende quando sia il momento di agire; può prestare una prima assistenza da remoto, con operazioni svolte dal personale dell’azienda cliente. Omera chiama questo servizio “tele service”. Quanto al secondo, questo può essere effettuato a distanza: i tecnici di Omera si collegano tramite tablet con fotocamere ai colleghi della azienda-cliente, e si procede passo dopo passo secondo le istruzioni dei primi. Occorrono solo alcune ore per svolgere l’intera operazione, che però risulta essere conveniente ad entrambe le parti in termini di tempi e di costi.

 

Nuove tecnologie e formazione

La sede di Omera

Omera integra le macchine che produce con tecnologie interconnesse e digitalizzate. «Collaboriamo con Siemens, che per noi è un partner di riferimento». Ad esempio, le presse adottano i controller di nuova generazione Simatic S7-1500, che sono destinati a macchine di fascia medio alta e che hanno funzioni diagnostiche sullo stato della strumentazione. Anche grazie alla tecnologia della multinazionale tedesca, è poi possibile il retrofitting di macchinari datati. «Inoltre, abbiamo pianificato di fare un salto in avanti e di utilizzare un altro elemento importante dell’offerta di Siemens, e cioè l’intelligenza artificiale». In effetti, Siemens ha realizzato nuove Cpu (nuclei elaborativi di un microprocessore) in grado di apprendere autonomamente grazie all’AI e alle reti neurali – che ad esempio possono essere installate a bordo del già citato controller Simatic S7-1500. Queste tecnologie consentono alle macchine di diventare più versatili, di riconoscere oggetti autonomamente anche se posti in posizioni non dettagliate a priori e di definire in modo meticoloso i movimenti necessari alle operazioni di deformazione della lamiera. Tuttavia, l’innovazione e la digitalizzazione non hanno senso, afferma Carboniero, senza un’adeguata opera di formazione del personale. «Abbiamo tenuto qui in azienda e per tutti i dipendenti un corso sulle nuove tecnologie legate ad “Industria 4.0”, dividendo il personale in quattro gruppi in relazione al loro livello di conoscenza a riguardo della digitalizzazione ed interconnessione. Tutti devono assumere le competenze necessarie per gestire le nuove tecnologie. La formazione continua è diretta a questo scopo e fa la differenza: senza, l’azienda non cambia marcia». 

(Ripubblicazione dell’articolo pubblicato il 22 aprile 2020)














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