Federmeccanica: produzione metalmeccanica perde il 17,9% nei primi 9 mesi. Prevista un’ulteriore frenata per fine anno

Il leggero recupero del terzo trimestre non argina il crollo dei mesi precedenti. La contrazione della domanda interna e la flessione di quella internazionale pesano sul settore. Il 19% delle aziende stima una riduzione della forza lavoro nel prossimo semestre

Stefano Franchi
Stefano Franchi, direttore generale Federmeccanica

Secondo l’indagine di congiunturale di Federmeccanica sull’industria metalmeccanica nel terzo trimestre del 2020 si sono visti alcuni segnali di ripresa, non però sufficienti a colmare la forte caduta che ha caratterizzato i primi 6 mesi dell’anno. In totale, sono stati persi 5 punti percentuali rispetto al periodo pre-pandemia.







Complessivamente nei primi nove mesi dell’anno il bilancio dell’attività metalmeccanica risulta pesantemente negativo: i livelli di produzione sono stati, infatti, inferiori del 17,9% rispetto al periodo
gennaio-settembre 2019, un risultato peggiore rispetto all’intero comparto industriale che ha segnato un -14,0%.

A registrare il calo più significativo sono state le aziende costruttrici di autoveicoli e rimorchi, con un -30,7%. Pesano la forte caduta della domanda interna, in particolare quella di beni d’investimento in macchine e attrezzature, ma anche la flessione della domanda mondiale che, secondo il Fondo Monetario Internazionale, diminuirà nel 2020 di oltre 10 punti percentuali.
Inferiore il calo del reparto metalmeccanico, che nei primi 9 mesi ha registrato una contrazione dei valori di fatturato esportati del 13,2%, con le importazioni scese del 15,6%.

Federmeccanica non è ottimista e prevede un’ulteriore frenata per gli ultiimo mesi dell’anno. Una preoccupazione condivisa dalle aziende del settore: il 27% prevede cali di produzione e il 19% pensa di ridurre la propria forza lavoro nei prossimi sei mesi, mentre si confermano pari al 14% le imprese che dichiarano una situazione di liquidità cattiva o pessima.

«Siamo ancora dentro una crisi senza precedenti come emerge ogni trimestre, ogni mese, dai dati sulla Produzione Industriale confrontati con il periodo antecedente la Pandemia», ha commentato Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica. «Nonostante questo contesto, abbiamo voluto mandare un messaggio di fiducia, facendo una proposta di un Nuovo Contratto “per” il Lavoro. Una proposta organica, che punta sulla qualità e sul miglioramento delle condizioni dei lavoratori, facendo tanti passi in avanti su tutti i temi del Contratto del 2016 e non solo. La riforma dell’inquadramento completa l’opera e guarda al futuro, dà valore al lavoro riconoscendone la qualità. Abbiamo dato dimostrazione, con i fatti, che vogliamo fare il Contratto. Un Contratto “per” il lavoro, che sia sostenibile, calato nella realtà e in continuità con il Rinnovamento».

«Complessivamente nei primi nove mesi dell’anno il bilancio dell’attività metalmeccanica risulta pesantemente negativo», ha dichiarato Fabio Astori, vice presidente di Federmeccanica. «I livelli di produzione sono stati, infatti, inferiori del 17,9% rispetto al periodo gennaio-settembre 2019. Un risultato peggiore rispetto all’intero comparto industriale che ha segnato un -14,0%. Anche prima dell’inizio della crisi legata alla Pandemia eravamo in una situazione di recessione, iniziata nel 2018. Ora tutto è precipitato e il 2020 sarà un anno che lascerà segni e cicatrici profonde».














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