Industriali attenti: il Big Bang dei cobot sarà in Danimarca, con Mir e Universal Robots!

di Filippo Astone e Rossana Lacala ♦︎ Le due società stanno creando insieme un nuovo hub per robot collaborativi che potrebbe cambiare la manifattura mondiale. Il progetto, che verrà sovvenzionato dalla casa madre Teradyne con 36 milioni di dollari, elaborerà soluzioni d’avanguardia a partire dal 2022

Rendering del centro per cobot di MiR e Ur

Un centro di 50mila metri quadri dedicato alla robotica collaborativa che riunirà in un solo polo d’avanguardia, situato nella città di Odense (Danimarca), Mobile Industrial Robots (MiR) e Universal Robots (Ur). Si tratta dell’ambizioso progetto che le due aziende stanno sviluppando grazie al supporto della società madre americana, la Teradyne, che ha deciso di investire 36 milioni di dollari. E non è la prima volta che il Gruppo statunitense sostiene finanziariamente lo sviluppo di robot proprio in Danimarca: ad oggi, infatti, la società ha investito oltre mezzo miliardo di dollari in queste due imprese europee.

«Questo è un mercato che dovrebbe raggiungere un valore totale di quasi 12 miliardi di dollari nel 2030 secondo Abi Research – commenta Jürgen von Hollen, presidente di Ur – La domanda odierna di robot collaborativi giustifica già ampiamente l’investimento fatto e l’espansione degli spazi a disposizione per Universal Robots e per MiR. Odense ha un forte ecosistema di talenti e siamo lieti di avere l’opportunità di investirvi a lungo termine».







Obiettivo dichiarato delle due realtà è creare un ambiente attraente per attirare nuovi cervelli, che con le loro competenze e capacità contribuiscano allo sviluppo e alla crescita del polo.

 

I cobot alla danese piacciono a Teradyne

La gamma e-Series di Universal Robots

I cobot sono una categoria di robot dedicati alla manipolazione di oggetti in collaborazione con un operatore umano. Il loro principale vantaggio è combinare il know-how e il potere decisionale dell’uomo con la forza, la resistenza e la precisione di un robot. Un mercato ancora di nicchia, ma che a livello mondiale diventerà sempre più importante nei prossimi dieci anni. L’analisi di Abi Research stabilisce che entro il 2030 il giro d’affari arriverà a 11,8 miliardi di dollari, contro i 711 milioni del 2019, con un incremento di oltre il 1600% in undici anni.

Se a questa cifra si aggiungono le entrate legate al software e agli accessori Eoat (end-of-arm tooling, utensili da presa e lavorazione per montaggio su braccio), il mercato, che l’anno scorso valeva poco più di 1 miliardo di dollari, ne varrà 24 entro il 2030, con una crescita media annua del 28,6%.

E la Danimarca a buon diritto è tra le patrie dei cobot, dato che il primo è stato realizzato nel 2008 proprio da Universal Robots. Questo quando non esisteva nulla di simile, avviando di fatto l’era della robotica collaborativa. Che piace tanto a Teradyne.

 

2015: in casa Teradyne entra Universal Robots

MiR 500

Sono passati ormai cinque anni da quando, nel 2015, il Gruppo americano rilevò Universal Robots, la società pioniere dei cobot, per 285 milioni di dollari al netto della liquidità acquisita, più 65 milioni se fossero stati raggiunti determinati obiettivi prestazionali entro il 2018. Ur all’epoca era nelle mani di Enrico Krog Iversen (Ceo) e del Danish Growth Fund, entrambi ora attivi con OnRobot, creata unendo l’americana Perception Robotics, l’ungherese OptoForce e la danese OnRobot che intende portare innovazione e facilità d’uso nel settore degli end effector (il dispositivo all’estremità di un braccio robotico, progettato per interagire con l’ambiente).

 

 

2018: l’acquisizione di MiR

MiR1000 e MiR500

Teradyne nel 2018 ha annunciato di avere acquisito MiR – specializzata nella fornitura di robot mobili autonomi collaborativi (Amr) per applicazioni industriali – per 148 milioni di dollari al netto della liquidità acquisita, più 124 milioni di dollari nel caso in cui fossero stati raggiunti determinati obiettivi di performance entro il 2020.

«Come i cobot di Universal Robots, gli Amr di MiR abbassano la barriera per le grandi e piccole imprese di automatizzare in modo incrementale le loro operazioni senza la necessità per il personale specializzato o una riprogettazione del flusso di lavoro esistente – sottolinea il ceo e presidente di Tearadyne Mark Jagiela – Questo, combinato con un rapido ritorno sugli investimenti, apre un nuovo vasto mercato di automazione. Seguendo il percorso dimostrato con Ur, prevediamo di sfruttare le capacità globali di Teradyne per espandere la portata di MiR».

I robot mobili autonomi collaborativi costituiscono una categoria emergente all’interno del segmento dei sistemi logistici, e il loro valore – circa 1,1 miliardi di dollari all’interno del mercato dei robot per servizi professionali – crescerà rapidamente negli anni a venire.

 

Teradyne in pillole

Gli utilizzi dei cobot Universal Robots

Teradyne, Inc., con sede a North Reading, Massachusetts, negli Stati Uniti, è uno sviluppatore e fornitore di apparecchiature di prova automatiche (Ate). Le divisioni dell’azienda Semiconductor Test e Systems Test Group, sono organizzate in base ai prodotti che sviluppano e forniscono. Tra i clienti di alto profilo di Teradyne figurano Samsung, Qualcomm, Intel, Analog Devices, Texas Instruments, Ibm.

Teradyne ha registrato ricavi per 655 milioni di dollari nel quarto trimestre del 2019, di cui 439 milioni in Semiconductor Test, 88 in Industrial Automation (IA), 83 in System Test e 45 milioni in Wireless Test.

 

ha collaborato Chiara Volonté














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