Il settore delle macchine utensili deve puntare su trasformazione digitale e sulle nicchie di prodotto: la visione di Mandelli

di Marco de' Francesco ♦︎ Realtà aumentata, analisi predittiva basata sul condition monitoring da remoto. manutenzione predittiva. Saverio Gellini, ceo dell'azienda, ci racconta le strategie per superare la crisi

il Ceo di Mandelli Sistemi Saverio Gellini

Aziende manifatturiere attive nella produzione di macchine utensili sono costrette, loro malgrado, a «rallentare il battito cardiaco», e ad adeguare il loro ritmo vitale a volumi declinanti. Sarà così per un po’, a causa del Covid 19: i settori di sbocco, dall’automotive all’aerospazio, muovono i primi passi al rallentatore, dopo la momentanea paralisi. È il momento di puntare tutto sulla digital trasformation e di focalizzarsi sulle tecnologie che possono fare la differenza, soprattutto in particolari nicchie dove l’innovazione del prodotto-servizio è l’asso nella manica per conquistare posizioni più competitive alla ripartenza.

È la strategia di Mandelli Sistemi, azienda piacentina che dopo 70 anni di storia familiare è confluita, nel Duemila, nel gruppo veronese Riello Sistemi. Mandelli, 30 milioni di fatturato per 100 dipendenti, realizza grandi centri di lavoro a cinque assi per l’Energy ma soprattutto per l’Aerospace. Grosse e costose macchine utensili che lavorano, per asportazione, superfici dalle complesse geometrie e composte da metalli difficili da trattare, come le leghe di titanio. Sono vendute per l’80% all’estero. Ora gli aeroporti sono semivuoti, le compagnie aeree non hanno bisogno di nuovi mezzi e i produttori di velivoli (Airbus, Boeing) sono fermi. Mandelli Sistemi, però, pensa alla ripartenza vera, che pure non è nell’immediato orizzonte: si vuole posizionare ancora più in alto nella scala gerarchica del valore.







Di qui l’attuale impegno nelle tecnologie. Mandelli Sistemi ha implementato la realtà aumentata, che consente agli utenti dotati di tablet, smartphone o hololens di individuare facilmente i componenti difettosi, di reperire con rapidità informazioni sulla manutenzione e di completare le relative procedure senza errori. E si è focalizzata sull’analisi predittiva basata sul condition monitoring da remoto: è un sistema di monitoraggio che è in grado di controllare continuamente lo stato dei componenti meccanici, creando così la base per la manutenzione predittiva e permettendo agli utenti di rispondere prontamente al danno imminente, evitando così le costose conseguenze di una rottura meccanica totale. Ne abbiamo parlato con il Ceo di Mandelli Sistemi Saverio Gellini.

 

Dalla fondazione a Riello Sistemi        

il Ceo di Mandelli Sistemi Saverio Gellini

Quasi 90 anni nel mondo della macchina utensile. Le origini dell’azienda risalgono al 1932, con la fondazione da parte di Renato Mandelli. Era un’impresa innovativa, la sua, dedicata alla lavorazione di precisione di parti meccaniche. È un’azienda individuale. Nel 1960 il fondatore associa i figli Sante, Giancarlo e Umberto nella conduzione della società che si trasforma in officina Mandelli Snc. È la classica avventura industriale familiare del Nord Italia: dalla somma di vicende di questo genere dipende l’attuale benessere del Paese. Qui siamo a Piacenza. Gli anni Sessanta sono un periodo di forte crescita. Verso la metà del decennio, vengono realizzate le prime macchine utensili, Positiv, Medal, Thema e si costruisce il primo nucleo dello stabilimento attuale. Viene anche prodotto il primo centro di lavoro ante litteram, l’Ego; e l’officina diventa società per azioni. Sarà Giancarlo Mandelli a Guidare l’azienda dagli inizi degli anni Settanta fino ai primi anni Novanta. Viene presentata la nuova linea Regent, una generazione modulare ed integrabile in sistemi più complessi. Iniziano le prime esperienze di lavorazione su materiali speciali tipici del settore aeronautico come il titanio.

In effetti Mandelli focalizza la propria attenzione sui settori a maggior valore aggiunto, e cioè l’Aerospace e l’Energy: non se ne occupano in molti, date le difficoltà nella tornitura e nella fresatura di materiali a geometria complessa. Mandelli inizia a ricevere il riconoscimento del mercato internazionale. n Francia ed in Germania vengono costituite due filiali di vendita e service dirette, la Mandelli GmbH a Wiesbaden e la Mandelli France alla periferia di Parigi. Viene stipulato un accordo di licenza di produzione tra Mandelli e la giapponese Amada. Nel 1989, l’azienda entra in Borsa. E viene costituita Spring, joint venture con Ibm Italia per le attività di ricerca applicata. Vengono costituite filiali in Inghilterra e negli Usa. Ma nel 1993 cambia tutto. Il mercato entra in crisi, e l’azienda finisce in amministrazione controllata; l’anno dopo, scompare Giancarlo Mandelli. Dopo una fase travagliata la società confluisce nel gruppo Riello sistemi. Questo è tra i principali attori nel settore delle macchine utensili e si colloca ai primi posti dei mercati internazionali grazie alla ricerca e sviluppo e all’utilizzo di tecnologie d’avanguardia. Dispone di tre marchi di prestigio, che vantano una lunga e importante tradizione nel settore: Riello Sistemi, Mandelli Sistemi e Tri-Way Manufacturing Technologies. «Nell’ambito di macro linee definite dal gruppo – afferma Gellini – disponiamo di vasta autonomia operativa e gestionale».

 

I grandi centri di lavoro per l’aerospace e per l’energy power

Interno dello stabilimento Mandelli Sistemi, azienda piacentinaconfluita, nel Duemila, nel gruppo veronese Riello Sistemi

I centri di lavoro di Mandelli sono tutti altamente personalizzati: di fatto, non esiste una macchina uguale all’altra. Questo è dovuto al fatto che le aziende operanti nell’aerospace o nell’energy power hanno esigenze specifiche, che dipendono dall’alto grado di specializzazione e differenziazione dei loro prodotti. La personalizzazione, peraltro, incide molto sui costi: dal 10% al 40%. In generale, però, le strumentazioni realizzate da Mandelli si possono ricondurre a due categorie.

Anzitutto, i centri di lavoro orizzontali a cinque assi, che costituiscono il core dell’attività dell’azienda. Sono macchine piuttosto impegnative, quanto ad investimento finanziario della società acquirente: costano dal milione di euro in su. Come vedremo, possono essere utilizzate per lavorare metalli molto diversi tra di loro. Per questo genere di impianti Mandelli è famosa in tutto il mondo. «L’idea è quella di salire sul podio, di essere tra i primi produttori al mondo, avendo come “benchmark” il gruppo svizzero Starrag e quello giapponese Makino, che se pure sono irraggiungibili da un punto di vista dimensionale, hanno dimensioni colossali rispetto alle nostre, possono essere affiancati e superati sugli aspetti tecnologici. Ecco dunque che nella nicchia “top end” in cui ci siamo posizionati, ci difendiamo bene. Da noi – afferma Gelini – sono gli utensili che vengono movimentati attorno al pezzo, che è fissato su una stazione che non si sposta ma può solo ruotare sul proprio asse e questo assicura una significativa differenza nelle prestazioni: una questione di rigidità, che consente alla macchina di essere particolarmente performante e di soddisfare i requisiti sempre più estreme richieste dai clienti». Qualità che vanno testate e dimostrate. Di particolare rilievo sono le prove sulle vibrazioni. È il problema della risonanza: oscillazioni ad una frequenza determinata possono risultare fatali ad un ponte, come scoprirono gli americani con il crollo del Tacoma Narrows Bridge o un battaglione di soldati francesi che marciava sul Pont de la Basse-Chaîne, ad Angers; ma possono anche fare a pezzi i cuscinetti dei mandrini, oppure creare inaccettabili segni di vibrazione sul pezzo prodotto. Per evitare questi effetti critici, anzitutto le macchine sono progettate grazie a particolari software di simulazione, che consentono di sperimentare virtualmente le caratteristiche del prodotto. In secondo luogo, si tengono dei test sul campo, una volta che le componenti critiche della macchina (testa, montante) sono state realizzate: si procede secondo un’antica tradizione, nota fin dal tempo dei Romani: il martellamento. Nel lontano passato dal suono che ne derivava, persone esperte potevano capire molte cose, oggi con sensori posizionati in punti strategici della macchina si rilevano le frequenze di risonanza e si possono effettuare calcoli sul comportamento dinamico della macchina. «Grazie alla simulazione su un modello teorico e grazie ad esperimenti più pratici, abbiamo creato un data base di informazioni e intrapreso la strada che porta al miglioramento continuo del prodotto».

Ma che lavorazioni compiono i centri di lavoro di Mandelli? Il modello Spark (di cui esistono più versioni dimensionali tutte sviluppate sula base di un concetto comune; e comunque, come si è detto, si tratta di macchine customizzate) è dotato di una testa di tornitura interna, grazie alla quale è possibile raggiungere profondità notevoli, fino a 600 millimetri. Si lavora per asportazione oltre che l’alluminio anche gli acciai più tenaci. Una serie molto ampia di accessori assicura il rispetto delle più strimgenti normative di sicurezza ed ambientali, così come il controllo e la conservazione degli utensili. Il modello Spark Ti è quello particolarmente dedicato alle lavorazioni del titanio per il settore aerospace. Si occupa di sgrossatura pesante e finitura accurata dei pezzi. Gli accessori non sono dissimili da quelli del modello Spark. «Di Spark ne vendiamo 20, 25 all’anno, e fanno la maggior parte del fatturato». Quanto alla seconda categoria, è rappresentata dai profiler. Queste sono “supermacchine” a montante mobile di grandi dimensioni: servono per lavorazioni particolari, come quelle sui componenti strutturali a sagoma prismatica diffusi nell’aeronautica e realizzati in speciali leghe al titanio. Parliamo di pezzi che possono pesare tonnellate e possono avere dimensioni di diversi metri. Il mandrino meccanico è in grado di erogare una coppia altissima, per garantire asportazioni uniche al mondo. Un robot antropomorfo carica gli utensili all’interno del magazzino, così come il cambio teste automatico, rapido e affidabile, è un valore aggiunto che garantisce grande flessibilità. Due sono i profiler prodotti da Mandelli: il Rumble 4000 e il Rumble 6000. Il secondo tratta pezzi fino a 8 tonnellate.

 

Mandelli Sistemi: ecco come funziona la Spark Line

La digital transformation e la strategia di Mandelli per il post Covid 19

Mandelli Sistemi Spark 1600. Il modello Spark (di cui esistono più versioni dimensionali tutte sviluppate sula base di un concetto comune; e comunque, come si è detto, si tratta di macchine customizzate) è dotato di una testa di tornitura interna, grazie alla quale è possibile raggiungere profondità notevoli, fino a 600 millimetri

Una delle tecnologie che Mandelli ha implementato è la realtà aumentata. «La abbiamo sviluppata per rendere più efficaci le relazioni con i clienti; ma poi, ce ne serviamo anche per usi interni». La AR arricchisce ciò che vedono gli occhi sovrapponendo al campo visivo un insieme di dati e di informazioni. Ad esempio, un operatore dotato di tablet, di hololens o di smartphone può visualizzare real time i parametri di produzione di una macchina e di avere a disposizione il manuale per la manutenzione e le sequenze di montaggio. Il sistema consente agli utenti di individuare facilmente i componenti difettosi, di reperire con rapidità informazioni sulla manutenzione e di completare le relative procedure senza errori. C’è poi un’altra tecnologia sulla quale Mandelli sta investendo molto; la soluzione è sulla rampa di lancio.

Si tratta del analisi predittiva basata sul condition monitoring da remoto: è un sistema di monitoraggio che è in grado di controllare continuamente lo stato dei componenti meccanici, creando così la base per la manutenzione predittiva e permettendo agli utenti di rispondere prontamente al danno imminente, evitando così le costose conseguenze di una rottura meccanica totale. «Abbiamo in mano algoritmi statistici attendibili: grazie a questi, siamo in grado di rilevare anomalie che altrimenti passerebbero inosservate». Secondo Gellini, peraltro, la strategia di Mandeli per il post Covid 19 è questa: «Non c’è dubbio che la diffusione del virus abbia bloccato il nostro mercato di sbocco, l’aerospace.  Se gli aerei non volano, è difficile che se ne costruiscano di nuovi. Per il momento, siamo tenuti a rallentare un po’ il “battito cardiaco” dell’azienda, in rapporto agli ordini. È un modo per conservare l’ossigeno di riserva. Va anche sottolineato che il 25% del nostro fatturato deriva dai servizi, e alcuni di questi continuano. Ma questo periodo è anche l’occasione per puntare tutto sullo sviluppo di tecnologie dirompenti, come l’AR e l’analisi predittiva, in modo di farci trovare molto più competitivi quando il mercato ripartirà».

(Ripubblicazione dell’articolo pubblicato il 18 giugno 2020)














Articolo precedenteL’arma segreta di Gasparini: impianti tailor made per la deformazione delle lamiere
Articolo successivoVirtualizzazione dei servizi, linee automatiche e Blu Philosophy: così Omera prepara il futuro






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui